«Dicembre? No, non è possibile. Rory, son sicura di essere stata nel Regno dei Demoni un’ora, massimo due» Dissi confusa, con le lacrime agli occhi «Non è possibile»
Nel frattempo, arrivarono Spike e Clarissa. Dietro di loro, c’era anche Mirko. Clarissa si buttò in ginocchio, mi guardò piangendo. Spike era senza parole, corse poi ad abbracciarmi. Mirko restò con Clarissa, anche lui mi guardò come se stesse guardando un fantasma.
«Rei, Rei, Rei» Continuò a dire Spike, mentre mi stringeva più forte che poteva «Cos’è successo? Non ci posso credere, sei ancora viva»
«Spike… Rory…»
Sentivo come se la mia testa stesse per scoppiare in quel momento. Non riuscivo a trovare un filo logico a tutto ciò.
Io che vengo scaraventata nel portale, io che mi ritrovo in una landa desolata, in mezzo ai demoni, in mezzo al signore dei demoni, il Re. Azahal. Io che vengo portata al palazzo di Azahal, ma poi? Come dare un senso a tutto il resto? Sono stata via poche ore, massimo due. Questo era certo. Il tempo nel Regno dei Demoni non scorreva allo stesso modo del tempo del pianeta terra.
Clarissa si avvicinò correndo, saltandomi addosso.
«Scusami Rei! Io sapevo e sentivo che eri ancora viva, ho fatto il possibile. Anzi, abbiamo fatto il possibile! Tutti ti credevano morta» Disse, alleviò poi la presa «Ma si può sapere cosa indossi?» Domandò ridendo e piangendo allo stesso tempo.
«Tranquilla, sono qua adesso. Sono viva, sono con te! Non immagini quante cose siano successe in queste ore»
Guardai poi il mio vestito «Questa è una lunga storia».
Rory e Spike si resero conto ora del mio vestito in pelle di demone. Rory tolse la sua giacca per coprirmi.
«Sei pure scalza, ci devi raccontare tutto adesso» Aggiunse Rory preoccupato. Non mi lasciò nemmeno un attimo, così nemmeno Spike e Clarissa.
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Arrivarono poi i docenti, i quali invitarono tutti ad allontanarsi e a tornare nei dormitori. Tutti tranne i miei fratelli e Clarissa.
«Reina Williams, hai idea di cosa significa questo?» Disse uno dei docenti di addestramento alle armi «Questo entrerà nella storia del nostro Istituto. Anzi, nella storia dell’umanità. La prima persona a entrare nel portale»
«E a tornare anche viva» Disse il professor X.
«Dobbiamo comunicarlo ai piani alti» Disse la docente di alchimia.
«No, non ancora. Prima Reina ci deve spiegare cos’è successo, non creiamo allarmismi prima del dovuto» Disse poi il coach degli allenamenti.
La mia mente tornò lucida, ricordai di una cosa importante. Come se fosse una questione di vita o di morte, cercai il pugnale intriso del sangue di Azahal.
«Cazzo, dov’è finito? Il pugnale, mi serve il pugnale» Dissi cercando in mezzo alla neve e all’asfalto.
«Che pugnale, Rei?» Domandò Rory.
Lo trovai, corsi a portarlo a Spike «Spike, devi correre in laboratorio e analizzare questo sangue. È di vitale importanza» Dissi «Ho bisogno di convocare una riunione d’emergenza con voi professori e capisquadra, voglio anche Rory e Spike. Ci sono questioni urgente che devo riferirvi»
Rory e Clarissa mi guardarono confusi, i professori presero subito a convocare chi di dovere.
Chiese Spike ancora più confuso e preoccupato «Di chi è questo sangue sul pugnale?»
«La storia è lunga e complicata, è così complicata che confonde anche me. Ma tu fallo, poi alla riunione sarà tutto più chiaro. Spero».
«Va bene, adesso vado. Andrà tutto bene Rei, qualsiasi cosa sia successa. Te lo prometto» Mi baciò sulla guancia, stringendomi ancora e poi corse in laboratorio.
Pensavo di aver fatto tornare la mente alla lucidità, ma ero così in preda al panico che cercavo di gestire la situazione nel modo più razionale possibile.
«Clarissa, porto in camera mia Rei per farla cambiare. Non può restare così» Disse Rory. Clarissa acconsentì.
«In camera tua? Non nella mia?» Domandai.
Clarissa dispiaciuta rispose al posto suo «Hanno spostato Mirko nella nostra camera, ti credevano tutti morta».
«Ho spostato tutte le tue cose nella mia stanza. Io ho sempre saputo che eri viva. Me lo sentivo che saresti tornata. E se non l’avessi fatto, ti sarei venuta a cercare con Spike e Clarissa» Disse Rory.
«Adesso basta parlare, Rory muoviti e porta Rei a cambiarsi, avremo tutto il tempo per aggiornarci» Disse Clarissa.
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Rory mi accompagnò al dormitorio, camminai scalza tra la neve e la terra. La mia terra.
«Vuoi che ti porto in braccio?» Chiese Rory sorridendomi.
«Tranquillo, preferisco sentire il freddo gelido di questa terra. Soprattutto dopo essere stata in quel posto orribile»
Camminando di fianco a me, Rory mi strinse a sé, mi bacio sulla fronte e poi alleviò la presa.
Sembrava non volesse più lasciarmi. Chissà se ancora pensava a quel bacio, chissà se ancora pensava a me in quel modo. Per me erano passate solo due ore, ma per lui no. Erano passati quasi due mesi. Avevo perso due mesi della mia vita sulla terra, le persone a me care pensavano fossi morta, altre non riuscivano a crederlo ma non ne erano certi. Immaginare cosa fosse passato nella mente di chiunque, sullo stato emotivo di Rory, di Spike, di Clarissa.
Ero sparita dopo la morte di Alessandro, non osavo pensare a cosa potessero aver passato tutti quanti nell’Istituto. Non immagino nemmeno il dolore di Rory e Spike. La mia testa in quel momento voleva scoppiare.
Entrati nella sua stanza, cedetti e caddi a terra in ginocchio. Avevo lo sguardo a terra, finalmente ero a casa. Finalmente realizzavo. Rory si buttò a sua volta per abbracciarmi in una stretta così stretta che poteva rompermi qualche costola.
«Rei, sei a casa. Sei qua con me» Disse, mi prese il viso con le mani e mi baciò gli occhi, asciugando le mie lacrime. Poi le sue labbra toccarono le mie. Stavolta non lasciai la presa, continuai a baciarlo.
«Non ho dimenticato, Rei» Disse tra un bacio e l’altro.
«Rory, come facciamo? Siamo fratelli» Cercai di dire «Non so se…»
«Fratellastri» Precisò.
«Ma pur sempre fratelli. Sei mio fratello. Non possiamo»
«Troveremo un modo per stare insieme. Quando sei sparita, ho realizzato quello che tu significhi per me. Per questo ho voluto credere che fossi ancora viva. Ti ho aspettato e ti avrei aspettato per tutta la vita, se fosse stato necessario. Sarei venuto ovunque tu fossi, se fosse stato necessario. Non sei solo la mia sorellastra. Ti prometto che troveremo un modo, perché significhi tutto per me» Disse Rory, sembrava così deciso.
Sorrisi. Quelle parole alleviarono il dolore che in quel momento sentivo, la mia testa sembrava svuotarsi poco alla volta.
«Finalmente un sorriso» Disse infine. Lo baciai.
Poi ricordai.
«Rory, dobbiamo muoverci» Dissi, poi guardai la stanza «Dov’è la roba di Spike?»
La metà di Spike era vuota, il letto perfettamente in ordine.
«Si è liberata una camera al dormitorio dove doveva stare fin dall’inizio, da quando ha iniziato a essere un ricercatore» Rispose Rory «Ora la stanza è tutta mia»
Erano cambiate parecchie cose in tutto questo tempo, pensai.
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