Sospiro annoiato ricevendo uno scappellotto da Inghilterra che siede accanto a me, non posso farci niente queste riunioni con i capi sono noiose non possiamo fiatare solo ascoltare.
Guardo il russo che occupa la sedia vicino a me con la coda dell’occhio tirandogli un calcio sotto il tavolo per svegliarlo si vede che sta dormendo, mi guarda stizzito ma me ne frego tutti ci stiamo annoiando ma siamo svegli lui non è esentato dal farlo.
Guardo l’orologio disperandomi sono tre dannate ore che siamo qua ma quando finisce questa tortura?
Per fortuna di tutti i presenti dopo un altra ora di noia tutto finisce era ora stavo per addormentarmi io questa volta.
Appena ho il via libera mi alzo dirigendomi al bar ho bisogno di una caraffa intera di caffè purtroppo quando sarò a casa non potrò riposarmi dannate scartoffie.
Vengo raggiunto dal russo che fa la mia stessa scelta, accidenti deve essere veramente annoiato la sua scelta cade sempre su quella dannata vodka dannazione non sopporto l’odore sopratutto quando la beve di mattina nelle altre riunioni.
<Beh niente distillato d’inferno oggi?<
Gli dico stuzzicandolo ricevendo un occhiata glaciale, oh beh su di me non ha effetto.
<Stavo benissimo senza sentire il gracchiare della tua voce.<
Risponde stizzito.
<Oh ma come siamo suscettibili oggi.<
<Se qualcuno qua non mi avesse svegliato<
Calca l’ultima parola.
<Tutti noi eravamo annoiati non hai privilegi diversi dai nostri.<
Non ribatte e se ne va tornando nella stanza delle riunioni, uffa non è divertente stuzzicarlo quando fa così per oggi meglio lasciar perdere.
Mi dirigo anche io nella stanza prendendo le mie cose voglio tornare a casa e stendermi un po' prima di lavorare.
< Allora ci vediamo alla prossima riunione Ivan.<
Ti alzi.
<Sto andando via anche io anche se non sopporto l’idea di condividere l’ascensore con te.<
Alzo le spalle come risposta sono affari suoi di ascensore ne abbiamo solo uno se non gli va di condividerlo con me che prenda le scale.
Ignorandolo mi dirigo verso l’ascensore premendo il pulsante di chiamata quando ci sono davanti, in poco vengo raggiunto da quell’armadio russo ha deciso alla fine.
Senza fiatare entriamo entrambi premendo il bottone del piano terra, la discesa inizia lenta come tutte le volte quando un suono metallico cattura la mia attenzione, non è possibile non può succedere.
La mia paura si concretizza sentendo l’ascensore fermarsi.
<Oh perfetto ci mancava pure questa adesso!<
Sbuffo incrociando le braccia appoggiandomi alla parete, ti sento sospirare.
< Proprio con te dovevo trovarmi bloccato.<
Dici con voce stizzita.
<Non sei l’unico a non sopportare l’idea.<
Il solito battibecco ha fine adesso abbiamo un problema in comune non cambierebbe niente stuzzicarci a vicenda.
Premo più volte il pulsante dell’sos non ricevendo risposta come minimo non c’è più nessuno l’idea di rimanere chiuso qua dentro con il russo non mi entusiasma minimamente, ma l’unica cosa da fare è aspettare.
Un altro rumore metallico e l’ascensore scende di scatto di qualche metro facendomi andare a sbattere contro il corpo del russo, ecco adesso è di nuovo bloccato.
Mi stacco subito tornando a premere quel maledetto pulsante non accorgendomi dell'avvicinarsi del russo facendomi sussultare quando mi poggia una mano sulla spalla.
< Io credo che le cose non avvengano a caso non trovi Al?<
Mi fa strano sentirti usare il mio nome non lo fai mai.
<Dipende da cosa intendi Ivan.<
Mi giro guardandoti in volto strano per una volta non sento secondi fini nella sua voce.
<Posso semplificare il tutto senza usare tante parole sai spesso sono di troppo e fanno perdere solo tempo.<
Mi sono già fatto un idea del significato delle sue parole è l’inizio di una guerra diversa da quella che facciamo di solito, anticipo ogni suo movimento spingendolo dall’altra parte dell’ascensore bloccandolo.
So che non si aspettava questa mia mossa ma questa volta non sarò io a essere messo sotto adesso è il suo turno.
Senza perdere tanto tempo lo bacio mordendogli le labbra l’ascensore potrebbe ripartire da un momento all’altro e non vorrei che qualcuno ci vedesse in questa maniera.
Sposto l’attenzione dalle labbra al lobo ho già sperimentato l’effetto che gli fa, mi guarda e per i primi momenti non reagisce oh andiamo tu non sei questo.
Finalmente inizi a muoverti cercando di ribaltare la situazione oh no mio caro questa volta non accadrà, senza perdere troppo tempo infilo la mia gamba fra le sua sentendo un certo rigonfiamento, ridacchio internamente è proprio quello che volevo.
<Qualcuno qui è contento di questa situazione.<
Per una volta sei tu a arrossire e farfugliare una scusa che non è minimamente credibile.
<Oh andiamo orsetto non negare che ti piace vedere che ho io il controllo del gioco.<
Non sei il solo a trovare divertente mettere in difficoltà le persone in queste circostanze.
<Dannato non credere di aver vinto sono in netto vantaggio.<
Con la mano sinistra appoggio un dito sulle tue labbra.
<Shhh questo non è il momento di parlare.<
Tolgo la gamba e mi dedico ai suoi pantaloni e al suo intimo facendoli cadere a terra, non cerchi di allontanarmi questo gioco ti sta piacendo.
Senza perdere troppo tempo vado a occuparmi della tua evidente erezione, sussulti quando inizio a giocarci con la mano è dannatamente eccitante avere il controllo su di te.
Il tuo viso è rosso di imbarazzo oh ma non preoccuparti fra poco penserai a altro.
Con la mano destra accarezzo la tua schiena nascosta dalla pesante giacca che porti sempre, pian piano scendo verso il sedere andandolo a strizzare peccato che abbiamo poco tempo vorrei giocare di più con te farti impazzire tanto da pregarmi di fotterti, ma arriverà il momento giusto.
Scendo verso la tua apertura che massaggio prima di infilare un dito dentro sei dannatamente teso, avvicino il mio viso al tuo sussurrandoti all’orecchio.
<Rilassati ti farà solo male e io non ho intenzione di farlo leggilo nel mio volto.<
Non fiati hai smesso di farlo da prima hai capito che il tempo che abbiamo è poco.
Finalmente ti rilassi e rischio a infilare un altro dito mentre continuo a muovere la mano sulla tua erezione, quando sento che sei pronto tolgo la mano e ti giro faccia alla parete gelida.
Probabilmente anzi sicuramente aspettavi questo momento da tanto tempo non è da te stare fermo.
Metto una mano sul tuo fianco facendo scendere un po' la schiena non ho intenzione di farti male.
Mi gusto la scena di vederti piegato davanti a me prima di entrare piano.
<Respira piano non ti irrigidire.<
<Oh ma vuoi stare zitto?! Non stai parlando con un verginello.<
Ridacchio prima di entrare con un colpo secco dentro di te sentendoti mugolare a denti stretti oh ma ti farò gemere anche se cercherai di non farlo.
Sempre con la mano sul tuo fianco inizio a muovermi dentro di te sei caldo al contrario del tuo corpo che è sempre freddo.
Ancora stringi i denti per non far uscire un solo suono oh ma adesso lo farai.
Con un colpo secco entro di più facendoti emettere un gemito che bel suono esce dalla tua bocca.
Mi muovo alternando movimenti più veloci a più lenti questa volta sarai tu a supplicare.
Porto di nuovo la mano sulla tua erezione non possiamo di certo ignorarla, sincronizzo movimenti di bacino ai movimenti della mano non ti ci manca tanto.
Mi fermo devi dire quelle paroline se vuoi che continui, afferro una ciocca dei tuoi capelli tirandola.
<Andiamo orsetto sai cosa devi dire non credo che tu voglia rimanere così.<
<Non fare questo gioco con me! Oh se me la pagherai ti fotterò talmente tanto che non ti muoverai per giorni.<
Muovo con un colpo secco la mano sulla sua erezione facendogli venire i brividi.
< Wrong Sentence <
Dico mentre muovo un altro colpo secco che questa volta ti fa emettere il gemito che aspettavo.
Devi lottare contro il tuo orgoglio se vuoi finire in bellezza e tu lo sai hai una guerra dentro di te.
<Tic tac Ivan il tempo scorre potrebbero far ripartire l’ascensore anche fra poco.<
Vedo che stringi i pugni.
<E va bene ma ricorda che hai vinto questa lotta non la guerra.<
Queste parole mi fanno infiammare, porto la mano libera alla tua gola stringendola.
<Dillo.<
I tuoi pugni si stringono di nuovo stai arrivando a patti con te stesso con un enorme fatica.
<Ti prego.<
Mi metto a ridere una risata che esce poche volte dalle mie labbra oh non sei l’unico a avere un lato sadico.
<Non è questa la frase giusta orsetto, la regola che metti a me adesso ruota a tuo svantaggio.<
Un ultima lotta e poi finalmente cedi.
<Ti prego Al fottimi fino alla fine.<
Mi avvicino al suo orecchio muovendo anche il bacino.
<Bravo orsetto questa è la risposta che volevo.<
Torno a muovermi a ritmo veloce dentro di lui muovendo velocemente anche la mano l’idea che possano scoprirci mi eccita da morire ma l’idea di avere la grande Russia piegata al mio volere è la cosa migliore.
Altri colpi di bacino più mirati portano entrambi alla conclusione vengo dentro di te e tu sulla mia mano, rimango per qualche istante dentro di te per poi uscire delicatamente.
Mi risistemo velocemente e ti guardo ancora mi dai la schiena, appoggio una mano sulla tua spalla.
<Ehi Ivan è tutto ok?<
Come risposta mi tiri un pugno in pieno volto se non fosse che non sai quando l’ascensore potrebbe ripartire ti vendicheresti immediatamente.
Vedo che ti sei rivestito quando ti tiro un pugno a mia volta, in questa lotta nessuno dei due si accorge che l’ascensore è ripartito, solo quando sentiamo il campanello capiamo di essere arrivati a destinazione.
Le altre nazioni sono li davanti a noi ci guardano che abbiano capito cosa è successo?
Vedo Inghilterra avvicinarsi all’ascensore e sospirare.
<Voi due non smetterete mai di farvi la guerra.<
Mi stacco dal russo e esco dall’ascensore ridacchiando.
<Non saremmo più noi altrimenti.<
Lancio un ultimo sguardo al russo prima di uscire da quel palazzo.
Quello sguardo significa solo una cosa.
Al prossimo round orsetto.
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