Prima di andare negli spogliatoi per cambiarci, ci diedero le tute da indossare per questi allenamenti. Una semplice polo bianca e degli shorts neri. In più delle scarpe da ginnastica.
Gli spogliatoi erano spaziosi e illuminati, dotati di armadietti, panchine, toilette e docce. Gli spogliatoi, così come le camere dei dormitori, non avevano distinzione di sesso. Nonostante ciò, forse per timidezza, le ragazze stavano in uno spogliatoio, i ragazzi in un altro. A quanto pare eravamo divisi anche in classi diverse. Con noi erano rimasti Luciana e Nicola, mentre le amiche di Luciana erano state smistate altrove. Luciana stessa ci raccontò di come si erano anche allontanate da lei da quando eravamo qua, ma non sembrava non ci fosse rimasta così male. O almeno, così volle far sembrare.
«Poi preferisco la vostra di compagnia, mi sento più a mio agio»
Non avrei mai pensato che Luciana sarebbe diventata così docile nei nostri confronti. Non era più la ragazzina che guardava tutti dall’alto al basso. Più la guardavo da questo nuovo lato, più la vecchia Luciana diventava solo una figura estranea, come se non fosse mai esistita.160Please respect copyright.PENANA5ozFb968aC
Mentre ci cambiavamo, alcune ragazze si avvicinarono. Si presentarono, volevano fare semplice conoscenza. In fondo, dovevamo condividere lo stesso percorso. E forse, chissà, la stessa squadra.
Ognuna di noi disse il proprio nome e il ruolo a cui si voleva ambire. Quando pronunciai il mio, fecero un’espressione sbigottita.
«Reina? Reina Williams?» disse una delle ragazze.
«Sei tu la famosa ragazza sopravvissuta a quella grossa ferita inflitta dal demone del primo giorno» pronunciò un’altra di loro.
«E sei la sorella degli Williams»
Annuii. Era il tipo di reazioni che volevo evitare durante il periodo delle scuole medie. Ma non potevo evitarle per sempre.
Le nostre compagne dissero qualcosa su Rory, su quanto lo trovarono un bel ragazzo.
«Quando ho visto Rory e il suo team son rimasta pietrificata, hanno un’aria così imponente»
«Anche io, chissà se un giorno diventeremo come loro»
Clarissa spiegò che son normalissimi ragazzi come noi, ma con una grande responsabilità dietro. Che avevano una forza incredibile.
Luciana spezzò il discorso dicendo che era ora di andare.
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Arrivati in campo, il nostro coach ci indirizzò dove andare, in quanto il campo era condiviso con altre classi. Era enorme, attorno a esso c’erano anche varie tribune dove potersi sedere e guardare. C’era anche la classe di Rory.
Riuscii a intravederlo, era con i suoi compagni, tra loro c’era anche Rebecca. Stavano facendo degli esercizi, guidati dal loro coach.
Il coach si presentò e ci presentò il suo allenamento. Quello che avremo fatto con lui, sarebbero stati esercizi fisici per aumentare la resistenza e la flessibilità. Corsa, addominali, flessioni e altri esercizi vari. Indicando quelli del terzo anno, ci spiegò che non avremo mai smesso di fare questi tipi di allenamenti, in quanto erano parte integrante per l’addestramento. Anzi, sarebbero aumentati e sarebbero diventati più pesanti.
Iniziò indicandoci degli esercizi di stretching iniziali, dovevamo seguire quello che faceva lui.
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Finiti i primi esercizi, ci invitò a fare almeno tre giri del campo. In quell’enorme campo. Tra lamenti e tentate obiezioni, chi più e chi meno, iniziammo a correre. Nicola desiderò correre accanto a me e Clarissa, Luciana era già più avanti di noi da quanto era veloce.
«Tutto bene Rei?»
Pensavo e speravo avesse smesso di provarci, ma così non sembrava. Durante la corsa tentò di fare conversazione, ma era complicato in quel momento.
«Conviene che conservi il fiato» gli consigliai, per il suo bene. Aveva già il fiatone.160Please respect copyright.PENANA2T4490vOUc
Rory mi notò quando passammo accanto alla loro classe, mi salutò con un forte Rei. Loro avevano finito con i loro esercizi, stavano prendendo già una pausa.
Ricambiai il saluto agitando il braccio, era impossibile ricambiare a voce. Capitava la possibilità di poter riprendere fiato camminando, ma più correvamo, meglio era.160Please respect copyright.PENANAVc5e1x0b1D
Finiti gli allenamenti, tornammo negli spogliatoi per una doccia rinfrescata e per tornare in divisa. Incontrai Rebecca, in quanto avevano finito anche loro nello stesso momento. Mi dedicò un solo semplice saluto, non sembrava voler essere amichevole con me.
Alla fine, non era obbligata a fare amicizia con la sorella del ragazzo con cui usciva, ma mi domando quale fosse il suo problema con me. Anche Clarissa e Luciana chiesero la stessa cosa.
Usciti fuori dal cortile, avevamo 5 minuti di pausa prima di dirigerci verso l’addestramento con le armi. Incontrai anche Rory, il quale si avvicinò per salutarmi. Lo vidi fulminare con lo sguardo Nicola quando si salutarono. Tentò di chiedermi qualcosa, ma fu rapito da Rebecca che lo chiamò per andare. Mi diede un grosso bacio sulla fronte per salutarmi e se ne andò, salutando anche gli altri.160Please respect copyright.PENANAbkVjt5aUbq
Con grande sforzo, evitai di pensarci ulteriormente e la giornata passò. Durante l’addestramento delle armi, ci invitarono a scegliere un tipo di arma qualsiasi, quella con la quale ci sentivamo più a nostro agio. Dovevamo usarle per colpire dei manichini, in caso di armi da mischia, o degli obiettivi, in caso di armi a distanza. Il nostro mentore, così voleva farsi chiamare il docente, passò da ognuno di noi per vedere quale fosse il nostro livello, oltre a darci consigli. Aveva bisogno di un quadro di noi nuovi studenti per vedere che tipo di addestramento avremo dovuto poi fare con le prossime lezioni.
La lezione di alchimia invece fu la più noiosa, a mio avviso. Era tutta dedicata all’introduzione del corso, alla teoria sul creare delle pozioni molto standard. Prima di iniziare la pratica, avremo dovuto studiare alcuni capitoli del manuale, in modo da memorizzare i vari ingredienti e la quantità.
Preferivo la pratica alla teoria. Per Clarissa era il contrario, stava amando quella lezione.160Please respect copyright.PENANA0Yytp3vu2w
Alla fine delle lezioni, tornammo nei dormitori. Clarissa mi raccontò del pranzo con Spike, quando mi addormentai dalla stanchezza. Non cenai nemmeno quella sera.
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