Le prime due settimane passarono allo stesso modo, la pesantezza degli allenamenti e delle lezioni si faceva sentire parecchio. Allenamenti la mattina, pausa pranzo, addestramento e altre lezioni il pomeriggio. Ogni tanto pranzavo da Spike in laboratorio con Clarissa, ogni tanto con Marco e Lucilla, altre volte pranzavo da sola o con Nicola e Luciana. Per due sole serate ero riuscita a stare sia con Rory che con Spike, avevamo deciso di dedicare una serata tra fratelli quando ne avevamo le possibilità.
L’impegno che ci stavo mettendo per migliorare iniziava pian piano a dare i suoi frutti, riuscivo a esser più coordinata nel combattimento, riuscivo a sentire la mia arma parte del mio corpo, non sentivo più come se la impugnassi soltanto. Avevo provato con armi da fuoco e archi e frecce, ma continuavo a preferire le doppie lame. Avevo provato a usare la lancia, arma prediletta di Rory, ma non riuscivo a sentirla mia come faceva lui. Mi era capitato di andare a vedere Rory mentre si addestrava con la sua squadra, ogni qualvolta che mi riuscì a invitarmi. Le cose tra me e lui si erano assestate, riuscivo a dar meno peso alla sua relazione con Rebecca, ma continuava comunque farmi male. Se non altro, riuscivo a sopportare.
Durante una delle due serate che passai con i miei fratelli, Rory menzionò il fatto che Rebecca non sembrava molto amichevole nei miei confronti. Ci spiegò che non è mai stata amichevole con nessuno, se non con il suo team e con lui. Ci raccontò anche del fatto che la loro relazione non riusciva ancora ad avere progressi.
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Un’altra novità accaduta in quella settimana riguardava Nicola. Si era finalmente arreso con me, ma il motivo era ancor di più sorprendente. Lui e Luciana passarono così tanto tempo insieme che si presero una cotta l’uno per l’altra. Era diventata una coppia fenomenale anche nel combattimento. Lei con arco e frecce, lui arma da fuoco. Luciana aveva definitivamente abbandonato l’idea di occuparsi del ruolo medico.
Per quanto era presto formare dei team e delle squadre, quella composta fra loro due e la sottoscritta poteva diventare una valida realtà in futuro. Clarissa invece correva spedita per raggiungere il ruolo di ricerca. Vedevo progressi anche tra lei e Spike, in quanto stavano parecchie volte insieme.
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L’inizio della terza settimana fu tranquillo.
Andai a pranzare nel mio posto preferito. Quando avevo voglia di stare un po’ da sola, il giardinetto dietro il dormitorio Sole era perfetto, in quanto non ci andava quasi mai nessuno. Iniziai a mangiare tranquilla, quando sentii due persone litigare in lontananza. Avrei potuto far finta di niente, ma riuscii a riconoscere la voce di Rory, era con Rebecca. Rimasi a bocca asciutta, tenendo impugnata la forchetta che aveva appena addentato la pasta dal piatto. Non riuscii a capire il nesso dei loro discorsi, ma non appena lei notò la mia presenza, se ne andò. Rory si girò verso di me, sospirò e si avvicinò, sedendosi accanto a me. Si distese comodo sulla panchina, cercando un po’ di tregua. Ci fu un silenzio imbarazzante, aspettavo che fosse lui a parlare.
«Vuoi sapere perché abbiamo litigato? E il motivo reale per cui vuole a malapena salutarti?»
Non aspettò nemmeno la mia risposta che continuò a parlare comunque «Le da fastidio, ha un inutile gelosia nei nostri confronti. Vorrebbe essere lei al primo posto, vorrebbe che evitassi di vederti il più possibile. Fin dall’inizio sapeva che tu e Spike siete e sarete sempre al primo posto. Eppure… eppure, son due giorni che mi fa scenate simili. Non stiamo nemmeno insieme ufficialmente, ma è convinta di poter decidere per entrambi».
Rimasi senza parole a quanto ascoltavo. Non sapevo nemmeno come rispondere, cosa che gli dissi con la mia massima sincerità.
«Spero solo di non aver contribuito involontariamente a questa sua scenata. Probabilmente stando con te, son riuscita a togliere tempo a voi»
«Non lo pensare nemmeno, non è colpa tua. Passavo tanto tempo anche con lei, ma a detta sua sembrava non volessi essere con lei. Non riesco a capirla»
Provai ad aggiungere altro, ma Rory mi rubò la forchetta e mangiò il mio pranzo. Provai a replicare.
«Scusa, non mangio da ieri sera. Tanto non la stavi mangiando»
Lo fulminai con lo sguardo, ma la suoneria del suo smartphone interruppe sul momento.
«Dimmi Spike... sì, certo. Ci penso io» prese un ultimo boccone e si alzò dalla panchina «Spike ha dimenticato dei documenti in camera, vado a prenderli e glieli porto in laboratorio. Vieni con me?»
«Volentieri, non vedo Spike da due giorni» chiusi il contenitore del pranzo e seguii Rory fino alla sua stanza. Non pronunciò più niente riguardo alla litigata tra lui e Rebecca.
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«Tu riesci a trovare una cartella di documenti arancione? Qua non sembra esserci» chiese mentre cercò tra le cianfrusaglie della scrivania di Spike.
«Provo a cercare» guardai nel letto ancora insolitamente sfatto di Spike, ma nulla. Controllai sotto il letto, lo trovai. «Trovata»
Mi alzai di scatto, scontrandomi con Rory che si stava avvicinando. I nostri visi erano così vicini che potevamo sentire il respiro dell’altro. Contenersi in quella situazione stava diventando difficile. Rory passò una mano tra i miei capelli, mi accarezzò il viso. In un attimo le sue labbra poggiarono dolcemente sulle mie. Durò un attimo, calò successivamente un momento di silenzio e imbarazzo.
Ricordai a Rory della cartella per Spike, gliela passai.
«Giusto, andiamo»
Non avevamo detto più niente fino al laboratorio.
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