Correre in mezzo alla neve alta fino alle ginocchia non era decisamente la migliore delle opzioni quando si tratta di disertare dall'esercito dispiegato in un Paese straniero, dispiegato in preparazione di quella che potrebbe tradursi in una vera e propria Guerra su vasta scala.
Per giunta la neve continuava copiosa a cadere in un paesaggio innevato con temperature prossime ai -25 C°.
Eppure per sfuggire ai controlli e alle guardie intirizzite dal freddo, nonostante indossassero uniformi termiche, questa era l'unica opzione plausibile nonostante i rischi di beccarsi un proiettile dritto alla nuca.
Avvolto in pesanti indumenti termici con il fiato che si condensava nell'aria attraverso il tessuto della sciarpa, attraversai a fatica più veloce che potevo i campi innevati con il costante scricchiolio della crosta di neve sotto il peso dei miei passi e giunsi in prossimità di un bosco, attraverso il quale mi inoltrai.
Molto probabilmente al campo base avevano già notato la mia assenza e quindi scoperto la mia fuga, quindi l'elevata possibilità che avessero iniziato le mie ricerche mediante l'utilizzo di cani da fiuto e l'utilizzo di droni in grado di vedere dall'alto e trasmettere immagini in diretta al campo mi spingevano ad accelerare il più possibile nonostante le mie gambe iniziassero già ad avvertire i crampi della fatica.
Se a trovarmi fossero stati i cani da fiuto molto probabilmente una volta catturato mi avrebbero riportato al campo per l'esecuzione pubblica con un colpo di arma da fuoco, come monito per chi stava pensando qualcosa di simile.
Se invece a localizzarmi fossero stati i droni aerei, un missile a corto raggio a localizzazione termica sarebbe stato sganciato rapido ed efficente nel colpire il bersaglio, anche se in costante movimento.
In quel paesaggio innevato era impossibile trovare altre fonti termiche con le stesse temperature del corpo umano, quei sofisticati sistemi erano in uso da ormai diversi anni nelle forze armate europee con lo scopo di abbattere possibili spie anche a notevole distanza e possibili disertori, quando fosse stato impossibile raggiungerli.
Sulle aree urbani naturalmente il codice dell'esercito, eccetto che in caso di scenario di guerra reale, erano proibiti dal momento che tali fonti di calore erano la norma e in costante movimento.
Nel bosco il manto nevoso era assai ridotto grazie al fatto che le cime della pineta ne trattenevano un buon carico prima di spezzarsi sotto il peso eccessivo e cadere a terra.
Senza dubbio questo avrebbe reso più complicato inseguire le mie impronte, senza contare che la neve continuava a cadere fitta coprendo le tracce che avevo lasciato attraversando i campi.
Nonostante fosse aprile le temperature erano molto basse in questa regione dell'Estonia, senza contare il fatto che il sole stava calando, quindi dopo una breve "cena" a base di barrette proteiche avrei dovuto cercarmi un posto per passare la notte senza rischiare l'assideramento.
Molto facile pensarlo, ma realizzarlo era il vero problema.
Il buio stava scendendo molto in fretta, nel mio campo visivo le sagome degli alberi si stavano facendo sempre più indistinte, camminai per un lungo tratto seguendo un'immaginario sentiero tra gli alberi fino a quando con il fiato lungo non raggiunsi nuovamente il limitare del bosco.
Un'estesa prateria innevata si diramava fino ai limiti di una cittadina di cui non conoscevo il nome, tuttavia ben sapevo che se si era in fuga dall'esercito i primi posti più ovvi dove sarebbero passati a controllare sarebbero stati proprio le aree urbane e le aree periferiche più popolate.
La profondità del manto nevoso mi arrivava fino alle natiche quindi, per quanto poco mi garbasse l'idea vista la situazione di urgenza, quello era l'unico posto in cui potevo permettermi di recuperare un minimo le energie indisturbato senza correre significativi rischi durante la notte.
All'ombra di un'abete infilai un paio di occhiali per la visione notturna sottratto circa quindici ore prima, prima che disertassi dal Secondo Battaglione dell'esercito europeo.
Non vidi movimenti sospetti per i successivi dieci minuti, controllai a lungo dal momento che ne andava di mezzo la mia vita.
Avevo camminato e corso attraverso strade secondarie non asfaltate e coperte dalla neve e attraversato praterie e boschi per tutte le ultime quindici ore, razionando metodicamente le scorte di barrette proteiche e acqua potabile.
Il freddo intenso e l'affannarsi tra campi, boschi e praterie immezzo a una spessa coltre nevosa avevano decisamente esaurito le mie forze, nonostante i ripetuti e pesanti allenamenti alla quale eravamo sottoposti al centro di addestramento della NATO, in Polonia.
Sotto la fitta nevicata, dopo aver mangiato una razione di barretta proteica cercai con un bastone un punto nella quale il manto nevoso era sufficientemente profondo, una volta trovato un avvallamento adatto sotto la neve iniziai a scavare a mani nude, fortunatamente avvolte nei guanti.
Sentivo il freddo insinuarsi fastidioso sotto la tuta termica, chiaro segno che ero rimasto fermo troppo a lungo.
Scavai una sorta di cavità sotto la neve dove in seguito compattai le pareti e ne accumulai parte lungo i bordi della buca rendendola quasi del tutto invisibile mano a mano che piegandomi mi accucciavo all'interno prendendo posto nella cavità, ricavando quindi anche un piccolo spazio per lo zaino davanti alle ginocchia.
Essere alto un metro e sessantasette mi era stato di molto aiuto.
Coprii l'apertura in superficie con dell'altra neve fino a quasi tapparla, quindi mi rannicchiai il più possibile portando mani e braccia attorno alle ginocchia nel tentativo di scaldarmi.
Durante la notte sarebbe potuto cadere un metro di neve ma con le pareti compattate non correvo alcun rischio di rimanere sepolto vivo sotto il manto nevoso.
La cavità avrebbe limitato la dispersione di calore, specialmente con la neve compressa lungo le pareti, dove l'acqua che si sarebbe formata attraverso il calore emesso dal mio corpo sarebbe stata riassorbita dalla neve facendo da auto-isolante.
Accesi la torcia e controllai l'ora sul mio orologio.
Le 00.14, era già passato così tanto tempo?
Non ebbi molto tempo di pensarci che nonostante il freddo, molto minore ora rispetto a quello esterno, mi addormentai in una dormiveglia costellata da una sequenza di sogni-ricordi del passato recente.
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Rividi quella fredda domenica di dicembre nel periodo natalizio in cui, in vacanza con la mia ex, avevo attraversato il fiume Tamigi congelato pattinando dove cadendo mi ero preso una brutta botta alle natiche, cadendo sul sedere.
Poi mi ritrovai a scuola quando, del tutto indifferente, saltavo le ore di religione e giravo per i corridoi dell'istituto agrario.
In quel periodo frequentavo una ragazza di nome Daria, avevo circa diciassette anni, quindi era quasi un passatempo rinchiudersi nei bagni dell'ala est della scuola.
Successivamente gli echi della mia mente sentivano qualcuno che chiamava il mio nome, quindi le immagini nella mia testa cambiarono facendomi ritrovare durante uno dei giorni scolastici di semi-convitto pomeridiani in una delle aule sotterranee della stessa scuola dove tutti erano attaccati ai televisori ad attaccare una notizia flash dell'ultimo momento della stessa importanza data al crollo delle Torri Gemelle l'undici settembre del 2001.
Seul, la capitale della Corea del Sud, era stata rasa al suolo da un improvviso attacco nucleare della Corea del Nord, dove i morti diretti si contavano a milioni, mentre quelli indiretti da parte della radioattività erano al momento solo oggetto di stima.
Era divampata la Seconda Guerra di Corea che avrebbe portato alla riunificazione dei due Paesi e alla morte di migliaia di soldati sia coreani sia americani.
Per la seconda volta nella storia del XXI secolo il mondo non sarebbe stato più lo stesso, ciò si sarebbe tradotto in un nuovo Vietnam americano ma anche in una Seconda Guerra Fredda tra l'Europa, gli USA e la Russia, accusata direttamente di aver appoggiato tale guerra.
Complicata dal fatto che se un tempo i fronti erano due ora i fronti erano molteplici e divisi in alleanze vecchie e nuove:
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-L'Inghilterra aveva abbandonato l'Europa per riunificarsi con le principali potenze del Commowealth: Australia, Nuova Zelanda, Canada.
Una sorta di nuovo impero britannico.
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-La Russia si era unita con alcune ex repubbliche sovietiche formando un nuovo blocco militare ed economico, contrapposto all'Europa e agli Stati Uniti.
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-La Cina dominava l'economia mondiale unendo l'intero continente eurasiatico in una sofisticata rete di avanzate ferrovie ad alta velocità con la quale venivano trasportate merci di vario tipo ai vari paesi, come un gigantesco sistema di arterie d'acciaio che alimentavano la potenza militare ed economica di Pechino.
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Mi svegliai alla luce del giorno che filtrava tiepida attraverso i cumuli di neve sopra di me.
Avevo ripreso sufficienti energie per muovermi ma, accidenti, sarebbe stata una giornata piuttosto lunga.
Il mio primo obiettivo era procurarmi un auto per allontanarmi più velocemente dalla zona.
Una stazione dei treni per lasciare il paese sarebbe stata indispensabile una volta che l'avessi trovata.
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