«Non volevi parlare di altro con Clarissa?»
«Era solo una scusa per rimaner tranquilli, solo noi tre. C’era troppa confusione» Disse Rory, si strofinò gli occhi «Si può sapere cos’è successo, comunque? Non eri in te, Rei. Non ricordi nulla di ciò che ti ha fatto quel demone?» Domandò Rory. Il problema è che nemmeno io sapevo cosa fosse successo.
«Non lo so, sinceramente. Posso dirti che ho fatto un sogno simile la scorsa volta, è come se Azahal volesse entrare nella mia testa. Mi è sembrato di sentirlo anche poco fa, mi stava chiamando» Lo guardai, entrambi eravamo spaventati.
Rory si sedette a cavalcioni sulla panca, stava diventando scomodo star accucciato di fronte a me. Io feci lo stesso, mi massaggiai il collo. Si sentivano gli effetti dell’allenamento di oggi e, forse, anche della cosa accaduta poco prima.
«Una cosa è certa, ti starò sempre vicino. Inoltre, dobbiamo scoprire cosa ti ha fatto. Ma prima di allora, non diremo nulla a nessuno di quel che è successo»
«Rory, sei sicuro? Non mi sembra un’idea saggia»
«Non lo è per nulla. Ma preferisco aspettare e ragionarci su, prima che ti facciano qualcosa»
«Cosa potrebbero mai farmi?» Chiesi preoccupata.
«Ricordi il giorno in cui sei tornata? I professori si erano spaventati quando hai raccontato di ciò che Azahal ti ha detto. Figurati adesso se scoprono di questo episodio» Disse Rory, passando una mano tra i suoi capelli «Sai bene che non mi fido di nessuno, eccetto per la mia famiglia e il mio team»
«E Spike? Poi con le ragazze che erano presenti? Che facciamo?»
«Ci penso io a Spike. Clarissa e Luciana non penso diranno qualcosa, se ci parli. Per le altre…»
Lo interruppi «Ci penso io a loro, parlerò con Elaina. Tanto dovrò parlarci».
Rory mi chiese se davvero mi avesse detto quelle cose. Annuii.
Lui sospirò.
«Tranquillo, penso abbiano imparato la lezione» Gli sorrisi, cercando di tranquillizzarlo.
Controllai una seconda volta che non ci fosse nessuno, avvicinai il suo viso al mio e lo baciai. Mi sorrise e ricambiò.
«Ma se saltiamo il resto delle lezioni e ce ne stiamo a letto a coccolarci soltanto?» Domandò Rory.
Lo fulminai con lo sguardo.
«Lo sai anche tu che è un dovere dal quale non si può scappare, perciò» Lo baciai un’ultima volta, per poi alzarmi «Andiamo. Abbiamo un bel po’ di questioni da risolvere anche oggi».
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Clarissa e Luciana acconsentirono a non dire nulla a nessuno dell’accaduto, perciò decidi di recarmi da Elaina. Per una fortunata coincidenza, la incontrai per strada.
«Elaina» La chiamai, pensando non mi avesse vista. Lei si girò e si avvicinò a passo lento.
«Williams» Disse, aveva un tono diverso da quello di prima.
«Chiamami pure Reina» Le dissi «Possiamo parlare un secondo?»
Lei annuì, la invitai a seguirmi in un luogo più appartato. Nel giardino dietro il dormitorio Luna non c’era nessuno. Stavo per iniziare a parlare, quando lei prese l’iniziativa di dire qualcosa per prima: «Scusami per prima, Reina. Mi son resa conto di aver fatto una cazzata. Anzi, di aver fatto un sacco di cazzate finora. Avevi ragione, poi. Quello che ci aspetta fuori è la vita reale e la realtà fa schifo»
Vidi la paura nei suoi occhi; mi resi conto che forse quell’atteggiamento da stronza che aveva finora con chiunque lo aveva perché preferiva apparire così, piuttosto che spaventata.
«Non ti preoccupare, è acqua passata. Sei ancora in tempo per far vedere che non sei davvero così stronza» Provai a sdrammatizzare, cosa che la fece ridere un po’.
«Hai ragione. Cosa volevi dirmi comunque? Riguarda quello che ti è successo?»
«Esattamente. Devo chiederti di non dire niente a nessuno, per favore. Se puoi, comunicalo anche alle tue compagne. È una situazione parecchio complicata che stiamo cercando di risolvere, perciò non va detto a nessuno. Vogliamo evitare ulteriori allarmismi al momento»
Lei mi guardò, sembrò sincera quando rispose che non c’era nessun problema.
«Ci penso io alle mie amiche, hai la mia parola. È il minimo che ti devo»
«Grazie, davvero»
La salutai per andarmene, quando mi propose di allenarci insieme qualche volta.
«Quando vuoi, io e Mirko Sanders siamo in palestra quasi tutte le sere» Le risposi al volo. Rory mi scrisse per dire di andare al laboratorio per pranzo.
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Entrai nella stanza del laboratorio, vidi Rory e Spike seduti a parlare. Oltre la parete di vetro, c'erano alcuni ricercatori immersi nel lavoro. Non appena i miei fratelli mi videro, si alzarono per venirmi incontro. Spike mi toccò le guance fredde a causa del freddo che c'era fuori.
«Rory me l'ha raccontato, come stai? » Disse, stringendomi una mano «Hai ancora il viso e le mani infreddolite, non ti sei ancora riscaldata a dovere»
Gli sorrisi, ricordai le mie parole nello spogliatoio di quella stessa mattina. La calma dopo la tempesta.
«Sto meglio, per fortuna c'era Rory alla stessa lezione. Lui e Clarissa mi hanno aiutata»
«Meglio così. Per fortuna c'era anche Clari»
Aveva uno sguardo fiero quando nominò il nome di Clarissa.
«Comunque, sono d'accordo solo in parte con Rory, non diciamo nulla per adesso. Non è saggio, infatti c'è una condizione. Ossia, se dovesse succedere di nuovo e, in caso succedesse, fosse peggiore, allora parleremo. Chiaro a entrambi?»
In coro io e Rory pronunciammo un sì. Quando Spike usava il suo tono serio e autorevole, non potevamo fare a meno di ubbidire.
«Ottimo. Ora andiamo a mangiare qualcosa, nel menù di oggi in mensa ci sono gli spaghetti, e io voglio mangiarli. Ho invitato anche Clarissa, ci sta aspettando» Disse infine Spike.
Io e Rory ci guardammo.
«Spike innamorato fa paura» Disse Rory.
«Concordo» Risposi.
«Prossima volta cambia bersaglio, cupido»
Ridemmo, mentre Spike ci diede un colpettino con le dita sulla guancia di entrambi.
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La sera stessa andai con Mirko in palestra, come consueto. Per tutto il tempo aveva un atteggiamento strano, ma non riuscivo a capirne l'origine.
Dopo aver fatto tapis roulant, trovai il coraggio di chiederglielo.
«Mirko, si può sapere cos'hai?»
Mirko esitò, ma poi parlò.
«Io e te siamo migliori amici, vero?»
«Certo che lo siamo, sei il mio migliore amico»
Mi guardò.
«Ricordi mio padre? Lavora nell'esercito. Mi ha chiesto di partecipare anche io all'addestramento speciale, ne ha parlato con i docenti. Devo solo dare la mia conferma».
Spalancai gli occhi. Due studenti del primo anno all'addestramento speciale, era un record.
«Cazzo, non so dirti se son contenta o meno! Son contenta perché andremo e saremo insieme, ma meno perché non sembri convinto di andarci»
«È così, non mi sento pronto. Ho sempre desiderato di farlo, ma non me l'aspettavo così presto. Hanno bisogno di più soldati, per quello cercano di includere più studenti possibili, anche del primo anno. Purché siano studenti promettenti. Poi ho paura, il mio ragazzo ne ha uguale»
Appoggiai una mano sulla sua spalla, lo accarezzai.
«Non sarò io a dirti cosa dovrai fare, dovrà essere una tua scelta. Avere paura è normale, ne ho anche io. Ne ho tanta, ultimamente. Ma voglio credere in me stessa e provarci, in fondo era quello che desideravo. Come te. Se deciderai di venire, ci proteggeremo a vicenda. Torneremo a casa insieme e più forti di prima!».
Mi guardò, fece un grosso respiro.
«La coppia Williams-Sanders alle stelle, mi piace. Ci penserò bene stanotte, grazie Rei» Mi sorrise «Continuiamo?».
«Yes, sir».
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All'uscita della palestra trovai Rory, fu una cosa che non mi aspettavo.
«Ciao Ró, che fai qua?».
«Ehi, Rory!» Disse Mirko.
«Ciao a entrambi, volevo fare una sorpresa a te Rei».
Mirko guardò l'ora. Poi disse: «Si è fatto un po' tardi, devo chiamare il mio ragazzo. Rei, ti faccio sapere allora per l'addestramento».
«Certo, tranquillo».
Rory chiese curioso di cosa stessimo parlando.
«Probabilmente anche io partirò per l'esercitazione, ma devo ancora accettare».
«Fai ciò che ti senti, ma so che sei un combattente in gamba, come Rei. Non avrei dubbi anche su di te».
Mirko sorrise «Grazie. Voi Williams sapete farci. Allora ci sentiamo, notte ragazzi».
«Buonanotte!» Dicemmo io e Rory.
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Quando Mirko si allontanò, Rory si avvicinò e mi parlò a voce bassa.
«Le andrebbe di fermarsi da me, signorina Williams?».
Lo guardai con curiosità.
«Ho incontrato Clarissa prima, mi ha detto che vorrebbe stare da Spike stanotte. E visto che non vuole farti rimanere da sola, mi ha supplicato di farti dormire da me. O io da te, tua scelta».
Sospirai. Poi sorrisi compiaciuta, così accettai la proposta.
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