Che cos’è la vita?
Vi siete mai posti questa domanda? Vi siete mai ritagliati del tempo per contemplare, magari nel silenzio della vostra stanza, queste parole?
Osservandola attentamente, usufruendo dei mezzi della vista e dell’intelletto, siamo in grado di coglierne immediatamente la contraddittorietà, che trasuda da tale interrogativo. Non è certamente passato inosservato neanche all’occhio e alla mente
di voi lettori, la brevità che lo contraddistingue. È sufficiente appena un fiato perché la nostra bocca possa trasformare quelle lettere in una melodia di suoni. È un interrogativo scarno, senza fronzoli, essenziale, composto da vocaboli semplici e familiari. Eppure, nonostante questa apparenza così modesta, da solo questo enigma è capace di evocare in chiunque lo mediti, stupore e spiazzamento. È capace di insinuarsi e farsi strada nel nostro animo e spingerci verso una riflessione profonda, fino ad ora mai iniziata.
Forse, è proprio per la sua duplice natura: per il suo carattere ermetico e per la sua capacità di coinvolgerci appieno, che si ritrova intrinsecamente dotata di una spettacolare forza attrattiva. Che suscita in ogni uomo, curiosità.
Come i marinai vengono attratti dal canto delle sirene, così allo stesso modo quando noi uomini veniamo messi faccia a faccia con questa domanda, che rassomiglia ad onor del vero più ad un’ardua sfida che ad un semplice quesito, ne siamo talmente affascinati, da essere portati ad arrovellarci e a far lavorare il nostro cervello giorno e notte, finché non giungiamo ad una risposta che sia il più soddisfacente possibile.
Le risposte, dunque, si sprecano e vanno a toccare angoli e prospettive tra le più disparate: scientifiche, filosofiche ed anche spirituali e religiose. Personalmente sono incline a replicare a tale quesito con 4, altrettanto semplici, parole: “una storia in
divenire”. Sì, esatto, la vita è una storia in corso d’opera, che si sta sviluppando man mano, che non possiede ancora alcun finale definito.
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Ogni individuo, pertanto, ai miei occhi prende delle sembianze diverse da quelle comuni, da quelle naturali. Ognuno mi appare, difatti, come un “libro ambulante”, un libro che cammina. Al cui interno si celano pagine e pagine, capitoli e capitoli nei quali vengono raccontate e svelate avvincenti avventure, episodi tragici, pervasi da un velo di tristezza e malinconia, momenti vergognosi, così tanto da far infiammare le gote più temerarie, ed anche dagli inevitabili, forse troppi, intermezzi di quotidianità e di noia. Con tutte quelle qualità, quelle caratteristiche, quelle “cose”, chiamatele
insomma come vi pare più appropriato, che fanno di una storia… una storia! E di una vita… una vita!
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Un giorno rimuginando proprio sopra l’affascinante materia che è la vita, vagheggiando sulla natura degli uomini, tutto d’un tratto, d’improvviso, come un fulmine che colpisce un campo in un pomeriggio assolato, ebbi un’intuizione, che più scrutavo, più ripetevo nella mente, più mi pareva prendere la forma di verità, di realtà.
Ora, forse in preda alla curiosità e con altresì una punta di scetticismo, vi starete domandando a quale mai nobile verità una comunissima ragazza, che certamente non è una filosofa, né una scienziata, ma a malapena una scrittrice improvvisata, abbia mai potuto raggiungere.
Ebbene, ciò che mi si è rivelato, mi si è manifestato davanti, è la consapevolezza dell’impossibilità di conoscere nella sua totalità, nella sua interezza, un individuo. La coscienza, che non potremo mai comprendere appieno, cogliere in ogni suo dettaglio, benché importante, una persona. Alla maniera di come viceversa comprendiamo e cogliamo il senso della grammatica in un brano, di come comprendiamo e cogliamo la logica nei passaggi di un’equazione matematica, o ancora i meccanismi che stanno sotto le leggi della fisica. Come se, peraltro, questo non fosse, almeno per quanto mi riguarda, già di per sé un’impresa titanica.
Immaginate quindi afferrare un qualcosa di imprevedibile, non
misurabile con nessun numero, con nessuno strumento, che non è risolta da nessuna parola. Un qualcosa come la vita e l’essere di una persona. Anche qualora questa dovesse trattarsi di nostra madre, o del più caro e vicino dei nostri amici.
Se come ho immaginato gli uomini sono dei libri, noi non siamo nella condizione di poter posare il nostro sguardo su ogni singola parola, e su ogni singola riga che abitano quel libro; bensì esisterà sempre un passaggio, un frammento imperscrutabile e oscuro.
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Non vi ho convinto? Diffidate delle mie conclusioni? Allora concedetevi una pausa, per un momento. E interrogatevi…
Quante volte avete assistito a reazioni e risposte che vi hanno stupito, a volte anche deluso, che non vi aspettavate potessero far parte o provenire da quella certa persona?
Chissà quanti e che genere di pensieri affollano la mente dei vostri amici o dei vostri familiari. Quegli stessi pensieri, che insieme a tutto il resto, partecipano a raccontarli e a descriverli. In un libro stampato verrebbero codificati a mo’ di monologo, racchiusi in un virgolettato, sistemati chiaramente, in maniera ordinata. Pronti ad essere letti e, probabilmente, perfino giudicati dal lettore di turno, ma in questo mondo, in questa realtà, costituiscono per noi niente meno che un arcano. Chissà quante persone a noi estranee, incarnano al contrario per un nostro amico dei vicini e dei confidenti fidati. Chissà quante persone a noi sconosciute, i suoi occhi dipingono come personaggi e abitanti della sua storia, i quali si adoperano a colorare e a riempire di colpi di scena la sua vita, intrecciandosi finanche con essa.
Con la consapevolezza, dunque, che io, seppur suo più caro amico, sono solo uno dei tanti personaggi che interagisce con lui. Uno dei tanti che contribuisce a forgiare la sua persona e la sua vita.
Chissà in che numero, vicende lontane, oramai appassite nella mente, ed episodi di quotidianità di cui si è reso partecipe un nostro conoscente, ci sono preclusi. Magari perché ormai dimenticati pure da colui che si è trovato a viverle. Chissà in che modo lo hanno turbato, plasmato e modellato.
Avranno forse lasciato in lui un’impronta od un segno indelebile?
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