Gioco di squadra
102Please respect copyright.PENANA5MNbfroD4F
Cap.24
102Please respect copyright.PENANAIecWWnPD6x
Andy era al settimo cielo: Sharon accettò di andare a cena, finalmente potevano stare da soli tutta una sera. Avevano in sospeso una cena e finalmente ebbe la serata insieme a Sharon. Le ultime le avevano passate ad allenarsi al poligono oppure al circuito di gara o in palestra e c’era sempre qualcuno. Andy voleva trascorrere una sera solo con Sharon.
Le aveva dato spazio e non le aveva fatto pressione, si era comportato in modo impeccabile davanti alla squadra e agli altri. Le stava dando il suo tempo e voleva passare una bella serata con lei. Andy propose di andare fuori a cena, ma Sharon gli ricordò che avevano ancora una cena di spaghetti da recuperare. Andy fu più che felice di cucinare, non aspettava altro. Sharon era già stata a casa di Andy, ma quella sera era diverso, era Sharon e non il suo capitano. Quella sera non l’aveva accompagnata a casa dopo gli allenamenti e si erano salutati davanti alla porta con un bacio. L’ultima volta, si erano fermati sul pianerottolo e il bacio era stato molto appassionante.
I baci di Andy le mancavano, ne voleva sempre di più e non si stancava mai. Andy desiderava quelle labbra morbide e sensuali, aspettava che lei facesse un cenno, come per dargli il permesso di baciarla e poi si scioglieva al tocco con le labbra, la lingua e la desiderava, ogni volta di più.
Più di una volta, si erano dovuti fermare, perché altrimenti sarebbero andati oltre le regole che si erano imposti. Sharon in realtà sapeva che aveva chiesto molto ad Andy, ma in cuor suo sapeva di desiderarlo e di volerlo tanto quanto lui. Più di una volta aveva sperato che Andy non si comportasse da gentiluomo e non si fermasse, ma Andy era proprio così.
Quella sera, Sharon era agitata, la cena da Andy le aveva messo il cuore in subbuglio e non solo quello, lo stomaco era in agitazione e non sapeva se fosse riuscita a mangiare. Andy aveva già preparato tutto, la tavola, le candele, i fiori …e l’acqua per gli spaghetti stava bollendo. Il sugo era quasi pronto. Era eccitato e felice di avere Sharon per sé. Sharon non si fece attendere, non vedeva l’ora di trascorrere una sera sola con Andy. Lo desiderava, anche se lo negava a sé stessa, in fondo al cuore sapeva che lo desiderava.
Trascorsero la serata mangiando e bevendo allegramente, si godettero la compagnia l’uno dell’altro. Sharon si complimentò per gli spaghetti: erano insuperabili! Anche il resto della cena era stato eccellente. Verso mezzanotte, Sharon fece per andare via, disse che era tardi e doveva rientrare, altrimenti Rusty si sarebbe preoccupato. Andy le prese la mano e l’avvicinò a sé, la baciò sul polso, continuando a baciarla fino ad arrivare al collo. Erano vicini, sentiva il respiro affannoso, il cuore batteva a mille, l’abbracciò e continuò a baciarla.
“Andy …”
“Dimmi tesoro … “Mormorò con il viso tra i capelli di Sharon. “Rilassati …”
Sharon fu avvolta del profumo inebriante dell’acqua di colonia di Andy, la faceva impazzire. Era troppo, abbassò le difese e si lasciò amare. Gemette di piacere ad ogni tocco di quell’uomo, che le aveva trafitto il cuore. Andy la prese in braccio e la portò in camera, la depose sul letto e si sdraiò accanto a lei.
“Sei bellissima …” Riprese a baciarla e ad accarezzarla. “Se vuoi … mi fermo …” La voce tradiva la paura di una risposta negativa, di un rifiuto che gli avrebbe spezzato il cuore. La guardò e sperò che non lo mandasse via.
“Ti prego … non smettere …” Mormorò con voce roca. Era quello che desiderava da tempo, era rilassata e felice. Ma sapeva che si sarebbe pentita per questa sua debolezza.
/
Sharon aprì gli occhi, dopo un istante realizzò che era a letto con Andy. Ecco, era successo quello che non doveva succedere. Richiuse gli occhi e scosse il capo, si diede dell’idiota e lentamente cercò di alzarsi e cercare i vestiti. Doveva andare via. Dove erano tutti i buoni propositi di prendere le cose con calma? Aveva chiesto tempo? Certo, erano passate tre settimane e adesso? E sul lavoro? Aveva deciso di andare piano con Andy, un suo sottoposto, doveva aspettare, non erano insieme, no!
Adesso avrebbe dovuto dire al suo diretto superiore che aveva una relazione con un sottoposto. Era stata una stupida! Aveva ceduto a quei baci bollenti, lasciandosi andare come una ragazzina! Si diede ancora dell’idiota! Idiota e idiota!
“Mi hai chiamato?” Chiese Andy con la voce ancora impastata di sonno, sembrava che qualcuno lo avesse chiamato. Quando vide Sharon che si stava vestendo, realizzò che stava succedendo qualcosa. “Dove vai tesoro? E’ notte!”
“Devo andare Andy …” La voce tremava, uscì dalla camera, non avrebbe retto una discussione.
“Aspetta Sharon, aspetta!” Andy si alzò dal letto e la seguì, le prese la mano e la tirò a sé. “Perché vuoi scappare via?” Erano vicini, l’uno all’altro, viso a viso.
“E’ stato un … un errore … non avrei dovuto …” Sharon abbassò lo sguardo, sapeva che era in difetto.
“E’ stato bellissimo tesoro. Ti amo.”
“Andy … ti prego … non dovevo … no …”
“Cosa non va? Mi pare ti sia piaciuto? Ho fatto qualcosa che non dovevo?!”
Sharon si sciolse dall’abbraccio e pose una distanza tra loro, doveva allontanarsi, altrimenti non avrebbe resistito e avrebbe ceduto ancora. Era stata debole, non aveva rispettato le sue regole, non andava bene. “No, non è colpa tua. Non hai fatto nulla di male … sono io che …”
“Senti, perché non torniamo a letto, domani mattina ne parliamo con calma. Dove vuoi andare nel cuore della notte?”
“Devo tornare a casa. Devo andare …” Si avvicinò alla porta. Era provata, confusa.
“Perché mi stai facendo questo?! Cosa c’è che non va?!” Andy alzò la voce, non ci stava che le cose finissero in quel modo. La seguì e si mise davanti alla porta.
“Andy per favore. Spostati.” La voce era turbata, i sentimenti contrastanti.
“Voglio una spiegazione, non puoi andare via così … io …”
“Tenente si sposti e mi lasci andare.” Adesso il tono era duro e distaccato. Sharon abbassò il viso, non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi, sapeva che gli stava facendo del male.
“Adesso mi chiami tenente?! Perché vuoi andare via? Dove devi andare? Vuoi tornare da lui?” Andy era arrabbiato e geloso, pensava che Sharon lo stesse usando. “Ti sei divertita e adesso mi butti via così? Cosa fai, torni da quello stronzo? Alzò la voce, era arrabbiato e ferito.
“Di chi … di chi stai parlando?” Era confusa, sorpresa, non si aspettava una reazione così forte. Voleva solo andare via, non voleva discutere. Però quell’insinuazione le faceva male, sapeva che Andy stava parlando di John e sapeva quanto si stesse sbagliando.
“Adesso fai quella che non sa nulla, vero? Guarda che vi ho visti al condominio!”
“Non so di cosa stai parlando. Andy, fammi uscire!” Si avvicinò alla porta.
“Certo, vattene da quello stronzo e divertiti con lui!” Il tono di Andy era sarcastico, si sentiva la gelosia e il dolore.
“Di chi stai parlando?” Sharon non voleva credere che Andy stesse parlando di John.
“Sto parlando di quello stronzo di John! Ecco di chi sto parlando. Evidentemente ti piace essere trattata di merda. Ho aspettato, ti ho dato tempo … e invece tu …” Andy non finì la frase, Sharon gli diede uno schiaffo. Aveva le lacrime agli occhi e si sentiva umiliata per quello che le aveva detto.
“Non osare parlarmi in questo modo …” La voce tradiva il dolore e la delusione, le lacrime scendevano copiose dalle guance.
“Fai la santa … ma non lo sei ...” Silenzio “Ti ho visto con John, nell’atrio del tuo condominio, vi siete abbracciati e … baciati …” La voce era furiosa, tagliente, tradiva il dolore del tradimento.
Sharon sgranò gli occhi, non immaginava che Andy li avesse visti “Hai frainteso tenente, hai frainteso ogni cosa. John è venuto a salutarmi. Non c’è stato alcun bacio. Cosa stai insinuando?” La voce era rotta dalle lacrime. Scosse la testa e diede un colpo di tosse “Non so perché mi sto giustificando … tra me e John non c’è niente. E tantomeno tra me e te, tenente Flynn!” Sharon si sentiva umiliata e ferita, scansò Andy, aprì la porta e scappò via.
Andy rimase in silenzio con la mano sopra la guancia, arrabbiato e deluso. Ma nello stesso tempo era dispiaciuto per quello che aveva detto. Era un idiota, non sapeva tenere a bada quella boccaccia, sapeva dire solo cretinate! Scosse il capo e tornò in salotto, da solo, adesso sapeva di aver rovinato tutto.
/
Sharon corse a casa, aprì piano la porta e cercò di non fare rumore.
“Pensavo rimanessi da Andy tutta la notte.” Sharon si girò sorpresa e vide Rusty che la fissava dall’ingresso della camera, era arrabbiata e imbarazzata. “Ho cambiato idea. Non volevo lasciarti a casa da solo. Scusa se ti ho svegliato.”
“Tutto ok. Sharon, hai un’aria strana …” Rusty si avvicinò, la donna tremava e tradiva una forte agitazione.
“Va tutto bene tesoro, non ti preoccupare.”
“A vederti non si direbbe. Perché sei tornata nel cuore della notte, hai litigato con Andy?”
“Lasciamo perdere Rusty, ok?” Sharon si avviò verso la sua camera, non aveva voglia di discutere i suoi sentimenti per il tenente Flynn. Si voltò, guardò Rusty “Va tutto bene con il tenente Flynn, non ti devi preoccupare, buonanotte.” Chiuse la porta e si appoggiò, scivolando fino a terra. Aveva combinato un bel casino: era andata a letto con il tenente Flynn, lo voleva anche lei e dopo si era pentita di quello che aveva fatto. Era stata un idiota, perché aveva ceduto, si era lasciata andare, invece di rispettare le regole che si era imposta. Inoltre come le era saltato in mente di schiaffeggiare Andy? Cominciò a piangere e a dirsi quanto era stata idiota!
/
Andy era sdraiato sul divano, fissava il soffitto. Come nelle peggiori notti da ubriaco, Andy aveva solo pensieri cupi. Non poteva rimanere a casa da solo, sapeva che avrebbe commesso qualche idiozia. Voleva andare a fare una passeggiata, ma sapeva che sarebbe finito nei guai: le passeggiate notturne portavano solo a negozi di liquori. Voleva chiamare Provenza, ma sapeva che gli avrebbe detto che sapeva che sarebbe finita in quel modo e non aveva voglia di sorbirsi gli insulti del collega, che aveva perfettamente ragione. Voleva chiamare il suo sponsor, Paul. Ma nel cuore della notte, sapeva che stava dormendo e non voleva spaventarlo. Guardò ancora il soffitto e guardò l’ora. Era tardi. Si vestì, uscì di casa e andò davanti a casa di Paul. La luce della veranda era sempre accesa, entrò nel vialetto e andò a sedersi in veranda, sapeva che lì non avrebbe commesso alcuna stupidata. Dopo qualche minuto, sentì abbaiare Whiskey, che seguito da Paul, apparve in veranda.
“Andy boy, cosa ci fai qui?”
“Paul …” Andy guardò l’uomo con due occhi carichi di paura e dolore. Paul capì che aveva bisogno di lui.
“Dai vieni dentro, preparo del caffè.”
102Please respect copyright.PENANAQ1YTgO98TM
Continua …
ns 15.158.61.5da2