SOGGIORNO FORZATO
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Cap. 2
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“Avete finito con la medicazione?” Disse una voce maschile. Flynn era sdraiato sul fianco destro, pensava di essere su un lettino, invece era per terra. Si sentiva stanco, rallentato, cercava di parlare, ma non sentiva la sua voce. La spalla gli bruciava, anzi gli faceva male, sempre di più.
“Toglietegli i vestiti presto e lavatelo!” Non si rese conto di nulla, forse era svenuto, vedeva solo delle ombre, sentiva delle mani, un fluido freddo, un odore strano, del detersivo, cosa stava succedendo? Stava sognando? La testa faceva male, si sentiva stordito. Sentiva delle voci e la vista era annebbiata.
“Gli ho dato dell’antibiotico via endovena, potete rivestirlo e portarlo via.” Lo misero su una barella e lo caricarono su un’ambulanza, che a sirene spiegate corse verso una zona sicura, controllata dall’FBI. Quando arrivò, era ancora stordito, non riusciva a capire dove fosse. Presero la barella e la trasportarono lungo una serie di corridoi e lo lasciarono in una stanzetta per quasi un’ora. Flynn perse conoscenza, era stanco, tanto stanco. Dopo lo portarono lungo un corridoio, entrarono in una stanza e lo fecero entrare nella porta di sinistra.
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Il capitano Raydor sedette sul letto, quando entrò un’infermiera, che prese i suoi parametri vitali, li annotò su un blocco e disse: “Tra poco avrà compagnia.”
“Dove sono? Chi deve arrivare?” Chiese confusa e spaventata.
“Il suo collega sta arrivando.”
“Il tenente Flynn …?”
“Arriverà tra poco, lo abbiamo medicato sulla schiena e sulla spalla, delle schegge lo hanno ferito. Lei è stata fortunata ad essere protetta dal suo corpo. I miei colleghi lo porteranno qui tra poco.”
“Adesso come sta?”
“Starà bene, arriverà tra poco.” Disse l’infermiera e uscì e in quel momento degli uomini in tuta e maschera portarono una barella con sopra il tenente Flynn, sembrava addormentato. Lo presero e lo misero sull’altro letto e senza dire una parola se ne andarono.
Sharon non sapeva cosa pensare, l’ultima cosa che ricordava era il volto di Flynn. Si avvicinò, sembrava stesse bene, aveva indosso lo stesso camice e i pantaloni verdi che avevano dato a lei. All’altezza della spalla aveva una fasciatura, che si vedeva sotto il camice verde. Passò quasi un’ora, era rimasta vicina al tenente Flynn, non sapeva cosa pensare e cosa fare.
“Capitano Raydor?” Disse con un filo di voce.
“Sì tenente. Lei come … Andy come stai?”
“Abbastanza bene, sono solo un po’ indolenzito. “Dove siamo?”
“Non lo so.”
“Cosa è successo?” Chiese confuso.
“Non so neanche questo.” Rispose sconsolata.
Il tenente Flynn si guardò intorno e addosso e vide che non aveva i suoi vestiti. “Perché ci hanno messo questi camici?”
“Mi hanno tolto i vestiti e lavata con un detergente e mi hanno portata qui. Non so altro.”
“Non mi ricordo … “Cercò di alzarsi un poco “Ohhh… ecco, … ricordo solo che mi faceva male la spalla e mi sono svegliato qui.”
“La bomba è scoppiata, perché si è messo davanti a me?” Chiese in tono Darth Raydor.
“Volevo proteggerla capitano.” Rispose con un filo di voce, fissandola negli occhi.
“Poteva morire tenente.”
“Mi sono ferito un poco alla spalla. Credo che la giacca sia da buttare via, peccato, mi piaceva.” Fece una smorfia.
“Bè, vorrà dire che le comprerò una giacca nuova.” Disse sorridendo Sharon.
“Non è necessario.”
“Ci tengo tenente, vorrei che continuasse ad essere elegante come sempre. Comunque grazie per avermi protetto con il suo corpo.” Disse Sharon, continuando a sorridere e cercando di mantenere la calma.
“Ok, va bene.” Disse Andy sorridendo.
Furono interrotti dal dottore, che entrò in tuta e maschera e disse: “Bene, ora che siete svegli vorrei parlare ad entrambi. Siete in un luogo di quarantena dell’FBI, perché la bomba, che avete fatto scoppiare in un luogo contenuto, conteneva un agente patogeno di cui ignoriamo l’origine e le caratteristiche. Non sappiamo che effetto avrà su di voi, perchè siete stati esposti più di altri. Quindi vi abbiamo ricoverato in questa zona di quarantena, per curarvi e studiare l’agente patogeno. Per ora sembrate entrambi in buona salute, però vorremmo monitorare le vostre condizioni e capire se siete stati contaminati. Il capo Johnson sta venendo qui per constatare di persona il vostro stato di salute. Vi chiedo la massima collaborazione e disponibilità per cercare di capire quale agente patogeno è stato liberato e che conseguenza potrà avere.”
“Aspetti, cosa vuol dire un agente patogeno di cui ignorate l’origine e le caratteristiche.” Chiese Sharon spaventata.
“Vuol dire che non conosciamo il tipo di agente patogeno che è stato liberato dalla bomba e voi due siete i pazienti zero. Per la vostra sicurezza, siete stati messi in quarantena e verrete curati al meglio in questa struttura medica e di ricerca dell’FBI.” Spiegò il dottore.
“Quindi non siamo liberi di andare?” Chiese Flynn, alzandosi leggermente e mettendosi seduto.
“Non potrete lasciare questo edificio, questa stanza, finchè non saremo sicuri, che non sarete un pericolo per la vostra salute e per quella di tutti quanti.”
“Quanto dobbiamo rimanere qui, dottore?”
“Non lo sappiamo. Dovremo fare delle indagini e scoprire con che cosa abbiamo a che fare.”
“Quindi brancolate nel buio.” Disse Andy sconsolato.
“lo so tenente, che può essere sconsolante, però non abbiamo altre alternative.”
“Vorrei parlare con la mia famiglia.” Disse il capitano Raydor.
“Il vostro superiore, il capo Johnson, verrà presto a trovarvi e potrete parlare e fare le vostre richieste.”
“Dottore non siamo cavie da laboratorio.” Disse Andy secco, fissando il dottore.
“Lo so tenente. Noi vogliamo solo curarvi.” Disse il dottore conciliante.
“Siamo in quarantena, quaranta giorni di isolamento, se non sbaglio.” Disse Andy incalzandolo.
“Tenente appena avremo le risposte, potrete tornare alle vostre vite, non è detto che ci vogliano quaranta giorni, speriamo di capire come stanno le cose nel più breve tempo possibile.” Rispose il dottore con calma.
“Non è rassicurante. Lei indossa una tuta e una maschera per parlare con noi.” Disse Andy.
“Dobbiamo essere prudenti, non sappiamo a cosa siete stati esposti. L’esplosione è stata contenuta nel locale caldaia … avete fatto un ottimo lavoro e salvato parecchie vite. Siete stati molto coraggiosi.”
“Sarà, ma non mi consola.” Disse Flynn.
“Sentite, appena avrò altre informazioni ve le comunicherò, adesso sono in corso le indagini. Se avete bisogno di qualsiasi cosa, sopra i vostri letti, vedete, ecco, quello è il campanello, schiacciate il tasto rosso e arriverà un infermiere a darvi assistenza.” Disse il dottore. Silenzio. “Bene, allora ci riaggiorniamo.” Detto questo il dottore uscì.
Silenzio.
“Siamo in un bel guaio, capitano.” Disse Andy guardandola negli occhi.
“Sì, direi proprio di sì. Senta tenente, possiamo chiamarci con i nostri nomi, se per lei non è un problema e darci del tu, credo che staremo qui per un po’.” Propose Sharon guardandolo negli occhi.
“Va bene … Sharon.” Disse inclinando la testa e sottolineando il nome del capitano.
“Ok, Andy.” Disse sottolineando il nome del tenente.
“Suona bene.” Disse Andy, mascherando l’imbarazzo di trovarsi da solo con il capitano Raydor e chiamandola per nome, non gli era mai capitato e non si sentiva a suo agio.
Vennero interrotti da due infermieri che entrarono nella camera e dissero: “Adesso prenderemo dei campioni di sangue.”
“No aspetti, come sarebbe dei campioni di sangue. Non voglio che mi facciate un prelievo.” Disse il capitano Raydor spaventata e facendo un passo indietro.
“Mi dispiace, ma abbiamo i nostri ordini.” La donna si fece avanti, con la siringa e la provetta.
“Non avete sentito, ha detto che non vuole.” Disse Andy, alzandosi e mettendosi davanti a Sharon. “Sta dietro a me.” Disse rivolto a Sharon.
“Tenente Flynn si sposti, oppure la sposteremo noi e la cosa non sarà piacevole.” Disse l’infermiera con fermezza.
“Non mi muovo da qui. Ha detto di no, quindi dovreste rispettare la sua volontà.” Replicò risoluto.
“Abbiamo un problema. Servono altri infermieri. Si oppongono al prelievo. Attendo ordini.” Disse alla radio l’infermiera.
“Perché non ci lasciate andare, invece di trattarci come cavie da laboratorio?” Disse Andy, rimanendo davanti a Sharon, adesso le cose stavano prendendo una brutta piega.
“Sto eseguendo degli ordini, non ho nulla contro di voi. Tenente si sposti, per favore, altrimenti la sposteranno con la forza.” Disse l’altro infermiere.
“Andy …” Mormorò Sharon, era spaventata.
“Vuole spaventarmi?” Gridò Andy arrabbiato e si mise pronto ad affrontare qualcosa di pericoloso.
Entrarono quattro infermieri in tuta e maschere: “Si sposti tenente e le faccia fare il prelievo.”
“Ha detto di no, non abbiamo dei diritti!?” Gridò Flynn.
“Agli ordini, risposero alla radio.” I quattro andarono contro Flynn e lo presero di peso, ma la sua reazione fu veloce e inaspettata, non riuscivano a contenerlo, finchè arrivarono altri due infermieri e di forza misero Andy a letto e lo legarono.
“Lasciatemi! Lasciatemi!” Gridò Flynn.
“Calma tenente, calma.”
“Dagli quel cazzo di sedativo!” Gridò un infermiere.
“No, lasciatemi! No!” Continuava a gridare Andy.
“Stia calmo, calmo.” Lo tenevano in quattro, facendo fatica, finchè il sedativo cominciò a fare effetto e Andy perse i sensi. Gli fecero il prelievo del sangue e si voltarono verso Sharon, che era rimasta immobile per tutta la scena.
“Allora capitano, vuole fare la stessa fine del tenente o vuol essere collaborativa?” Si sedette sul letto e lasciò che l’infermiera facesse il prelievo.
“Non le farò del male, non ha motivo di avere paura capitano.” Disse l’infermiera, vedendola tremare.
“No … e che gli aghi ...” Mormorò con voce spaventata.
“Farò in fretta, non si preoccupi. Ecco. Fatto. Ora può rilassarsi.” Tutti gli infermieri uscirono e li lasciarono da soli. Sahron si sdraiò e si accucciò, calde lacrime scendevano dal suo viso, era ancora spaventata. Cosa stava succedendo, in quale guaio si erano infilati? Perché tutta questa segretezza e perché tutte queste analisi? Dopo un paio di ore, Flynn riprese conoscenza.
“Sharon …” Chiamò con voce impastata. Silenzio. “Sharon.”
“Sono qui Andy. Come ti senti?” Si avvicinò al letto.
“Sono tutto rotto, cosa mi hanno dato quei bastardi … “Mormorò con un filo di voce.
“Alzati lentamente e stai attento, sei legato con la mano destra. Gli altri legacci li ho tolti, ma per questa catena, non posso fare niente.”
“Bastardi, mi hanno legato come un cane!” Ringhiò a denti stretti.
“Calmati Andy, così non otterrai nulla.” Disse cercando di tranquillizzarlo.
“Come stai Sharon, cosa ti hanno fatto?” Chiese preoccupato.
“Niente.”
“Non è vero, leggo la paura nei tuoi occhi.” Disse fissandola negli occhi.
“Lascia perdere e non reagire in quel modo, guarda il risultato: tu sei legato al letto. Mi hanno fatto il prelievo e lo hanno fatto anche a te.” Disse sconsolata.
“Mi dispiace, non sono riuscito a proteggerti.” Disse Andy con tono dispiaciuto.
“Lo hai già fatto con la bomba e ti sei ferito.”
“E’ solo un graffio alla spalla, niente di che, qualche giorno e torno come nuovo. Comunque dovevamo recuperare la bomba, ricordi?”
“Sì, non è stata una brillante idea …”
“Se lo dici tu, capitano.” Disse Andy con una punta di soddisfazione.
“Guarda in che guaio siamo capitati, di male in peggio.” Disse Sharon con sguardo triste.
“Be. Però almeno stiamo bene entrambi.” Silenzio.
“Mi dispiace.”
“Per cosa?”
“Per averti ordinato di andare a cercare la bomba, dovevamo evacuare la zona anche noi e lasciare agli artificieri e ai federali questo compito, non immaginavo … gli ecoterroristi, l’agente patogeno, … mi dispiace tanto Andy.” Disse Sharon con le lacrime agli occhi.
“Non dispiacerti … è andata così, invece cerchiamo di venirne fuori prima possibile.” Andy provò a scendere dal letto, si poteva allontanare solo di un passo. “Sono proprio legato, maledizione!”
Furono interrotti da due infermieri che portarono loro da mangiare, appoggiarono i due vassoi sul tavolo e uscirono senza dire una parola.
Silenzio.
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Continua …
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