Gioco di squadra
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Cap.7
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Quando Sharon arrivò nella casetta comune, vide che Andy era già ai fornelli. Stava finendo di preparare del pollo con delle verdure per tutta la squadra e una zuppa vegetale. Erano tutti rilassati, c’era una bella atmosfera. Mangiarono insieme, chiacchierando e ridendo.
Provenza aveva rifornito la squadra di birre, per allietare la serata. Mise anche un po’ di musica per farli svagare, visto che la giornata era stata dura.
Prima che diventasse troppo tardi, Provenza, come un buon padre, mandò tutti a riposare, il giorno successivo sarebbe stato impegnativo. Si raccomandò di riposare e di non far incazzare John, perché era un tipo suscettibile. Risero delle raccomandazioni di Provenza e alla spicciolata uscirono, rimasero solo Provenza e Mike, per studiare alcuni dettagli che erano saltati fuori in serata con il confronto con gli altri. Sharon si era attardata ed era in veranda, stava guardando una stellata incantevole e mozzafiato e non si era accorta che John era dietro di lei.
“John! Non ti ho sentito arrivare. Mi hai spaventato!” Sharon si girò all’improvviso, non si era accorta della sua presenza “Arrivare alle spalle di un poliziotto, non è mai una cosa prudente.”
“Sharon … senti io … volevo scusarmi per ieri sera. Vorrei chiarire la situazione. Vieni, andiamo in un posto un poco più riservato.” Dal tono della voce, sembrava sinceramente dispiaciuto e Sharon decise di dare una possibilità per chiarirsi, anche se era convinta che fosse poco opportuno. Lo seguì dietro la casetta, sperando di mettere fine all’attenzione morbosa di John. Quando furono dietro la casetta, John si fece audace “Senti Sharon, perché non mi baci?” Dal tono non era una richiesta.
“Quello che c’è stato tra noi è successo più di vent’anni fa ed è finita, fattene una ragione!” Sharon era sconcertata dall’aver pronunciato quelle parole. Il tono era sprezzante e scocciato.
John si avvicinò ancora di più e l’abbracciò, erano l’uno vicino all’altro. “Fai sempre la difficile, ma lo so, che mi vuoi ancora …” John cercò di baciare Sharon, che per tutta risposta gli diede un ceffone.
“Provaci ancora e saranno guai!” Sharon cercò di non alzare troppo la voce, non voleva fare una scenata, sperava di chiudere quella spiacevole situazione il più presto possibile.
“Messaggio forte e chiaro. Ma te ne pentirai, Sharon.” John la fissò negli occhi, lo sguardo era freddo. Aveva la mano sulla guancia, lo schiaffo gli aveva fatto male, ma ad essere colpito era stato l’orgoglio. Sharon aveva colpito un punto debole, aveva messo a nudo il suo essere maschio alfa, non poteva finire in quel modo.
Arrivò Andy, li aveva visti andare dietro la casetta e incuriosito li aveva seguiti. John guardò con disprezzo Sharon, disse che era tutto in ordine e che ora doveva andare, adesso era tutto chiaro: doveva vendicarsi di Sharon Raydor!
Andy chiese a Sharon se fosse tutto a posto, era agitata e tremava dal nervoso. Rispose che era meglio andare a riposare, sperava di chiudere così quell’incidente increscioso. Ma sapeva che quell’uomo poteva essere vendicativo. Si avviarono insieme verso le casette. Silenzio.
"John è proprio un grandissimo coglione."
"Andy!"
"L'ho detto anche per te Sharon, tranquilla tutto ok." Sorrise soddisfatto.
Andy chiese a Sharon se le avesse dato fastidio, aveva capito che tra i due non scorreva buon sangue. Aveva cercato di accennare il discorso, ma Sharon si era fatta scura in volto. Aveva capito che non voleva parlarne, così aveva preferito lasciare stare, prima o poi Sharon avrebbe raccontato cosa c’era stato tra lei e John. Avrebbe tenuto d’occhio John, non doveva infastidire il suo capitano preferito.
Arrivati davanti alla porta della casetta delle donne, Andy non voleva andare via e per stemperare gli animi disse a Sharon di ammirare la stellata che era sopra le loro teste. Sharon alzò lo sguardo e rimase a bocca aperta, era una stellata fantastica! Andy rimase a guardarla, come ipnotizzato. Sharon indicò alcune costellazioni e disse qualcosa riguardo una stella, ma per Andy l’unica stella, era di fronte a lui. Dopo qualche istante, Sharon si accorse di essere l’oggetto dell’adulazione di Andy e lo guardò sorridendo. “Andy?”
“Sì Sharon …” La guardò con un sorriso beota.
“Mi stavi ascoltando … oppure …”
“Certo che ti ascoltavo, il tropico del Capricorno … la stella del mattino, che indica la via … come non poter ammirare la stella che ti illumina il cammino…” Gli occhi brillavano.
“Tenente, siamo romantici? Dovrei preoccuparmi?”
“In compagnia di una bellissima donna, come potrei non esserlo?” Sorrise. Era felice. Quei due occhi color giada lo stavano trafiggendo, non avrebbe resistito molto, aveva voglia di abbracciarla e di baciare quelle labbra carnose. Quella lingua, che Sharon ogni tanto tirava fuori e si inumidiva le labbra, era così sexy!
“Si sta facendo tardi, meglio se rientriamo.” La situazione stava diventando imbarazzante. Sharon aveva notato che quando era da sola con Andy, era tranquilla e serena, ma nello stesso tempo c’era qualcosa che si agitava nello stomaco. Sua madre avrebbe detto che erano le farfalle, l’agitazione per qualcosa che ti fa sognare, ma non poteva essere così, Andy era un collega, un subalterno, … erano solo amici.
Andy si riprese “Sì, forse è meglio rientrare.” Aspettò che Sharon entrasse. Prima di chiudere la porta, si era girata e aveva fatto un sorriso enorme, bellissimo. Sentiva che c’era qualcosa di più, anche se non aveva capito cosa. Dopo averla salutata, sorrise ancora e si avviò verso la casetta comune, dove vide sulla porta Provenza, che lo stava fissando in malo modo.
"Cosa stavi facendo?" Il tono era brusco, Provenza non era contento di quello che aveva visto.
"Niente." Andy fece spallucce.
"Conosco quell’espressione del viso e non mi piace." Scosse la testa il vecchio tenente, sapeva che c’erano in vista solo guai.
"Cosa ho fatto?!" Chiese con tono ingenuo, ma sapeva benissimo a cosa si riferiva l’amico.
"Spero che tu non abbia in mente di fare idiozie con quella donna."
"Chi?!Io?! Stai scherzando …" Andy si finse sorpreso, sperò di chiudere la conversazione prima possibile.
"Sai bene chi!" Scosse la testa, erano solo guai e niente altro.
"Vedi cose inesistenti Provenza!"
"Forse. Dai entra, idiota!" Aprì la porta all’amico ed entrarono.
/
Il giorno dopo ripresero ad allenarsi allo stesso percorso, per migliorare le prestazioni di tutta la squadra. Sharon ed Andy erano in coppia insieme, questa volta erano partiti dopo Julio ed Emy. I primi ostacoli furono superati senza problemi, strisciare per terra, correre su pneumatici, saltare oltre delle balle di fieno, strisciare sotto una serie di ostacoli. Quando arrivarono alla solita parete da due metri e mezzo, da scavalcare, Sharon si irrigidì. Andy la scavalcò senza problemi, Sharon riuscì ad arrampicarsi, ma non riuscì a superarla, scivolò lungo la parete fino a terra “Maledetta!”
Andy tornò indietro “Forza Sharon, dai che ce la fai!”
Le fece un cenno con il capo, Sharon sorrise, fissò la parete per un momento, prese la rincorsa, saltò e scivolò fino a cadere, questa volta addosso ad Andy, che era dietro di lei.
I corpi erano l’uno sopra l’altro. Sharon era caduta sopra Andy. Avere il corpo di Sharon, sopra il proprio, aveva lasciato Andy ammutolito. Era morbido, sensuale, il suo viso, così vicino al proprio, gli occhi verde giada, bellissimi. Sharon sentiva il calore del corpo di Andy, le braccia che l'avevano avvolta in un abbraccio così forte e tenero. Cadendo, Sharon aveva messo il viso nel collo di Andy e aveva respirato il profumo della sua colonia. Era inebriante, sensuale e accattivante. Alzò la testa, quasi stordita e vide due occhi marroni fissarla e uno sguardo preoccupato. Un momento di imbarazzo e di silenzio. Dopo qualche secondo Andy chiese quasi sottovoce “Stai bene?” Sharon lo guardò, come incantata. “Sharon?”
“Sto bene, grazie.” Le guance erano arrossate, era imbarazzata da quella situazione, era così piacevole e si sentiva al sicuro. Avrebbe voluto rimanere per sempre così, tra quelle braccia così forti e sicure. Andy sciolse l'abbraccio, Sharon si alzò, con le guance ancora arrossate, un brivido le era corso lungo la schiena, non riusciva a capire. Si riprese e tornò alla realtà.
“Io … ecco … questa maledetta parete, non riesco va scavalcarla!” Era contrariata. Intanto arrivò John “Avanti, muoversi, dovete superare la parete, forza vecchietti!!”
“Forza Sharon, prendi la rincorsa e salta sulle mie mani e ti spingo in alto come l’altra volta!” Andy fece un cenno a Sharon, che fece come le aveva detto.
Prese la rincorsa, mise il piede nelle mani di Andy, che le diede la spinta più forte, per scavalcare la parete senza problemi. Raccolsero gli zaini e ricominciarono il percorso, sorridendo l’uno all’altra. John li guardò beffardo, aveva preparato una bella sorpresa per la squadra: aveva aggiunto una pozza di fango da guadare, come ostacolo finale. Questa volta la pozza l’aveva fatta più profonda apposta, piena di acqua e fango.
Sharon ed Andy arrivarono all’ostacolo finale, guardarono Julio ed Emy, che stavano attraversando la pozza con gli zaini e l’acqua, o meglio il fango arrivava fino oltre il bacino.
“Oh no … “Sharon li guardò demoralizzata, non immaginava che fosse così profonda. Julio ed Emy faticavano ad attraversare la pozza e con gli zaini bagnati, il peso era ancora più marcato.
“Forza Sharon, andiamo! E’ l’ultimo ostacolo, dopo abbiamo terminato!” Andy cercò di incoraggiare Sharon, che guardava sconsolata Julio ed Emy uscire dal fango.
“E va bene!” Guardò Andy e annuì, entrambi iniziarono ad entrare nella pozza. Quando la guadarono, il fango arrivò oltre il bacino, erano bagnati fradici e sporchi di fango. Terminarono il percorso, migliorando la prestazione della squadra. Erano soddisfatti, anche se completamente da buttare via. Quando tornarono alle casette, erano in condizioni terribili, sporchi, sudati e stanchi morti. Il capo John sorrise, perché le sorprese non erano finite.
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Continua …
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