Nel giorno stesso della partenza delle squadra, le lezioni iniziarono regolarmente alle 9 del mattino. Ci furono giusto alcune modifiche riguardo l’organizzazione di alcuni corsi.
Il primo a subire quel leggero cambiamento fu il corso di addestramento alle armi. Poiché ci furono solo due insegnanti per quel corso per tutte le classi rimaste, venne stilato un calendario con i vari turni. Questo portava ad avere meno addestramento durante questi giorni.
Nonostante ciò, molto studenti chiesero di poter usufruire di qualche spazio per allenarsi in proprio o in gruppo, richiesta che venne accettata senza problemi, ma a una condizione. I due professori ci chiesero di scegliere al massimo due leader per ogni classe, i quali dovevano avere il compito di gestire e sorvegliare quegli addestramenti in proprio. Avevamo tempo fino a 3 giorni dopo per sceglierli.
La nostra classe era decisa nel scegliere la sottoscritta e quel combattente che era intervenuto nel mio discorso, Mirko Sanders. Metà americano e metà italiano, aveva chiesto il passaggio nella nostra classe per restare con il suo migliore amico. Era un abile spadaccino, si impegnava più di chiunque altro. Oltre a questo, era sempre ad aiutare chi era in difficoltà. Era decisamente la scelta migliore, molto più di me.
«Ma noi vogliamo entrambi» espresse una ragazza appoggiata al muro. Tutti concordarono con lei.
167Please respect copyright.PENANAiKUAVZSlIO
La prima settimana così passò.
La mattina con i soliti allenamenti mattutini, pausa pranzo veloce e poi di corsa all’addestramento. Finivo poi la giornata con alchimia o alle sale di videosorveglianza. Quando era il mio turno alle sale di controllo ne approfittavo sempre per chiedere se ci fossero novità da Rory e Spike.
Purtroppo, in missione non hanno modo né tempo per contattare telefonicamente chi vorrebbero, ma non potevano nemmeno farlo. Molto spesso nelle zone in cui ci sono spesso invasioni, non c’è nemmeno campo. Oltretutto, non dovevano avere alcun tipo di distrazione.
L’unico modo per vedere e sapere come stava andando, era la sala di controllo che si occupava di sorvegliare la situazione a nord.
Tuttavia, non ci furono novità interessanti.
Arrivata la sera, passai il tempo cenando con i miei amici o allenandomi da sola in palestra. Non volevo farmi bastare gli allenamenti mattutini al campo. Anche Rory aveva l’abitudine di farlo, sebbene non lo facesse tutte le sere.
Clarissa quasi si preoccupò di vedermi così presa «Cerca di non esagerare o finirai per ammalarti» disse una sera.
Sapevo che aveva ragione, ma sapevo anche di non volermi fermare. Ero diventata troppo testarda a riguardo.
Alla fine della prima settimana, Mirko Sanders propose di allenarsi insieme la sera. Anche lui voleva fare qualcosa in più.
Così potevo avere anche una simpatica compagnia, Mirko non mi dispiaceva come compagno.
167Please respect copyright.PENANAlxySO98JgL
«Reina» disse Mirko, una volta usciti dalla palestra.
«Mirko» risposi con il suo stesso tono.
«Ti va di bere qualcosa prima di andare a dormire?»
Una domanda improvvisa e inaspettata, lo guardi in modo perplesso.
«È una settimana che non ti fermi nemmeno un attimo, andiamo. Ti farà bene»
Esitai per un momento, ma poi accettai l’invito.
Mi portò al bar di Giovanni, quello di cui mi parlava sempre Rory.
«Fanno la migliore birra qua, sai?»
«Sì, mio fratello ne parla sempre. Mi aveva promesso di portarmici, ma non l’ha ancora fatto»
«Mi spiace di averlo preceduto allora» disse sorridendomi.
167Please respect copyright.PENANAHbJa5BHELA
Seduti al tavolo, iniziai a sorseggiare il mio bicchierone di birra bionda. Era buona e fresca.
«Hai ragione, ne avevo proprio bisogno» dissi.
«Visto? Se non altro, dato che siamo una specie di colleghi in quanto leader, è positivo anche conoscerci di più»
Iniziai a preoccuparmi, non volevo che la situazione venisse fraintesa. Non sapevo dove voleva andare a parare, ma preferii frenarlo subito.
«Oh, Mirko… ascolta, mi spiace se ho dato segnali sbagliati, ma io…» provai a spiegarmi, ma venni interrotta.
«Frena, frena. Che hai capito?» disse Mirko «Sai, è molto più probabile che voglia provarci anzi con tuo fratello Rory. Voglio dirtelo, è un bel figo»
Lo guardai, mi guardò. Iniziammo a ridere.
Così iniziò a raccontarmi di com’era finito lì. Mi raccontò che suo padre è uno dei docenti dell’accademia, un formidabile soldato. Fin da piccolo, voleva seguire le sue orme e raggiungerlo per combattere i demoni insieme a lui. È il motivo per cui si impegnava così tanto.
Raccontò che anche lui voleva dare una vita migliore a qualcuno, precisamente al suo ragazzo. Mi raccontò che lui non voleva raggiungerlo all’Istituto, ma che voleva aiutare la sua famiglia in un negozio farmaceutico.
«Ti deve mancare parecchio» dissi.
«Altroché se mi manca, ma la vita è questa. Non potevamo rimanere insieme a vita, prima o poi dovevamo seguire la nostra strada. In ogni caso, ci siamo promessi di amarci nonostante la lontananza. Non ce la sentiamo di rompere né di cercare qualcun altro nella nostra vita»
Sorrisi commossa al sentire queste parole, quasi lo invidiavo.
«E tu? Il tuo cuore è impegnato per qualcuno?» domandò.
«Possiamo cambiare domanda?» gli risposi sorridendo. Non potevo di certo dirgli che ero innamorata di Rory.
«E va bene, tieniti pure il tuo segreto. Prima o poi me lo dirai, vedrai»
«Ne sei parecchio convinto»
La serata andò avanti per altre due ore, parlando di qualsiasi cosa. Verso la mezzanotte, decidemmo che fosse finalmente l’ora di rientrare.
167Please respect copyright.PENANA4pcukDe8ce
A metà della seconda settimana ci fu il mio turno alla sala controllo.
Mi dissero che la situazione stava migliorando, c’erano meno apparizioni del giorno prima. Finalmente iniziavo a sperare di riveder presto i miei fratelli.
La giornata passò come al solito, la sera tornai al dormitorio dopo aver passato la serata con Mirko.
Alle cinque del mattino del giorno dopo, suonò un allarme. Era il suono delle squadre che ritornavano. Io e Clarissa ci svegliammo di soprassalto, accendemmo la luce e ci guardammo.
«Possibile? Non era finita l’invasione, c’erano ancora alcune apparizioni» dissi preoccupata.
«Non lo so, ma è meglio se andiamo a controllare» rispose Clarissa.
167Please respect copyright.PENANAbqeg3RT7Kf
Senza nemmeno cambiarci, uscimmo in tuta e in pigiama di corsa verso il Grande Cancello. C’era già un sacco di gente, chi in pigiama e chi non.
«Rei! Clarissa!» Mirko si trovava lì, insieme a Luciana e Nicola.
Li raggiungemmo.
«Non sembrano esserci buone notizie» disse Luciana.
Iniziai a preoccuparmi ancora di più, chiesi di poter passare. Dai primi fuoristrada che arrivarono scesero alcuni studenti, portavano lo stemma del lutto. Il mio cuore sobbalzò.
167Please respect copyright.PENANAqSC5TTBgxK