Dal Nord America al Oceano Indiano, la percentuale di polveri presente nell'atmosfera e' tale che la notte vulcanica si sta oscurando ulteriormente, con un aggiuntivo rapido calo delle temperature di almeno dieci-quindici gradi.
L'eruzione di Toba e' ancora in atto, con un ritmo alternato da fortissime esplosioni, e da brevi periodi di calma apparente.
Quella di Long Valley invece prosegue con un'intensità' dimezzata rispetto a prima, ma ormai è chiaro che anche l'ultimo supervulcano stia tornando alla sua fase di quiescenza.
All'altezza dell'Artico è praticamente impossibile rimanere in piedi: i venti soffiano con una potenza tale che la neve sembra sparata a bruciapelo.
La calotta glaciale ha ricominciato una rapida espansione, a punto tale che ogni giorno sembra essersi ingrandita ulteriormente, alimentata dalle stesse bufere di neve a 120 km/h che la sovrastano.
In ogni angolo del pianeta morente, intense bufere di vento polvere e neve sferzano la superficie con una violenza tale, che in alcuni punti più sensibili agli sbalzi di temperatura giungono anche a raffiche di forza uragano.
Le uniche luci intermittenti sono quelle dei lampi e dei fulmini che accompagnano quella glaciale notte vulcanica, formati dallo scontrarsi repentino delle particelle di cenere.
Quelle devastanti mega-eruzioni avrebbero mutato per sempre il volto del pianeta.
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