Quando fu ora di colazione la madre e la sorella di Helena furono piuttosto sorprese di vedermi scendere la scala con lei.
-Ciao Sasha, che sorpresa.- mi salutò la madre.
-Buongiorno.- dissi leggermente imbarazzato.
-L'ho invitato io ieri sera.- disse Helena.
-Ciao Sasha.- disse Iya.
-Ciao.- mugugnò Hanna mezza addormentata.
-Ciao, scusate il disturbo.- le salutai sentendomi del tutto fuori posto.
-Vuoi fare colazione con noi?- disse la madre
-Certo, volentieri.- dissi.
Andai a sedermi al tavolo insieme a loro.
-L'avete sentito anche voi il terremoto di questa mattina?- chiese Helena agli altri.
-Caffè?- mi chiese la madre di Helena. -Si, in effetti era più forte degli altri.- rispose poi alla figlia.
-È stato un 4.0 - disse Hanna, - l'abbiamo sentito meno perché era abbastanza lontano da dove siamo noi.-
-Si, grazie.- risposi alla madre.
-Dov'è avvenuto?- si interessò Helena allontanandosi un momento dal tavolo.
-Sulla cima.- disse Hanna.
Helena portò due tazze di caffè nero, una per lei una per me, e un piatto con qualche fetta di pane scuro, fette di formaggio, e delle aringhe che mise in mezzo al tavolo per tutti.
-Grazie.-
-Di niente.- mi rispose di rimando sedendosi accanto a me.
-Forse è la volta buona che si calma, sono settimane che le fontane di lava stanno eruttando.- osservai.
-Questo non lo sa nessuno.- commentò la madre - fino a pochi mesi fa non sapevamo niente di questo vulcano, se è vero che non erutta da secoli o più deve avere accumulato una grande riserva di magma.-
-Come era il film?- chiese Iya.
-Ehm..interessante.- dissi incerto.
-...si davvero bello.- continuò Helena.
Sorseggiai il mio caffè scambiando uno sguardo incerto con Helena che abbozzò un mezzo sorriso.
-Forse lo andrò a vedere.- disse Iya.
-Te lo consiglio.- risposi con finta convinzione.
-Allora probabilmente..- Iya non terminò la frase che tutto iniziò a vibrare dando la sensazione che il pavimento venisse a mancare sotto di noi.
Tutto finì in pochi secondi.
-Sbaglio o questi terremoti stanno diventando più frequenti?- disse Helena.
-Forse l'eruzione sta cambiando.- ipotizzò la madre - l'area dove la lava si sta riversando in mare è ormai un grande campo lavico.
-In quel momento si udì uno schianto e allo stesso tempo il pavimento e la casa tremarono lo stesso.
Il lampadario oscillò e alcuni oggetti di arredamento in posizione precaria caddero dai tavoli.
Dei gemiti, le ragazze erano davvero spaventate.
-Sotto il tavolo, subito!- ordinò la madre.
Tutti e cinque ci stringemmo sotto il tavolo mentre il terremoto rallentava.
-Questa era forte.-
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Contattai mia madre per sapere se era tutto apposto.
Come al solito lei minimizzò che si era trattato solo di un terremoto più forte del solito.
Come i giapponesi anche noi islandesi avevamo imparato a convivere con questo genere di eventi in modo più razionale rispetto al resto del mondo.
Le stesse case islandesi, Jökulsárlón compresa, erano progettate e costruite con materiali e criteri tali da renderle resistenti anche ad un terremoto di magnitudo 8.0.
Ciononostante l'istinto di mettersi a riparo sotto un tavolo o sotto l'arco della porta era ancora nella cultura locale, veniva persino ancora insegnato per precauzione nelle scuole islandesi.
-Se ti va bene ti ricontatto questo pomeriggio per dirti a che ora arrivo.- prima, la madre di Helena mi aveva chiesto se mi fermavo a pranzo, avevo accettato.
Qualche secondo di attesa, aspettando che finisse.
-Va bene, a dopo, ciao.-
Spensi il pannello trasparente del cellulare.
Mi trovavo di fuori, davanti alla casa di Helena per poter parlare in privato.
Continuava a nevicare sporadicamente.
In quel momento un'altra lieve vibrazione scosse il suolo.
Guardai in lontananza, in direzione di Vatnajokull, ma non vidi nulla di strano nell'area del vulcano.
Eccetto qualche nuvola.
Rientrai per finire la colazione.
-Era un terremoto di magnitudo quattro punto cinque,- mi informò Helena - tutto bene tua madre?-
-Per lei è tutto normale.- dissi - hai detto quattro punto cinque?-
-Sì, sulla sommità del vulcano. La Protezione Civile Islandese sta valutando un evacuazione, nel caso la situazione dovesse diventare pericolosa, almeno così riferisce il notiziario di Reykjavík. - riferì la madre di Helena.
-Cosa gli ha fatto cambiare idea, dopo un mese che il vulcano sta eruttando.- chiesi perplesso sedendomi a tavola con loro.
-A quanto dicono, in base ai sorvoli con i droni, qualcosa sta cambiando sulla sommità, ci sono grandi fratture attraverso il ghiacciaio nella parte centrale della caldera, qui il ghiacciaio è sprofondato verso il basso in una depressione circolare e sta continuando.-
-Non era una delle aree dell'eruzione?- chiese Helena.
-No, l'eruzione avviene da una serie di nuove fratture tra il ghiacciaio e la terraferma,- spiegò la madre -la caldera finora è sempre stata tranquilla.-
-Continuo a non capire il perché di tutta questa preoccupazione, insomma, potrebbe semplicemente formarsi un nuovo sfogo eruttivo.- dissi.
-Te lo sintetizzo in poche parole,- iniziò la madre rivolgendosi a me, - la caldera ha dieci chilometri di diametro, è molto antica ed è coperta da una coltre di ghiaccio e neve di 400 metri di spessore, parte del Vatnajokull. In sintesi la parte centrale di questa caldera sta sprofondando con tutto quel ghiaccio, e non ne conosciamo gli effetti, potrebbe formarsi un eruzione più grande e causare inondazioni catastrofiche.-
-Capito, quindi significa che ci saranno terremoti molto forti.- conclusi.
-Esattamente, in ogni caso la situazione è ancora ampiamente sotto controllo.- disse lei.
Iya, che finora si era limitata ad ascoltare, facendo colazione in silenzio come Hannah intervenne -Ci saranno altri terremoti quindi?-
-Si,- borbottò Hannah, poi aggiunse -mamma, tra quanto partiamo?-
-Il tempo di finire colazione con calma poi andiamo.- disse lei.
-Dovete uscire?- chiese Helena.
-Io, Hannah e Iya dobbiamo andare a fare la spesa, poi torniamo, tu e Sasha preparate la tavola.
-Ricevuto.- disse l'interessata -Comunque, Hannah, cos'hai che sembri cupa?-
-Ho dormito poco stanotte.- disse lei.
-Allora ci hai sentiti arrivare.-
-Si, ma non mi avete svegliato voi.-
In quel momento l'ennesima vibrazione attraversò la stanza.
-Quanti anni hai Sasha?- fece Iya curiosa.
-Diciannove, perché?-
-Curiosità.-
-Iya, lascia in pace Sasha.- borbottó Helena.
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Quando uscirono restammo in casa io ed Helena seduti e sparecchiando la colazione.
Fuori la nevicata sembrava infittirsi.
-Simpatica tua sorella.- dissi.
-Già..- borbottò lei, -ma quando ci si mette, credimi, fa mettere le mani sui capelli a tutti.-
-Non lo metto in dubbio, sembra essere una dote di famiglia.-
-Con questo cosa vorresti insinuare?- fece Helena guardandomi socchiudendo un occhio, sicuramente intuendo l'ironia.
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-Niente, è solo che mi ricorda te.- sorrisi.
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-Io sono molto diversa da mia sorella.- rispose lei
-Tipo, non avere lo stesso nome?- Helena mi fece una linguaccia.
-Cosa facciamo intanto che aspettiamo?- chiesi.
-Nulla, per qualche ora abbiamo la casa tutta per noi.- disse lei.
-Non credo che in tre ci metteranno molto a fare la spesa.- commentai.
-Questo vuol dire che è meglio approfittarne.- disse Helena vedendomi incontro con le braccia attorno al collo.
Ci baciammo.
Quando ci separammo sentimmo un'altra vibrazione, ma non ci facemmo caso.
-Non dovremmo sparecchiare la tavola?-
-Dopo.- Mi baciò di nuovo, mi prese le mani e tirandomi mi costrinse ad alzarmi in piedi trascinandomi verso il divano..
In quel momento un nuovo schianto ci fece sobbalzare, tutto tremò di nuovo e rapidi ci affrettammo a metterci a riparo sotto il tavolo.
Quando tutto si calmò uscimmo di casa sotto la neve nella luce del crepuscolo polare guardare in direzione del Vatnajokull, con la sensazione che stesse succedendo qualcosa ma anche per istintiva curiosità.
Vedemmo solo una nuvola. Inizialmente pensai si trattasse solo di una banale nuvola di maltempo, dopotutto stava ancora nevicando, ma poi mi resi conto che sembrava una nuvola di vapore salire da qualche parte lontano sul Vatnajokull.
-Lassù sta chiaramente succedendo qualcosa.- disse Helena, -E non sembra un buon segno.--Stavo pensando la stessa cosa.-
La terra trema di nuovo, ma in modo più lieve.
-Chiamo mia madre.- dissi.
-Io le mie sorelle.-
Anche altre persone avevano iniziato ad uscire dalle loro case.
La base della lontana nuvola di vapore sembrava allargarsi e se non ero in torto, dove c'era vapore c'era anche calore.
La terra tremò di nuovo, più forte stavolta.
Presi il cellulare.
La madre di Helena stava tornando a casa.
Le vibrazioni, o terremoti minori, stavano chiaramente aumentando di frequenza, questo significava che poteva essere il culmine di qualcosa di importante.
Avevo chiamato mia madre per informarla che sarei arrivato a casa in anticipo, non potevo lasciarla sola con tutto quello che stava succedendo, al contrario di Helena che aveva due sorelle e sua madre ancora presenti in casa.
Eravamo seduti sul divano a discutere.
La paura stava prendendo forma.
-Cosa succederà secondo te?- mi chiese.
-Credo stia per iniziare una nuova eruzione, si sta comportando in modo simile a quando si è risvegliato un mese fa, solo...più forte.- ipotizzai.
Lei sbuffo.
-Non vedo l'ora che tutto questo incubo finisca, fino a stamattina ero felice poi tutto inizia a...- non trovò un aggettivo adatto.
Le cinsi un braccio attorno alle spalle e lei si appoggiò a me.
-Andrà tutto bene.- le baciai la fronte, -Vedrai.-
-E cosa faremmo se invece tutto dovesse peggiorare?- fece lei.
-Al momento preferisco non pensarci.-
-Nemmeno io.-
Sollevò la testa e guardò il mio viso in quel modo particolare, ci accostammo l'uno all'altra quando..
La madre di Helena girò la chiave e aprì la porta, -È meglio se uscite un momento.-
La seguimmo scambiandoci uno sguardo perplesso.
Lungo le strade di Jökulsárlón si stavano radunando delle persone, molte senza giacca, sicuramente richiamate a loro volta dai familiari, ma avevano tutti qualcosa in comune, guardavano tutti in un unica direzione.
Io ed Helena ci unimmo alla madre e alle sorelle accanto alla macchina appena parcheggiata fuori, stavano guardando nella stessa direzione.
In direzione di Vatnajokull, dove prima io ed Helena avevamo visto il pennacchio di vapore che si sollevava, zampillava una cortina di fuoco giallo arancio, difficile da qui stimarne l'altezza, ma doveva essere almeno di un centinaio di metri e sembrava anche piuttosto larga.
Poi le nuvole di vapore si spostarono di lato spinte dal vento e nel bagliore delle lontane fontane di lava, ne vidi una seconda poco lontana dietro ad essa, prima celata dalle nuvole e dal maltempo invernale. Sentii nuovamente la terra tremare sotto i miei piedi.
Helena mi venne vicino, prendendomi la mano nella sua.
Ci guardammo intuendo il pensiero dell'altra e dell'altro di poco fa.
-Io comincerei seriamente a pensarci.- disse lei.
Guardai nuovamente in direzione di Vatnajokull e tra le nuvole iniziai a scorgere una terza cortina di lava, forse era una mia impressione ma mi sembrava anche che le prime due fossero leggermente cresciute in larghezza e fossero addirittura diventate più alte.
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