SOGGIORNO FORZATO
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Cap.4
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Entrò un’infermiera, disse che doveva fare la medicazione alla spalla del tenente. Si avvicinò a Flynn e gli chiese di togliere il camice che indossava. Andy si sedette sul letto, difronte a Sharon e rimase a petto nudo. Sharon lo guardò come non lo aveva mai visto, i suoi occhi la fissavano, il suo sorriso, così affascinante. "È solo un graffio." Aveva detto con quell’aria da buffone. A petto nudo, con il bendaggio sulla spalla, era molto sexy, su quello non poteva dire niente.
L'infermiera terminò la medicazione, Andy fece una smorfia di dolore e poi tornò a sorridere. Gli rimise la fasciatura e l'infermiera uscì.
"Aspetta ti aiuto a rimetterti il camice." Disse Sharon aiutandolo a rivestirsi.
"Grazie. Questo colore mi dona molto, sono affascinante vero?" Disse con un sorriso sornione.
"Stai flirtando tenente?"
"Non mi dispiacerebbe ... E a te?" Disse scherzando.
"Non sei il mio tipo, lo sai." Scosse la testa, sorridendo divertita.
"Potrei diventarlo ..." Andy la guardò in modo malizioso. “Il tuo tipo …”
"Buffone." Era divertita.
"Pur di farti sorridere capitano."
Andy la fissò, i suoi occhi verde giada l'avevano stregato. Anche senza la gonna e i tacchi, era una bella donna, le sue forme segnavano il camice verde e i pantaloni coprivano quelle gambe mozzafiato.
"Hai finito di fissarmi?" Si sentiva a disagio quando la squadrava.
"Scusa, ma è che..."
"Cosa?"
"No, nulla." Abbassò lo sguardo "Comunque, anche tu, mi fissavi prima."
"Io? Quando?!" Fece finta di nulla.
"Sì tu, mentre l'infermiera mi medicava, ho visto che mi guardavi, eccome se mi guardavi, capitano." Fece un ghigno soddisfatto.
"Controllavo che facesse una medicazione corretta ..." Sharon non lo guardò e fece finta di nulla.
"Sì certo, ti credo." Andy fece un ghigno, sapeva di aver colto il capitano in fallo. Silenzio. Erano seduti entrambi sui letti, con lo sguardo verso il vuoto. Silenzio.
"Di cosa hai paura?"
“Ho paura del buio.” Rispose Sharon senza pensare.
“La dura Darth Raydor non ha paura di niente? Non ci credo!”
“Credi a quello che vuoi, non mi devo giustificare con te.”
“Non devi dire niente, era così, giusto per parlare.” Silenzio. "Non ti devi vergognare, ognuno ha le proprie paure." La guardò, era sempre più attratto dalla sua bellezza, non sapeva come spiegarlo, ma lo attirava come un’ape è attratta dal polline di un fiore.
"Ho paura di stare in una stanza sola con te, contento?" Il tono era stizzito.
"Allora le tue peggiori paure si sono avverate …" Silenzio. "Dico seriamente, di cosa hai paura? Perché tremi ogni volta che ti fanno un prelievo?" Silenzio.
"Sono un po' spaventata... tutto qui." Mormorò sottovoce.
"Non è vero, piangi tutte le volte, ti ho sentito." Insistette Andy, questo lato così fragile del capitano Darth Raydor, l’aveva colpito.
"Ok, ho paura degli aghi! Perché non ti fai gli affari tuoi, tenente!" Rispose scocciata, aveva colto un punto debole e si sentiva messa a nudo, come non lo era mai stata. Dopo una rabbia iniziale, si calmò e capì perché si era preoccupato. Maledizione! pensò tra sé. Silenzio. "Ok. Quando ero bambina mi fecero un prelievo e mi fecero male, da allora ho sempre paura, anche se non mi fanno male veramente. È una paura di testa, maledetti aghi! Tutto qui." Era stata colta di sorpresa, non avrebbe mai immaginato di raccontare un fatto così personale al tenente Andy Flynn!
"Ok." Silenzio.
"Tu di cosa hai paura?"
"Io? Non ho paura di niente." Rispose spavaldo, sorridendo.
"Ah, scusa il grande Andy Flynn non può avere paura!"
"Vedi che lo sai!" Silenzio.
“Allora? Ti ho raccontato la mia grande paura, adesso tocca a te.” Lo fissò negli occhi. Era curiosa di sapere qualcosa di Andy Flynn, molto intimo e di metterlo a nudo, così come era successo a lei.
"Hai ragione.” Silenzio. “La mia più grande paura è quella di riprendere a bere.” Disse voltandosi e guardandola fissa negli occhi. “Ho buttato nel cesso la mia vita per la bottiglia: la famiglia, i figli, il matrimonio, il lavoro. Adesso sono riuscito a rimettere insieme tutti i pezzi, ma ho paura di buttare via tutto, in un istante. Potrebbe succedere in qualsiasi momento." Detto questo abbassò lo sguardo.
"Sei molto coraggioso, ti sei rimesso non piedi. Avrei voluto che Jack avesse avuto lo stesso coraggio, non per me, ma per i nostri figli." Era sincera e non si aspettava una risposta del genere, doveva ammettere che Andy era una persona schietta.
"Mi dispiace che Jack sia un grandissimo stronzo, non lo meriti. Hai dovuto crescere i tuoi figli da sola, sei una donna coraggiosa." Silenzio.
"È andata così. Ora voglio solo andare avanti.” Silenzio. “Spero di tornare a casa presto." Sospirò.
"Ti mancano i tuoi ragazzi?"
"Loro non vivono con me, però ci sentiamo quasi tutte le sere e saranno in pensiero per non avermi sentito."
"Vedrai che Provenza e il capo Johnson ti faranno telefonare e potrai parlare con loro."
"Sì, lo spero." Non era molto convinta.
Dopo un paio di ore entrarono degli infermieri e dissero loro che dovevano monitorare le funzioni vitali e dovevano applicare degli elettrodi, su tutto il corpo.
“Mettetevi a letto e sdraiatevi.” Ordinò il capo degli infermieri.
“Cosa volete farci?” Chiese Andy e si mise davanti a Sharon.
“Tenente dobbiamo sedarla ancora? Lo abbiamo già fatto e lo rifaremo, si sposti e vada a sdraiarsi sul letto.” Andy non si mosse. “Non ci obblighi ad usare la forza.” Il tono era minaccioso.
“Andy, vai sul letto.” Disse Sharon con voce calma. Andy non si mosse. “Tenente è un ordine, vada subito sul suo letto!” Era in modalità Darth Raydor.
“Agli ordini capitano.” Rispose Andy con calma, andò a sdraiarsi senza distogliere lo sguardo da Sharon. “Non fatele del male.”
“Non faremo del male a nessuno dei due, se sarete collaborativi, ok?” Rispose il capo degli infermieri. “Sdraiatevi e lasciate che i miei colleghi vi mettano gli elettrodi, ci vorrà poco tempo.”
Si sdraiarono entrambi e subito gli infermieri furono da loro, uno prese i parametri vitali, un altro fece un prelievo e un altro ancora iniettò ad entrambi del sedativo.
“Aspetti, cosa mi sta iniettando?” Chiese Andy, mentre un infermiere gli iniettava il contenuto di una siringa.
“Calma tenente, calma.”
“Non voglio che mi …” Perse i sensi e lo stesso accadde anche a Sharon.
Tolsero loro i camici e applicarono una serie di elettrodi su tutto il corpo e anche sulla testa, collegarono tutto alle macchine, li coprirono con il lenzuolo e uscirono.
Dopo un’ora Andy si svegliò intontito, aveva la gola secca. Tossì un paio di volte, cercò di muoversi, era tutto indolenzito e intorpidito. Alzò lo sguardo e vide che non aveva più indosso il camice, era nudo.
“Sharon … Sharon come stai?” Mormorò.
“Andy …” Con fatica Andy si mise seduto sul letto, le macchine cominciarono ad emettere degli allarmi, era intontito, il sedativo doveva essere molto forte. La tenda di divisione era stata tirata e Andy non la vedeva. “Sharon …” Non fece in tempo a sentire la risposta ed entrarono gli infermieri.
“Si è già svegliato tenente, perché non si fa un altro sonnellino …”
“No, non voglio un altro sedativo! Lasciatemi!” Disse con il poco fiato che aveva, continuava a dimenarsi, ma era debole e rallentato.
“Tienilo fermo!”
“Abbiamo bisogno di assistenza!”
“Calma tenente, calma!” Arrivarono altri due infermieri, che immobilizzarono Flynn.
“No… Non voglio, lasciatemi …. Lasciate …. Lasc …” Aveva con un filo di voce. Gli iniettarono dell’altro sedativo, che fece subito effetto. “Bravo, così … calmo.”
“Bene, controllate anche il capitano. Abbiamo registrato tutti i loro parametri, dobbiamo lasciarli dormire ancora per un’oretta. Date un sedativo anche a lei, per essere sicuri.”
“Sissignore.” Rispose un infermiere, andò da Sharon, che era ancora intontita e le iniettò dell’altro sedativo e Sharon continuò a dormire.
Passarono altre due ore, il capitano Raydor e il tenente Flynn stavano ancora dormendo. Entrarono di nuovo gli infermieri e tolsero tutti gli elettrodi, rimisero loro i camici e li lasciarono riposare. Dopo altre due ore Andy si svegliò, era intontito. “Sharon, Sharon …” Si alzò a fatica, era ancora sotto l’effetto del sedativo e faticava a stare in piedi. Si sedette sul letto e la chiamò ancora: “Sharon.”
“Sono qui Andy.”
“Come stai?”
“Mi sento rincoglionito, mi hanno dato qualcosa che mi ha buttato a pezzi … tu come stai?”
“Come te. Sono a pezzi.” Mormorò con un filo di voce.
Intanto gli infermieri avevano portato loro da mangiare, avevano appoggiato i vassoi sul tavolo ed erano usciti.
"Non riesco a stare in piedi, cosa ci hanno fatto?!"
"Non lo so, non sto in piedi nemmeno io." La voce era spaventata.
"Bastardi!" Andy tentò di alzarsi dal letto, ma le gambe cedettero e si accasciò a terra. Si rialzò a fatica e si arrampicò sul letto, era stanchissimo. "Sono troppo stanco Sharon." Si rigirò e si addormentò, era stravolto.
Dormirono per altre tre ore, era notte inoltrata quando Andy si svegliò, affamato. Aveva la gola secca e una gran sete. Si alzò dal letto lentamente. Si avvicinò a Sharon per vedere come stesse. Era affamata e stanca. Si trascinarono come due zombie vicino al tavolo, dove c'erano i vassoi e cominciarono a bere e a mangiare. Dopo aver mangiato e bevuto si sentivano un po' meglio. Tornarono lentamente ai loro letti, erano stanchissimi.
Sharon si addormentò subito, Andy rimase a guardare il soffitto e a incazzarsi per come venivano trattati: erano solo cavie da laboratorio! Finalmente si addormentò, ma dopo qualche ora Sharon si era svegliata, perché Andy continuava a agitarsi e a farfugliare qualcosa nel sonno.
Non distingueva bene le parole, era agitato, si girava e rigirava nel letto. Chiamava il nome di qualcuno e si agitava. Arrivarono due infermieri, che avevano visto che Andy era agitato.
“Capitano cosa sta succedendo?” Chiese un infermiere.
“E’ tutto a posto, adesso si calma.” Sharon accarezzò il viso di Andy per tranquillizzarlo.
“Se non sta tranquillo, lo sediamo ancora.” Disse l’infermiere.
“Ci penso io.” Disse Sharon “State tranquilli, adesso lo calmo e starà buono per il resto della notte.” Prese la mano di Andy e gli sorrise “Tranquillo Andy, va tutto bene.”
“Ok, capitano. Allora se ci pensa lei, noi andiamo.”
“Grazie.”
Andy si stava rilassando e Sharon continuò a tenergli la mano. Dopo qualche minuto, il respiro si fece regolare e si addormentò. Lo guardò e le sembrò di non aver mai visto lo sfacciato e sexy tenente Flynn così indifeso e tenero. Sorrise e scosse la testa. Il viso rilassato sembrava ancora più bello, i capelli sale e pepe tutti spettinati lo facevano sembrare una simpatica canaglia. Quante volte lo aveva visto arrabbiato, pronto a discutere e a sputare cattiverie, mentre adesso così tranquillo e pacato sembrava un'altra persona.
Sorrise e tornò nel suo letto, era stanca e aveva bisogno di riposare.
Silenzio.
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Continua …
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