Gioco di squadra
133Please respect copyright.PENANAevxMs4FJTR
Cap. 20
133Please respect copyright.PENANAFNaHfOuHEp
Il giorno dopo, il tenente Flynn era di nuovo operativo, era stato sospeso solo per due giorni. Tutta la squadra era felice di averlo di nuovo in servizio. La giornata si svolse senza alcun problema, un nuovo caso, la scena del crimine, tre sospettati, un paio di interrogatori … normale routine.
Il capitano Raydor sorrise al rientro del tenente Flynn, ma poi aveva evitato di rimanere da sola con lui, c’era sempre qualcuno e qualcosa che la portavano dalla parte opposta. La giornata volse al termine, alla spicciolata andarono tutti a casa. Il capitano Raydor si attardò per una telefonata di Taylor che non finiva più, quando terminò, si rese conto che tutta la squadra era già andata via, c’era solo Andy, alla scrivania, che appena vide che aveva terminato la telefonata, si affacciò all’ufficio. Per tutto il giorno, Andy aveva cercato un momento per stare da soli, ma non c’era riuscito, adesso voleva scambiare qualche parola.
Entrò nell’ufficio del capitano e attese. Sharon era nervosa, sistemò le cose sulla scrivania, sapeva di avere gli occhi puntati di Andy. L’acqua di colonia di Andy si era diffusa nell’aria, sentiva quel profumo che la stava inebriando.
“Mi chiedevo se stasera ti andrebbe di andare a mangiare qualcosa insieme e riprendere quel discorso … sai quello che avevamo lasciato a metà … oggi non c’è stata la possibilità di scambiare due parole.”
Sharon si alzò, sapeva che prima o poi avrebbero dovuto affrontare “quel discorso”, però non era pronta, aveva paura “Senti Andy … ehm … guarda tra noi … diciamo che … insomma …ecco io preferirei che restassimo come siamo …” Sperava di poter chiudere la conversazione prima possibile.
Voleva solo uscire dall’ufficio che improvvisamente le sembrava opprimente. Andy la fissò in silenzio.
“Ecco, siamo colleghi, buoni colleghi. Non voglio niente di più, per favore. Ci sono già in giro delle voci su noi due, non voglio altri pettegolezzi …” Sharon era nervosa, la voce non era sicura e forte come al solito, aveva paura.
Andy rimase in silenzio. Abbassò la testa, frasi del genere gli stavano spezzando il cuore. Sospirò. “Se vuoi così, non posso certo obbligarti.” Silenzio. “Però devi rispondere solo ad una domanda.” Alzò la testa e la fissò negli occhi. Sharon si sentì messa a nudo, quello sguardo carico di delusione, dolore, rammarico e amore, le stava trafiggendo il cuore. Abbassò lo sguardo, non aveva il coraggio di guardare Andy.
“Perché eri così triste in questi giorni, quando non c’ero alla Crimini Maggiori?”
Sharon lo fissò, deglutì a fatica, era stata colta di sorpresa. Come faceva a sapere una cosa del genere, solo a Rusty aveva accennato che le mancava la presenza del tenente Flynn “Cosa …cosa vuoi dire? Chi ti ha detto che ero triste … non è vero … non ...”
“Non sono io a dirlo. Dovresti chiederlo ai colleghi e anche a Rusty. Forse ti fidi di più del loro giudizio, che del mio. “
“Hanno frainteso, tenente. Non è così.”
“Continui a chiamarmi tenente? Oggi mi hai chiamato tenente … per te sono Andy.”
“Preferisco mantenere i ranghi, siamo al lavoro.”
“Siamo soli Sharon. Puoi abbassare la guardia.” La voce di Andy era dolce e gentile, con un gesto le mostrò l’ufficio completamente vuoto. Sharon si sentì in trappola, aveva fatto di tutto per evitarlo, sapeva che non avrebbe resistito. Andy si avvicinò a Sharon, che provò ad indietreggiare, ma c’era la sedia della scrivania, era incastrata e Andy si era fatto molto vicino. Erano viso a viso. Le aveva cinto i fianchi e l’aveva abbracciata. Sharon non aveva opposto resistenza, era quello che desiderava, aveva messo le mani sul petto di Andy, stava giocherellando con la cravatta, adorava le sue cravatte. Era imbarazzata e confusa. Quell’uomo la metteva in difficoltà.
“Tenente …” La voce tremava e tradiva la tensione del momento. Sharon abbassò le difese, continuare a resistere sarebbe stato inutile.
“Sì capitano …” Andy sorrise a quei due occhi verde giada, belli da morire.
“Io …” Sharon fece per abbassare il viso, ma Andy con un leggero tocco sul mento, lo sollevò e la baciò, senza attendere un attimo. Assaporò le labbra morbide e carnose di quella donna, che lo aveva fatto impazzire.
Sharon sapeva che sarebbe successo, non avrebbe resistito al profumo della colonia, a quel sorriso che fin dal mattino le aveva trafitto il cuore. La testa le diceva di lasciar perdere, sarebbero stati guai, ma il cuore batteva all’impazzata e le labbra voleva assaporare di più il gusto di quell’uomo, che riusciva a mandarla in tilt.
Si baciarono e si gustarono per un poco, le mani di Andy cominciarono a vagabondare sul corpo di Sharon, che fremeva ad ogni tocco. Andy aveva immerso la testa nel collo di Sharon e lo stava baciando. Sharon sapeva che dovevano fermarsi, doveva fare qualcosa. Si riprese di scatto “Andy … aspetta … non doveva succedere …” Sharon si sciolse dall’abbraccio e si allontanò. Era turbata, aveva il viso arrossato, il cuore batteva a mille e le tremavano le gambe. Il fiato era corto e faticava a ragionare in modo lucido. Cosa le stava succedendo? Cosa le aveva fatto quell’abbraccio e quei baci così passionali e pieni d’amore. Doveva resistere, doveva essere forte e decisa. Scosse la testa, cercando di mandare via quei pensieri che le offuscavano la mente. Doveva seguire la testa, non il cuore. Doveva ragionare, riflettere e fare la cosa giusta!
“E’ meglio se vado! Tutto questo non è mai successo!” Prese la borsa e scappò via, non si voltò, perché sapeva che non avrebbe resistito. Andy la guardò andare via. La lasciò andare, sapeva che Sharon aveva bisogno di tempo e dei suoi spazi. Sperò di non aver peggiorato la situazione e di non aver distrutto la loro amicizia, anche se sperava e voleva qualcosa di più dell’amicizia. Prese fiato e cercò di calmare il cuore che batteva all’impazzata e decise di andare ad un incontro, adesso ne aveva maledettamente bisogno.
Sharon corse agli ascensori, schiacciò i pulsanti e sperò che l’ascensore la portasse al parcheggio il prima possibile, era agitata, nervosa e sapeva che stava facendo una stupidata. Si disse che era la cosa migliore per entrambi, intraprendere una relazione con il tenente Flynn sarebbe stato svantaggioso da ambo le parti. Entrò in macchina e corse a casa, il tragitto le sembrò breve, si ritrovò nel parcheggio del condominio senza accorgersene. Rimase seduta in macchina a guardare il vuoto, scosse il capo, prese la borsa e corse a casa. Sapeva che aveva combinato un bel casino.
/
Andy rimase ad un secondo incontro, si sentiva fragile e insicuro. Pensò di aver esagerato, doveva prima parlare con Sharon e poi baciarla, invece non aveva resistito e si era buttato come un adolescente alla prima uscita con la più bella della classe. Era stato un idiota, continuò a ripeterselo e continuò a dirselo. Terminò anche il secondo incontro, decise di tornare a casa, era tardi ed era stanco. Tornando sulla via di casa, decise di fare una deviazione e di passare sotto casa di Sharon, voleva vedere le sue finestre, sperava … non lo sapeva nemmeno lui, in cosa sperasse.
/
“Sharon tutto ok?” Rusty era da qualche minuto davanti alla porta della camera di Sharon. Continuava a chiamarla, sapeva che stava piangendo. “Vuoi parlarne? Per favore, lo dici anche tu che non bisogna tenersi le cose dentro, soprattutto quelle che ci fanno soffrire.” Silenzio. “Sharon lo so che sei triste, ma sono sicuro che c’è una soluzione.” Silenzio “Vuoi che chiamo qualcuno? Ti senti bene?” Silenzio “Mi stai facendo preoccupare, per favore.”
Click. La serratura della porta si aprì. Il ragazzo entrò e vide la donna seduta sul letto, con il cuscino tra le braccia e il viso sconvolto. Gli occhi erano rossi, si capiva che aveva pianto. Rusty si sedette accanto a Sharon e l’abbracciò. Rimasero in silenzio per un poco.
“Sei un bravo ragazzo.” Mormorò Sharon.
“Hai litigato con il tenente Flynn?”
Sharon lo guardò sorpresa “Cosa ti fa pensare che io abbia litigato con Andy?”
“Sei triste Sharon e stai piangendo disperata … quindi …”
“Quindi cosa?”
“Avanti lo sai anche tu, anche se non lo vuoi ammettere!” Rusty la guardò sgranando gli occhi perché stavano parlando di qualcosa di talmente lampante, che non riusciva a capire perché Sharon non volesse ammetterlo.
“Rusty!”
“Sharon!”
“Non capisco perché tutti continuano a dirmi che sono triste… che penso ad Andy …”
“Lo stai chiamando per nome! Fino a qualche tempo fa era il tenente insubordinato, il pavone della Crimini Maggiori, il compare di Provenza …”
“Ok Rusty, ok. Ho capito. Messaggio ricevuto, forte e chiaro! Ma tu da che parte stai?!”
“Sharon ti voglio bene e voglio che tu sia felice.”
Sharon guardò il ragazzo e si sciolse, lo abbracciò e capì quanto era stata stupida.
133Please respect copyright.PENANABZteEa15rf
133Please respect copyright.PENANA6HedyC0Psx
Continua …
ns 15.158.61.47da2