Cap.23
Quella mattina alla Crimini Maggiori c’era stato uno scontro verbale tra il capitano Raydor e il tenente Flynn, il capo Johnson era intervenuta per calmare gli animi e aveva detto al tenente Flynn di tornare a casa, di prendersi una pausa, perché era troppo nervoso. Il tenente Flynn era andato via sbattendo la porta dell’ufficio del capo Johnson, neanche Provenza era riuscito a raggiungerlo per farlo calmare, la pressione su Flynn stava aumentando ogni giorno. Il caso dell’omicidio del tenente Sully era ad un punto morto e non sembrava ci fossero altre piste da seguire.
Alla fine della giornata, Sharon era preoccupata, così era andata a casa di Andy per verificare di persona le sue condizioni. Aveva sentito Provenza provare a chiamare Andy, ma dalla sua insistenza, sembrava non avesse ricevuto risposta. Provò a chiamarlo, ma non rispondeva al cellulare e neanche ai suoi messaggi, adesso si stava preoccupando. Uscì prima dal lavoro e arrivò davanti casa di Andy, rimase davanti alla porta, incerta sul da farsi.
Si erano lasciati urlandosi l’uno l’altro e voleva scusarsi, cercare di chiarire con calma le sue ragioni. Non voleva invadere la privacy di Andy, però nello stesso tempo voleva essere sicura che stesse bene. In fondo era preoccupata, perché la verità era che era ancora innamorata, gli voleva bene e temeva che a causa della rottura della loro storia Andy facesse qualche stupidata, aveva una brutta sensazione.
Adesso era lì, indugiava se suonare il campanello oppure no. Al diavolo! Si disse e suonò il campanello. Attese qualche momento e finalmente sentì aprire la porta. Gli apparve un Andy stralunato, sembrava assente, spettinato e con il volto tirato.
“Cosa sei venuta a fare?” Rimase davanti la porta di casa.
“Posso entrare, per favore?” Chiese Sharon.
“Se proprio devi …” Disse spostandosi e facendola entrare.
“Volevo vedere se stavi bene e da quanto vedo, non stai bene, Andy.” Entrò e vide che c’era un gran disordine, il tavolino era rotto in più parti, c’erano cocci di bottiglie sparsi per terra, piatti e bicchieri rotti, sembrava fosse passato un tifone.
“Cosa vuoi Sharon?” Chiese mentre lei si guardava intorno.
“Andy cosa è successo? Perché il tuo appartamento è ridotto in questo stato?” Chiese voltandosi e guardandolo negli occhi.
“Ti ripeto la domanda, cosa vuoi Sharon?” Chiese ancora con voce stanca.
“Andy come stai, cosa ti è successo?”
“Adesso ti preoccupi per me? Strano. Ti ho mandato messaggi per mesi, ti ho aspettato al parcheggio della Centrale, ho cercato di parlarti in ogni modo e mi hai sempre evitato.” Disse andando a sedersi sul divano e spostando la coperta buttata in malo modo.
“Perché hai ridotto l’appartamento in questo modo?”
“Non hai mai risposto. Non mi hai dato una spiegazione sul perché tu non abbia più voluto vedermi. Cosa ho fatto di sbagliato? Cosa ho detto?” Continuò Andy, come se Sharon non avesse parlato.
“Non hai fatto nulla di sbagliato, Andy. Non è come pensi tu, non è colpa tua.” Disse Sharon, adesso era molto preoccupata, Andy era in condizioni pietose.
“Allora perché mi hai lasciato? Stavamo così bene insieme, almeno io stavo bene insieme a te. Mi sembra che tu abbia voluto, quello che volevo anch’io.” Disse guardandola negli occhi.
“Andy non è per quello, le cose sono complicate e non posso …”
“Cosa non puoi fare? Non vuoi darmi delle spiegazioni? Allora anch’io non ti devo delle spiegazioni!” Adesso si stava arrabbiando.
“Andy le cose sono cambiate da quando siamo rientrati al lavoro.”
“Perchè non puoi stare con me? Non ti ho chiesto una relazione fissa, non ti ho chiesto di mettere i cartelli che stavamo insieme, non ti ho chiesto di sposarmi, non ti ho chiesto nulla!” Silenzio. “Volevo solo stare con te e mi hai escluso ...” Mormorò con voce triste.
“Andy mi dispiace, io … non immaginavo che le cose potessero finire in questo modo. Non volevo che tu …”
“Cosa? Che riprendessi a bere? Sei arrivata tardi capitano. Ho buttato nel cesso anni di sobrietà, ma non sentirti in colpa, sono solo lo stronzo che non ha capito, che per te, la nostra relazione, non valeva nulla!”
“No Andy, non è così, ti prego non parlare in questo modo, non è così!” Disse Sharon cercando di convincerlo, era sinceramente dispiaciuta per come erano andate le cose tra di loro.
“Perché non lo ammetti! Ti sei divertita, abbiamo fatto buon sesso e quando ti sei stufata mi hai buttato via come un giocattolo rotto!” La voce si stava spezzando tra le lacrime.
“No aspetta, non è così …”
“Allora spiegami com’è?!”
“E’ complicato.” Disse Sharon scuotendo la testa.
“Mi hai spezzato il cuore, ho lasciato che facessi di me quello che hai voluto e adesso? Adesso cosa vuoi che faccia?! Cosa vuoi Sharon?!” Gridò Andy esasperato.
“Hai ragione ad essere arrabbiato con me. Hai tutte le ragioni e non volevo che finisse così, ma ero arrivata ad un punto che non potevo più stare con te, non potevo ...”
“Non potevi e non volevi?!” Andy adesso si stava arrabbiando. Silenzio. “Non voglio capire più nulla della storia tra me e te. Vorrei solo sapere perché ti sei presa la mia camicia lilla? Manca dal mio armadio e sono sicuro che l’hai presa tu, vero Sharon?” Alzò lo sguardo e la fissò. Silenzio.
“Sì è vero, ho preso la tua camicia lilla. Quella mattina Provenza ti aveva chiamato per andare sulla scena del crimine ed eravamo da te, avevamo passato la notte insieme. Eri uscito e ti eri cambiato. Mi avevi detto di rimanere a letto. Quando mi sono alzata, ho visto la camicia lilla appesa, era come quella che avevi il giorno che è scoppiata la bomba e così l’ho presa.”
Silenzio.
Andy la fissò: “Allora ti ricordavi come ero vestito quel giorno …” Disse con un sorriso triste.
“Come potevo dimenticarlo, eri maledettamente sexy! Ho odiato il capo Johnson per averti ordinato di venire con me quella mattina, eri così affascinate e arrogante, come sempre. Avevi il completo e la camicia lilla con le bretelle e la cravatta abbinate, stavi benissimo.” Disse Sharon mordendosi il labbro.
“Avevo ricomprato la camicia e il completo, pensavo che non lo ricordassi, invece mi guardavi, oh … eccome se mi guardavi, capitano, l’ho sempre saputo. Perché quando te l’ho chiesto non mi hai risposto?”
“Andy, sei un’arrogante stronzo, non volevo darti ragione, perché … sono troppo orgogliosa per ammettere che … che sono ancora innamorata di te.”
Silenzio.
“Ah.” Silenzio. “Ok, adesso è meglio se te ne vai Sharon.” Disse avvicinandosi alla porta, con lo sguardo basso.
“Andy aspetta, guardami. Sono qui, voglio aiutarti.”
“No, non posso guardarti, non posso. Mi hai spezzato il cuore, mi hai portato in paradiso e reso l’uomo più felice del mondo e poi mi hai spedito negli inferi più oscuri, distruggendo quello che ero. Mi hai fatto male, mi hai spezzato il cuore. Sono a pezzi e sto cercando di rimetterli insieme e trovare un modo per andare avanti. Vattene Sharon, non voglio che mi vedi in queste condizioni, come un povero ubriaco, che non accetta di essere scaricato da una donna.”
“Andy ti prego, aspetta. Dammi la possibilità di poterti spiegare …”
Andy si alzò e senza guardarla disse “Vattene Sharon. Devo rimettermi in piedi, non posso tornare al lavoro in queste condizioni. Ho litigato con Provenza, devo rimettere in ordine questo posto e anche la mia vita, ma se tu sei qui, non riuscirò a fare nulla.” Il tono della sua voce era severo e cupo. Silenzio. “Per favore, vai via.” Si voltò dandole le spalle, non voleva crollare davanti a lei. Silenzio.
“Va bene, Andy vado via. Però sappi che dovremo riparlare di tutto questo, prima o poi.” Disse Sharon e uscì, per ora sapeva che non poteva fare nulla.
Quando Andy sentì la porta chiudersi, si voltò e vide la porta chiusa, era andata via. Mise una mano sul volto e scoppiò a piangere.
Sharon corse a casa, lungo il tragitto aveva ripensato a quello che le aveva detto Andy. Il cuore le batteva a mille, le parole di Andy le tornavano alla mente: aveva maledettamente ragione! Aveva cancellato la loro relazione e non era stata onesta … sentiva il senso di colpa che si faceva avanti e le chiedeva il conto per il suo comportamento. Doveva riparare il disastro che aveva combinato, calde lacrime scesero dai suoi occhi, un groppone arrivò in gola, scosse la testa, come poteva rimediare se Andy non voleva parlare con lei? Si disse che doveva trovare il modo, doveva sistemare le cose, doveva riparare i cocci, … qualcosa doveva fare.
Vedere Andy in quelle condizioni e sapere che era il motivo di quella discesa nell’autodistruzione, le faceva male, sentì un tonfo al cuore e realizzò che si era comportata da vera stronza, lo aveva lasciato senza spiegazioni e non lo aveva più voluto vedere. Andy aveva ripreso a bere ed era tutta colpa sua! Sì, aveva combinato un bel casino!
Continua …279Please respect copyright.PENANAfcwVRJ3IwL