Cap.17
Sei mesi dopo
Le sirene delle auto della polizia suonavano all’impazzata, la segnalazione diceva che era stato trovato il corpo di un uomo, uno dei loro, era morto, un tenente del distretto di Hyde. Chiamarono la Crimini Maggiori per indagare sull’omicidio e tutta la squadra, insieme al capo Johnson, si recò in gran fretta all’indirizzo indicato.
Quando arrivarono, il capitano Taylor era già lì e andò incontro al capo Johnson, per parlarle, prima di chiunque altro. Le disse di tenere lontano il tenente Flynn dalla scena del crimine e che in seguito le avrebbe spiegato il motivo. Lo disse in un modo, che il capo Johnson rimase colpita, quindi disse subito al tenente Flynn di prendere le dichiarazioni dei testimoni e di cercare altri indizi fuori dalla scena del crimine. Flynn obbedì, anche se rimase un po’ perplesso, perché tutto il resto della squadra stava andando sulla scena del crimine. Li guardò da lontano e si chiedeva perché il capo, avesse dato proprio a lui quell’ordine, comunque si avviò per svolgere il lavoro. C’erano degli altri agenti che erano giunti sul posto, prima della Crimini Maggiori, alcuni parlavano tra di loro e Flynn, incuriosito si era avvicinato e aveva chiesto se conoscevano il nome del collega ucciso e come fosse morto.
Gli agenti risposero che probabilmente era un collega del distretto di Hyde, qualcuno diceva che fosse il tenente Sully, altri no, altri dicevano che c’entrava la malavita, per come era stato ucciso.
“Perché come è stato ucciso?” Chiese Flynn incuriosito.
“Lo hanno appeso per i piedi ed è morto dissanguato, la scena è da film horror, c’è sangue da tutte le parti.” Disse un giovane agente ancora spaventato.
“Come hai detto? Ripeti quello che hai detto?” Flynn si fece più insistente. I colleghi degli altri distretti rimasero interdetti dall’improvvisa agitazione del tenente e l’invitarono a calmarsi. Ma Flynn era sempre più agitato e decise di andare a vedere di persona la scena del crimine. La squadra era già dentro, quando entrò vide il capo Johnson e Provenza che parlavano con il resto della squadra e Buzz che faceva le riprese. Si avvicinò e vide la scena del crimine e il corpo appeso, gli si raggelò il sangue, la mente tornò indietro di anni.
“Tenente Flynn cosa sta facendo qui?! Le avevo ordinato di prendere le dichiarazioni dei testimoni!” Gridò il capo Johnson e attirò l’attenzione di Provenza, che non attese un secondo e prese di peso Flynn e lo portò fuori, lontano dalla quella scena raccapricciante. Flynn aveva gli occhi ancora sbarrati, raggelati, guardavano fissi il corpo, stava rivedendo una scena avvenuta anni prima.
Senza opporre resistenza, si era lasciato portare fuori, all’aria aperta, dove il puzzo di sangue raggrumato non c’era più. Il cadavere doveva essere lì da parecchio tempo. Intanto erano arrivati quelli del FID, con il capitano Raydor, che indossava il suo elegante trench nero da Darth Raydor.
Aveva appena intravisto Provenza, mentre stava portando via Flynn, gridandogli addosso perché non aveva ubbidito agli ordini del capo Johnson. Flynn era muto, con gli occhi sbarrati, lo sguardo perso in qualche altra dimensione, i loro occhi incrociarono per un momento. Sharon lo guardò e lesse il terrore, l’angoscia e la disperazione nel volto e negli occhi. Andy si era accorto di Sharon, l’aveva vista, l’unica luce in un momento di orrore puro, di morte e buio dell’anima.
Il capitano Raydor andò a passo spedito presso la scena del crimine, era uno dei loro, dovevano trovare il bastardo che aveva commesso questo crimine. Cominciò a dare ordini ai suoi uomini e si portò vicino alla scena, accanto al capo Johnson e al capo Taylor, che stavano cercando di capire come era potuta succedere una cosa del genere. Arrivò il capitano Morrison, del distretto di Hyde, e quando vide la scena, chiese se potevano tirare giù il tenente Sully. Il capo Johnson non apprezzò l’intervento del capitano Morrison, però capì i sentimenti dell’uomo, era visibilmente provato da quella scena. Fecero foto ovunque, terminarono i rilievi e delimitarono la scena, poi il capo Johnson decise di ritornare in Centrale per fare il punto della situazione, c’erano troppe cose che non tornavano e troppe cose di cui era all’oscuro.
Intanto Provenza continuava a parlare con Flynn, raccomandandogli di non fare stupidate, di chiedere scusa al capo Johnson, per non aver ubbidito agli ordini. Flynn era muto, non diceva nulla, guardava Provenza, il suo sguardo era altrove. La mente e i pensieri erano altrove, stava già pensando alla prossima mossa da fare per capire e metabolizzare quello che aveva visto. Annuì a Provenza, lo rassicurò che si sarebbe comportato bene, che non avrebbe fatto stupidate e insieme rientrarono alla Crimini Maggiori. Provenza gli diede un’occhiataccia, sapeva quando qualcuno stava mentendo.
Tutta la squadra era rientrata, stavano allestendo la lavagna con i dati e Buzz stava portando le foto che aveva scattato.
Il corpo sarebbe arrivato presto sul tavolo di Morales, il capo Johnson era nel suo ufficio, stava parlando con Taylor, voleva sapere quello che non conosceva e che nessuno le aveva detto.
Taylor rimase molto sul vago, non scese nei particolari, ma disse al capo Johnson che parecchi anni prima, Flynn aveva assistito ad un crimine con le stesse caratteristiche e pensava che potesse rimanere traumatizzato e reagire in maniera impulsiva, visto che Flynn era noto per la sua irruenza.
Il capo Johnson sapeva che non era tutta la verità, ma per ora poteva bastare, avrebbe chiesto al diretto interessato come erano andate le cose e si fece portare il fascicolo del tenente Flynn.
Provenza e Flynn arrivarono alla Crimini Maggiori e si misero alle scrivanie, in attesa che il capo Johnson desse gli ordini. Quando il capo Johnson vide la squadra al completo, uscì e cominciò a dividere i compiti tra tutti i membri della squadra. Si girò verso Flynn e disse: “Tenente Flynn nel mio ufficio. Grazie a tutti.” Si avviò in ufficio, sapendo che il tenente l’avrebbe seguita e infatti Flynn, si alzò dalla sedia e andò nell’ufficio del capo Johnson.
Parlarono per un po’, Flynn non fu di molte parole, sembrava fosse un sospettato, il capo Johnson voleva sapere di più, era aggressiva nelle domande.
“Perché tutti sembrano reticenti a raccontare quanto accaduto anni fa? Si chiedeva il capo Johnson e più indagava, più scopriva che le persone interessate non volevano parlare. Prima Taylor e adesso Flynn erano tutti vaghi, tanti non ricordo, forse era andata così. Alla fine lasciò la presa, Flynn aveva una faccia sconvolta, sembrava avesse visto un fantasma, quindi preferì lasciar perdere. Per ora, lo lasciò andare, convinta che nel suo fascicolo ci fossero altre notizie. Prese il fascicolo e cominciò a leggere, ma non trovò nulla di inerente al caso.
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Il capitano Raydor rimase a guardare il coroner che stava portando via il corpo del tenente Sully. Era una brutta storia, molto brutta. Aveva intravisto il tenente Flynn, erano mesi che non si frequentavano più, sapeva che al lavoro era impeccabile, preciso. Però aveva visto lo sguardo sconvolto, aveva visto la luce negli occhi e le faceva paura e anche se la loro storia era finita, era preoccupata per Andy. Tornò in Centrale con in testa mille pensieri, tanto che il sergente Eliot le chiese se stesse bene, sapeva che la scena del crimine era stata raccapricciante. Lo tranquillizzò, tornarono al FID e andò in archivio, cominciò a cercare un fascicolo di quanto avvenuto 12 anni fa. Sapeva che sicuramente il FID doveva avere qualcosa, anche un semplice rapporto, non era possibile che non ci fosse alcuna traccia. Si mise a cercare e rimase tutta la sera in archivio, finchè il sergente Eliot andò a cercarla per dirle che aveva finito il turno e andava a casa. Lo salutò, guardò l’orario e riprese la ricerca. A casa, quella sera non l’aspettava nessuno.
Il capo Johnson aveva dimesso la squadra, per quel giorno avevano visto abbastanza, ed erano tutti provati, un buon riposo serviva a tutti. Aveva chiesto al tenente Provenza se poteva darle qualche notizia in più su quanto accaduto anni prima, ma anche Provenza era rimasto sul vago, con tanti non ricordo, io sono arrivato dopo … allora il capo Johnson chiese di avere tutti i rapporti sul caso del tenente Flynn di anni prima per il giorno dopo sulla sua scrivania. Provenza scosse la testa, perché sapeva che non avrebbe ottenuto molto, ma fece cenno di sì e uscì dall’ufficio.
Andarono via alla spicciolata, quando anche Provenza e il tenente Flynn andarono via, il capo Johnson chiamò suo marito, Fritz Howard per chiedergli se dall’FBI poteva fare un controllo, poi prese le sue cose e tornò a casa.
Flynn tornò a casa, si era buttato sul divano e aveva acceso la TV sperando di distrarre la mente da quanto aveva visto quella sera, ma l’immagine del tenente Sully si sovrapponeva a quella di Jeff. Si alzò dal divano e andò in garage, si mise a cercare una vecchia scatola, nella cassetta degli attrezzi, dove aveva messo un quaderno. Lo prese e tornò in casa, scaldò del caffè e cominciò a leggere gli appunti di 12 anni fa, che un giovane poliziotto aveva scritto come diario personale.
Continua …235Please respect copyright.PENANAaSJNwwvR5G