Cap. 14
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Flynn era tornato a casa dopo gli incontri AA. Provenza lo aveva riportato a casa e dopo mille raccomandazioni era andato via. Non era certo dell’umore di sentire altre parole da Provenza, era triste e affranto, per come era finita la storia con Sharon. Aveva realizzato che quella stupida scommessa gli si era ritorta contro e la mancanza di coraggio nel dire la verità a Sharon, aveva distrutto la possibilità di essere felice.
Si era innamorato senza accorgersene di Sharon Raydor, il capitano del FID, della Regina di Ghiaccio e soprattutto di una donna stupenda, che adesso gli mancava moltissimo. Era sul letto, sdraiato, aveva abbracciato la maglietta che Sharon aveva indossato l’ultima volta che era stato da lui. L’aveva indossata l’ultima volta che avevano fatto l’amore. C’era il suo odore, sentiva un po’ del suo profumo. Non riusciva più a fare nulla, aveva la mente vuota, il cuore sprofondato in un torpore e riusciva solo a sentire il profumo di Sharon, sentiva quasi anche la sua voce, il suo calore, la sua presenza. Alla fine, stremato si addormentò.
Andy era davanti alla porta dell’appartamento di Sharon. Sapeva che era furiosa e ne aveva tutte le ragioni, però avrebbe voluto spiegare la sua versione. Aveva un mazzo di rose in mano. Avrebbe voluto suonare il campanello e quando lei avrebbe aperto la porta, non le avrebbe dato il tempo di mandarlo via, voleva che sapesse che l’amava. Aveva cercato le parole giuste davanti allo specchio di casa, aveva provato il suo discorso e aveva scritto delle frasi per potersi aiutare nell’esporre il suo pensiero, solo che quando era davanti a Sharon, cominciava a sudare freddo, balbettare e non riuscire più a dire nulla, un vero imbranato!
Ma questa volta era sicuro, voleva che Sharon sapesse dalla sua voce, doveva ascoltare il suo pensiero e sentire le sue ragioni. Alzò la mano verso il campanello, ma non fece in tempo a suonare, Sharon aprì la porta, pronta ad uscire.
“Andy? Che ci fai qui, davanti a casa mia?”
“Scusa se insisto Sharon, lo so che sono insopportabile, però ti amo! Sì, scusa, ma è così e non posso farci nulla. Vorrei gridarlo a tutto il mondo quanto ti amo, perché non ti voglio perdere, non ci sto a perderti, perché solo l’idea di averti accanto, di averti nella mia vita mi rende felice. Sharon ti amo, può sembrare banale, come portare delle rose ad una donna, però è quello che provo e … “Andy sorrise imbarazzato, si passò una mano tra i capelli “E’ vero, tutto è cominciato per una stupida scommessa. Ma poi quando abbiamo cominciato a passare del tempo insieme, a lavorare insieme le cose sono cambiate. Non era più per la scommessa, era perché stavo bene con te. Sono stato uno stupido. Hai ragione se non mi vuoi più vedere, però le cose sono andate in un altro modo, questo lo devi sapere.”
“Vattene Andrew Flynn, lasciami in pace! Vattene!” Gridò Sharon piangendo e chiuse la porta.
Andy si svegliò di soprassalto, sudato e agitato. Dopo qualche secondo di sgomento, realizzò che era stato un incubo, si passò una mano tra i capelli, aveva sognato …anche i suoi sogni si era infranti …scosse la testa, aveva combinato un bel casino, maledetta scommessa!
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Il giorno seguente, il capitano Raydor era alla Crimini Maggiori, sperava di vedere il tenente Flynn e di potersi spiegare, aveva aspettato davanti alla sua porta, poi si era sentita una stupida ed era tornata a casa, triste. Nel frattempo entrò Provenza, che si sedette alla scrivania e attese l’arrivo del capo Johnson. Sharon era tentata di chiedere a Provenza informazioni sul tenente Flynn, ma non ne aveva il coraggio, c’era un silenzio pesante alla Crimini Maggiori da quando era entrata e nessuno le aveva rivolto la parola. Sapeva che la scenata del giorno prima, non aveva aiutato a migliorare i rapporti con la squadra, anzi, tutti quanti la guardavano male.
Arrivò il capo Johnson, che davanti alla scrivania di Provenza chiese informazioni del tenente Flynn. Provenza rispose che l’idiota non si sentiva bene e mentre lo diceva, fissava il capitano Raydor, che si sentiva sotto accusa per la strana malattia, che aveva colpito il tenente Flynn. Il capo Johnson annuì irritata da tutta la situazione, quando il capitano Raydor, corse nel bagno delle donne.
Il capo Johnson sospirò, era diventato tutto complicato, lasciò la borsa nel suo ufficio e con stupore di tutti, disse che stava andando al bagno delle donne. Entrò senza farsi sentire e ascoltò quello che Sharon, in lacrime, stava dicendo al telefono a Gavin, rivelando che il suo interesse per il tenente Flynn, era nato per una stupida scommessa proprio con l’avvocato Baker. Singhiozzando il capitano Raydor aveva terminato la conversazione ed era ai lavandini per cercare di sistemarsi, prima di rientrare al FID. Aveva due occhi rossi e la faccia sconvolta, prese un profondo respiro e uscì dal bagno delle donne. Il capo Johnson, chiusa nel bagno accanto, rimase senza parole, la situazione era ingarbugliata, più di quanto immaginasse e tutta la squadra della Crimini Maggiori ne era rimasta impigliata. Maledette scommesse! Aveva borbottato tra sé il capo Johnson, prima di uscire dal bagno e rientrare alla Crimini Maggiori.
“Tenente Provenza, nel mio ufficio! Subito!” Gridò il capo Johnson, ormai scocciata da tutta la situazione. Provenza entrò nell’ufficio della donna, sapeva che c’erano solo guai in arrivo, lo aveva capito dal tono della voce. Dopo qualche minuto, l’avvocato Baker fece la sua entrata nell’ufficio del capo Johnson, voleva discutere di altri particolari relativi al caso Baylor, ma il capo Johnson lo interruppe, disse di tacere e di ascoltarla. Lo sgridò, perché era co-responsabile di quanto stava accadendo. L’avvocato Baker era perplesso e rimase ancora più sconcertato, quando seppe tutti i particolari della storia tra il capitano Raydor e il tenente Flynn.
Il capo Johnson era furiosa, dovevano fare qualcosa per rimettere a posto le cose, soprattutto l’avvocato Baker e il tenente Provenza, che avevano scatenato l’enorme equivoco, per due stupide scommesse. Li licenziò entrambi, aveva bisogno di rimanere da sola, per riflettere su come muoversi per sbrogliare la matassa.
Il capitano Raydor era al FID e ricevette la visita del suo amico Gavin, che cercò di consolarla e di scusarsi per la situazione, in cui l’aveva messa. Non immaginava che una semplice scommessa potesse causare tanti danni.
Provenza sfruttò la pausa pranzo per andare a vedere le condizioni di Flynn. Era di pessimo umore, triste e malmostoso. La visita di Provenza lo aveva irritato e più Provenza cercava di risollevargli il morale, più Flynn si indispettiva e alla fine avevano litigato. Provenza aveva sgridato Flynn, gli aveva detto che non doveva prendersela per una donna, che aveva giocato sporco come lui. Non aveva terminato la frase, che Provenza si era accorto di aver parlato troppo e cercò di minimizzare, ma Flynn voleva sapere il perché di quella frase e incalzò l’amico, fino a che non confessò quello che il capo Johnson aveva sentito nel bagno delle donne dal capitano Raydor: tutto era nato per una stupida scommessa!
Flynn era sbiancato, non credeva a quanto udito, era sotto shock! Provenza aveva capito che invece di migliorare le cose, le aveva peggiorate, adesso Flynn era arrabbiato con Sharon e non voleva più vederla. Si sentiva preso in giro, mortificato per la sua sensibilità e si sentiva un idiota per come aveva agito. Provenza gli propose di accompagnarlo ad un incontro AA, ma Flynn rispose che voleva tornare al lavoro, così non avrebbe più pensato alla Regina di Ghiaccio!
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Alla Crimini Maggiori non servivano più i casi di omicidio, la tensione era palpabile nell’aria e tutti quanti guardavano in silenzio il tenente Flynn, cercando di non irritarlo più di quanto già non fosse. Il tenente Provenza tentò varie volte di dire qualcosa, ma Flynn lo interruppe, gli disse che era meglio tacere e anticipò quello che il vecchio tenente voleva dire.
Il capo Johnson dal suo ufficio, guardò tutta la situazione, che stava sfuggendo di mano. Adesso doveva trovare una soluzione e anche al più presto, se non voleva rovinare tutta la squadra. Persino il capo Pope aveva notato che c’era qualcosa che non funzionava nella Crimini Maggiori, ma il capo Johnson, aveva optato per lo stress da lavoro, come risposta per Pope.
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Il capitano Raydor vide il tenente Flynn andare in sala relax, lo seguì e sperò di sfruttare l’occasione per potersi chiarire.
Quando entrò, vide che il tenente era di schiena e stava preparando il caffè per tutta la squadra, voleva farsi perdonare dai colleghi il pessimo umore. Mentre stava armeggiando sentì qualcuno entrare e senza girarsi disse con tono brusco “Provenza sto preparando il caffè, dammi ancora qualche minuto e arrivo!” Silenzio. Sharon rimase in piedi davanti a lui, era senza parole e non sapeva da dove cominciare.
Flynn si girò, pensando di trovare Provenza e con un mezzo sorriso stava per parlare, quando le parole si fermarono in gola. Silenzio.
“Non … non sono il tenente Provenza. Volevo … ecco …”
“Capitano Raydor …” Flynn era sbiancato, non si aspettava di trovarsi da solo con Sharon, era pietrificato e non sapeva più cosa dire.
“Ehm … senti Andy …volevo solo dirti che … mi dispiace … io … cioè … non dovevo … noi …” Sharon balbettava, era difficile trovarsi da sola davanti ad Andy e scusarsi.
Andy prese fiato “Senta capitano Raydor, non abbiamo nulla da dirci. Perché quello che aveva da dirmi, me lo ha detto chiaramente. Quindi possiamo solo parlare di lavoro, non abbiamo nulla di cui parlare. Devo portare il caffè, prima che si freddi.” Prese la brocca e uscì, non riusciva più a stare davanti a lei, gli tremavano le mani e se non se ne fosse andato via, la brocca del caffè sarebbe caduta per terra. Aveva il cuore che batteva a mille e si sentiva un verme per quello che aveva appena detto, ma l’orgoglio e la rabbia, avevano ceduto alla ragionevolezza.
Sharon rimase a guardarlo uscire, abbassò lo sguardo, in fondo Andy aveva ragione, lei si era arrabbiata e non aveva dato la possibilità ad Andy di spiegare le sue ragioni. Era in difetto, lo sapeva, meritava di essere trattata in quel modo. Sospirò e si preparò un thè.
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Continua …
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