Ormai erano le 22:30, ma Deol si rigirava ancora nel letto. Le notizie delle ultime settimane gli stuzzicavano la mente portandolo a riflettere ed attivare l'emozione paura e timore. Preoccupazione. Negli ultimi tempi, c'erano stati 2 sparizione di dodicenni come lui, nella sua stessa città. Sulla scena del crimine, non vi era alcuna traccia di qualcuno che sia ipoteticamente passato di lì, niente sangue, impronte, sporco, oggetti, segni... Ad aumentare tutta la sua paura c'era il fatto che i ragazzini erano tutti semplici, con una vita normale come la sua. Una ragazza e un ragazzo. La scuola era da poco iniziata, precisamente era il 12 ottobre. Un sabato. Erano le 8:43 del giorno successivo quando Deol fu dichiarato scomparso dalla polizia locale.
Altri dieci minuti passarono. Quando stava per chiudere occhio li giunse all'orecchio una voce. Era una voce lieve e sconosciuta che viaggiava nel buio della sua camera. In tutte le stanze era scuro, solo nella sua filtrava dalla finestra un fascio di luce lunare che illuminava appena il pavimento. La voce gli sussurrava parole così piano che non era in grado di distinguerle chiaramente. Si alzò per provare a se stesso che non c'era niente nella sua stanza. Mentre si avviava sul pavimento scricchiolante muoveva la mani a caso come per vedere se avesse toccato qualcosa di "sospetto". Arrivato all'interruttore non aveva sentito niente a parte i soliti mobili. Lo schiacciò. O meglio, toccò il punto sul muro dove avrebbe dovuto trovarsi. Non c'era. Iniziò a toccare il muro con le mani aperte fino a percorrerlo tutto. Non aveva trovato nulla. L'ansia iniziò a insinuarsi tra i suoi neuroni come il veleno di un serpente. Mille pensieri li passavano per la mente, fino al peggiore immaginabile. Più che probabilmente, nessuno di quelli era ciò che li sarebbe successo veramente. Pochi potrebbero, in questa situazione, immaginare la vera realtà dei fatti e di ciò che li sarebbe accadduto. Allora, Deol non aveva altra scelta se non quella di accendere la luce in corridoio che era vicino alla camera dei propri genitori, si sarebbe inventato qualche scusa per averli svegliati più tardi. Ora contava rassicurarsi. Ma, in quei minuti successivi visse il panico. Nel corridoio non c'era alcun interruttore. Non c'era la libreria con i pop-up della sua infanzia o i libti da 700 pagina dei propri genitori. Si avviò verso il posto dovevano trovare le scale. Quella era l'unica cosa che li poteva donare la certezza di essere a casa, di essersi solo confuso. Non c'erano le scale. La superficie era completamente piana. Si mise a correre, ora, il dolore del cadere dalle scale sarrebbe stato un grande sollievo. Quando il faitone arrivò si fermò a respirare e si rese conto di non essere più a casa. Ma come? Era impossibile spostarsi in questo modo da un luogo all'altro. Era pura fantascienza. Assolutamente impossibile. Davvero. Davvero. Era imppssibile. Davvvero impossibile.
La ragazza correva a perdifiato in quel luogo misterioso. Urlava spaventata i nomi dei suoi genitori, degli amici. Le lacrime stavano per iniziare a scorrerli lungo le guancie. Tutto era scomparso ora. Sembrava un'infinita distesa desertica. Ma ciò che metteva più paura era il fatto che fosse tutto buio. Non poteva sapere se qualcosa si stava muovendo dietro di lei in quel momento, magari con un coltello in mano. Nessuno dapeva di lei. E se fosse morta? A qualcuno importava veramente? Alla madre? All'improvviso incimapò e cadde a terra a causa di un oggetto. Lo raccolse e riuscì a guardarlo. Era una piccola luce. Una candela di quelle di plastica. Ma in quel momento rappresentava il modo più efficace per salvarsi.
Deol ricominciò a correre. Pensava mentre sul suo volto si accennavano le lacrime. Le lacrime di paura. In queste situazioni per un umano sarebbe difficile gestire il controllo e le emozioni. Ragionava su come avrebbe sopravvisuto, un umano in media muore dopo pochi giorni se non ha acqua. Può resistere senza cibo fino a una settimana. Ci doveva essere pur qualcosa sottoterra. Almeno, credeva e sperava. Poi, all'improvviso, inciampò e cadde a terra a causa di un oggetto. Lo raccolse e riuscì a guardarlo. Era una piccola luce. Una candela di quelle di plastica. Ma in quel momento rappresentava il modo più efficace per salvarsi.
Il ragazzo di nome Kotl correva in preda al panico. In quel terribile momento si trovava al buio in luogo sconosciuto senza luce, cibo, acqua, casa... Poteva solo pensare ai bei momenti che passava fino a i giorni precedenti. Le ore di educazione fisica in cui scherzava con gli amici o le serate con i nonni. Perfino ad un tipo duro come lui che non faceva mai passare una lacrima, quelle stavano arrivando. Come sarebbe sopravvisuto? Poi, all'improvviso, inciampò e cadde a terra a causa di un oggetto. Lo raccolse e riuscì a guardarlo. Era una piccola luce. Una candela di quelle di plastica. Ma in quel momento rappresentava il modo più efficace per salvarsi.
Gli occhi di Deol brillavano quasi, oltre che per la luce della candela, per un futuro. Cominciò a muoverla a terra in cerca di qualche altro oggetto. Percorse vari metri intorno a lui in varie direzioni, invano. Si rialzò in piedi e la mosse in alto ma non trovò nulla neppure un muro o qualcos'altro. Nonostante questi fallimenti, non si diede per vinto. Camminò, sempre con quella candela in mano ricercando sempre un punto di rifererimento. Dopo una mezz'ora approssimata, s'imbatté in qualcosa proprio davanti a lui. Due paia occhi.
La ragazza prese quasi lettermente un sospiro di sollievo per ciò che aveva trovato. Il suo nome era Sera, portava dei capelli abbastanza corti e disordinati di colore nero. Ad ogni modo, ora la sua idea era quella di cercare qualche altro oggetto che, magari, avrebbe alimentarli la speranza che si era formata poco prima dentro di lei. Cominciò dal "pavimento", senza alcun risultato. Così provo a tenerla sollevata man mano ad altezze maggiori fino a sopra la propria testa, ma anche in questo caso non ottenne nulla. Tuttavia, non si diede certo per vinta e si sllontanò da lì dirigendosi a piedi con la candela sollevata in cerca di qulcosa di conforto. Dopo una mezz'ora approssimata, s'imbatté in qualcosa proprio davanti a lei. Due paia occhi.
Kotl era davvero entusiasmato. Poteva... poteva sopravvivere! Vivere! Ora doveva solo trovare un modo per uscire di lì. Cercò solo per poco sul pavimento e in quelle zone, ma non trovò niente. Qualcosa li aveva come già detto prima che lì non vi era nulla. Ad ogni modo, si mise a camminare con la candela sollevata in ricerca di qualcosa. Dopo una mezz'ora approssimata, s'imbatté in qualcosa proprio davanti a lui. Due paia di occhi.
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