Gioco di squadra
Cap. 2
Il tenente Flynn era passato a prendere il collega e amico Provenza. Lo stava guardando mentre preparava la borsa. “Non devi portare tanti vestiti Provenza, è un corso di addestramento, servono abiti comodi, le cravatte non ti serviranno.”
“Flynn, l’eleganza è alla base di tutto, ci tengo ad essere tale, anche ad un corso inutile con i colleghi.”
“Tanto lo so, che ti fa piacere stare con noi.”
“Certo Flynn, credici.” Provenza scosse la testa, riteneva che quei corsi fossero una grande perdita di tempo e risorse.
“Non capisco comunque lo scopo di questi corsi, tanto le cose non cambieranno!”
“Ti riferisci al fatto, che il capitano Raydor comanderà ancora la Crimini Maggiori!?” Grugnì l’anziano tenente, mentre sistemava gli indumenti. Provenza era ancora contrariato dal fatto che il capitano Raydor avesse il comando della Crimini Maggiori, che doveva spettare a lui. Flynn aveva cercato di rabbonire l’amico, ma le sue parole erano servite a poco. Provenza si sentiva derubato di qualcosa che gli spettava, come ordine delle cose, invece, aveva dovuto digerire un nuovo capitano, donna e soprattutto, quella donna!
Provenza non era contrario al capitano Raydor, che sul lavoro riteneva fosse preparata e diligente, ma il comando della Crimini Maggiori spettava a lui, era solo una questione di giustizia. Questa occasione gli era stata tolta e dai piani alti, gli avevano chiesto di digerire il comando del capitano. Provenza era semplicemente contrariato.
Flynn, in quei primi mesi in cui aveva lavorato con il capitano Sharon Raydor, ne aveva apprezzato la professionalità, la competenza e soprattutto la fiducia, che riponeva nei suoi uomini, cosa ben difficile in un comando così contrastato. Certo, l’arrivo del detective Skyes, aveva messo una persona a suo favore, forse troppo, ma capiva, che il capitano Raydor era sola al comando.
Provenza non gliene faceva passare nemmeno una, rispettare le regole non era poi un dramma, anche Julio e Mike erano d’accordo, ma toccare questo discorso con Provenza, era pericoloso.
Cominciava a sbraitare sulla lunga esperienza, gli anni di duro lavoro, … tutte cose giuste e lecite, ma la vita è sempre piena di sorprese e le cose a volte, prendono un altro verso.
Flynn sapeva, che in ogni momento poteva cadere di nuovo schiavo della bottiglia e cambiare la sua vita, quindi era molto più fatalista e accettava che le cose potessero cambiare senza che si potesse intervenire. Sorrise guardando Provenza, perché era sempre il suo migliore amico.
“Se ti può consolare si tratta solo di dodici giorni, passeranno in fretta. Dai muoviti, adesso andiamo da te e mi offri da bere, mentre prepari la borsa.”
“Sapevo che c’era la fregatura! Comunque parli di un corso inutile, perché sarai con Mike a dirigere le operazioni e non sul campo. Perché hai scelto Mike? Potevo venire io, con te!”
“Mike è più qualificato di te per le cose elettroniche, invece tu sei più bravo sul campo, voglio che tieni gli occhi aperti, quel capo John, non mi piace.”
“Perché dici così, lo abbiamo appena visto. Sembra un po’ un invasato da mimetica e cose del genere. Comunque, mi hai intortato e mi ritrovo a fare il lavoro sporco.”
“Sono il nuovo comandante, lo hai sentito anche tu. Cito testualmente le parole del capitano!” Provenza sorrise soddisfatto.
“Sì certo, comandante Provenza!” Si mise sull’attenti e rise del collega.
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Il capitano Raydor finì di preparare la borsa, Rusty era tornato da lei e l’aveva osservata per tutto il tempo, senza dire una parola. Quando terminò, Sharon lo guardò “Tornerò a casa, stai tranquillo. Adesso devo finire alcune scartoffie per il lavoro.”
“Con Buzz, posso mangiare hamburger e patatine?”
“Certo, ma senza esagerare.” Sorrise, guardando il ragazzo che ora sembrava più tranquillo. Rusty uscì dalla camera e tornò a guardare la televisione.
Sharon guardò la borsa e ripensò a John, ci mancava questo dannato corso e lui, a complicare le cose, come se non fossero già abbastanza complicate. Aveva ancora in mente l’espressione perplessa dei suoi uomini. Solo Provenza, sembrava si aspettasse una cosa del genere, probabilmente, era l’unico che aveva già partecipato a questi corsi. Doveva armarsi di tanta pazienza, sperava che aver dato il comando a Provenza l’ammorbidisse un poco nei suoi confronti. Fino a quel momento non gliene aveva fatta passare nemmeno una e spesso la contraddiceva davanti alla squadra, mettendo in discussione la sua linea di lavoro e il suo comando. Doveva armarsi di molta pazienza.
Sharon ripensò a quei mesi, in cui aveva preso il comando della Crimini Maggiori, sul profilo professionale nulla da eccepire, i suoi uomini erano in gamba, era bastato dire una sola volta, che dovevano avere tutti i documenti in regola e non avevano più mai mancato dal punto di vista del regolamento.
Era stupita, erano disciplinati e seguivano le sue indicazioni, però sapeva che c’era del malcontento. Provenza non era soddisfatto del compromesso che aveva fatto con Pope. Gli altri sembravano si stessero abituando alla sua presenza, al comando, al nuovo modo di condurre un’indagine. Aveva lasciato ad ognuno di loro, una certa possibilità di manovra, si fidava, sapevano fare il loro lavoro e sul campo erano molto più preparati di lei.
Sharon aveva notato che il tenente Flynn, non era più quella spina nel fianco che era all’inizio, quando comandava il FID. Anzi, in più occasioni si era dimostrato più disponibile di altri e incline a trovare un compromesso. Si chiedeva cosa fosse successo, il tenente Flynn era il più disponibile della squadra, cercava di stemperare gli umori di Provenza e si sforzava di vedere le cose sotto un’ottica diversa.
Sorrise, pensando che fino a poco tempo prima discutevano in continuazione, invece ora si trovavano a collaborare insieme. Doveva ammettere che si trovava bene a lavorare con lui, spesso lo voleva in sala interrogatori, era preparato e con una buona esperienza. Sospirò, decise di prendere una vecchia tuta, che aveva usato quando era all’Accademia, pensando di partecipare a quello stupido corso, sperava di riuscire a tenere in equilibrio tutto quanto.
Sapeva che erano passati parecchi anni da quando era all’Accademia di Polizia, i vent’anni erano passati. Sperò che dodici giorni passassero in fretta, ma con John in mezzo ai piedi, sapeva che non sarebbe stato semplice.
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Julio aveva già la borsa pronta “Mamma starò fuori dodici giorni. Ci penserà Rosa, a passare da te tutti giorni.”
“Mi prometti che farai attenzione Julio.”
“Certo mamma, farò attenzione. E’ un corso che farò insieme ai miei colleghi, non correrò alcun rischio, stai tranquilla.”
“Hai preso un maglione, potrebbe fare fresco. Dove hai detto che vai?”
“Andiamo tutti insieme al parco, stai tranquilla.”
“Ciao tesoro, stai attento.” Julio si abbassò, baciò l’anziana donna “Ciao mamma.”
Julio salutò la mamma affacciata alla finestra. Salì in macchina e si diresse al Dipartimento. Era la prima volta che partecipava al “Corso per il Miglioramento della Collaborazione tra colleghi”. Sorrise, solo il titolo del corso era già una lezione. Era curioso di vedere come sarebbero andate le cose, con a capo Provenza a dirigere tutta la squadra, era tranquillo, anzi era più sereno. Sapeva che Provenza teneva alla squadra e che avrebbe fatto di tutto per vincere questo stupido gioco, anche solo per far dispetto al capitano Raydor. Sorrise ancora, perché in fondo negli ultimi mesi aveva notato che lavorare con il capitano non era poi così terribile come era sembrato all’inizio. Certo, voleva che si seguissero le regole e bastava rispettarle ed era soddisfatta. Non era una cosa incredibile da svolgere. Arrivato al Dipartimento, raggiunse i colleghi.
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“Spero che questo corso mi faccia accettare dai miei colleghi, sai, mi guardano tutti come se fossi un alieno.” Emy chiuse la borsa.
“Forse perché sei l’unica donna, oltre al capitano Raydor?”
“Non lo so, papà. Il tenente Provenza è così sospettoso, sento che non si fida di me.”
“Devi dare un po’ di tempo. Sai, noi uomini ci sentiamo sempre un po’ in competizione e se ci sono delle donne, allora vogliamo far vedere che siamo machi, siamo forti.”
“Ah, ah. Sì certo. Guarda che le donne poliziotto, ci sono da diversi anni in Polizia, papà.”
“Lo so. Ma essere accettati da un gruppo già consolidato ed essere una donna è cosa ben diversa, bambina mia.”
“Forse hai ragione.”
“Fa’ attenzione e si prudente.”
“Certo papà, sempre.” Emy sorrise, baciò il padre sulla guancia “Adesso devo andare o farò tardi. Ciao Papà!” Uscì di casa di corsa, mise la borsa nel portabagagli e si diresse verso il Dipartimento di Polizia. Sospirò, sapeva che non era simpatica al tenente Provenza, magari questo corso l’avrebbe aiutata a migliorare il rapporto con quel burbero tenente. Non capiva se non piaceva a Provenza perché era una donna, oppure perché era stata scelta personalmente dal capitano Raydor. Non riusciva a capire come prendere il tenente Provenza, ma forse non c’era un modo. Sperava davvero di migliorare i rapporti con i colleghi.
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“Ciao tesoro, allora ci vediamo tra dodici giorni.”
“Non siete un po’ maturi per fare questi corsi?” La moglie di Mike lo guardò perplessa.
“Anche se siamo un po’ stagionati, siamo sempre giovani dentro e in gamba! Inoltre dobbiamo ingraziarci il capo Taylor, tiene a queste cose in modo spudorato.”
“Non prendere freddo e fa’ attenzione, non sei più un ragazzino …”
“Grazie per la fiducia, cercherò di tornare sano e salvo. Ciao tesoro.”
“Ciao tesoro.” Mike salutò il figlio e la moglie e si diresse verso la macchina.
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Continua …
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