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Soggiorno Forzato
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Cap.5

Il giorno seguente si svegliarono in tarda mattinata, erano stanchi e li avevano lasciati dormire. Andy aveva fatto un sonno continuo e si svegliò più riposato, bevvero il loro caffè, si misero a chiacchierare, cercando di far passare il tempo.

Andy aveva ringraziato Sharon, ricordava poco della notte prima, ma sapeva che lo aveva tranquillizzato. Sharon non aveva detto nulla degli incubi e degli infermieri che volevano sedarlo ancora, aveva semplicemente sorriso, era stata contenta di aiutarlo a stare meglio.

La giornata fu scandita dal pranzo e dalla cena. Avevano mangiato poco e niente ed erano entrambi nervosi. Quel giorno avevano fatto degli altri prelievi, altri controlli su campioni di urina, ma nessuno avevano dato loro alcuna informazione. Andy era nervoso e la sua agitazione stava contagiando anche Sharon, mantenere la calma era diventato complicato.

Dopo cena, arrivò il dottore e disse che avevano visite: il capo Johnson e il tenente Provenza. Quando sollevarono la veneziana, sia Andy che Sharon, si avvicinarono al vetro. Erano visibilmente provati e avevano un’aria stanca, si vedeva che c’era parecchia tensione.

“Buona serata signori come state?” Chiese il capo Johnson.

“Potrebbe andare meglio capo. Ci sono novità, quando possiamo tornare a casa?” Chiese Sharon con voce stanca.

“Purtroppo non so nulla, ci stiamo lavorando. Dovete avere pazienza.” Disse il capo Johnson.

“Da quanto tempo siamo qui?” Chiese Sharon.

“Da due giorni. Sharon tutto ok?” Chiese il capo Johnson.

“Certo capo.”

“Bene, se vuole possiamo chiamare i suoi figli, ci hanno dato il permesso e se vuole glieli passo direttamente su questa linea. Li abbiamo già avvisati.”

“Sarebbe meraviglioso.”

“Ti lascio un po’ di privacy.” Disse Andy allontanandosi e andando a sedersi sul suo letto, ma era chiaro, che sentisse ogni singola parola.

“Prego Sharon, ecco suo figlio Ricky.” Disse il capo Johnson.

“Grazie.” Prese la cornetta e parlò: "Ciao Ricky come stai?" Silenzio "Sì è un po' che non ci sentiamo … sono stata impegnata con il lavoro, adesso sono in una missione sotto copertura e non posso chiamare spesso. Il lavoro come va?!" Silenzio. "Uhm...bene." Silenzio. "No è tutto ok, certo.” Silenzio. “Era la ragazza con cui uscivi?” Silenzio. “Ricky, mi raccomando.” Silenzio. “No, non dico questo, dico solo che ti devi comportare da adulto, non sei più un ragazzino.” Silenzio. “Ok, va bene. Senti sarò impegnata per un po' e non sarò reperibile, però sappi che ti voglio bene." Silenzio. "Tutto ok, caro, solo che volevo dirtelo, tutto qui. Stai tranquillo, no, non sono da sola, c’è un mio collega … no, non lo conosci, no. Va tutto bene, stai tranquillo." Silenzio "Ti voglio bene anch'io. Ti chiamo presto. Ciao Ricky, ciao." Silenzio. Sharon chiuse la comunicazione e mise a posto la cornetta, Andy era seduto sul suo letto, facendo finta di non ascoltare, ma aveva il cuore a pezzi a sentirla parlare con il figlio. Due lacrime scesero dal viso di Sharon, le asciugò con le dita, alzò il viso e vide il capo Johnson visibilmente emozionata. Provenza con un colpo di tosse attirò la sua attenzione e disse:" Vuole parlare con sua figlia Emily?"

"Sì, per favore."

"La metto subito in contatto, mi dia qualche secondo." Sharon si ricompose e attese in un silenzio carico di dolore.

"Ecco ha in linea sua figlia, prego capitano Raydor." Disse Provenza sorridendo.

Sharon prese la cornetta e sorrise:" Pronto Emily?! Ciao tesoro come stai?!" La dolcezza della sua voce, colpì Andy, non aveva mai immaginato il duro capitano Raydor parlare in maniera così dolce e delicata. Il suono della sua voce era una melodia intensa e piacevole.

"Sì Emily, sono stata molto impegnata. Adesso ho potuto chiamare, ma per i prossimi giorni mi sarà impossibile ..." Silenzio. "Stai tranquilla, sto bene e presto tornerò a casa con i ritmi di sempre." Silenzio." No, non sono da sola in missione, sono con un collega." Silenzio. "No stai tranquilla, va tutto bene. Non è di quelli … sto bene. Volevo solo sentirti e rassicurarti. Sì è un buon collega, ci aiutiamo a vicenda … no, non te ne ho mai parlato, stai tranquilla." Silenzio. "Emily Raydor!" Silenzio. "Ok, tesoro.” Silenzio. “Mi raccomando vai alla grande e non aver paura, mamma ti vuole bene." Silenzio. "Ok, adesso devo andare." Silenzio. "Sì anch'io ti voglio bene. Un abbraccio tesoro, ciao." Silenzio. Rimase immobile qualche secondo dopo aver riattaccato, mise a posto la cornetta del citofono e guardò il capo Johnson. "Grazie capo Johnson!" Disse con un sorriso triste.

"Di nulla Sharon. Puoi chiamarmi Brenda."

“Capo Johnson … Brenda, potrebbe avvisare l'avvocato Baker della situazione in cui ci troviamo e vedere se può fare qualcosa?" Chiese Sharon.

"Certo. Ha bisogno di altro?"

“Ci tiri fuori di qui capo, stiamo impazzendo.” Disse Sharon con voce disperata.

“Farò l’impossibile. Cercate di stare tranquilli. Avviso subito l’avvocato Baker e ho sentito anche mio marito, però purtroppo questa è una sezione a sé stante dell’FBI e dipende da poche persone. Dobbiamo trovare il modo di toccare le persone giuste e sperare di concludere presto l’indagine. Mi raccomando Sharon e Andy, dovete stare bene, sono stata chiara?”

“Sì Brenda.”

“Certo capo.” Disse Andy.

“Adesso dobbiamo andare, ma torneremo domani e vi porteremo quello che ci avete chiesto, purtroppo ci sono delle procedure da rispettare, visto che siete in quarantena, ok?”

“Grazie.”

“Arrivederci signori.”

“Ciao Flynn e niente idiozie!” Disse Provenza puntando il dito verso Andy. Lui rispose con un cenno.

Sharon tornò a sedersi sul suo letto, si rannicchiò le ginocchia in grembo e appoggiò la testa. Silenzio.

“Hai cresciuto due bravi ragazzi.” Disse Andy.

“Ora sono un giovane uomo e una giovane donna, stanno trovando la propria strada. Sembrano felici delle loro scelte.” Disse con lo sguardo fisso nel vuoto.

“Hai fatto un ottimo lavoro Sharon, devi essere orgogliosa di loro.”

“Infatti lo sono.” Rispose soddisfatta. Silenzio.

"Comunque non mi spiego perché sei ancora sposata con quel bastardo di Jack." Disse Andy guardandola negli occhi.

"Tu che ne sai di Jack?!" Chiese Sharon indispettita.

"Bè ne so qualcosa per dirti che è uno stronzo e non ti merita.”

“E’ comunque il padre dei miei figli.”

“Sei fin troppo buona.”

“Un tempo era diverso.”

“Certo all’inizio potevi essere innamorata, ma ora, perché non ti sei separata?”

“Non credo sia un discorso che voglio fare con te, tenente.” Disse con tono risoluto.

“Ok, era tanto per parlare …” Disse Andy andando a sedersi sul letto.

“Non sono affari tuoi! Comunque che ne sai di Jack?” Chiese Sharon incuriosita.

“So cosa dice di te …” Disse Andy, ma si accorse subito, di aver fatto una gaffe. Silenzio.

"Cosa dice di me?" Chiese stupita.

"Niente Sharon, mi sono sbagliato, ho detto un idiozia, lascia perdere." Disse facendo spallucce.

"Cosa volevi dire Andy?" Sharon adesso si stava alterando, stava entrando nel personale e voleva sapere di più.

"Niente, mi sono sbagliato …"

"Non è vero! Cosa ha detto di me Jack, parla tenente!" Disse alzando la voce. Silenzio. “Parla Andy!” Silenzio.

"Vuoi proprio saperlo?! Va bene! Ecco: ero in un bar con Provenza a guardare lo sport e Jack è arrivato ubriaco e voleva che gli offrissimo da bere. Non ci ha neanche riconosciuti da quanto era ubriaco. Gli abbiamo detto di andarsene, di tornare a casa, perché non gli avremmo pagato da bere. Allora … ha cominciato a dire..." Disse Andy cercando di non andare avanti a parlare.

"Va’ avanti." Lo incalzò Sharon.

"Ha cominciato a dire che non aveva una casa, che sua moglie lo aveva cacciato di casa e che adesso si faceva sbattere da chiunque. Ha detto che eri una puttana e che lo avevi tradito, ma noi sapevamo che non era vero. Gli ho detto di tacere e di andare via, di non parlare così di te. Jack mi ha detto che non conoscevo sua moglie e se dicevo così era perché ti sbattevo. Allora gli ho dato un pugno in faccia ed è crollato a terra. Stava per andare via, quando ha tentato di colpirmi e allora l'ho colpito due volte, prima che Provenza mi fermasse. Mi ha gridato che la regina di ghiaccio mi avrebbe lasciato, come aveva lasciato lui e poi se ne è andato." Silenzio. “Sharon …” Silenzio. "Parlami per favore." Mormorò, si era reso conto che l’aveva ferita con quelle parole.

"Lasciami in pace Andy." Disse Sharon con le lacrime agli occhi. Non si aspettava una rivelazione del genere, non credeva che Jack potesse dire questo di lei.

"No, aspetta ..." Disse Andy, appoggiando una mano sulla spalla di Sharon.

"Non mi toccare, lasciami in pace tenente, ok?!" Disse Sharon arrabbiata, con la voce spezzata dalle lacrime.

"Ok, ok come vuoi. Me lo hai chiesto tu, non ti avrei detto nulla!" Silenzio. “Sei tu che hai insistito.” Silenzio. “Ecco, non dovevo raccontarti nulla di questa vicenda, scusa sono un cretino che non sa stare zitto. Ma volevo solo dirti che non ti merita, mentre tu continui a parlare di lui come se fosse un brav’uomo!” Disse Andy alzandosi a cominciando a camminare in tondo, era nervoso, agitato, sapeva che aveva combinato un bel casino.

“Tenente vuoi stare zitto!” Gridò per non sentire più tutte quelle parole, che le facevano solo del male.

“Sì, ok, sto zitto, sto zitto! D’ora in poi mi farò gli affari miei! Io che pensavo che tu meritassi qualcuno migliore di quello stronzo …” Disse cercando di giustificarsi.

“Vuoi stare zitto? Sono affari miei e non ti riguardano!” Disse con le lacrime agli occhi.

“Ok, scusa, scusa tanto.” Mormorò Andy. Silenzio.

Continua …

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