Spike ci accompagnò fuori dall’edificio. Il cielo continuava a far cadere fiocchi di neve, faceva un freddo assurdo.
Prima di tornare in laboratorio, mi salutò abbracciandomi.
«Domattina voglio trovarti alla mensa, sia chiaro» Disse Spike.
«Te lo prometto»
Quando tornò dentro, Rory mi si avvicinò e mi invitò a mangiare qualcosa per cena.
In effetti, da quanto non mangiavo? Ripercorrendo la linea temporale all’indietro, non mangiavo dalla colazione fatta prima della battaglia, quella battaglia che mi trascinò poi dentro il portale. Accettai più che volentieri l’invito.
Mi portò al bar di Giovanni, il quale era in modalità invernale. I tavolini all’aperto adesso erano al coperto, avevano creato una terrazza coperta da tendoni. All’interno c’era una stufa a legna accesa che emanava un piacevole tepore. Rory mi disse di sedermi, che ci avrebbe pensato lui a prendere qualcosa.
Andai a sedermi al primo tavolino libero, gli altri erano occupati. Mi sentivo stranamente osservata, ma pensai fosse solo una mia paranoia; quindi, cercai di scacciare quei pensieri dalla mente.
Rory poco dopo arrivò con due birre.
«Queste per scaldarci un po’, intanto che Giovanni prepara due belle pizze» Disse.
Sentire il nome pizza mi fece tornare il buon umore.
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Dopo aver cenato in silenzio, io e Rory tornammo al dormitorio. Entrati in camera, mi tolsi finalmente gli anfibi e la giacca. Rory fece lo stesso, dopo aver acceso la luce. Poi si avvicinò a me, mi spostò i capelli e mi accarezzò il viso.
«Tutto bene? Sei stata silenziosa finora» Domandò.
«Diciamo. È tutto così confuso, ancora. Continua a venirmi in mente ciò che ho visto. Sento ancora la paura dello sguardo agghiacciante di Azahal» Dissi, poi lo guardai negli occhi «E ho così paura di affrontare il domani adesso, sembra tutto così diverso ed estraneo a me. Prima sentivo gli occhi puntati addosso, ma probabilmente sono solo i miei pensieri»
«Ehi, non ci pensare adesso. Andrà tutto bene, lo sai» Mi disse. Poi mi baciò dolcemente.
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Rory andò a farsi una doccia, io ne approfittai per controllare gli scatoloni dove erano conservate tutte le mie cose. Aveva preso ogni cosa Rory, pensai.
I miei vestiti, i miei libri, il mio telefono. Rimettere tutti i pezzi al loro posto sembra così difficile. Pensai al fatto che avrei dovuto rimettermi sotto con l’addestramento, se volevo riprendere il passo degli altri. Rischiavo di rimanere indietro, il che significava non essere forte abbastanza per far fuori Azahal e la sua compagnia di demoni.
Provai ad accendere lo smartphone, ma aveva ovviamente la batteria scarica. Non trovavo il mio caricabatterie. Presi quello di Rory che si trovava sulla scrivania. Accanto c’era un quaderno, erano gli appunti di Rory.
Con fare furtivo, iniziai a sfogliarlo. Erano tutti appunti di Alchimia, tutte ricette per creare le pozioni, ma non solo. C’erano anche parecchi scarabocchi, che tanto scarabocchi non erano per quanto erano fatti bene. Continuando a sfogliarlo, notai uno sketch di un viso femminile.
«Se vuoi saperlo, quella sei tu» Disse Rory, che apparve alle spalle all’improvviso. Sussultai.
«Non ti avevo sentito, non spaventarmi così» Gli dissi, lui rise divertito.
Continuai a osservare quel disegno e gli chiesi spiegazioni.
«Lo stavo disegnando in questi giorni, non avendo molte foto, speravo di non dimenticarmi mai il tuo viso in quel modo» Disse sedendosi sul letto.
Mi pizzicarono gli occhi, mentre stringevo forte il quaderno. Posai poi il quaderno e misi il telefono sotto carica.
«Vado in doccia io ora»
«Vuoi compagnia?» Chiese Rory.
«Direi di no» Gli dissi guardandolo male «E non ci provare»
Sentire il getto dell’acqua sul mio corpo fu una manna dal cielo, quasi un miracolo. Speravo di levare le mie solite paure, ma non fu così facile.
Quando tornai in camera, Rory era già nel mondo dei sogni. Si addormentò senza nemmeno distendersi nel letto come si deve. Mi avvicinai per sistemarlo, poi pian piano e senza svegliarlo, mi sdraiai accanto a lui. Poi mi addormentai.
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Al mattino, Rory dormiva ancora accanto a me, stavolta abbracciandomi. Lo svegliai dicendo che dovevamo uscire.
«Non possiamo restare qua tutta la vita? Insieme?» Domandò ancora mezzo addormentato.
«Mi piacerebbe, ma io ho due mesi da recuperare. E voglio vedere Clarissa, voglio allenarmi e vedere i risultati delle analisi. Muoviamoci, su!»
Lo spronai con forza ad alzarsi. Ebbi successo nella mia piccola impresa.
Una volta pronti in divisa, ci dirigemmo verso la mensa. Rory mi disse di avviarmi, che doveva prima passare da Spike. Gli dissi di andare pure.
Mi feci coraggio ed entrai, dovevo affrontare anche i miei di demoni. La signora della mensa mi diede la colazione del giorno, pancakes e cappuccino. Mi sorrise, era felice di rivedermi.
Mi addentrai poi all’interno della mensa dove si mangiava, mi sentivo nuovamente osservata. In effetti, mi guardavano sul serio. Sembrava stessero vedendo un fantasma o un mito.
Riuscii a sentire alcune frasi bisbigliate fra loro.
«Reina Williams, è lei»
«La ragazza sopravvissuta al portale»
«Non era morta?»
Mi venne in mente un libro che lessi da piccola, non ricordo bene il titolo. Ma ricordo che il protagonista visse con i suoi zii, normali esseri umani, per dieci anni, per poi scoprire di essere un mago. Quando si avviò verso la sua scuola di magia e quando la gente capii chi fosse, lo guardavano allo stesso modo in cui guardavano me. Anche lui veniva definito come il ragazzo sopravvissuto. Avrei voluto la sua guida su come affrontare la situazione, ma ovviamente non era possibile.
Mi guardai intorno per vedere dove potevo sedermi. Sentii poi chiamarmi. Mi girai ed era Mirko, con il suo vassoio della colazione.
«Rei» Mi salutò dolcemente.
«Mirko»
Mi guardò e capì.
«Non li guardare, andiamo a mangiare»
Andammo a sederci a un tavolo vuoto, poco dopo arrivò Clarissa. Lei si sedette vicino a me e mi abbracciò. Mi sentivo un pesce fuor d’acqua a mangiare con i miei amici di sempre, non capivo il motivo di questa sensazione. Solo con Rory riuscivo a tranquillizzarmi.
«Mi sei mancata da morire, sai? Ogni sera ad allenarmi in palestra da solo, senza di te. Non è mai stata la stessa cosa, era diventato noioso e frustrante» Disse Mirko, cercando di sbloccare la situazione «Ho bisogno della mia migliore amica, pensai. Son sicuro che tornerà, pensai. E infatti, eccoti qua»
Mi sorrise e mi fece un pizzicotto sulla guancia.
Riuscii a ritrovare il sorriso e il senso di tranquillità.
«Io ero persa senza di te, invece. Sei la mia migliore amica, se non una sorella. Infatti, stasera tu torni da me. Non ti faccio più scappare»
Sorrisi ancora di più e tutto sembrava tornare come prima. Mangiammo ridendo e scherzando, loro mi raccontarono le cose più strane successe negli ultimi tempi. Chiesi di Nicola e Luciana. Mi dissero che si erano un po’ allontanati, che probabilmente erano a mangiare in un’altra mensa. Questo mi dispiaceva, ma forse era dovuto al normale corso della vita.
«E con mio fratello?» Domandai di Clarissa e Spike.
Mi disse che andava tutto bene, ormai la loro storia d’amore si era avviata del tutto. Erano più innamorati che mai. Questo mi rese felice.
La mia testa si stava pian piano svuotando dalle paranoie e i brutti pensieri.
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