NORA
Caro diario,
mi chiamo Nora Cheney e sono consapevole del fatto di non sapere come si tiene un diario dei segreti, ma Silver mi ha obbligata a tenerne uno.
Credo di dovermi presentare, la mia vita non è molto entusiasmante, vivo in una piccola città di montagna con mio nonno… la persona più importante che ho, ma non l’unica, infatti anche Silver, il mio migliore amico lo è.
Dovresti ringraziarlo sai, è solo grazie a lui se ho deciso di tenere un diario segreto, dice che non posso contare solo su di lui e su mio nonno, si diciamo che non sono proprio una grande amicona e sinceramente non mi interessa esserlo, avere tanti amici non è indispensabile.
Chiudo il diario che Silver mi ha regalato e lo nascondo sotto il letto, poi prendo il mio zaino ed esco dalla mia camera.
Mio nonno non è in casa, immagino che sia andato a farsi un giro in paese, gli lascio un bigliettino ed esco per andare a scuola.
Dopo qualche minuto di camminata sento una voce familiare chiamarmi.
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<<Ehi Nora! Pronta per questo nuovo anno?>>
Mi giro a guardare quel pazzo biondo platino che da qualche anno mi tiene compagnia e mi sopporta.
<<No, direi di no. Mi stupisco di essere sopravvissuta a quest’estate.>>
<<Esagerata come sempre, comunque cambiando discorso… ho saputo che deve arrivare una nuova ragazza…>>
Alzo gli occhi al cielo per poi posare il mio sguardo su Silver.
<<Non rincominciare con la storia dei pochi amici, lo sai che non amo avere troppa gente intorno>>
<<Non ti chiedo tanto, solo dalle una possibilità… Ti prego.>>
Silver mi fa gli occhioni dolci, come risposta gli tiro un pugno sulla spalla.
<<Ti conosco abbastanza bene per sapere che è un “ci tenterò”>>
Scuoto la testa e continuo a camminare finché non arriviamo a scuola.
Appena mettiamo piede nel cortile, Silver viene circondato dai suoi amici e da alcune ragazze, sfrutto l’occasione per allontanarmi e raggiungere la mia classe.
Mentre sono in corridoio mi capita di guardarmi intorno e vedo una ragazza molto spaesata, per qualche secondo incrocia il mio sguardo e si avvicina a me.
<<Ehm… Ciao, mi chiamo Violet Carter, sono nuova… potresti dirmi dove posso trovare l’aula della quarta B?>>
<<Oh quindi sei tu quella nuova… La quarta B è da quella parte, l’ultima porta del corridoio.>>
<<Grazie mille, posso sapere il tuo nome?>>
<<Nora Cheney, ora scusa ma devo proprio andare o farò tardi>>
Saluto velocemente Violet e vado in classe.
- - -
La giornata passa tranquillamente, senza nessun intoppo, le lezioni non sono state troppo noiose.
Ora sto andando al lavoro, con la promessa che appena finisco raggiungo Silver al nuovo bar che ha appena aperto in paese.
In meno di qualche minuto mi trovo davanti alla porta della signora Ward, busso gentilmente e poco dopo una signora sulla quarantina mi apre.
<<Buon pomeriggio signora Ward.>>
<<Nora chiamami Lucy, non farti problemi ormai è un anno che ci conosciamo, vieni entra pure.>>
Appena varco la soglia di casa, vedo un nanetto dai capelli corvini corrermi incontro.
Presto la signora Ward esce per fare delle commissioni ed io rimango sola con il piccolo James e le temibili addizioni.
Aiuto James con i compiti, gli preparo la merenda e poi lui si mette a guardare la televisione;
nel mentre decido di mettere un po’ a posto e il mio sguardo cade su una fotografia che non avevo mai notato.
<<James, mi sai dire chi è questo ragazzo?>>
<<Sì, lui è il mio fratellone, mamma dice che non tornerà più, ma io sono sicuro che torna>>
Guardo James confusa, non sapevo che avesse un fratello, ma poi cosa significa che non tornerà più? Mille domande mi offuscano la mente ma appena sento la porta d’entrata aprirsi, metto subito giù la fotografia che mi ritrovo tra le mani. Credo che più tardi chiederò delle delucidazioni al nonno.
- - -
<<Ehi Nora, vieni siamo qui!>>
Appena entro nel nuovo bar sento la voce di Silver chiamarmi e quando poso il mio sguardo sul suo tavolo noto che è con Violet… Cosa ci fa qui?
Mi siedo al tavolo con loro e ordino un tè nero, il mio tè preferito.
<<Com’è andata a lavoro?>>
<<Tutto bene, niente di nuovo, James era tranquillo oggi.>>
Ho deciso di non dire niente sul ragazzo della foto, prima voglio saperne di più.
Presto mi viene servito il tè, faccio per tirare fuori il portafoglio ma Violet mi ferma.
<<Offre la casa.>>
Guardo Violet confusa.
<<I miei genitori sono i proprietari di questo posto e io mi devo sdebitare con te per questa mattina.>>
Ringrazio Violet e poi ridacchio nel vedere la faccia stranita di Silver.
Vedendo la sua espressione, Violet inizia a spiegargli quello che è successo sta mattina.
- - -
Verso sera torno a casa e appena entro trovo il nonno seduto sul divano a guardare la tv.
Mi tolgo il giubbotto e mi siedo al suo fianco.
<<Com’è andata la giornata?>>
<<Tutto bene nonno, oggi ho conosciuto una ragazza a scuola, sembra simpatica, i suoi genitori sono i proprietari del bar che ha aperto giù in paese…>>
Dopo un attimo di silenzio il nonno riprende a parlare.
<<Qualcosa non va Nora?>>
<<No… ok in realtà sì, oggi mentre ero a casa della signora Ward, ho notato una foto di lei, James e un altro ragazzo… praticamente era la copia di James, solo un po’ più cresciuto.>>
Il nonno sospira e mi fa poggiare la testa sulle sue gambe, poi inizia ad accarezzarmi i capelli.
Quando fa così so per certo che sta per iniziare un discorso serio.
<<Rouge Ward… Quel ragazzo si chiamava così. Quando lavoravo alla miniera lo chiamavamo “il piccolo lavoratore”. Era un ragazzo davvero attivo, avreste avuto davvero tanto in comune, a pensarci bene avrebbe la tua età ora…>>
<<In che senso avrebbe?>>
<<Rouge è scomparso circa due anni fa, nessuno lo ha mai ritrovato sia che sia vivo o morto, alcuni pensano che potrebbe essere ancora in vita ma nessuno è mai uscito dal paese per cercarlo negli ospedali vicini… Avrei voluto farlo io, ma non me la sentivo, c’eri tu qui con me e non avrei avuto la forza di raccontarti quello che era successo a Rouge.>>
<<Doveva essere un ragazzo davvero speciale… grazie per averne parlato con me nonno.>>
Non voglio forzare il nonno, so da me che, ciò di cui mi appena parlato è una di quelle cose che lo rattristano e se c’è una cosa che mi fa stare male è vedere il nonno senza il suo sorriso.
- - -
Caro diario,
Sono passate alcune settimane dall’inizio della scuola e finalmente è arrivato il mese in cui sono aperte le iscrizioni ai club extra-scolastici…è forse il mese della scuola che preferisco.
Nonostante questo, le settimane appena passate non sono state semplici per me, la mia mente tornava spesso a quel ragazzo… Rouge… Non ho idea del perché ma sapere la sua storia e sapere che i nostri interessi sarebbero stati molto, come posso dire, compatibili?, mi ha fatto pensare tanto a lui.
Non so se le leggende che girano sul suo conto siano vere, ma ammetto che ci spero perché per la prima volta nella mia vita ho proprio voglia di conoscere qualcuno.
Silver si è accorto che in queste settimane ero piuttosto strana e, dopo la sua ennesima domanda, ho deciso di raccontargli tutto… so di aver fatto la scelta giusta, Silver non è il tipo che giudica, l’unica cosa che mi preoccupa è l’insistente presenza di Violet tra noi.
È vero io e Silver siamo solo amici, ma basta guardare Violet per un massimo di mezzo secondo per capire che è innamorata persa del mio migliore amico e anche per capire che è gelosa di me.
Violet è davvero una brava ragazza e questo l’ho capito quasi subito, ma non vorrei che succedesse qualcosa per colpa sua.
- - -
<<Buon pomeriggio professore, Le ho portato la mia iscrizione al club di fotografia>>
<<Grazie mille Nora, siediti pure, adesso aspettiamo un attimo gli altri e iniziamo.>>
Mi siedo e inizio a pulire l’obbiettivo della mia nuova macchina fotografica.
Quella della fotografia è una passione che mi ha passato il nonno, mi ha sempre affascinato sapere di poter immortalare alcuni momenti della mia vita.
<<Bene ragazzi, quest’anno siamo in pochi ma senza dubbio è meglio così, avremo più tempo per osservare i lavori di ognuno di voi. Oggi come prima lezione voglio che andiate a fare un giro per la città a scattare qualche foto, domani con calma le svilupperemo e le commenteremo insieme. Se avete bisogno di qualche attrezzatura prendete pure quello che vi serve.>>
Ringraziamo tutti il professore e senza fare ulteriori domande andiamo a prendere l’attrezzatura.
Per scrupolo decido di prendere in prestito un treppiedi, poi inizio a vagare per la mia piccola e adorata cittadina fino a quando mi imbatto nel luogo perfetto.
Il posto è un po’ lontano dal centro, ma c’è un nonsoché di poetico qui in mezzo al bosco.
Posiziono il treppiedi come meglio posso sul sentiero scostante in cui mi ritrovo e faccio qualche scatto.
Riguardo più volte le fotografie ma non sono contenta dei miei scatti, sono troppo bui e non trasmettono quello che vorrei.
<<Se vuoi delle foto più luminose penso che dovresti spostare il treppiedi a sinistra del sentiero e puntare la macchina fotografica leggermente verso l’alto.>>
Mi volto e noto che poco lontano da me, si trova un ragazzo dai capelli neri e gli occhi marroni, in quest’ultimi si può notare un piacevole luccichio mentre guarda la mia macchina fotografica.
<<Effettivamente hai ragione, si può provare.>>
Sposto il treppiedi e provo a fare uno scatto.
<<Grazie mille, avevi proprio ragione, ora la foto è decisamente più luminosa. Posso sapere qual è il tuo… nome?>>
Una volta essermi girata il ragazzo dai capelli corvini è magicamente scomparso, inizialmente penso sia solo uno scherzo di cattivo gusto ma poi, guardandomi intorno, mi rendo conto che non c’è traccia del ragazzo.
- - -
<<Nonno sono a casa! E c’è anche Silver con me!>>
La testa del nonno fa capolino dall’arco della cucina.
<<Silver ti fermi a cena? Sto facendo i gnocchetti sardi.>>
<<Come potrei dire di no Decimo?>>
Io e il nonno ridacchiamo, poi salgo in camera mia con Silver.
<<Allora com’è andato il club?>>
<<Il solito, Silver. È successa una cosa piuttosto strana>>
Per qualche secondo regna il silenzio e la mia mente inizia a vagare, ma Silver mi riporta alla realtà.
<<Vuoi dirmelo oppure devo appellarmi alle mie abilità da sensitivo?>>
<<Sei proprio un cretino, comunque non voglio farti sforzare troppo perché altrimenti il tuo cervello rischia di surriscaldarsi>>
<<Ehi! Guarda che mi offendo così.>>
<<Dai non ci credi nemmeno tu… comunque stavo dicendo, sono andata al “santuario” per fare qualche scatto e un ragazzo mi ha aiutata con una questione tecnica per la luce e quando poi mi sono girata per chiedergli il suo nome lui era sparito, inizialmente pensavo fosse uno scherzo ma presto mi sono resa conto che non era così>>372Please respect copyright.PENANANhsO073kuG
Silver mi guarda stranito, sa bene che non sono il tipo di persona che scherza su una cosa del genere.
<<Senti Nora, ieri ho pensato ad una cosa…>>372Please respect copyright.PENANA2jl77EXo80
<<Tu? Hai pensato? Incredibile.>>
Silver scoppia a ridere ma subito dopo torna serio.
<<Ora, so che per te potrà sembrare una cavolata quella che sto per dirti, ma hai presente l’uomo invisibile?>>
<<Sì, ho presente…>>
<<Ecco, prova a pensarci… quel Rouge potrebbe esserlo no? Cioè in base alle ricerche che abbiamo fatto su di lui, il suo corpo non è mai stato trovato e…voglio dire, le probabilità che lui sia vivo sono uguali alle probabilità che sia morto e la stessa cosa vale per quanto riguarda la teoria dell’uomo invisibile!>>
<<Precisamente non so se tu sei davvero serio oppure io posso anche scoppiare a ridere in questo momento senza che tu ti offendi.>>
Silver mi lancia uno sguardo estremamente serio.
<<Ok ok, sei serio… ma dai Silver, lo sai benissimo che una cosa del genere non è possibile.>>
<<Io ci credo invece. Non venire a ringraziarmi quando scoprirai che ti sei sbagliata.>>
Seguono infiniti attimi di silenzio, nei quali l’idea di Silver si concretizza sempre di più nella mia mente.
Mettiamo il caso che questa assurda ipotesi sia vera, mi chiedo… come potrebbe essere il mondo se nessuno sa della tua esistenza? Dopotutto nemmeno io credo di poter resistere a tanta solitudine.
- - -
Caro diario,
da quando Silver ha proposto quella strana ipotesi dell’uomo invisibile credo di star impazzendo, mi capita spesso di sentire delle voci e di sentirmi osservata.
Proprio non capisco, ahhhh questa storia mi sta dando alla testa, per non parlare del fatto che ho fatto sgridare James per colpa mia… ho notato che a lui piace molto parlare di suo fratello e senza alcun secondo scopo ne stavo parlando con lui ma la signora Ward si è arrabbiata davvero molto. Non pensavo che sarebbe successo, così ho capito di non doverne più parlare o per lo meno di non parlarne quando c’è la signora Ward.
Sai oltre a questa cosa volevo raccontartene un’altra, per un motivo che non comprendo Violet si sta avvicinando molto a me, si è perfino iscritta al club di fotografia per stare con me… davvero fatico a comprendere le sue vere intenzioni, ma forse sono io ad essere troppo paranoica, magari vuole davvero essere solo mia amica… Ah dovrei provare a essere come Silver per una volta e lasciar perdere le mie stupide paranoie.
- - -
<<Secondo te gli scatti che ho fatto oggi andavano bene Nora?>>
<<Sì, sei migliorata molto. Devi solo stare attenta a mantenere la macchina a fuoco.>>
Violet si gratta la nuca imbarazzata e nello stesso momento ci viene servito ciò che avevamo ordinato.
<<Ti piace proprio il tè nero>>372Please respect copyright.PENANAAW625O9Nu5
<<Già, è proprio come il suo carattere amaro e cupo>>
Violet scoppia a ridere alla battutina di Silver372Please respect copyright.PENANA56EkDRQrd2
<<Sei un cretino Silver>>
<<Nora…>>
Mi volto per veder chi mi ha appena chiamato ma noto che non c’è nessuno.
<<Nora è tutto ok?>>
<<Sì, non preoccuparti Violet, è che in questo periodo sono molto stanca. Ora ragazzi scusatemi, ma il lavoro mi chiama.>>
Lascio i soldi del mio tè su tavolo, esco dal bar e mi incammino per andare al lavoro.
- - -
Poco dopo essere arrivata a casa Ward mi rendo conto che l’atmosfera è abbastanza tesa, ma la cosa che mi spaventa di più non è questa, bensì è vedere un ragazzo in piedi vicino alla porta d’ingresso che ha lo sguardo fisso verso di noi.
A prima vista mi sembra proprio il ragazzo che settimane fa, mi aveva aiutato a fare quel fantastico scatto.
Per qualche motivo, mi convinco che è solo frutto della mia immaginazione, è solo opera della stanchezza che ho accumulato in questo periodo.
<<James non fare storie! Adesso io devo uscire e quando torno non voglio più sentirti pronunciare il suo nome!>>
<<Ti ho detto che io parlo di Rou quanto voglio! Hai capito!?>>
<<Lui è morto James! Non tornerà più!>>
Mentre James e Lucy continuano a discutere, il mio sguardo si posa su quel ragazzo, più lo guardo e più sono convinta sia il ragazzo che mi ha aiutato settimane fa.
Ho la conferma di ciò che penso esattamente un attimo dopo quando guardo i suoi occhi; luccicano… ma non come quella volta, ora è chiaro che sono pieni di lacrime.
Vorrei poter fare qualcosa per lui, anche se è frutto della mia immaginazione non capisco perché faccio così, voglio dire non sono la persona più empatica di questo mondo.
<<Mamma… ma io sono qui…>>
C-cosa? H-ho sentito bene? No, no questa è sicuramente la stanchezza.
<<J-James senti, lascia andare la mamma che ti faccio la merenda ok?>>
Cerco di fare il sorriso più sereno che posso.
James annuisce e Lucy se ne va sbattendo la porta.
Seguono attimi di silenzio e poi James scoppia a piangere davanti ai miei occhi.
<<Rou tornerà…vero Nora…?>>
Prendo un bel respiro, mi inginocchio davanti a lui e lo abbraccio.
<<Non posso prometterti che tornerà, ma farò tutto quello che posso per farti sentire vicino a lui>>
Mentre pronuncio questa la frase, fisso i miei occhi su quel ragazzo… Rouge Ward.
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