GIOCO DI SQUADRA
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Cap.15
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Provenza spiegò che si erano allontanati, invece di avvicinarsi al traguardo. Propose di rientrare al campo base, imprecò mandando al diavolo il capo John e tutte le sue idiozie. Sharon era sicura che John lo avesse fatto apposta, questo era il suo modo di vendicarsi. Mike aveva trovato una scorciatoia per risparmiare parecchi chilometri, però avrebbero dovuto guadare un torrente all’interno del parco.
Avevano davanti tutta la giornata, potevano farcela a rientrare prima che facesse buio. Sharon si consultò con gli altri e decisero che andava bene guadare il torrente, avevano quasi finito il cibo e acqua, non avevano molto peso negli zaini.
“In questo modo il capo John l’avrà vinta, maledizione!” Andy era irritato dalla situazione.
“Abbiamo fatto tanta fatica …” Emy sospirò.
“Ragazzi, non è necessario vincere questo gioco. Possiamo fare a meno dei fondi.”
“Il capo John avrà raggiunto il suo scopo …bastardo!”
“Andy, non farne una questione personale.” Sharon cercò di smorzare gli animi e tenere il morale alto.
“Bè, direi che è diventata una questione personale. Il localizzatore è stato manomesso.” Julio la guardò, era un fatto evidente “Ha fatto di tutto per depistarci e farci perdere nel parco.”
“Sperava che ci perdessimo, questo era il suo piano.”
“Ragazzi, torniamo a casa. Al diavolo i fondi e tutto il resto.” Alla proposta di Sharon, i ragazzi annuirono. Chiamò Mike e riferì che la squadra era pronta a seguire le indicazioni per arrivare al torrente. Dopo averlo guadato, avrebbero ripreso la strada per tornare al campo base. Non interessava più a nessuno vincere il gioco. Il morale era alto, ma Sharon era perplessa, sperava solo che nessuno si facesse male.
Mike diede una serie di informazioni per orientarsi e Julio guidò la squadra verso il torrente. Dopo un paio di ore di cammino, sentirono il rumore dell’acqua. Erano stanchi, ma vedere il torrente, li consolò, potevano farcela. Per arrivare agli argini del torrente, il terreno era scosceso. Cercarono un punto dove il torrente fosse poco agitato per poterlo guadare. Si allontanarono un poco e trovato il luogo giusto per guadare, si lasciarono scivolare, sul terreno fangoso. Mezza giornata era passata e speravano di arrivare al campo base prima di notte.
Arrivati al guado, Julio andò davanti, fece qualche passo tra l’acqua gelida, mise il piede tra i sassi e perse l’equilibrio, cadde. Andy fu subito vicino e lo aiutò ad alzarsi, era bagnato fradicio. Anche Emy e Sharon cominciarono a guadare il torrente. Erano lenti, dovevano far attenzione a dove mettevano i piedi, i sassi erano scivolosi. L’acqua era gelida e la corrente forte, dovevano prestare la massima attenzione a non perder l’equilibrio, già precario. Anche Emy era scivolata e caduta in acqua, Sharon per aiutarla era caduta in acqua, entrambe erano bagnate fradice. Si fecero coraggio e si rialzarono, ripresero ad attraversare il torrente. Andy aiutò Julio a camminare, la caviglia gli faceva male, doveva aver preso una distorsione, il piede non sembrava gonfio. Attraversarono il torrente, con molta fatica, lentamente, bagnati fradici e stanchi. Arrivati dall’altra parte, si sdraiarono sulla riva cercando di riprendere fiato. Dopo una decina di minuti, ripresero il cammino, avevano ancora parecchia strada da fare. Erano in condizioni pietose, bagnati e sporchi di fango. Andy aiutava Julio a camminare, adesso la caviglia cominciava a fargli male e aveva rallentato il passo.
Dopo un paio d’ore di cammino, al calar della sera, sentirono delle voci, della musica, dovevano essere vicini. Questo li rallegrò, finalmente erano arrivati!
Quando giunsero al campo base, c’erano già tutte le altre unità. Stavano festeggiando la squadra di Hyde per aver preso la bandiera e vinto il gioco. Li raggiunsero lentamente, erano molto stanchi, avevano ancora i vestiti umidi e sporchi. In alcune parti erano strappati. Erano da buttare via, sembravano degli straccioni. Quando il capo John li intravide, sorrise soddisfatto, sapeva come metterli in ridicolo.
Prese il megafono “Ecco arrivare per ultima, la squadra della Crimini Maggiori! Facciamo un bell’applauso ai nostri eroi, dopo tutto sono riusciti ad arrivare ultimi! Fatevi avanti, forza!”
Le altre squadre si voltarono a guardare le condizioni dei colleghi, qualcuno li applaudì in scherno, altri li derisero, altri rimasero in silenzio, erano in condizioni pietose.
Quando Provenza sentì il capo John annunciare l’arrivo della Crimini Maggiori, si sporse per vederli e gli corse incontro, seguito da Mike. Erano tornati al campo base e stavano aspettando l’arrivo dei loro amici. Li abbracciò uno per uno, compreso il capitano Raydor e indicò la macchina dove avevano preparato un cambio asciutto. Anche Mike aveva riabbracciato i suoi amici e aiutò Andy a sorreggere Julio, che zoppicava leggermente. Alla vista di quella scena, molti colleghi batterono le mani e diedero il bentornato alla squadra della Crimini Maggiori.
“Venite ragazzi, abbiamo dei vestiti asciutti e dei termos con il caffè! Forza Julio!” Mike invitò il gruppo verso la macchina. Aprì il portellone del portabagagli e tirò fuori magliette e felpe della polizia. Prese caffè caldo e lo distribuì nei bicchieri. Sharon e Emy erano entrate in macchina per cambiarsi, mentre Julio e Andy si erano cambiati davanti al portellone. Intanto Provenza chiedeva informazioni sulle condizioni di salute di tutti. Era preoccupato e adesso che li rivedeva sani e salvi, aveva tirato un sospiro di sollievo. Con il cambio dei vestiti asciutti e un buon caffè caldo, i ragazzi avevano ripreso colore. Anche Sharon e Emy, presero il caffè. Sharon era infreddolita, Provenza tirò fuori un giaccone pesante e lo mise sulle spalle della donna, che rimase senza parole.
“Julio come va la tua caviglia? Chiamiamo un medico?”
“E’ solo una storta tenente, Andy mi ha aiutato a camminare, ora va meglio.”
“Idiota, come stai?”
“Tutto ok, Provenza.” Andy sorrise “La squadra è tornata sana e salva. Puoi dirti soddisfatto.”
“Capitano tutto ok? Adesso avete ripreso un po’ di colore in viso, sembravate degli sfollati.”
“Grazie, tenente Provenza.” Sharon sorrise per l’attenzione del vecchio tenente, in fondo aveva a cuore la squadra.
Provenza li portò in una casetta per farli riposare, dovevano scaldarsi e riprendere le forze. Aggiornò la squadra sulla vittoria della Sezione di Hyde. Stavano festeggiando, tra gli applausi di tutto il Dipartimento. Quando entrarono nella casetta si sedettero su alcune sedie da campeggio, erano distrutti. Mike controllò la caviglia di Julio, gli fece un bendaggio per non farla gonfiare.
“Adesso riprendete fiato, dopo vi riporto a casa.” Provenza cercava di rincuorare i ragazzi.
“Abbiamo perso.” Emy sospirò “Tanta fatica per nulla.” Era sconsolata.
“Mi dispiace ragazzi. E’ solo colpa mia.” Sharon pronunciò quelle parole, guardandoli l’un l’altro.
“Com’era quel detto …E’ possibile non commettere errori e comunque perdere.” Provenza ammiccò “Così è la vita, capitano. Lasci perdere quell’idiota di John e torniamo a casa.”
“Grazie di cuore, tenente Provenza.” Sharon non credeva alle proprie orecchie. Il tenente Provenza era preoccupato per loro e non gli interessava vincere la competizione. Avevano la stessa intesa sul comportamento di John e di tutto il gioco, si ritrovavano sulla stessa lunghezza d’onda, era sorpresa. Il tenente Provenza era stato premuroso e attento ai colleghi e anche con lei, aveva mostrato quella gentilezza, che credeva non avesse. Si avviarono verso le macchine, mentre continuavano i festeggiamenti per la squadra di Hyde. Il capo John stava aspettando che Sharon uscisse per vederla ancora.
“Capitano Raydor aspetti!” John la raggiunse e sorrise “Volevo fare i complimenti a tutta la squadra, avete concluso la vostra prova. Purtroppo siete arrivati ultimi e la mia votazione, non sarà sufficiente. Capitano Raydor, deve ritenersi responsabile del fallimento di tutti.”
“Hai finito John?” Sharon era stanca, non aveva voglia di discutere.
“Non finisce qui, Sharon. Lo sai benissimo.” John ghignò beffardo, si stava divertendo.
Provenza vide John parlare con il capitano, si avvicinò e lo guardò malissimo. Anche Flynn si era avvicinato.
“Sono arrivati i tuoi difensori …hahahaha….” John si allontanò, ridendo fragorosamente. Sharon scosse la testa, sapeva che non sarebbe finita. Intanto Emy e Mike avevano aiutato Julio a salire sulla macchina.
“Capitano, torniamo a casa, penseremo in un secondo tempo a quello stronzo di John.”
Sharon sorrise.
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Continua …
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