Cap.10
"Ho freddo ..." Sharon era sudata e tremava dal freddo. Andy si alzò per andare a vedere come stesse "Chiamo per farti portare una coperta."
Andy chiamò gli infermieri e si fece portare una coperta per Sharon. La coprì bene, ma tremava ancora, aveva la febbre molto alta. Gli infermieri misero una flebo al braccio. “Guarda me.” Le aveva detto Andy per distrarla, mentre le infilavano l’ago e non si accorse di nulla. Gli infermieri uscirono e li lasciarono soli. Andy prese un asciugamano e lo bagnò, lo passò sul viso di Sharon, era sudata e pallida. Tremava e ogni tanto apriva gli occhi, i suoi occhi verde giada lo fissavano.
"Andy..."
"Sono qui Sharon, stai tranquilla." Disse Andy stringendole la mano.
"Ho tanto freddo ..." Gemette Sharon.
Andy si sdraiò vicino a lei: “Ti scaldo io.” Continuava ad asciugare il sudore con il panno umido e le carezzava i capelli. Dopo un po’ che erano sdraiati l’uno vicino all’altro Sharon disse con un filo di voce "Sei fonte di calore tenente...mi stai scaldando."
"Meno male, pensavo di essere solo fonte di guai." Sharon sorrise.
"Lo so che sei una brava persona. Grazie." Mormorò.
"Sssttt rilassati e stai tranquilla, vedrai che starai meglio." Silenzio. Andy le tamponava la fronte e l’accarezzava, cercando di tranquillizzarla.
"Andy."
"Sì Sharon."
"Mi dispiace di averti coinvolto in questa situazione. Hai ubbidito ai miei ordini. E’ solo colpa mia."
"Una volta che eseguo gli ordini, finiamo nei guai..." Disse Andy e Sharon sorrise. Silenzio.
"Se non esco da questa situazione … puoi dire ai miei figli che …" Disse con un filo di voce, era molto stanca.
"Li rivedrai, ne sono sicuro." Non le fece finire la frase “Non ci pensare nemmeno a lasciarmi solo, ok?!" Fissò quei due occhi verde giada, erano bellissimi.
"Ok." Disse Sharon e chiuse gli occhi.
Si addormentarono e fu un sonno tranquillo per entrambi. Dopo alcune ore, Sharon si svegliò, stava meglio, la febbre era andata via. Si mosse leggermente e Andy si svegliò.
"Dove vuoi andare?!" Chiese preoccupato.
"Ciao Andy." Disse con voce dolce e sorrise, guardandolo negli occhi.
Andy si sciolse di fronte a quel sorriso così affascinante e mozzafiato: "Sei bellissima...ehm … Sharon, come ti senti?" Disse imbarazzato.
"Meglio. Ora vorrei alzarmi e andare in bagno a rinfrescarmi."
"Ok." Andy si alzò facendo attenzione a non incastrare i fili della flebo. L'aiutò ad alzarsi e ad andare in bagno con il palo della flebo, aveva ancora mezza sacca da finire.
"Grazie." Disse Sharon ed entrò in bagno.
"Se hai bisogno chiamami, sono qui." Attese che tornasse a letto, la coprì bene e fece per andare nel suo letto quando Sharon disse: “Vieni a sdraiarti con me, sei un’ottima stufetta per i miei piedi.”
“Lo so, sono gelidi.” Disse sorridendo, prese gli occhiali, il libro e si sdraiò.
“E’ il libro che ti ha portato Provenza?”
"Sì. Me lo ha consigliato Paul: è una raccolta di poesie di vari autori. È dal collage che non leggo poesie."
"Leggevi poesie alle ragazze, per farle cadere ai tuoi piedi?" Chiese Sharon.
"No, bastava il mio fascino ..." Rispose con un sorriso sornione.
"Oh scusa, Casanova..." Silenzio.
"Sai, la cosa interessante è che ho girato la pagina per leggere una nuova poesia e senti cosa ho trovato, lesse ad alta voce: Invictus di William Ernest Henley:
Out of the night that covers me, black as the pit from pole to pole,
I thank whatever gods may be. For my unconquerable soul.
In the fell clutch of circumstance, I have not winced nor cried aloud.
Under the bludgeonings of chance. My head is bloody, but unbowed.
Beyond this place of wrath and tears. Looms but the Horror of the shade,
And yet the menace of the years Finds, and shall find, me unafraid.
It matters not how strait the gate, How charged with punishments the scroll,
I am the master of my fate: I am the captain of my soul.
Dal profondo della notte che mi avvolge, nera come un pozzo da un estremo all'altro,317Please respect copyright.PENANA0FZ6snQHDI
Ringrazio qualunque dio ci sia per la mia anima invincibile.317Please respect copyright.PENANAAQ9lQTdi00
Nella stretta morsa delle avversità non mi sono tirato indietro né ho gridato.317Please respect copyright.PENANAm7QJEEK1pU
Sotto i colpi avversi della sorte Il mio capo sanguina, ma non si china.317Please respect copyright.PENANAHIrhHfxXYL
Oltre questo luogo di rabbia e lacrime, incombe solo l'orrore della fine.317Please respect copyright.PENANAlqVp7EErCv
Eppure la minaccia degli anni mi trova, e mi troverà, senza paura.317Please respect copyright.PENANABhvV0NYetc
Non importa quanto stretta sia la porta, quanto impietosa sia la vita,317Please respect copyright.PENANAUAvfR7LEAO
Io sono il padrone del mio destino: Io sono il capitano della mia anima.
Silenzio.
“E’ bellissima. Si addice perfettamente a questa situazione, al nostro soggiorno forzato.” Disse Sharon sorridendo. Silenzio. “Mi dispiace Andy, perché è colpa mia se ci troviamo in questa situazione."
"Me lo hai già detto. Scuse accettate. Per una volta tanto, non sono stato io a creare casini... E ho anche ubbidito ai tuoi ordini!" Disse Andy soddisfatto. “Vedi, il cosmo si è vendicato!"
“Ahahahah ...” Risero un po', stemperando la tensione. Silenzio.
“Hai un bel sorriso e una bella risata, fragorosa. Non ti avevo mai sentito ridere.” Disse Andy chiudendo il libro.
“Alla Crimini Maggiori non mi fate ridere ... però anche tu quando sorridi … sei carino.”
“Come carino?!” Disse fingendosi offeso e guardandola negli occhi.
“Non dico di più, altrimenti ti monti la testa …” Disse chiudendo gli occhi. Silenzio. “Sono tanto stanca.”
“Riposati un poco. Rimango vicino a te.”
Portarono loro da mangiare, appoggiando i vassoi sul tavolo.
"Dovresti mangiare qualcosa." Le disse dolcemente Andy.
"Non ne ho la forza, sono troppo stanca. Credo che mi sia tornata la febbre.” Andy le toccò la fronte, scottava, la febbre era tornata.
"Ti aiuto io, non ti preoccupare." Si alzò dal letto, avvicinò il tavolino e ci mise sopra il vassoio con il cibo. Prese la ciotola con il brodo e le diede un po' di brodo caldo imboccandola. “Prendi un po’ di brodo, ti farà bene.” Sharon bevve avidamente una, due cucchiaiate.
"Perché fai tutto questo? Potevi essere già fuori di qui."
“Nessuno capisce del perchè io voglia rimanere insieme a te? Se foste usciti in pattuglia, forse capireste le mie ragioni.” Disse Andy.
“Volevi tanto andare via, avresti dovuto cogliere l'occasione. Io sarei andata via.” Disse Sharon.
“Non sono te, non lascio il mio compagno nei guai, mai.”
“Sei un uomo d'onore e sicuramente un buon compagno. Apprezzo la tua decisione, anche se hai disubbidito ai miei ordini e a quelli del capo Johnson.”
“Qui siamo solo Sharon e Andy, ricordi? Non ci sono ordini o gradi. Vedrai ne usciremo insieme. Prima però devi mangiare un po' di carne per riprendere le forze."
"Lo fai solo perché così potrai prendermi in giro insieme a Provenza, dicendo che hai dovuto imboccarmi?" Disse Sharon fissandolo negli occhi.
“Smettila di dire stupidaggini. Voglio solo aiutarti, come tu hai fatto con me. Voglio prendermi cura di te. Tutto questo rimarrà tra noi due, nessuno deve sapere i particolari, non è necessario.” Silenzio. “Adesso prendi ancora un po’ di brodo caldo.”
La imboccò ancora e mangiò tutto il brodo e un poco di carne. Andy la coprì bene, aveva ancora la febbre e sudava tanto.
“Sono contenta che non te ne sia andato.” Sussurrò Sharon.
“Ho disubbidito ad un ordine del capo Johnson e al tuo.” Disse sorridendo soddisfatto.
“Sono contenta della tua insubordinazione.” Disse abbozzando un mezzo sorriso.
“lo so. Avresti fatto anche lo stesso per me.”
“Ne sei così sicuro? Me ne sarei andata via subito.” Silenzio. “Credo che non uscirò mai più da questo posto.”
“Non dire così, te la caverai e torneremo alla nostre vite.”
“Come fai ad esserne così sicuro? Ho la febbre da giorni, va e viene e sto sempre peggio.”
“Vedrai che starai meglio, ne sono sicuro. Adesso rilassati e riposa.” Rimise a posto il vassoio e il tavolino e si sdraiò vicino a lei. Dopo un’oretta Sharon si lamentò: “Sto male … Mi viene da vomitare …”
“Aspetta ti accompagno in bagno, ce la fai ad arrivarci …”
“Non lo so …”
“Aspetta …” Andy prese il cestino, che c’era nella stanza, lo mise sotto la bocca di Sharon, che vomitò quello che aveva mangiato. L’accompagnò in bagno, la circondò con il braccio intorno alla vita e la sorresse. Arrivati davanti al water Sharon vomitò ancora, aveva degli spasmi allo stomaco. Rimase a terra vicino al water, Andy le teneva i capelli e le bagnava il viso con una spugna. Non riusciva ad alzarsi da sola.
“Vieni, ti porto a letto.”
“Non mi reggo in piedi, non ce la faccio … cosa mi sta succedendo?” Gemette Sharon disperata.
“Lascia, ci penso io.” Andy la raccolse tra le sue braccia e la portò a letto. Sharon sentì il suo abbraccio forte e rassicurante, la depose sul letto e tornò a prendere l’asciugamano umido. Si sdraiò accanto e l’abbracciò, Sharon si accucciò vicino ad Andy. Calde lacrime scendevano dai suoi occhi sul viso, era demoralizzata e triste, si sentiva molto male.
“Stai tranquilla, sono con te. Rilassati.” Andy le parlava dolcemente.
“Perché stai facendo tutto questo?” Sussurrò disperata.
“Ssssst … stai tranquilla.” Disse con calma, le accarezzò i capelli e le baciò il capo, stringendola a sé ancora più forte. “Non sei da sola, sono con te.”
Sharon pianse e il pianto divenne un torrente in piena di sentimenti di dolore e rabbia, di smarrimento e paura. Cominciò a singhiozzare e non riuscì più a controllare il suo corpo, che voleva liberare tutta la tensione e lo stress che l’avevano avvolta in quei giorni. Andy sentiva le calde lacrime di Sharon bagnare le braccia. Non sapeva come consolarla, sapeva che era preoccupata di non vedere più i suoi figli, di stare male difronte ad uno stronzo che fino a qualche tempo prima, l’aveva solo insultata. Capiva l’umiliazione di dover chiedere aiuto all’ultima persona al mondo, con cui avrebbe voluto passare giornate intere. Una lacrima scese dai suoi occhi, capiva l’afflizione, il senso di smarrimento.
“Ne usciremo insieme, te lo prometto.” Le sussurrò, nascondendo il viso tra i suoi capelli.
Il profumo di vaniglia era ancora nei suoi capelli, il profumo di Sharon era in bagno, nella stanza, il suo odore l’aveva fatto sentire a casa. Si sentiva a suo agio, avrebbe voluto tenerla tra le braccia per sempre, perché si era accorto che Sharon non era come le altre donne che aveva incontrato. Aveva scoperto una Sharon inaspettata, bellissima, simpatica, pungente, indipendente e aveva scoperto che le piaceva sempre di più.
Sharon smise di piangere e si rilassò, si addormentò e Andy rimase a guardarla e ad accarezzarle i capelli. Il respiro regolare di Sharon, rilassò anche lui, che si appisolò. Silenzio.
Continua …317Please respect copyright.PENANAP08sfMSCcp