Cap.5
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Quella mattina il capitano Raydor era agitata. Aveva riflettuto su quanto accaduto in archivio con il tenente Flynn e cercava di dare una risposta al suo comportamento. Doveva ammettere che si trovava bene a lavorare con il tenente. Forse, troppo bene. Era sorpresa dalla reazione del suo corpo, sembrava attratta come un’ape dal polline, aveva notato che entrambi erano imbarazzati, quindi sperò che il tenente Flynn non avesse notato, che era arrossita come una ragazzina.
Per fortuna erano usciti a mangiare qualcosa insieme e nel frattempo la camicetta si era asciugata. Era imbarazzata per come era riuscita a complicare le cose e a rendere tutto difficile, ma diventava un’imbranata quando era così a stretto contatto con il tenente Flynn.
Quando era entrata alla Crimini Maggiori aveva notato che lo sguardo di Andy Flynn era più penetrante del solito, era sempre vicino allo schedario e la fissava, sentiva due occhi su di lei, come se volessero spogliarla. Era dal tenente Tao, per chiedere riscontro su alcuni dati che le aveva dato il giorno prima e mentre le spiegava i vari dati, sentiva due occhi marroni squadrarla. Diede un’occhiata fugace e vide che Andy aveva subito girato la testa e stava fingendo di guardare dei rapporti.
Quella mattina Andy era agitato, era sconcertato da quanto accaduto in archivio con il capitano Raydor, o meglio era sorpreso per quanto non era accaduto. Avrebbe voluto prenderla tra le braccia e baciarla fino a non respirare più, avrebbe voluto toglierle quella camicetta bagnata, che lo aveva eccitato e sfiorare il reggiseno di pizzo, che racchiudeva quei seni gonfi e morbidi.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa per poterla toccare, ma aveva quasi paura a farlo. Non capiva questo comportamento, in genere con le donne faceva sempre lui il primo passo. Con il capitano Sharon Raydor era diverso, era impacciato, imbarazzato e totalmente imbranato. Non capiva il perché, eppure il suo corpo si era eccitato al solo contatto con quello di Sharon: era così calda e sexy.
In tarda mattinata, il capo Johnson aveva mandato Provenza e Flynn, insieme al capitano Raydor, sulla scena del crimine per rivedere alcuni dettagli dell'omicidio di un membro dei B52. Sanchez era già sul posto e stava esaminando il perimetro. Arrivarono con la macchina di Provenza, che parcheggiò a lato, mentre il capitano Raydor parcheggiò nel vialetto davanti alla casa. Entrarono e fecero un primo giro, ripercorrendo tutte le azioni, che potenzialmente avrebbero compiuto gli affiliati della gang.
Sharon stava prendendo appunti, mentre Provenza parlava e Flynn era dietro il capitano. Dopo un primo giro, sembrava non avessero dimenticato nulla, eppure, mancava qualcosa... Quando udirono un rumore di frenata e senza aspettare un momento Flynn gridò: “Tutti giù!”
Si buttò sopra il capitano Raydor, per proteggerla da una raffica di proiettili, che per poco non li travolse. Il fuoco a cui furono sottoposti durò una manciata di secondi, che sembrò interminabile, poi, ci fu una pausa e silenzio. Provenza gridò di rimanere a terra e di ripararsi al meglio, quando un'altra raffica di pallottole cadde a pioggia. I mobili e le suppellettili furono distrutti, cercarono riparo dietro un divano, che venne colpito più volte, ma per fortuna, riuscì a ripararli. Provenza intanto aveva chiamato rinforzi e anche Sanchez, che era sul retro della casa, aveva avvisato la Centrale per chiedere supporto. In quei minuti, che sembravano interminabili, Flynn era sopra il corpo del capitano Raydor e con una mano le copriva il capo.
Ad un tratto gli spari terminarono e ci fu un silenzio quasi irreale. Rimasero immobili e con il fiato sospeso, alzarono la testa e si guardarono intorno. La casa era semi distrutta, ma per fortuna erano tutti interi.
“Tutto a posto?” Flynn aiutò il capitano Raydor a rialzarsi.
“Sì, grazie. Sto bene.” Sharon abbozzò un mezzo sorriso, avevano corso un bel rischio.
Provenza andò vicino a loro per assicurarsi che stessero bene e fece notare al capitano Raydor, che la spalla sanguinava. Non se ne era accorta, l’adrenalina era ancora in circolo e non sentiva dolore per una scheggia, che si era conficcata nella spalla.
“Flynn, accompagna il capitano in ospedale per farla controllare, tra poco dovrebbero arrivare le ambulanze.” Non terminò la frase, le sirene delle ambulanze e delle macchine della polizia si fecero sentire e divennero sempre più forti. Arrivarono i rinforzi, circondarono e misero in sicurezza tutta la zona e Flynn portò il capitano Raydor su un’ambulanza. Sharon iniziò a sentire il dolore, non riusciva a stare sdraiata, Flynn l’aiutò facendola appoggiare al suo corpo. L’infermiera tagliò la giacca e la camicetta del capitano, che rimase con la spalla e la schiena scoperte. La scheggia era infilata dietro la spalla e l’infermiera voleva attendere a toglierla, per evitare un’ulteriore emorragia di sangue.
Andy vide per la prima volta la spalla nuda, la pelle avorio di Sharon macchiata di sangue. Il suo sguardo più che dolorante, era imbarazzato a mostrarsi a lui, in quel modo. Andy si tolse la giacca e l’appoggiò sopra, come a coprirla e sorrise, cercando di sollevarla dall’imbarazzo, che era disegnato sul viso. Sharon apprezzò il gesto di Andy, sorrise e abbassò lo sguardo.
“Andrà tutto bene, vedrai.” Le sussurrò, cercando di rassicurarla. Sharon annuì, ma nei suoi occhi c’erano paura e lacrime di dolore, pronte a cadere sul viso, ma stava facendo di tutto per non crollare davanti a lui. Arrivarono in ospedale e portarono Sharon in un ambulatorio per toglierle la scheggia, Andy era rimasto in sala di attesa, in trepidazione. Dopo una buona mezz’ora arrivò il dottore, che si era presa cura di Sharon, le avevano tolto la scheggia e disinfettato la spalla. Le avevano messo qualche punto di sutura e aveva bisogno di riposo, ma poteva tornare a casa, non era nulla di grave.
Andy fu felice di accompagnare Sharon a casa, si vedeva che era dolorante. Chiamò Provenza, per aggiornarlo sulla situazione del capitano. Le ordinarono di rimanere a casa qualche giorno. Flynn l’accompagnò a casa, aveva l’aria stravolta, l’adrenalina era sparita e sentiva tutto il peso della giornata e il dolore della ferita.
Andy entrò per la prima volta a casa di Sharon, era elegante e profumata di fresco, proprio come la padrona. Sharon entrò in casa, gli disse di mettersi comodo, mentre sarebbe andata in camera a cambiarsi. Andy si guardò intorno, era felice e anche un po’ imbarazzato, sembrava che volesse violare la privacy di Sharon, non sapeva bene cosa fare, così rimase in piedi, davanti all’entrata. Sharon arrivò qualche minuto dopo, vestita con dei leggings e una maglietta molto larga e un maglione. Si scusò per come era vestita, ma preferiva degli abiti comodi.
Andy sorrise, era bellissima. Le chiese se avesse bisogno di qualcosa d’altro. Sharon lo ringraziò, stava bene ed era merito suo se era salva. La ferita era solo un piccolo incidente di percorso, chiese se gradiva bere un thè insieme. Andy le fece i complimenti per la casa, era bellissima, proprio come lei, sorrise contento.
Sharon intanto aveva preparato il thè per entrambi, prese le due tazze e ne porse una ad Andy, sorridendo e andando a sedersi dall’altra parte del divano, non osava guardare Andy in faccia, era imbarazzata.
Andy sorseggiò il thè e sorrise. Sharon sorseggiò il thè e buttava qualche sguardo ad Andy. Rimasero in silenzio, imbarazzati. Andy diede un colpo di tosse, era meglio se fosse rientrato alla Crimini Maggiori. L’avrebbe chiamata più tardi, per sapere come andava la ferita. Appoggiò la tazza del thè sul tavolo e si avviò verso la porta, Sharon lo accompagnò e rimase a guardarlo, mentre apriva la porta.
“Cerca di riposare.” Le diede un bacio sulla fronte.
Sharon rimase sorpresa da quel bacio, inaspettato e le fece fremere tutto il corpo. Anche Andy aveva sentito un brivido lungo tutta la schiena, doveva andare via, altrimenti non si sarebbe controllato. “Allora, ti chiamo stasera per sapere come stai. Ciao Sharon.”
“Grazie Andy. Grazie, per tutto quanto.” Sharon lo guardò andare via, chiuse la porta e si appoggiò contro, sospirando e chiudendo gli occhi, non riusciva a capire cosa le stesse facendo quell’uomo.
Per i due giorni successivi, il capitano Raydor rimase a casa. Il capo Johnson era felice di non averla tra i piedi per un paio di giorni e aveva ordinato al tenente Flynn di occuparsi della sua dichiarazione.
Alla Crimini Maggiori il tenente Flynn era triste, per la mancanza della presenza di Sharon, sembrava un cucciolo smarrito e spesso Provenza lo aveva preso in giro, perché sembrava avesse la mente su un altro pianeta. Flynn aveva minimizzato, rispondeva che era assorto in profondi pensieri, pur di non dare ragione all’amico, che lo punzecchiava su quella donna. Flynn negava qualsiasi coinvolgimento, anzi, diceva che stava lavorando sulla scommessa, perché gli interessava solo vincere.
La sera dell’incidente e per le due sere successive, dopo cena, Andy chiamò Sharon per sentirla e augurarle la buonanotte. Voleva sentire la sua voce e rassicurarla sulla mancanza della sua presenza che sentiva tutta la squadra. Sharon era felice che Andy la chiamasse, era così carino e affettuoso nei suoi confronti e ripensando alla scommessa che aveva fatto con Gavin, si era accorta, che forse, aveva fatto un grosso sbaglio.
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Continua …
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