Il giorno dopo il team di Rory e altri ragazzi partirono per il funerale di Alessandro. L’atmosfera che si viveva all’Istituto era un’atmosfera triste, silenziosa, malinconica. C’era un senso di vuoto da tutte le parti.
Nonostante l’assenza delle lezioni, alcuni ragazzi decisero di impiegare il loro tempo e la loro ad allenarsi da soli o in compagnia. Chi al campo, chi in palestra, chi alle sale d’addestramento.
Mentre camminavo per andare in laboratorio per pranzare con Spike e Clarissa, vedevo anche alcuni studenti passare il loro tempo nei giardinetti, sdraiati sulle panchine a leggere un libro o semplicemente stavano in compagnia di alcuni amici. Senza contare che i laboratori e le sale di controllo erano comunque riempite da persone che lavoravano.
Il fresco della stagione autunnale arrivava sempre di più giorno in giorno, senza contare che la pioggia del giorno prima portò più freddo del solito. C’era già chi indossava la divisa invernale, che poi non cambiava chissà quanto. Invece delle polo nere a maniche corte, avevamo una maglietta a maniche lunghe. Il bonus della divisa invernale era la camicia militare, ma era ancora presto per indossare sia quella che la giacca di ecopelle. Quest’ultima riscaldava abbastanza.
Per quanto riguarda l’episodio successo fra me e Rory non fu più menzionato fino alla sua partenza. Gli dissi che non era il caso di parlarne, che doveva pensare a quello che l’aspettava in questi giorni. Il team aveva bisogno di lui e lui aveva bisogno del suo team. Non era il caso di aggiungere ulteriori problemi al momento.
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Entrata nell’edificio dei liberatori tolsi la giacca. Fortuna voleva che tutti gli edifici fossero caldi e accoglienti nei giorni più freddi. Raggiunsi così il laboratorio dove era di turno Spike.
Lo trovai intento a lavorare sul suo portatile, nemmeno notò il mio arrivo. Posai il suo pranzo sul tavolo accanto al suo pc e lo salutai con un bacio sulla guancia.
«Buongiorno, a lei il suo riso in bianco. Oggi la mensa è stata molto generosa»
«Rei, Scusa! Non ti avevo sentita arrivare» Disse Spike sbadigliando, aveva la voce assonnata.
«Vuoi che ti prendo un po’ di caffè?» Domandai.
«Meglio di no, ne ho già presi tre» Rispose «Clarissa? Non era con te?»
«Siamo uscite insieme questa mattina, ma lei era con Luciana e Nicola. Io sono stata in palestra dopo che è partito Rory»
Bastò nominarla per farla apparire. Entrò nel laboratorio con il suo portapranzo, scusandosi per il ritardo.
«Ho incontrato Mirko per strada, è arrabbiato con te» Mi disse Clarissa, dopo aver salutato Spike con un dolce bacio
«Come?» Dissi. Mi passai poi una mano tra i capelli «Mi aveva scritto ieri sera, non gli ho risposto. È da ieri mattina che non lo vedo»
«Giusto, chi è Mirko?» Chiese Spike «Cosa c’è stato di nuovo?»
Mentre pranzavo, io e Clarissa raccontammo le ultime novità. Di Mirko, della scelta dei leader della classe, del fatto che Clarissa stava diventando sempre più fenomenale in laboratorio, affiancando spesso il docente durante le esercitazioni.
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Il lunedì arrivò velocemente, in quella giornata sarebbero tornati Rory e gli altri. La giornata sembrava promettere tranquilla, c’era il sole che già splendeva fin dal mattino. Dalla finestra notavo già un grosso movimento nel cortile, erano tutti pronti per ripartire con le lezioni.
Quando mi alzai, Clarissa era già uscita. Mi preparai alla svelta per raggiungere i miei amici in mensa, avevo lo stomaco che chiedeva cibo ogni minuto. Una volta arrivata, mi guardai intorno per cercali. Erano seduti, stavano già mangiando.
Presi il mio solito cappuccino e un cornetto, per poi raggiungerli al tavolo. Ci fu un susseguirsi di buongiorno. Luciana era intenta a leggere il suo libro, Nicola cazzeggiava con il suo smartphone, Mirko e Clarissa parlavano di lezioni.
Stavo per infondere il mio cornetto alla crema dentro il cappuccino per gustarmelo al meglio, quando Luciana iniziò a parlare, ricordando un fatto.
«Sapete che giorno è oggi?» Disse «Oggi è un mese che siamo qua»
«Un mese? Sembra esser passata una vita» Intervenne Nicola.
«Esatto, solo un mese. E in un mese è successa la qualsiasi cosa» Aggiunse Luciana.
«Chissà cos’altro ci aspetterà» Disse ancora Nicola.
Clarissa intervenne cambiando argomento, si stava facendo tardi «Io, Mirko e Rei siamo di turno in sala controllo, non ci siamo agli allenamenti» Disse.
«Ci vediamo oggi alle armi?» Domandò Luciana.
«Sì, esatto» Dissi finendo in fretta il cappuccino, per poi salutare Luciana e Nicola.
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Andammo di corsa verso la sala controllo, quando entrammo nella nostra aula, scoprimmo che eravamo di turno con Marco e Lucilla. Ci salutarono, erano felici di vederci.
«Che coincidenza, questa mattina ci terremo compagnia!» Disse abbracciandoci Lucilla.
«Ragazzi, ancora voi non conoscete Mirko» Presi l’onore di presentare Mirko e i nostri due cari amici.
«Come state ragazze? Non abbiamo avuto modo di fare le nostre condoglianze per Alessandro, ci dispiace per l’accaduto» Disse poi Marco.
«Grazie. Comunque, è ancora difficile da accettarlo, se non impossibile. Sembra ancora così tutto irreale» Risposi «Ma, ehi, non possiamo permetterci di fermarci»
«Hai ragione» Disse Lucilla.
«Rory? Torna oggi?» Domandò Marco.
«Dovrebbe tornare in mattinata insieme al suo team, ma non abbiamo avuto ancora notizie» Risposi.
Mirko stava visualizzando il monitor, il quale sorvegliava la zona circostante. Poco dopo entrò Spike.
«Oh, ci siete voi» Clarissa gli saltò addosso, non si aspettava di vederlo «Oggi vi faccio da supervisore»
Lo salutai, per poi tornare a controllare il monitor con Mirko. Spike stava per salutare anche Marco e Lucilla, quando ci furono dei segnali rosso e lampeggianti sul monitor.
«Oh, cazzo!» Esclamai, allarmando gli altri.
«Questo non è positivo, si stanno aprendo i portali» Gridò Mirko, alzandosi.
Spike andò a lanciare l’allarme «Si stanno aprendo di nuovo qua nella struttura, cazzo»
«Ragazzi, prendete le armi! Questa volta dovrete combattere anche voi!!» Ci ordinò Lucilla, correndo verso l’armadio dove erano depositate le armi d’emergenza.
«State vicino a me ed eseguite le mie direttive, ok? Fino a quando non potrete star vicini alle Prime Squadre, vi farò da scorta» Ordinò Spike.
«Va bene, andiamo!» Dissi non appena presi le doppie lame.
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Corremmo tutti nei cortili e nelle zone interessate dove si stavano per aprirsi i portali. I demoni stavano iniziando ad avanzare, tutti i combattenti erano già in azione. Così come i militari e i docenti.
Ci furono grida, rumori di armi da fuoco, rumori di spade che trafiggevano i demoni. Si sentivano le strilla dei mostri che morivano o le loro terribili grida quando cercarono di attaccarci. Spike ci scortò fino al primo team della Prima Squadra che incontrammo. Ci trovavamo vicino al Grande Cancello.
Tutti combattemmo, non ci stava fermando nessuno. Gli addestramenti e gli allenamenti avevano dato il suo frutto già in un mese, i nostri movimenti erano migliorati.
È vero, erano demoni di livello basso, ma riuscivamo a contrastare anche quelli un po’ più forti, insieme alle Prime Squadre.
La mia sete di vendetta e di sangue aumentò demone dopo demone che uccidevo, non riuscivo a fermarmi. L’ondata sembrava non finire mai, stava durando da oltre dieci minuti. Tuttavia, non avvertii nessun briciolo di stanchezza, così nemmeno gli altri.
Anche Clarissa che non amava combattere stava dando il suo meglio.
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La battaglia di sangue stava continuando, quando si aprì il Grande Cancello. I fuoristrada si fermarono subito, scesero in fretta e correndo Rory e gli altri ragazzi. Non aspettarono nemmeno il millesimo di secondo, che si unirono già nella lotta contro quei mostri.
Stavo uccidendo i demoni vicino al portale, ne stavano spuntando alcuni più grossi. In quel momento, Rory corse ad aiutarmi.
«REI!» Gridò.
Non so cosa fosse successo in quell’attimo, ma nel momento in cui chiamai Rory gridando, un demone più grosso di me, mi colpì, lanciandomi con una forza mostruosa verso il portale. Sentii Rory gridare ancora, poi vidi un fascio di luce accecante, urlai dalla paura.
In un attimo mi ritrovai in una landa deserta e infinita. Era tutto rosso, il cielo aveva lo stesso colore del sangue. Ero pietrificata, impaurita. Mi sentivo immobile. C’era un’orda di demoni di fronte a me. A capo di quell’esercito di mostri, vidi un essere umano. O almeno, aveva le sembianze di un essere umano. Non capii cosa stesse dicendo, era una lingua incomprensibile.
Lo vedevo avvicinarsi verso di me, io volevo provare a tornare indietro strisciando. Sentivo troppo dolore da potermi rialzare. Ma non c’era più la traccia del portale.
In un attimo quell’essere spaventoso si trovò di fronte a me. Aveva la pelle bianca come il latte, gli occhi rossi come il sangue. Artigli affilati, due corna nere sulla testa, capelli neri come la pece. Per il resto, aveva in tutto e per tutto le sembianze di un essere umano, sembrava molto più alto di Spike.
Dietro di lui, i demoni erano fermi e immobili, come se aspettassero gli ordini di quest’essere.
Mi guardò, sentii gelarmi il sangue. Poi la mia vista si offuscò, poi tutto nero.206Please respect copyright.PENANAp91Vruk78Z
Fine prima parte206Please respect copyright.PENANA0IxEn8aaWt