Gioco di squadra
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Cap. 16
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Il viaggio di ritorno verso casa fu silenzioso, Sharon era stanca. Il tenente Provenza stava riaccompagnando a casa lei ed Emy. Ogni tanto il vecchio tenente gettava qualche occhiata alla donna che aveva affianco, sul sedile del passeggero. Sharon sapeva che aveva gli occhi puntati dell’uomo, sorrise soddisfatta “La sua mossa è stata geniale, tenente.”
“Quella del cellulare nello zaino di Flynn? Se quell’idiota si fosse accorto prima, avreste avuto qualche possibilità in più, per vincere questa pagliacciata. Ma l’idiota aveva la mente da un’altra parte, non crede capitano?”
Sharon sorrise. Sapeva a cosa si riferiva, ma non voleva dargli ragione. “Il tenente Flynn ne ha passate parecchie, in questa esperienza. Almeno lo aveva avvisato di aver messo il cellulare nello zaino?”
“Perché? Flynn è sempre lì a sistemarsi e pulirsi, a farsi bello. Avrebbe preso l’asciugamano per lavarsi e sistemarsi, non trova capitano?”
“Direi di no, mi è sembrato molto spartano … non trovi Emy?”
“Certo capitano.”
“Skyes ….” Provenza scosse la testa, sapeva che la conversazione sarebbe andata solo in un verso ed essendo in minoranza, non voleva ribattere. Sapeva di aver ragione, l’intesa tra il capitano e Flynn lo spaventava, perché non avrebbe potuto fare nulla per farli ragionare. Sapeva che sarebbero stati solo guai. Diede un colpo di tosse per attirare l’attenzione “Capitano, domani mattina andremo solo io a Mike in Centrale. Voi avete bisogno di riposo, ci vedremo nel pomeriggio, quando ci sarà la premiazione. Ho avvisato Buzz, ci sta aspettando, insieme a Rusty.”
“Grazie tenente Provenza. Grazie per tutto quanto.”
“E’ stato un piacere, capitano.” Provenza annuì e sorrise, senza distogliere lo sguardo dalla strada.
Per il resto del tragitto, Sharon si addormentò, era esausta. Si svegliò quando arrivarono davanti al suo condominio. Provenza l’accompagnò fino davanti alla porta. Rusty corse incontro a Sharon e l’abbracciò. Sapeva che si erano persi nel parco e aveva paura che si fossero fatti male. Buzz rincuorò il capitano, dicendo che Rusty si era comportato bene. Provenza gli disse di prendere le sue cose e di andare a casa, si sarebbero visti il giorno dopo in Centrale. Sharon ringraziò ancora Buzz e il tenente Provenza. Finalmente era a casa. Rusty le chiese del corso, ma Sharon, propose di rimandare tutto al giorno dopo, adesso aveva bisogno di un buon bagno e di riposo. Il ragazzo sorrise e andò nella sua camera. Sharon andò verso il bagno, aprì l’acqua calda e la fece scorrere, era felice di poter fare un bagno. Mise del bagnoschiuma che fece mille bolle. Il profumo si diffuse nell’aria, si rilassò, si tolse i vestiti ed entrò in vasca. Al contatto con l’acqua così calda e confortante, sorrise e si accomodò, voleva solo rilassarsi.
Pensò ad Andy: alle docce al campo, ad Andy che cantava l’opera, Andy che le dava una mano a saltare il muro. Andy che le dava la giacca per scaldarsi e la stringeva a sé. Andy che le faceva vedere le stelle in cielo e sembrava romantico. Andy che era stato carino e gentile.
Sorrise, era stata proprio bene insieme a lui. Ad un tratto, scosse la testa. Stava pensando solo ad Andy! Era un pensiero era costante! Cominciò a preoccuparsi. Qualcosa era cambiato, certo, doveva ammettere che stava bene con lui, però … era un sottoposto, un collaboratore, un ottimo elemento della squadra …. No, non poteva esserci se non collaborazione tra colleghi, al massimo una buona amicizia, una cordialità reciproca. Sharon era scioccata, perché pensava ad Andy!? Si lavò in fretta e si asciugò, doveva andare a riposare, di sicuro un buon sonno avrebbe fatto riprendere le forze e schiarito i pensieri.
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Emy cercava il momento opportuno per fare una domanda che le ronzava in testa già da un poco, ma il silenzio da parte del tenente Provenza, l’aveva spiazzata e non sapeva come comportarsi.
Provenza scosse il capo “Avanti Skyes, cosa mi devi chiedere?”
Emy non perse tempo e colse subito l’occasione al volo “Tenente Provenza, come faceva a sapere che il capo John avrebbe manomesso il localizzatore?”
Il vecchio tenente rispose che tipi come il capo John ne aveva incontrati e sapeva che giocavano sporco, contro idioti di quel tipo, occorreva essere astuti e prevenire ogni possibile mossa. Rimarcò che quella pagliacciata era solo per far felici i piani alti, lo spirito di squadra era ben altro e anche lei avrebbe dovuto capirlo.
Emy annuì, sapeva che il tenente Provenza aveva ragione. Provenza le chiese come andava la schiena, dopo che l’aveva strisciata contro il filo spinato. Emy rimase stupida dalla preoccupazione di Provenza, pensava di essergli antipatica. Rispose che stava bene, era solo un graffio fastidioso. Quando la portò davanti casa, il vecchio tenente si raccomandò di riposare e di riprendere le forze, si sarebbero visti il pomeriggio seguente. Mentre stava per entrare in casa, Emy sorrise, perché il tenente Provenza sembrava burbero, ma in fondo aveva a cuore tutti i componenti della Crimini Maggiori. Aveva cura anche di lei, non avrebbe mai immaginato che l’avrebbe accompagnata a casa e si fosse assicurato che stesse bene.
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“Però il tenente Provenza poteva dirti che aveva messo un cellulare nella borsa?”
“Lo dici a me Julio? Mi ha rimproverato per almeno cinque minuti … e avremmo concluso anche il gioco, magari l’avremmo anche vinto. Invece hanno vinto quei bastardi di Hyde!”
“Il tenente Provenza era preoccupato, ragazzi. Non l’ho mai visto così ...”
“Dai Mike …”
“Davvero, credetemi. In ogni caso, il capo John non gli è mai andato giù, sapeva che avrebbe fatto qualche mossa sleale e infatti ci aveva visto lungo.”
Mike raccontò che Provenza aveva aspettato con in mano in cellulare la chiamata di Flynn e che più volte aveva imprecato, sperando che nessuno si facesse male. Sapeva che il capo John avrebbe giocato sporco e che avrebbe cercato vendetta, ma non avrebbe mai immaginato che potesse mandare fuori percorso la squadra, quella era stata una mossa troppo sleale. Qualcuno poteva farsi male. Provenza non approvava quel modo di condurre le cose, John li avrebbe potuti far arrivare in ritardo o trovare qualche stupido motivo, ma farli perdere nel parco … questo non l’accettava.
Mike continuò a raccontare ai due colleghi, di come erano tornati al campo base e di come avevano già capito che il gioco era stato dato in vittoria a quelli di Hyde. Erano troppo entusiasti, non avevano il minimo dubbio che avrebbero vinto il gioco. Il capo John poi era sempre vicino a loro, al sergente Pepper, sembrava che fossero amici da parecchio tempo.
Arrivarono a casa di Julio e lo accompagnarono fino alla porta, poi Julio disse che si sarebbe arrangiato da solo, se li vedeva entrare, sua madre si sarebbe preoccupata, quindi chiese ai colleghi di lasciarlo sulla porta. Mike e Andy lo videro entrare, sua madre gli andò incontro e lo abbracciò. Julio zoppicava leggermente, era una distorsione e sarebbe guarita presto.
Tornarono alla macchina e Mike accompagnò a casa Andy. Silenzio.
“Sono proprio stanco, che avventura assurda!” Andy scosse la testa, non credeva che un corso per la collaborazione tra colleghi si potesse trasformare in un’avventura così rocambolesca. Silenzio.
“Mike, posso farti una domanda?”
“Sì Andy.”
“Provenza ha detto qualcosa in merito a me e al capitano?” Silenzio. Andy guardò Mike, che sembrava tentennare a rispondere, diede un colpo di tosse “Senti Mike, non voglio metterti a disagio …”
“Non approva Andy, ma questo lo sapevi già.” Disse Mike senza distogliere lo sguardo dalla strada. “Inoltre ti sei esposto con il capo John. Non ha gradito neanche questo.”
“Uhm …” Andy rimase in silenzio “Secondo te cosa avrei dovuto fare? Ho forse sbagliato a prendere le difese di Sharon?! Ho forse sbagliato a dire al capo John di smetterla di trattarci come dei novellini?! Ho forse sbagliato a pretendere che ci trattasse in modo rispettoso?!” Silenzio “Oh, al diavolo anche Provenza! Troppo facile parlare quando non si è dentro le cose!” Silenzio. Mike sorrise, sapeva che il collega aveva il sangue caldo e non accettava le ingiustizie. Silenzio.
“Scusa Mike.” Andy capì che aveva esagerato e Mike non aveva alcuna colpa, anzi, come tutti quanti si era trovato in una situazione gestita da altri.
“Non ti devi scusare Andy. Il tenente Provenza, ritiene che il tuo comportamento, abbia amplificato l’astio che il capo John aveva nei confronti della squadra.”
“Puoi dire anche nei confronti di Sharon.” Andy sapeva che i colleghi avevano capito, ma non voleva darlo a vedere, non era sicuro dei sentimenti di Sharon, dovevano ancora chiarirsi e capire se fosse una semplice amicizia, oppure qualcosa di più. Per lui era qualcosa di più e sperava che lo fosse anche per Sharon. Desiderava conoscerla di più e trascorrere molto più tempo insieme. Andy era perso nei suoi pensieri.
“Ti piace vero?” Silenzio. “Andy?”
“Scusa Mike, hai detto qualcosa?”
“Ho detto che ti piace …”
“Chi?”
“Dai Andy, guarda che lo abbiamo capito tutti.”
“Cosa avete capito?! No, guarda, vi siete fatti un’idea sbagliata …” Silenzio.
“Dici? Eppure da come ti guarda il capitano, non direi proprio. Comunque, basta che …”
“Perché come mi guarda?”
“Le si illumina il viso e gli occhi brillano solo per te … non mi dire che non te ne sei accorto …”
Andy fece spallucce, borbottò qualcosa di incomprensibile, Mike sorrise, il suo amico era davvero cotto dal capitano. A parte Provenza, erano tutti contenti della loro intesa e se fosse diventato qualcosa di più, beh, sarebbe andato bene. Arrivarono a casa di Flynn, che tirò un sospiro di sollievo, non sapeva più che cosa dire per giustificarsi.
“Grazie Mike per avermi accompagnato.”
“Ci vediamo domani pomeriggio Andy, riposati.”
Andy vide il collega allontanarsi, entrò in casa e sospirò, domani pomeriggio avrebbe rivisto Sharon, ma sapeva che erano ancora in sospeso molti discorsi.
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Continua ….
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