Vi è stato un tempo, chiamato tempo del silenzio, in cui gli dei che abitavano il Cosmo esistevano nella più totale immobilità, nel buio e nel silenzio. Era un’era dove nulla accadeva e nulla veniva prodotto. Ciò era causa di grande tristezza agli dei che si interrogavano, nel loro ozio e nella loro noia, sul senso delle loro esistenze.
Fu così quasi per caso, che uno di loro, Norok, si ritrovò a canticchiare sommessamente un motivetto. E da quel momento in poi l’Universo non sarebbe mai più stato lo stesso…
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Non appena Norok iniziò la sua danza sonora, ecco che dall’oscurità e dalla quiete qualcosa si accese e rispose. Un minuscolo puntino luminoso, non più grande di una mano e dalle sembianze che ricordavano una mandorla, rispose al canto di Norok avvicinandosi e intrecciando la propria melodia alla prima. Dall’armonia nacque qualcosa di ancor più straordinario: una stella.
Lei, da sola in quell’oscurità, brillò in risposta alla sinfonia con tanta foga che la sua luce raggiunse anche gli angoli più remoti del cosmo attirando l’attenzione di tutti gli dei. Eccitati e frementi per questa novità, i divini si accalcarono tutti intorno a Norok ed al seme per sentirli cantare. E vedere generarsi di rimando stelle, pianeti e nebulose.
Uno dopo l’altro in preda all’impazienza iniziarono a cantare a loro volta unendosi in concerto, più o meno armoniosamente, alla melodia che si stava sprigionando dinanzi. Nonostante la moltitudine di suoni ed idee il seme, che da lì in poi venne353Please respect copyright.PENANAsDKoTuf7Mf
chiamato il Seme della Creazione, rispose a tutti gli dei e di risposta produsse per ognuno altrettanti coerenti motivetti generando così una moltitudine di mondi, astri e oggetti d’ogni tipo.
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Ci volle ben poco ad accorgersi che le meraviglie create corrispondevano all’immagine e ai desideri che gli dei traducevano in musica. Se l’uno cantava serenamente allora microbi, piante ed animali ricevevano forma e prendevano vita, ma era sufficiente cambiare i toni accelerando il ritmo o creare dissonanze per generare terremoti, eruzioni vulcaniche o qualunque altro evento naturale353Please respect copyright.PENANAwa87W00r6a
di enorme potenza.
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Presi dall’euforia gli dei iniziarono a creare una moltitudine di mondi, ognuno con regole e leggi proprie obbedienti alla divinità che le aveva create. Inevitabilmente si giunse, in molti mondi, alla nascita di forme di vita senzienti in grado di pensare, ragionare e di emozionarsi. Tutti questi popoli sparsi nel cosmo avevano tutti le loro necessità e i loro desideri. Nonostante le numerose preghiere dei mortali di alleviare il fardello delle loro esistenze, i canti e le suppliche giungevano sorde agli orecchi divini i quali spadroneggiavano sulle loro creazioni e creature trattandole come353Please respect copyright.PENANA0p63eExLbf
un bambino che perde velocemente interesse davanti ad un nuovo giocattolo. Gli dei non vedevano differenze tra l’interagire con un mortale o una cometa o un’ameba. Dinanzi al loro canto la realtà era creta nelle mani di un vasaio. Un vasaio crudele e disinteressato alla buona riuscita di ogni sua opera e che si diverte a spappolare i filamenti di argilla che si erano raggruppati nel bozzolo del vaso che ne sarebbe risultato.
In mezzo agli dei un gruppo di sette tra cui figurava lo stesso Norok, scopritore del seme e genitore dell’Era Sonora, si opposero all’indifferenza delle altre divinità al creato obiettando la responsabilità che essi avevano nei confronti dei mortali e nei353Please respect copyright.PENANA0seTZEQb9w
confronti della cattiveria gratuita che subivano. Sentimenti mossi dalla compassione nata dalla vista della sofferenza e dalle preghiere di aiuto mortali che avvolgevano i mondi adiacenti a quelli dei sette dei. Costoro infatti, si impegnavano nel gestire al meglio i propri creati e le proprie creature e volevano estendere queste responsabilità alle altre divinità. Inutile raccontare che la loro proposta venne rigettata con sdegno, più e più volte costringendoli a badare ai loro mondi ma353Please respect copyright.PENANAPWowJOIGLX
continuando a percepire la sofferenza universale.
Raggiunsero un tempo in cui per loro fu tutto troppo da sopportare e così sotto la guida di Norok i sette, noti da quel momento in poi come i Celestiali, si organizzarono in gran segreto per rivoluzionare il cosmo. E così, col pretesto di un353Please respect copyright.PENANAdgQV5469jK
banchetto per tutti gli dei in onore della rinuncia alla riforma che i Celestiali volevano portare, che i sette crearono con la musica ed aggiunsero alle bevande una sostanza sedativa sufficientemente forte da addormentare gli altri dei. Una volta che tutti chiusero gli occhi i Celestiali si precipitarono all’altare eretto per contenere il Seme della Creazione.
In sua presenza iniziarono a comporre un sinfonia oscura e terribile, quasi a voler incarnare in un canto tutte le sofferenze, il disprezzo e l’indifferenza ricevuta dai mortali. Alla risposta del seme, una nera fessura iniziò ad allargarsi al loro fianco, uno squarcio così profondo da incidere il tessuto che componeva i piani delle loro353Please respect copyright.PENANABlrrtEq1rT
esistenze divine. Si stabilizzò in un portale dalla forma oblunga, che conduceva in un nuovo cosmo. Vuoto. Vergine da chiunque e da qualunque cosa. I sette entrarono nel portale portandosi presso il seme della creazione condannando gli altri dei, al loro risveglio, a gestire i loro distrutti mondi con risorse ora limitate dalla sparizione del seme.
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Ed è così che ebbe inizio l’era della Pace, i Celestiali nel loro nuovo universo nutrirono il Seme della Creazione con canti dolci e amorevoli facendolo evolvere e crescere in Yggdrasil: l’albero del cosmo, e i suoi rami immensi sorreggevano i mondi che i sette divini scelsero di creare. Per gestire al meglio tali mondi i Celestiali si divisero i compiti: Norok assunse il ruolo di leader del gruppo e prese il controllo del tempo e della Vita e in questa epoca di pace si unì in matrimonio a Varda dea353Please respect copyright.PENANAUlQehdBZ0a
dell’Anima, del Ciclo delle Reincarnazioni e delle Stelle. Sempre al fianco di Norok vi era Vilimos, suo grande amico e dio del Caos e dell’Energia. Nonostante fosse benvoluto da tutti gli altri divini, era l’unico tra gli dei a non avere un partner, inoltre era da sempre innamorato di Varda e spesso soffriva della solitudine e un po’ della gelosia per gli altri Celestiali. In conflitto con Norok, sovente anche a causa del ruolo di dio dello Spazio che ricopriva, vi era Tesser vicino ancora dall’Era Sonora353Please respect copyright.PENANAUWcbgWpMKL
alla dolce Lirume, sua amata e dea della Realtà i cui compiti e numerosi grattacapi riguardavano soprattutto il far da mediatrice tra il suo amato e Norok. Infine gli ultimi, ma non per importanza, sono i Celestiali grandi amici di Varda, Nalseth e Oröme, con cui collaborano a stretto contatto nella gestione dei mortali. Nalseth infatti è la dea della mente, mentre Oröme è il divino del Potere.
I sette Celestiali, di comune accordo, si distribuirono equamente la loro potenza di modo da mantenere costanti gli equilibri di potere. Tuttavia Norok rimase il leader del gruppo: un po’ per lo storico delle sue azioni e un po’ per la necessità della gestione dei rapporti della cerchia.
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L’equilibrio e la pace vennero mantenuti per miliardi di anni, fino a quando gli eventi portarono unnuovo mutamento e spirando come venti diedero inizio ad una nuova era…
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Spazio Autore: Ciao a tutt*! Sono Dr3ner. Grazie per aver letto il Prologo a Phenyx Risign. Prima che qualcuno lo dica: lo so che fenice in inglese si scrive 'phoenix', ma scritto così mi piaceva di più, quindi così rimarrà hahaha. A parte gli scherzi, questo testo funge un po' da genesi all'universo che sto creando. Oltre a dare un "perchè le cose sono come sono", servirà più avanti a capire il movente dietro le azioni di alcuni personaggi.
A proposito di personaggi vi piace il nostro Phanteon nuovo di zecca? Ed i nostri Dei ribelli? Cosa succederà ora che il vento comincia a cambiare? Continuate a scorrere e scopritelo nel Capito 1! Grazie ancora e ci vediamo alla fine del prossimo capitolo. Buona Lettura!
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