NORA
<<Eccola, guardala… è lei la ragazza di cui si parla tanto>>
<<Oh si, ho sentito dire che è pazza…>>
Appena entro in corridoio sento lo sguardo di tutti su di me e un vociferare generale si alza appena passo.
<<Nora! Nora!>>
Appena sento la voce di Silver inizio a correre, non voglio parlare con lui, non voglio dirgli ciò che è successo con Violet, non voglio che sappia la verità, preferisco pensi che io sia pazza.
Esco velocemente dalla scuola e sento un’altra voce chiamarmi.
È James.
<<J-James? Che ci fai qui tutto solo?>>
<<Perché stai piangendo?>>
Mi asciugo velocemente le lacrime e prendo la mano di James.
<<Prima rispondi alla mia domanda.>>
<<Io non voglio stare con la nuova baby-sitter… Tu sei più brava…>>
Mi abbasso per arrivare all’altezza del viso di James.
<<Devi fare il bravo capito? Sono sicura che la tua nuova baby-sitter è una persona fantastica>>
<<La mamma dice che sei pazza, ma io ero felice quando parlavamo di Rou e quando facevamo le cose insieme…Rou ti avrebbe adorata.>>
<<James va tutto bene, non fare così. Facciamo un patto, io ti prometto che troverò il modo per cercare Rouge e tu mi prometti che farai il bravo, ci stai?>>
James annuisce e mi abbraccia, poi si sente una voce familiare chiamarlo.
<<James! J-James…>>
Alzo lo sguardo e noto con un filo di dispiacere che conosco bene la sua nuova baby-sitter.
<<Dai James, adesso vai da Violet, si sarà presa un grande spavento quando non ti ha visto fuori da scuola.>>
James mi saluta e appena raggiunge Violet scappo dal cortile della scuola, per evitare l’uscita degli altri.
- - -
<<Nonno sono tornata.>>
<<Non c’è, è uscito poco fa.>>
Mi giro verso Rouge e sorrido.
<<Com’è andata a scuola?>>
<<Non troppo bene, però tuo fratello è venuto a trovarmi e ho anche scoperto chi è la sua nuova baby-sitter. Ah e sono anche scappata da Silver… Sì diciamo che poteva andare meglio la giornata. Tu invece che mi racconti?>>
<<Niente di particolare, il solito. Ti va di andare su a suonare? Così ci distraiamo un po’ entrambi.>>
<<Sì, va bene.>>219Please respect copyright.PENANAPDdyeS0Ije
Saliamo in camera e non posso fare a meno di notare che Rouge è particolarmente strano, come se fosse successo qualcosa mentre io ero a scuola.
<<Sicuro di stare bene Rouge?>>219Please respect copyright.PENANApA3fSasW2o
Rouge si siede al mio fianco sulla panca della pianola e mi sorride.
<<Certo, non preoccuparti. Cosa suoniamo?>>
Per tutto il pomeriggio stiamo in camera e verso sera decidiamo di uscire per dare un’occhiata alle stelle.
<<Rouge posso farti una domanda?>>
<<Certo dimmi pure.>>
<<Tu ricordi qualcosa di quando sei scomparso?>>
Volto la testa per guardarlo.
<<Non molto in realtà…ma so per certo che ero nel bosco, poco lontano dal sentiero del “santuario”. C’era un forte temporale e io stavo tornando a casa dalla miniera ,dove lavoravo per aiutare mia madre con le spese di tutti i giorni, poi ricordo che un albero è caduto e la mia gamba era rimasta bloccata, poi il buio totale… non ricordo più nulla fino a qualche mese fa. Mi sono ritrovato nello stesso punto, vicino a quel sentiero ma ormai quel bosco è completamente diverso da come lo conoscevo e ho fatto l’unica cosa che mi sembrava giusta cioè tornare a casa…>>
<<E poi cos’è successo?>>
<<Beh ho trovato tutto diverso, la mia camera era diventata uno studio, mia madre non era più felice come prima e James era cresciuto. Poi, poco dopo il mese di Agosto, sei arrivata tu, più entravo in quella casa e più mi accorgevo che facevi stare bene mio fratello, è per questo che sapevo già il tuo nome… poi un giorno mi trovavo al “santuario”, tu eri lì e ho provato a parlarti. Incredibilmente tu…>>
<<Ti ho risposto..>>
Rouge posa il suo sguardo su di me e per qualche minuto si sentono solo i nostri respiri.
<<Nora, io non credo che starò qui per sempre… ma so per certo che se mai scegliessi la strada della vita, e quindi mi svegliassi… come posso dirlo, mi farebbe piacere sapere che tu mi stai cercando.>>
Rouge posa una mano sulla mia guancia e mi lascia un bacio sulla fronte.
Le mie guance si scaldano leggermente e spontaneamente chiudo gli occhi.
<<Ti voglio bene Rouge, te ne voglio davvero tanto.>>
- - -
Questa mattina mi sono svegliata di buon umore ricordando quello che è successo ieri sera, ma nonostante tutto ho come uno strano presentimento.
Ignoro completamente tutto quello che sento e mi preparo per andare a scuola.
Scendo le scale con già la cartella in spalla e noto che Rouge non è sul divano che dorme, mi guardo intorno ma non lo trovo, decido comunque di uscire di casa per andare a scuola.
Le ore a scuola passano, non in modo tranquillo ma passano.
Torno a casa in tutta tranquillità e continuo a non dare importanza alla strana sensazione che ho da questa mattina, eppure, appena oltrepasso la soglia di camera mia, capisco che qualcosa non va.
<<Rouge? R-Rouge non è divertente. Dai esci fuori, è da sta mattina che non ti vedo.>>
Nessuna risposta.
Improvvisamente sento un vuoto dentro di me, il panico si fa strada e piano piano prende il possesso di qualsiasi cosa.
Inizio a correre per casa sotto lo sguardo di mio nonno.
Cerco in ogni angolo anche il più minimo indizio di dove si possa trovare Rouge.
<<Nora aspetta dove…>>
Corro fuori casa senza ascoltare il nonno, come se non bastasse inizia a diluviare.
Presto arrivo al “santuario”, il primo posto dove io e Rouge ci siamo parlati, inizio ad urlare il suo nome a gran voce ma non ricevo alcuna risposta.
Cado in ginocchio piangendo, se né andato…
Rimango in quella posizione per svariati minuti, poi mi rialzo in piedi.
Sono completamente bagnata e sporca di fango, le lacrime cadono ancora calde sulle mie guance, ma nonostante questo torno a casa.
Appena entro, mio nonno mi guarda e sorride, sembra quasi che riesca a capirmi.
<<Se né andato vero?>>
Annuisco alle parole del nonno, lui apre le braccia e io mi precipito ad abbracciarlo.
<<Cos’hai intenzione di fare Nora? Qualunque sarà la tua decisione io sarò qui a sostenerti.>>
Dopo la frase del nonno, le parole di Rouge mi tornano in mente come un boomerang.
“…mi farebbe piacere sapere che tu mi stai cercando.”
<<Andrò a cercarlo. Partirò domani mattina…Ti prometto che tornerò il prima possibile e ci sarà anche lui con me.>>
Guardo il nonno e lui mi sorride nuovamente.
<<Non ho intenzione di fermarti, so che ce la farai Nora. Non ho mai creduto che tu fossi pazza perché quello che stai provando tu… Lo capisco.>>
- - -
<<Il pullman sta arrivando.>>
Guardo il nonno e sorrido.
<<Credo in te piccola mia. Sono davvero fiero della donna che sei.>>
Abbraccio il nonno e salgo sul pullman.
Guardo i posti, noto che sono tutti vuoti.
Mi siedo ad uno dei primi sedili, si chiudono le porte e l’autista preme il piede sull’acceleratore.
<<Il pullman delle cinque è sempre vuoto, effettivamente è un po’ triste. Dimmi ragazza come ti chiami?>>
<<Mi chiamo Nora Cheney signore.>>
<<Dove sei diretta Nora?>>
<<Alla città più vicina, devo incontrare un amico.>>
- - -
“Il treno del binario tredici è in partenza, allontanarsi dalla linea gialla”
Sono appena salita sul treno che mi porterà alla città dove c’è il primo ospedale che andrò a visitare.
Dista circa un paio d’ore dalla mia adorata cittadina e nonostante io abbia già fatto un’ora di viaggio so che mi aspetta ancora diverso tempo prima di raggiungere il mio obbiettivo.
Apro il mio zaino e noto un quadernetto rosso.
Lo tiro fuori, su di esso c’è un post-it.
“So che probabilmente lo stavi dimenticando di proposito ma credo che potrà esserti utile. Un bacio, nonno.”
Il nonno ha perfettamente ragione, volevo lasciarlo a casa di proposito ma forse ha fatto davvero bene a metterlo nello zaino.
Apro il mio diario e noto che una delle ultime pagine ha un angolo piegato.
Raggiungo quella pagina e subito mi accorgo che questa non è la mia calligrafia.
219Please respect copyright.PENANATiBrPyT0ys
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Caro diario,
mi dispiace deluderti ma oggi non sono Nora, credo che comunque potrai sopportare un’altra persona che scrive al tuo interno. Comunque devo svelarti una cosa, ho la sensazione che non potrò stare con Nora ancora per molto, paradossalmente più riesco a toccarla e più mi sento mancare… ma non posso fare a meno di sentire i miei polpastrelli poggiarsi sulle sue guance, non posso proprio. Non credo glielo dirò mai, ma questa cosa mi fa davvero paura. Il pensiero che, come ha detto Decimo, sia arrivato il momento di scegliere se lasciarmi andare o tenere duro mi spaventa... devo tenere duro, io voglio vivere e se mai non volessi farlo per me voglio farlo per Nora. Voglio ancora sentire il calore delle sue guance e vorrei tanto smentire tutto quello che dicono gli altri entrando a scuola mentre la tengo per mano. Lo sento, la mia ora sta arrivando e comunque vada voglio che Nora sappia una cosa, io non le voglio bene… io la amo.
Chiudo il diario e sorrido, le mie guance si scaldano leggermente.
Paradossalmente credo che lo sapessimo entrambi, solo nessuno dei due aveva il coraggio di dirlo, ma la verità è che anche io ti amo Rouge.
- - -
<<Salve, posso aiutarla in qualche modo?>>
Un’infermiera si avvicina a me sorridente.
Questo è già il secondo ospedale in cui vengo nel giro di tre giorni.
<<Lo spero, volevo chiederle se per caso avete in cura un ragazzo di nome Rouge Ward.>>
<<Glielo faccio sapere subito.>>
Incrocio le dita e chiudo gli occhi, ma appena l’infermiera si avvicina capisco che lui non è qui.
La ringrazio ed esco dall’ospedale, ormai è sera tarda ma devo comunque prendere l’ultimo treno della giornata, così domani sarò già nella prossima città.
Arrivo in stazione un po’ sconsolata e mi siedo su una panchina per aspettare il mio treno.
<<Nora!>>
Alzo lo sguardo e noto una figura alta e snella correre verso di me.
Inizialmente non capisco di chi si tratta ma appena vedo il suo inconfondibile ciuffo biondo platino mi alzo in piedi, gli corro incontro e gli salto in braccio.
<<Silver! C-cosa ci fai qui?>>
<<Ero andato a casa tua per l’ennesima volta in questo mese e mi ha aperto tuo nonno, mi ha raccontato tutto. Ho parlato con i miei genitori e mi hanno detto che dovevo assolutamente raggiungerti. Poi, grazie alle conoscenze di mio padre, siamo riusciti a capire dov’eri diretta e con un po’ di fortuna sono riuscito a raggiungerti.>>
Mi stacco da Silver e andiamo a sederci sulla panchina.
<<E la scuola? I tuoi amici?...Violet?>>
Silver abbassa lo sguardo.
<<Non mi interessa niente, ho scoperto tutto... è anche per questo che sono qui. Mi ero invaghito di una persona che ti stava facendo soffrire. Vedevo te triste e sconsolata, davvero non capivo perché mi evitassi. Per di più mentre tu stavi soffrendo, Violet continuava ad uscire con me facendo finta di non saperne nulla.>>
I pugni di Silver si stringono sulle sue ginocchia.
<<Ho provato a spiegare che non eri pazza raccontando anche la storia di Rouge, ma hanno iniziato tutti a dire cose ancora peggiori e…>>
Metto una mano sulla spalla di Silver per cercare di calmarlo.
<<Silver non importa, non fa niente. L’importante è che tu ora sei qui, perché così dimostreremo a tutti che hanno torto.>>
Silver mi guarda negli occhi e sorride.
<<Va bene facciamo vedere a quegli idioti chi ha ragione!>>
<<Scusate ragazzi potete fare meno casino? Sono le undici di sera.>>
Io e Silver ci guardiamo per poi scusarci imbarazzati.
Poco dopo annunciano il nostro treno e in meno di qualche minuto siamo già seduti ai nostri posti.
Racconto a Silver quello che è successo in questo periodo in cui non ci siamo parlati.
<<Quindi fammi capire… tu ami mr. uomo invisibile e rispetto a quanto ho letto lui ama te.>>
<<Ehi, mr. uomo invisibile, come lo chiami tu, ha un nome…>>
Sposto il mio sguardo fuori dal finestrino.
<<E spero che sia vivo, non mi piacerebbe scoprire che…>>
<<È vivo, ne sono sicuro.>>
Silver sospira, poi continua a parlare.
<<Ne sono sicuro perché quando un ragazzo tiene davvero ad una persona supererebbe anche la morte per vederla felice.>>
- - -
<<Non ci siamo persi, devo solo capire dove siamo.>>
<<Quindi ci siamo persi.>>
<<No Silver! Non ci siamo persi!>>
Silver sbuffa e si lascia cadere su una pancina poco lontana da noi.
<<Dovresti riposare Nora. Lo vedo che di notte dormi poco.>>
<<Certo, perché devo vedere la strada che dobbiamo fare il giorno dopo.>>
<<Senti, capisco che vuoi trovarlo a tutti i costi ma dovresti davvero riposarti un attimo. Che ne dici se andiamo in un bar così ci rilassiamo un po’?>>
Accetto la proposta di Silver, dopotutto sono diversi giorni che passiamo da una cittadina all’altra senza fermarci.
Entriamo in un piccolo bar e subito ci accoglie un uomo sulla sessantina.
Ci fa sedere al tavolo, ci lascia i menù e dopo aver dato un’occhiata ordiniamo.
<<Silver tira fuori la mappa che dobbiamo aggiornarla.>>
Silver tira fuori una mappa e con un pennarello rosso, traccio una croce sul quarto ospedale in cui siamo andati.
<<La prossima destinazione è questa clinica privata, dubito che possa trovarsi qui, ma vale la pena tentare.>>
<<Hai ancora quegli articoli di giornale che abbiamo stampato?>>219Please respect copyright.PENANAgwvd2Toyvu
<<Certo, me li sono portati dietro. Perché me lo chiedi?>>
<<Tirali fuori, secondo me dobbiamo iniziare ad indagare un po’ anche su quelli.>>
Silver non ha tutti i torti, gli articoli che avevamo trovato erano davvero interessanti, ma non ci siamo mai soffermati a leggerli.
Tiro fuori la cartelletta con tutte le cose che riguardano Rouge.
<<Ragazzi miei, eccovi un caffè, un tortino al cioccolato e un tè nero.>>
<<Grazie mille.>>
Senza dare attenzione al signore che ci ha servito proseguiamo le nostre ricerche, quando il cameriere stesso attira la nostra attenzione.
<<Ma questo è il ragazzo del bosco…>>
Sia io che Silver alziamo la testa, ci guardiamo negli occhi e poi spostiamo il nostro sguardo verso il nostro cameriere.
<<Lei conosce questo ragazzo?>>
<<Certo che sì, in paese lo conosciamo tutti. Non sappiamo il suo nome, ma è una leggenda qui. Lo state cercando? Se è così è davvero bello sapere che il ragazzo del bosco ha finalmente qualcuno che lo cerca.>>
Sto tremando, non posso crederci, finalmente dopo diversi giorni di ricerche abbiamo in mano qualcosa di concreto.
<<Sa dove possiamo trovarlo?>>
Silver parla al posto mio, sono troppo felice e sconvolta allo stesso tempo.
<<Nessuno di noi lo sa con esattezza purtroppo, ma so per certo che ormai è in coma da circa due anni. Per quanto mi riguarda non sono molto ottimista, credo che però nella prossima città potreste scoprire qualcosa di più, se non sbaglio è rimasto in quell’ospedale per diverso tempo.>>
Il pessimismo del signore mi colpisce molto, Silver se ne accorge e prende la mia mano.
<<Starà bene, non ti preoccupare.>>
- - -
<<Silver muoviti!>>
<<Arrivo, arrivo. Mannaggia quanto corri.>>
Entriamo in ospedale in tutta velocità e subito mi precipito al banco della reception.
<<Salve, come posso aiutarla?>>
<<Avete in cura il ragazzo del bosco?>>
L’infermiere mi guarda con un sorriso amaro e dispiaciuto.
Per un attimo nella mia mente passano tutti i peggiori scenari.
<<Siete dei suoi amici?>>
Mi preoccupo ancora di più e tutte le parole che dovevo dire mi si bloccano in gola.
<<Sì, siamo suoi amici.>>
Poso il mio sguardo su Silver e riesco a notare un filo di preoccupazione sul suo volto.
<<Beh quel ragazzo è stato spostato da questo ospedale circa un mesetto fa. Se la cosa vi può consolare, le sue condizioni erano stabili ed era ormai da diverso tempo che non c’erano anomalie.>>
Sia io che Silver tiriamo un sorriso di sollievo, ma questo viene subito stroncato dalle successive parole dell’infermiere.
<<Nonostante questo, tutti siamo molto scettici, non crediamo possibile l’ipotesi che quel ragazzo si possa svegliare e non abbiamo ricevuto segnalazioni dal nuovo ospedale che lo tiene in cura.>>
<<Sa dove possiamo trovarlo?>>219Please respect copyright.PENANA9SXKebFvi6
La domanda di Silver fa tornare in me la speranza.
<<Certo, l’ospedale in cui si trova ora dista circa un giorno di viaggio da qui, purtroppo non c’è una linea diretta per poterlo raggiungere. Dovrete prendere il treno e successivamente un pullman per arrivarci.>>219Please respect copyright.PENANAJtHy8FeG80
<<Grazie mille per l’informazione.>>
<<P-posso abbracciarla? La prego…>>
Silver mi guarda strabuzzando gli occhi e stessa cosa fa l’infermiere di fronte a noi.
<<Nora sei impazzita?>>
Un sorriso spontaneo nasce sul mio volto, non ne conosco il motivo, ma il solo fatto di sapere qualcosa in più su Rouge mi fa stare bene.
L’infermiere esce dal suo cubicolo e mi viene vicino per poi abbracciarmi.
<<Spero davvero che troverete il vostro amico, è bello vedere che qualcuno lo sta cercando. Anche se era in coma, quel ragazzo mi faceva una gran pena, era sempre solo, mai nessuno veniva a trovarlo e sapere che voi lo state cercando mi riempie il cuore di gioia.>>
- - -
<<Silver…>>
<<Dimmi Nora.>>
<<Grazie per avermi raggiunto, non so davvero come avrei fatto senza di te.>>
Silver alza la testa dal suo telefono e mi guarda.
<<Nora ma cosa dici, tu sei la persona più forte che io conosca. Ce l’avresti fatta tranquillamente, anche senza di me.>>
<<No Silver, non ce l’avrei fatta. Fosse stato per me non mi sarei mai fermata in quel bar e non avrei dormito per diversi giorni e invece ora siamo in un albergo a riposarci dopo otto ore di viaggio. Grazie per aver creduto in me quando nessuno era disposto a farlo.>>
Silver mi guarda in modo strano, lo sento sta per dire qualcosa di stupido.
<<Dov’è la vera Nora!? Dimmelo!>>
Mette le mani sulle mie spalle e inizia a scuotermi.
<<Ti voglio bene anche perché sei così>>
Scoppiamo entrambi a ridere, poi ci sdraiamo sul letto e mentre pian piano Silver si addormenta, mi rendo conto che per me è quasi impossibile fare lo stesso.
Siamo davvero vicini all’ospedale nel quale teoricamente dovrebbe esserci Rouge.
Sinceramente non so cosa aspettarmi, sono spaventata ma nello stesso tempo felice.
<<Nora… vieni a dormire.>>
La voce impastata dal sonno di Silver mi risveglia dai miei pensieri.
<<Arrivo Silver.>>
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