Gioco di squadra
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Cap. 1
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Quella mattina alla Crimini Maggiori, sembrava una giornata tranquilla, nessun omicidio aveva richiesto l’intervento della squadra, così stavano approfittando per riguardare alcune prove relative a dei casi non risolti. Quando il capo Taylor arrivò ed entrò nell’ufficio del capitano Raydor, abbozzando un veloce saluto di buongiorno. I due rimasero a discutere per una buona ora e quando entrambi uscirono, si rivolsero alla squadra.
“Signori, il capo Taylor deve comunicare un’importante notizia per tutta la Crimini Maggiori. Prego capo.” Il capitano Raydor diede la parola al capo Taylor e la squadra capì che erano in arrivo guai.
“Grazie capitano. La Crimini Maggiori parteciperà ad un corso per migliorare i rapporti tra colleghi. Tutti i componenti della squadra, dovranno trascorrere un periodo di dodici giorni insieme e raggiungere l’obiettivo, che vi verrà illustrato in seguito. Grazie a tutto questo, potremo accedere ai fondi federali e dare respiro alle nostre finanze. Quindi è inutile ripetere, che tutti voi, parteciperete e farete del vostro meglio per concludere il corso, con il massimo della votazione, che una persona terza darà in base alle vostre prestazioni. Anche il capitano concorda con me, quanto sia importante migliorare i rapporti tra colleghi, per poter lavorare al meglio. Non occorre che vi dica, quanto sia altrettanto importante per il Dipartimento di Polizia e per la Crimini Maggiori accedere ai fondi federali. Bene capitano, le lascio la conclusione dei dettagli. Conto su di voi e sono sicuro, che non deluderete il Dipartimento di Polizia. Bene capitano, vado a vedere se il conduttore del corso è già arrivato.” Taylor uscì.
Si guardarono l’un l’altro, perplessi, in silenzio. Il capitano non sapeva bene cosa dire, scosse la testa “Capisco le perplessità di tutti voi e devo ammettere, che anch’io sono un poco perplessa. Però sappiamo bene, quanto sia importante accedere ai fondi federali e noi ne abbiamo bisogno, per migliorare le attrezzature, per non bloccare straordinari e quant’altro. Quindi vi chiedo la massima collaborazione e partecipazione a questo corso. Confido nelle vostre abilità per ottenere il massimo della votazione.”
Julio alzò la mano “Capitano, quando dovremo partecipare a questo corso?”
“Domani mattina alle 9 dobbiamo essere qui, per l’iscrizione e identificazione. Dopo partiremo insieme, per cominciare questi dodici giorni. Quindi, oggi avrete il pomeriggio libero per organizzarvi e salutare le vostre famiglie, in quanto staremo fuori città. Ora attendiamo il conduttore del corso.” Sharon guardò gli sguardi perplessi dei suoi uomini, non li poteva biasimare.
Dopo qualche minuto, insieme al capo Taylor, arrivò il conduttore del Corso: John Marry. Quando il capitano Raydor lo vide, sbiancò, come se avesse visto un fantasma. Provenza notò lo sguardo del capitano e si chiedeva, come mai avesse reagito in modo così strano.
John Marry era un bell’uomo, robusto e sportivo. Vestiva una tuta mimetica e sembrava più un militare, che un poliziotto. Andò dal capitano e si presentò “Capitano Raydor, sono il tenente John Marry, il conduttore del corso, se permette, vorrei illustrare a tutti voi le nuove regole, così da poter cominciare subito.” Sorrise compiaciuto, fissando negli occhi il capitano Raydor, che si irrigidì.
“Certo … certo, proceda pure.” Sharon cercò di mantenere un certo distacco, ma si vedeva benissimo che era sbiancata.
John si portò in mezzo alla sala e attirò l’attenzione dei presenti “Benissimo signore e signori, sono John Marry e sarò il conduttore del Corso per i prossimi dodici giorni. Potete chiamarmi capo John e d’ora in poi, darò gli ordini.” Sorrise compiaciuto “Darò a ciascuno una votazione, che porterà alla valutazione finale della squadra. Per semplicità, tra di voi non ci saranno gradi e referenze, vi chiamerete per nome e sarete tutti allo stesso livello. Ribadisco, l’unico che comanda sono io e sarò anche l’unico che potrà chiamarvi con il vostro grado.”
Si guardarono perplessi, non erano preparati a questo modo di collaborare. Provenza notò, che il capitano Raydor era nervosa sin da quando John Marry, era entrato alla Crimini Maggiori e la cosa lo sorprese.
“Molto bene. Questo corso serve a creare uno spirito di squadra, attraverso l’esperienza di vita di alcuni giorni insieme e al lavoro comune. Lavoreremo sulla fiducia e collaborazione. Saremo nello Yosemite Park. Per questi giorni, il parco sarà chiuso al pubblico e sarà in uso solo per le forze dell’ordine, che avranno le loro Divisioni sparse per il parco. Ovviamente l’uso dei cellulari sarà limitato ai primi giorni, dopo di che, non avrete cellulari, pad o pc, solo dei walkie talkie, per collegare la squadra sul campo al resto del gruppo. Infatti, sarete divisi in due squadre, una sul campo e una di strategia. Bene, cominciamo! Ora dovete decidere chi comanderà il gruppo di strategia.”
Silenzio.
Si guardarono l’uno l’altro, nessuno aveva il coraggio di parlare e di proporre qualcuno per prendere il comando. Allora il capitano Raydor prese la parola “Secondo me, dovrebbe prendere il comando il tenente Provenza.” Provenza rimase visibilmente sorpreso, ma non disse nulla.
Gli altri annuirono e all’unanimità venne scelto il vecchio tenente, come capo del gruppo di strategia.
“Bene, allora il capo del gruppo, deve scegliere un secondo e dopo divideremo il resto della squadra. Quindi, tenente Provenza, chi sceglie?”
“Prendo Mike.” Lo propose senza batter ciglio, qualcosa non quadrava in quella situazione ed era curioso di sapere come sarebbero andate le cose.
“Bene. Allora voi due potete recuperare tutta l’attrezzatura che vi servirà, in Sala elettronica, mentre il resto del gruppo, sarà la squadra sul campo. Successivamente nominerete il capo sul campo. Questo l’elenco delle cose da portare assolutamente, se potete fare una copia per tutti. Grazi signori e ci vediamo domani mattina.” John sorrise, con un ghigno soddisfatto, dopo si voltò verso il capitano Raydor, ammiccò e uscì, seguito dal capo Taylor.
“Buzz, posso parlarle nel mio ufficio?” Il capitano Raydor gli fece un cenno.
Intanto tutti si erano alzati e stavano discutendo sull’utilità del corso. Dopo una decina di minuti, Provenza aveva messo fine alla discussione, ripetendo quello che aveva detto il capitano e ordinando di andare a casa a preparare i bagagli.
“Senta Buzz, le chiederei se potesse stare con Rusty. Se vuole, può restare direttamente a casa mia, so che le sto chiedendo molto, però non posso fare altro, al momento. Parlerò stasera con Rusty e spero che capisca, che questo è lavoro, non andiamo a divertirci.”
“Certo capitano, conti pure su di me. Vedrà che Rusty starà bene.”
“Grazie Buzz, lo apprezzo molto. Ci vediamo domani mattina. Adesso vado a casa e parlerò con Rusty. Arrivederci.” Prese la borsa, il trench e uscì. Salutò il resto della squadra e andò a casa. Quando arrivò al condominio, trovò Rusty, che stava guardando la tv. Appoggiò borsa, pistola, distintivo e si sedette vicino a Rusty, sul divano.
“Allora come è andata oggi?”
“Bene.” Rispose con noncuranza.
“Ehm … Rusty ascolta, dovrò assentarmi per dodici giorni per lavoro. Buzz rimarrà con te e si occuperà di tutto quello di cui hai bisogno.” Sharon preferiva affrontare il discorso senza mezzi termini, era inutile girarci intorno.
“Come dodici giorni? Dove vai? Tornerai vero?” Rusty adesso era preoccupato, aveva paura di essere abbandonato un’altra volta. Sharon sentiva la paura del ragazzo e non voleva che nemmeno immaginasse di essere abbandonato un’altra volta.
“Certo che torno, non ti abbandono! Senti Rusty, dobbiamo partecipare a quei corsi obbligatori e ci devo essere anch’io. Saranno solo dodici giorni. Vedrai, voleranno e poi tornerò qui da te, non ti lascio, se hai paura di questo.”
“Non ho paura che mi lasci …cioè … ci sarà Buzz con me, vero? Hai detto così.”
“Esatto. Buzz starà qui, con te. Vedrai questi giorni passeranno in fretta e ci rivedremo prima di quanto immagini. Adesso devo andare a preparare la borsa.” Sharon sorrise e scompigliò i capelli del ragazzo. Rusty la guardò andare in camera e sperò davvero, che dodici giorni passassero velocemente. Si alzò e andò in camera a guardare Sharon, mentre preparava la borsa.
Sharon entrò in camera e prese la borsa, si sedette sul letto e ripensò a John Marry. Era rimasto uguale a vent’anni prima, lo aveva riconosciuto subito. Anche lui non aveva celato il fatto di conoscerla, quel ghigno strafottente sul viso non lo aveva dimenticato. Il passato sembrava volesse tornare, ma questa volta non era più una recluta, giovane e inesperta. Adesso era a capo della Crimini Maggiori, aveva un matrimonio fallito alle spalle e non aveva certo paura di incontrare quello che considerava un discorso chiuso del passato. Sospirò e riprese a preparare la borsa. Sperò davvero che dodici giorni potessero volare via in fretta, ma con John Marry di mezzo, sapeva che non sarebbe stato così.
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Continua …
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