Gioco di Squadra
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Cap. 12
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Dopo aver assistito alla scena di Andy e di John che si picchiavano, Sharon non era riuscita più a vedere uno spiraglio di uscita. Difronte alle ferite di Andy, era convinta che doveva mettere la squadra al corrente della situazione e della chiara possibilità di non poter vincere il gioco in alcun modo.
Silenzio. Sentiva di avere gli occhi e l’attenzione su di lei, ogni suo movimento era controllato. Sospirò, non poteva più tacere, erano arrivati al limite e la squadra doveva sapere. Si fermò e sospirò, le pesava molto mettere a nudo quanto accaduto in passato “Io e John eravamo insieme all’Accademia e le cose …beh … non sono finite nel migliore dei modi.”
“Ha tutta la nostra attenzione.” Provenza era curioso di conoscere tutta la storia, si accomodò e attese che la donna riprendesse a raccontare. Sharon era a disagio, le tremavano le mani. Ricordare il passato con John all’Accademia non era piacevole ed era una cosa personale, che sperava di non dover condividere con altri.
“E’ successo più di vent’anni fa … Eravamo due reclute …giovani e stupidi … quegli amori giovanili, John non era nulla di importante …”
Sentire Sharon chiamare il capo John per nome, aveva infastidito Andy. Non sapeva spiegarlo, ma chiamarlo per nome, ecco, non gli piaceva, sentiva qualcosa a livello dello stomaco, che non girava bene. Non era geloso, perché non poteva parlare di gelosia, però gli dava fastidio. Perché lo chiamava per nome? Il capo John era solo uno stronzo. Andy era corrucciato, ma nello stesso tempo seguiva Sharon con attenzione, aveva capito che tra i due c’era stato qualcosa, che non era finito bene.
Tutti notarono che Sharon era a disagio, qualcosa di personale era stato messo a nudo, non era pronta per certe confidenze. Riprese a tamponare la ferita di Andy, non aveva il coraggio di guardare in faccia nessuno della squadra, sapeva che era la fonte di tutti i guai. Emy scosse la testa, capiva l’imbarazzo della donna. Mike abbassò la testa e sorrise, capiva la difficile situazione del capitano. Anche Julio abbassò gli occhi, capiva che il capitano non era pronta a certe confidenze, soprattutto se forzate. Andy la fissava con sguardo perso, non aveva capito niente, o meglio non si aspettava che il passato di Sharon tornasse in modo così dirompente. Solo Provenza moriva di curiosità, non vedeva l’ora di sapere di più di tutta la storia che c’era stata tra Sharon e John.
“Quindi …” La incalzò Provenza. Sharon scosse la testa, era messa alla corda. Sospirò e si rassegnò a raccontare quanto accaduto anni prima. Alzò il viso, li guardò in faccia, uno per uno e poi cominciò a raccontare, la squadra meritava di sapere come stavano le cose.
“Io e John abbiamo iniziato l’accademia insieme. Eravamo nello stesso corso, siamo finiti nella stessa squadra di lavoro. Studiavamo insieme e seguivamo le lezioni. Eravamo giovani e ambiziosi e abbiamo flirtato per un po’. Siamo stati insieme, poi ho preferito concentrarmi nello studio e nei corsi per superare l’Accademia di Polizia con i voti migliori.”
“Se non sbaglio, era la prima del suo corso, capitano.” Provenza attirò l’attenzione di tutti, facendoli rimanere con gli occhi sgranati. Silenzio.
Sharon fissò Provenza “Sì, ero la prima del mio corso. Dopo il primo anno, la nostra storia finì, perché lo lasciai! Volevo concludere l’Accademia e concentrarmi solo su quello. Come tante altre storie, anche la nostra finì e lui non l’ha mai accettato. Adesso vuole vendicarsi. Non riusciremo a vincere questa competizione, abbiamo fallito, ancora prima di cominciare. Ed è solo colpa mia.” Guardò tutti i componenti della squadra, erano delle brave persone ed erano in gamba, non meritavano quel trattamento.
Provenza sorrise “Questo spiega molte cose. Mike tira fuori di nuovo la cartina, dobbiamo muoverci e ragionare in modo differente, sentivo che c’era qualcosa che non quadrava.” Si alzò e andò a guardare la cartina “Uhm …dobbiamo ripensare come aggirare quello stronzo e coglierlo di sorpresa. Ci sono idee?!” Provenza aveva attirato l’attenzione della squadra, che si concentrò sulla cartina e sul percorso proposto dal capo John.
Sharon intanto continuava a prendersi cura di Andy, che l’aveva fissata tutto il tempo, non credeva alle proprie orecchie, aveva gli occhi sgranati. Il suo stomaco era in subbuglio, si sentiva in agitazione e strano, era quasi geloso, ma non poteva dirlo a nessuno.
“Andy, perché ti sei messo a fare a botte con John? Ti avevo pregato di lasciar perdere.” Silenzio. “Andy?! Stai bene?!” Sharon era preoccupata.
Andy si riprese dai suoi pensieri “Mi sono stufato delle sue vessazioni e della sua boria! E’ solo un pallone gonfiato!”
“Sì, ma è anche il capo di questa missione. Mettendolo contro di noi, non otterremo nulla di più. Non è una mossa intelligente, mettersi contro John.”
“John, John. Il capo John è uno stronzo. Adesso allora è colpa mia, se quel bastardo ci tratta a pesci in faccia, ci insulta e pretende di essere meglio di noi!? Grazie! Pensavo che fossi dalla mia parte, invece mi sbagliavo!” Era irritato e non faceva nulla di mascherarlo. Forse era anche geloso, ma non ne era sicuro.
“Non si tratta di essere da una parte o dall’altra, adesso siamo in ballo e dobbiamo ballare e chi conduce tutto quanto è proprio John!”
“Perché continui a chiamarlo John, non capisco …” Andy scosse la testa. Sharon lo guardò interdetta, non si aspettava una reazione del genere.
“E’ il capo John!” disse Andy stizzito, adesso sapeva di essere geloso, molto geloso.
“Andy stavamo parlando, avanti, non prenderla come se fosse qualcosa di personale!”
“Ah, non sarebbe personale? Beh, a me non sembra in questo modo!”
Gli animi si stavano scaldando, le voci si alzarono senza che se ne accorgessero, gli altri componenti della squadra si girarono per guardarli, erano stupiti dalla discussione.
“Non mi interessa! Ho ancora un’amor proprio, non ci sto a farmi prendere a calci in culo senza dire nulla!” Flynn si alzò e uscì dalla casetta, era arrabbiato, deluso e frustrato da tutta la situazione.
“Andy!” Sharon si alzò, cercando di fermarlo. Provenza si fece avanti, la fermò, sapendo che sarebbe stato inutile. “Lo lasci andare. Julio, seguilo e vedi che non faccia cavolate. Noi dobbiamo concentrarci su come aggirare le cazzate di John e venire fuori da questa situazione.”
/
Andy era in veranda della sua casetta e vide Julio raggiungerlo. Scosse la testa, era contrariato dalla discussione con Sharon e da come stavano andando le cose.
“Sto bene, sto bene. Non faccio cavolate, lo puoi dire a Provenza.” Intanto Julio si avvicinò ad Andy e si appoggiò alla veranda, guardando verso il cielo.
“Lo dirò a Provenza.” Silenzio. “Vuoi parlarne?” Silenzio.
“Senti Julio, non voglio essere maleducato …”
“Ti piace, vero?”
“Chi?”
“Come chi? Il capitano.” Julio si girò e sorrise ad Andy.
“Dai … non dire stupidaggini…” Fece un sorriso imbarazzato, non immaginava si vedesse così tanto. Era imbarazzato. Abbassò gli occhi, non aveva il coraggio di guardare il collega, che aveva colpito dritto al bersaglio.
“Guarda che l’abbiamo capito, siamo dei detective. Non c’è niente di male.” Silenzio. Andy era perplesso, non sapeva se ammettere, che aveva qualcosa di più di una simpatia per il capitano, oppure negare spudoratamente.
“Ah … si vede tanto …?” Chiese al collega, che annuì sorridendo. “Perché ascolta, cioè … Sharon è una bella donna, volevo dire il capitano. Quando c’è lei, sono contento. Sto bene, tutto qui.” Era imbarazzato.
“Se ti può consolare, anche il capitano ti guarda con gli stessi occhi … “da pesce lesso” … ripeto testuali parole di Emy.” Julio sorrise divertito.
“Se ne è accorta anche Emy?”
“Due occhi per vedere, li ha pure lei …”
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Arrivò l’ora di cena e Provenza fece cenare la squadra, erano stanchi e affamati. Disse che dovevano mangiare per recuperare le forze e lucidità mentale. La cena fu silenziosa, Andy non aveva il coraggio di alzare gli occhi e guardare Sharon, sapeva che aveva fatto la figura dell’idiota. Mangiarono velocemente, poi Provenza li mandò a riposare, la giornata era stata pesante. A riordinare ci avrebbero pensato lui e Mike. Alla spicciolata rientrarono nelle rispettive casette.
Sharon aveva mangiato poco, le si era chiuso lo stomaco. Rientrata alla casetta, non riusciva a ragionare in modo lucido, era meglio andare a riposare. Si sentiva a disagio, aveva messo a nudo una sua parte privata e la cosa non le piaceva. Emy entrò nella casetta e capì che la donna era in imbarazzo.
“Qualsiasi donna sarebbe lusingata.” Silenzio “Insomma due uomini … si stavano battendo …” Emy non terminò la frase.
“All’uso della violenza preferisco il confronto, il dialogo. Il tenente Flynn non doveva arrivare alle mani con il capo John, tutto questo non aiuterà né lui, né la squadra. Inoltre non ha ubbidito ad un mio ordine. Non va bene.” Era contrariata, ripensando alla situazione.
“Sharon, siamo in una situazione particolare e il capo John ha messo sia te che Andy sotto pressione, non lo posso biasimare. Anch’io e Julio avremmo reagito nello stesso modo.”
“Cerchi di giustificare il tenente Flynn? Beh, non è giustificabile!” Sharon si sentiva messa alle corde e questa sensazione non le piaceva. Era a disagio, non le andava di dover giustificare i suoi ordini.
“Hai ragione. Doveva ubbidire al tuo ordine, però …” Silenzio. “Posso parlare liberamente?”
Sharon si fermò, non stava ragionando in modo lucido e coerente “Certo, puoi parlare Emy.”
“Sei arrabbiata perché ha preso le tue difese?” Silenzio. Sharon sorrise e abbassò lo sguardo. “Una cosa che Andy non sopporta è che le donne vengano trattate male. Sai che una mattina, eravamo al Dipartimento, alle macchinette del caffè, quelle al piano terra.” Sharon annuì. “Ha preso le mie difese, perché un collega, quel coglio … il sergente Brian, non aveva rispettato la fila. Si è arrabbiato e ha preteso che mi offrisse il caffè. A me non interessava, ma Andy ne aveva fatto una questione di principio.” Rimasero un momento in silenzio.
“Si è comportato da stupido.” Il tono di Sharon era secco. Silenzio. “Il capo John sta sfruttando la situazione a suo vantaggio, non dobbiamo dargli adito ad approfittarne. In ogni caso, mi so difendere da sola.”
“Certo Sharon, questo lo sappiamo.”
“Adesso è meglio se riposiamo.” Sharon si buttò sul letto. Emy capì che non voleva più parlare e preferì concludere il discorso con un veloce buonanotte.
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Continua …
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