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Iozonor e un regno di pace e prosperità. Una terra dove tutte le razze, dwarf (i cosi detti gnomi), umani, elfi ed orchi possano coesistere e vivere in armonia.
Gli gnomi costruiscono i macchinari e vivono tra gli umani. Gli elfi invece si occupano della condivisione della cultura antica e dell'armonia con la natura e solitamente si trovano vicino al fiume. Abbiamo imparato molto da loro, impariamo sempre molto gli uni dagli altri.
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Infine ci sono gli orchi, ancora diffidenti per questo vivono al margine della città. E io come mezz'orchessa vivo quasi in isolamento insieme a Thull mio fratello, lui e un orco completo, io invece sono nata per metà elfo ed ho anche delle loro particolari caratteristiche, come ascoltare la natura, la mia statura ed anche gli occhi blu. Gli altri orchi non si fidano ancora dei mezzosangue come me.
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Il mio nome e Zarida e sono una giovane apprendista cacciatrice. Essendo una mezzosangue le cose non sono sempre facili, ma sono riuscita ad avere un mio posto.
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La città e stata recentemente messa sotto stretta protezione dall'armata imperiale e io mezzosangue non vengo vista molto bene. Ora sono a perlustrazione la zona con Shira, una recluta come me proveniente dal clan degli Elfi, lei e una delle poche persone che non fa caso alla razza rispettando tutti come persone.
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"Zarida, ci sono problemi! - disse Shira.
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> "problemi?"
> "Che succede?"
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Mi ero distratta solamente un secondo. Una volta tornata in me vidi un gruppo di soldati guardare nella nostra direzione. Tra loro c'era un qualcosa che mi faceva sentire a disagio, come quando venivo disprezzata da bambina per essere una mezzosangue.
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D'un tratto senti una voce rauca, era Greldrak, il generale in carica nella nostra città. Lui odia i mezzosangue perché rispetto agli orchi comuni non si sottomettono facilmente, e per questo possono risultare difficili da controllare come burattini. E indovinate io ero proprio uno di loro.
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La sua presenza era imponente, era molto più grosso degli altri orchi e possedeva una forza bruta in grado di spazzarti via facilmente. Inizio ad avvicinarsi a noi con un'aria infastidita.
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Una volta di fronte, digrignò i denti e in tono infastidito disse:
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"Tu, stai al tuo posto!"
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Essendo una mezz'orchessa, riesco a sentire il predominio di grado che ha sugli orchi, ma un'altra parte di me non si lascia minimamente scalfire. Voglio la libertà più di ogni altra cosa, non mi sottometterò mai al volere di qualcuno. Ma per il momento e meglio tenere la testa bassa e non creare ulteriori malintesi.
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Greldrak improvvisamente afferra il mio polso e mi atterra con un solo colpo, provocandomi dolore. Non dissi una parola, controllai persino i miei guaiti di dolore. Shira provo ad aiutarmi ma Greldrak la rimise subito in riga. Non la biasimo, era molto spaventata!
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Questa cosa lo fece infuriare ancora di più e dopo una strattonata più forte mi lascio andare, si girò e se ne andò. Mi presi un secondo per riprendere fiato e poi mi girai verso Shira.
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"Non devi aiutarmi, o prenderanno di mira anche te!" - le dissi mentre cercavo di raddrizzarmi l'uniforme.
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Non disse più nulla, ma si vedeva che stava male per non essere riuscita a difendermi. Non era colpa sua, fossi stata in lei avrei fatto lo stesso, questo riesco a capirlo grazie alla mia metà elfica.
Shira era la figlia dei vecchi capo tribù e quindi aveva una posizione più vantaggiosa, e una delle poche persone di cui mi fido.
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>"Shira, potresti aiutarmi con una cosa?" - le chiesi d'un tratto.
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Sgranò gli occhi e mi guardò con un'aria incuriosita. Era raro che io le chiedessi qualcosa.
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"Come posso esserti utile?" - disse Shira con un tono che fremeva dall'impazienza.
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La cosa mi fece sorridere, poi le raccontai di un sogno che avevo fatto nelle notti precedenti, sempre lo stesso e che mi lasciava una strana sensazione.
Thull mio fratello era partito in missione, ed erano ormai due settimane che non faceva ritorno, ma ultimamente mi appariva sempre in sogno e mi diceva che fossi in pericolo e che dovevo raggiungere un posto e trovare alleati.
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Shira rimase a bocca aperta, quando ciò accade vuoi dire che sa qualcosa.
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"Vieni con me, dopo il nostro turno..." - disse con aria preoccupata.
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Annuì senza dire più una parola. Arrivò il tardo pomeriggio e un altro gruppo ci dette il cambio. Shira mi fece cenno con lo sguardo di seguirla.
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Camminammo per il paese, fino a raggiungere la borgata degli elfi. Una volta arrivati, in molti si fermarono per guardarmi in fondo anche se gli assomigliavo molto ero verde come gli orchi, anzi di una tonalità di verde che persino per loro era rara.
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Shira gli fece cenno di andare, e la gente iniziò a rientrare nelle proprie abitazioni. Infondo lei ha ancora il suo dominio di nascita. Anche se, lo aveva detto più volte che la cosa non le faceva piacere, lei era veramente una buona persona.
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Camminammo fino al fiume là dove viveva la vecchia sciamanna, sua nonna Issati. La quale aveva già avvertito la mia presenza e stava uscendo per venirci incontro.
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Shira le aveva parlato dei mezzosangue, e anche di me, ma quella era la prima volta che la incontravo. Issati e rimasta a guardarmi con un'espressione confusa per un paio di minuti e poi ci fece cenno di entrare.
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