Luciana e Nicola mi accompagnarono fino all’entrata del dormitorio Sole. Erano già quasi le 20, la temperatura si era abbassata di parecchio. Una volta salutati, inizi ad avviarmi per andare da Rory e Spike.
La Hall era illuminata e piena di via vai di studenti, soprattutto quelli del quinto anno e delle Prime Squadre. Riuscii a riconoscere a vista alcune matricole che si trovavano qua per stare con i propri cari, prima di vederli partire l’indomani. Alcune di quelle matricole mi salutarono.
Salii le scale fino al terzo piano, dove si trovava la loro stanza. La cosa che trovavo parecchio figo dei dormitori è che ogni piano era fornito di distributori di cibi e bevande. Sia bevande calde che fredde. Salita al piano destinatario, decisi di prendere qualcosa al distributore da portare in camera.
Stavo ritirando bevande e schifezze, quando una voce mi chiamò. Mi suonò familiare.
«Rei Williams» mi salutò Rebecca.
Ero stata colta così di sorpresa che feci cadere le bibite. Rebecca prestò ad aiutarmi a raccoglierle.
«Scusa, ti ho presa alla sprovvista» disse.
«Non ti preoccupare. Anzi, grazie dell’aiuto» le dissi.
Vicino al distributore, c’era una dispensa fornita di sacchetti di carta. Rebecca ne prese uno per passarmelo.
«Così è più comodo portare tutta quella roba»
«Grazie, speravo di farcela senza»
«Stai andando da Rory?» domandò, le risposi di sì. «Capisco, domani sarà un lungo viaggio».
Ricordai che anche lei faceva parte di un team di Prima Squadra. Anche lei sarebbe dovuta partire.
«Vedrai che andrà tutto bene, sei una grande combattente anche tu»
Sapevo ben poco di lei, ma di quel poco che sapevo è che era un’abile cecchino, con una mira formidabile.
Mi sorrise e mi ringraziò.
«Penso tu lo sappia ormai, purtroppo con Rory non è andata molto bene. Mi spiace per averti giudicata male».
«Ormai è acqua passata. Non avete più parlato da ieri, quindi?» chiesi.
«Purtroppo, no. Ma non importa, devo concentrarmi sulla missione adesso» diede un’occhiata all’orario sul suo smartphone. Notai le sue unghie perfette e laccate con uno smalto rosa, quasi «Adesso ti devo salutare, Rei, mi aspetta il mio team. Abbiamo il nostro rituale pigiama party pre-missione».
«Vai pure, in bocca al lupo per domani»
«Grazie, spero di vederti domattina prima di partire»
Mi salutò abbracciandomi e se ne andò. Rimasi pietrificata per due secondi per quell’abbraccio improvviso.
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In quel momento era arrivato anche Rory, ma ormai Rebecca era entrata in una stanza.
«Rory» lo chiamai, avvicinandomi a lui
«Ehi tesoro, cos’hai lì dentro?» domandò, notando il sacchetto di carta
«Qualcosa. Ascolta, ho incontrato Rebecca. Ero con lei fino a due secondi fa» la sua espressione divenne seria, notando la mia «Son consapevole di quel che è successo, ma penso tu debba almeno parlarle. Non partite senza aver almeno chiarito. Lei lo nasconde, ma vorrebbe almeno mettersi l’animo in pace con te»
Esitò per qualche secondo, mi guardò.
«Va bene» prese il cellulare per chiamarla, le chiese se poteva uscire un attimo e che l’aspettava durante il distributore, dove aveva appena incontrato Reina.
Appena buttato giù la chiamata, ecco che uscì e tornò Rebecca.
«Vi lascio soli, allora. Vado da Spike»
«Puoi rimanere» provò a fermarmi Rory.
«Meglio di no»
Preferivo non assistere. Salutai nuovamente Rebecca, Rory mi passò una copia della chiave della stanza.
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Spike era disteso e rilassato sul suo letto impegnato con una lettura di un romanzo. La stanza era illuminata solo dalla luce calda delle lampade dei comodini e della scrivania. Stava per chiudere il libro e alzarsi non appena entrai in camera, ma lo fermai.
«Rimani pure comodo»
Posai la borsa e il sacchetto. Mi tolsi gli anfibi.
«Rory? L’hai visto?» domandò Spike, che alla fine si mise a sedere, cercando di continuare la sua lettura.
«Sì, sta parlando con Rebecca. Poi arriva»
Mi avvicinai a Spike «Posso sedermi accanto a te?»
Mi fece spazio e mi sedetti accanto a lui. Appoggiai la testa sulla sua spalla.
«Che leggi?» domandai. Mi fece vedere la copertina del libro «I viaggi di Gulliver, lo avrai letto chissà quante volte».
«E te l’avrò letto altrettante volte quando eri piccola» disse sorridendomi «Qualcosa non va?».
Scossi la testa, provando a negarlo. Chiuse il libro.
«Ho una piccola vicenda da raccontarti» disse, forse per provare a tirarmi su il morale.
«Ossia?»
Mi sussurrò di aver baciato Clarissa. Spalancai gli occhi, urlai un «Cosa?!» dallo stupore. In un attimo la mia tristezza si trasformò in gioia. «Clarissa non mi ha scritto ancora niente».
In seguito, mi raccontò i dettagli.
«Non potevo partire senza dirle ciò che provavo. Ho 21 anni, ma mi sembra di essere tornato un ragazzino»
Non potei non guardarlo sorridendo, vederlo per un attimo felice rendeva felice anche me.
«E adesso, ho un motivo in più per tornare vivo»
«Ah sì? E gli altri motivi quali sono?»
Mi toccò la punta del naso con un dito «Tu e Rory»
Gli sorrisi e gli dissi che ero felice per lui.
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In quel momento, entrò Rory.
«Ehi, ben arrivato. Tutto bene con Rebecca?» chiese Spike.
Rory mi guardò.
«Abbiamo chiarito. O meglio, abbiamo deciso di rimanere amici» si tolse anfibi, giacca e pantaloni, per andare a sedersi ai piedi del letto di Spike «Penso sia stata la scelta migliore, le ho detto che per quanto mi piacesse stare con lei, non riuscivo a ricambiare quel che lei prova per me».
«Scelta saggia se è ciò che provi, l’importante è che ne sei sicuro»
«Certo, lo sono» disse Rory «Di cosa stavate parlando?»
Spike rispose che era un segreto tra lui e me, per adesso. Gliene avrebbe parlato in seguito. Fece una smorfia di finta reazione permalosa.
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La serata poi proseguì tranquilla. Mangiammo gli snack che avevo preso, per poi buttare giù il sacco a pelo per dormire insieme, come consuetudine.
Ci addormentammo vicini e abbracciati fra noi. L’indomani sarebbero partiti, io non ero sicura di esser pronta a salutarli e non vederli per almeno quattordici giorni.
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