SOGGIORNO FORZATO257Please respect copyright.PENANAxly9yumIzq
Cap.7257Please respect copyright.PENANA6GTStbQtzN
Sharon sapeva che quella mattina sarebbe arrivato Paul per parlare con Andy, così si spostò in fondo alla stanza, anche se avrebbe sentito tutto quello che Andy avrebbe detto. Andy si avvicinò al vetro e quando si alzò la veneziana, sorrise, vide Paul e Provenza. Paul si sedette e prese il citofono e Andy fece lo stesso.
"Paul, Paul finalmente sei arrivato! Che bello vederti! Ciao Provenza! Grazie per avermi portato Paul!" Disse Andy entusiasta.
"Ciao Andy boy! Allora cosa combini, Provenza mi ha chiesto di venire a trovarti...ed eccomi qui. Come stai ragazzo?!" Chiese Paul con calma.
"Non bene, Paul. Sono agitato, sono chiuso qui dentro da troppi giorni, mi sento come un leone in gabbia!"
“Vi lascio da soli.” Disse Provenza e si allontanò.
"Non sono tanti giorni Andy, solo cinque giorni. Vedo che sei in buona compagnia." Disse Paul sorridendo.
"Sì, lei è il capitano Raydor." Disse Andy, sottolineando il nome, sapendo che Sharon sentiva ogni cosa che diceva al citofono.
"Ah. Quel capitano Raydor." Disse Paul.
"Esattamente." Disse Andy. Silenzio.
"Come ti senti?!"
"Voglio uscire da qui, fare una passeggiata, voglio andare a vedere una partita di baseball e ho bisogno di andare agli incontri! Se sto qui dentro perderò la mia salute mentale, mi sento come un animale in gabbia, sento la rabbia che scorre dentro di me, sento che non ce la farò a controllarmi." Disse Andy stringendo i pugni.
"Respira Andy, respira lentamente." Disse Paul con calma fissandolo, capiva che Andy non stava bene.
“Paul, ho davvero paura di non resistere, fammi uscire!" Disse Andy alzando la voce.
"Tu puoi resistere Andy. Respira lentamente e calmati." Disse Paul con calma.
"Noooo! Non capisci che non ce la posso fare!" Sbattè il pugno sul bordo della mensola del vetro con rabbia e si alzò.
"Siediti Andy e respira, lentamente." Silenzio. "Ho detto di sederti Andy boy!" Gridò Paul in modo che Andy potesse sentirlo dal vetro. Tornò indietro e si sedette, prese la cornetta che aveva lanciato via in malo modo. "Scusa Paul, scusa. Solo che..." Sharon intanto si era avvicinata, era preoccupata per la reazione così forte di Andy. “Andy tutto ok?”
“Sì Sharon, scusa.” Silenzio. Sharon si allontanò un poco.
"Ho paura Paul." Mormorò Andy. La sua voce cominciò a tremare.
"Di cosa?!"
"Lo sai."
"No, dimmelo tu, cosa ti spaventa, guarda in faccia i tuoi demoni Andy e non avere paura, puoi farcela!" Disse Paul fissandolo negli occhi.
Andy si avvicinò al vetro e sussurrò al citofono:" La bestia è tornata, Paul.”
"Ok. La conosci e sai cosa devi fare." Disse Paul con calma e fermezza. Silenzio.
"Sono chiuso qui dentro, mi hanno dato del sedativo e anche un antidolorifico.” Disse spaventato.
“Un sedativo non ti farà male, lo sai.”
“Ero stordito Paul, non so cosa mi hanno iniettato, ho dormito per parecchie ore!” Disse mettendosi la mano sulla fronte e passandola tra i capelli.
“Ti stanno curando Andy, stai tranquillo.”
“Non ne sono sicuro. Ci usano come cavie, sembriamo topi per esperimenti.” Disse Andy alzandosi.
“Vieni qui, siediti e guardami.” Disse Paul con voce calma, ma ferma. Andy tornò a sedersi e lo guardò in faccia.
“Ok. Andy, sai cosa devi fare vero?” Silenzio. “Andy?”
“Sì lo so. Respirare piano, con calma, pensieri positivi e per oggi non bere.”
“Bene, lo sai. Quindi stai calmo, respira. Vedrai che uscirai di qui, prima di quanto immagini.”
“Sì, ma Paul … quando esco … se ho voglia …” Disse Andy fissando Paul, la paura era nei suoi occhi.
“Quando esci tu vieni da me. Anzi, quando esci io sarò qui.” Disse Paul con voce calma.
“Davvero?”
“Certo. Provenza mi avviserà e io verrò a prenderti e passeremo un po’ di tempo insieme.” Disse Paul sorridendo, cercava di tranquillizzare Andy, perchè era molto agitato.
“Ok. Allora così va bene.”
“Hai dormito?”
“Poco. Sono stressato.”
“E’ tornato il tuo incubo?” Chiese Paul un po’ preoccupato, la situazione di Andy poteva peggiorare, se non si fosse tranquillizzato. Silenzio.
“Sì.” Rispose con voce cupa.
“Ok.” Silenzio “Allora non puoi andare a fare le tue passeggiate notturne, quindi quando hai gli incubi e ti svegli e non riesci più ad addormentarti, ti sdrai, respiri lentamente, lentamente, pensieri positivi, ti calmi, ti rilassi e devi dormire, devi riposare per recuperare. Ok?”
“Ci provo Paul, ci provo.” Disse Andy poco convinto.
“Ti ho portato un mp3 con un po’ di musica per rilassarti, immaginavo che fossi nervoso. Mi hanno detto che dopo te lo porteranno.” Mostrò dal vetro un mp3 con degli auricolari.
“Grazie Paul. Grazie davvero.” Disse Andy sorridendo.
“Di niente Andy boy.” Silenzio. “Senti … con la signora come te la cavi?”
“Chi?” Disse Andy fingendosi sorpreso.
“Sai bene chi …” Disse Paul sorridendo.
“Va’.” Rispose noncurante, guardando dove fosse Sharon. Adesso era seduta sul letto di Andy e faceva finta di niente, però sapeva che stava ascoltando ogni parola. Sharon ogni tanto gli buttava un’occhiata, Andy era molto agitato, non riuscendo a calmare la rabbia.
“Ti stai comportando bene?”
“Cosa vuoi dire?” Chiese sottovoce.
“Bè, mi avevi detto delle gambe mozzafiato, ma non mi avevi detto che è una bellissima donna.”
“Paul … sì è vero ...” Disse Andy sorridendo.
“Ha due occhi favolosi, li vedo da qui, sono un verde giada da paura. Dimmi la verità, ti hanno stregato?”
“Paul …” Andy cominciò a diventare rosso dall’imbarazzo.
“Ahi ahi, mi sa che ti piace, stai iniziando a farfugliare, vero Andy boy?!” Disse Paul cercando di sdrammatizzare.
“No Paul … guarda che non è così ...” Rispose imbarazzato Andy. “Paul … credimi ...” Insistette Andy.
“Certo che ti credo Andy.” Silenzio. “Adesso sei più tranquillo?”
“Sì, ora sto meglio, sono tranquillo.”
“Bravo. Adesso devo andare, quando esci mi troverai qui, ok!”
“Grazie Paul.”
“Fa il bravo Andy boy, mi raccomando. Con la ragazza …” Paul gli fece l’occhiolino e un cenno con il capo.
“Dai Paul!”
“Ciao Andy!” Disse Paul e andò via.
“Ciao Paul!” Andy rimase ancora davanti al vetro. “Mi sembra di essere un carcerato.” Disse sospirando, con lo sguardo perso nel vuoto.
“Non abbiamo le tute arancioni, in questo posto sono verdi, se ti può consolare.” Disse Sharon.
“Già, verde speranza.”
“Speranza di tornare preso a casa.” Silenzio.
“Andy.”
“Sì.”
“Perché il tuo sponsor Paul, mi fissava? Cosa gli hai detto di me?” Chiese Sharon.
“Nulla.” Rispose Andy con noncuranza.
“Bugiardo.”
“Cosa dovevo dire a Paul? E' il mio, di sponsor, tu cosa c’entri?” Disse Andy scocciato.
“Appunto. Cosa gli ha detto?”
“Niente. Gli ho detto che sei un mio ufficiale superiore.”
“E poi?” Lo incalzò.
“Poi cosa?” Chiese Andy alzando la voce.
“Cosa gli hai detto? Gli hai detto che mi guardi le gambe? Gli hai detto che mi chiami Darth Raydor, gli hai detto che ti ho messo sotto inchiesta? Cosa gli hai detto, tenente?!” Gridò Sharon.
“Tutto quello che hai detto tu, l’ho detto a lui! Allora? Non sono più libero di parlare con il mio sponsor!?”
“Andy ho sentito tutto quello che vi dicevate, esattamente come tu hai sentito quello che ho detto ai miei figli e a Gavin! Quindi non fare lo stupido, perché non lo sei!”
“Ti sei sfogata!? Sei contenta adesso, ti senti meglio?!”
“No, non sto bene, perché devo stare qui con te! Maledizione!” Gridò Sharon con una punta di disperazione.
“Bè nemmeno io sono felice di essere solo con te, se proprio vogliamo dirla tutta!” Disse Andy arrabbiato e contrariato da tutta la situazione in cui si trovava.
Tornarono ognuno a sedersi sul proprio letto. Silenzio.
Continua …
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