Cap. 35
Sharon ed Andy tornarono a casa di Sharon. Lungo il tragitto Andy non aveva detto una parola, sembrava fosse da un’altra parte, era tenebroso. “Mi spiace di aver perso il controllo.” Disse sottovoce.
“Non c’è problema Andy, adesso andiamo a casa mia. Ti rilassi e riposi un poco, ok?”
Arrivarono a casa di Sharon entrarono, Andy era riluttante, sembrava a disagio, ma in realtà era contento di essere con Sharon, si sentiva al sicuro, sapeva che non avrebbe bevuto.
“Andy entra pure, accomodati.” Disse Sharon aprendo la porta.
“Senti Sharon ...”
“Vieni dai, non discutiamo, per favore.”
Entrarono, Sharon appoggiò pistola e distintivo sulla mensola all’ingresso si tolse le scarpe coi tacchi e disse: “Mettiamoci qui sul divano, vieni.” Si sedettero entrambi sul divano. Lei si avvicinò, Andy alzò il braccio e l’attirò a sé, aveva bisogno di sentire il calore della sua presenza.
Sharon aveva la testa appoggiata sul cuore di Andy, lo sentiva battere, lentamente si calmò, era esausto, e dopo un po’ si addormentò. Sharon rimase vicino ad Andy, era tutto complicato e si era resa conto di aver fatto un casino.
Andy riposò un poco, poi ad un tratto si svegliò all’improvvisò, spaventato, sudato era agitato. Sharon si era spaventata, l’aveva colta all’improvviso. Lo abbracciò cercando di tranquillizzarlo: “Ssst … è tutto ok, Andy. Sei al sicuro. E’ tutto ok.” Silenzio.
“Scusa, ti ho spaventato.” Silenzio.
“Dovresti parlarne con qualcuno.”
“Davvero? Il mio capo fa fatica a credermi e a volte anch’io stento a credere a quanto è successo.”
“Andy non è colpa tua quello che è successo a Jeff. Dovresti parlarne con il dr. Joe, ti aiuterebbe.” Silenzio. “Vuoi da bere, ho la tua soda in fresco.” Sharon si alzò e andò ad aprire il frigo.
Andy rimase sorpreso, aveva ancora la sua soda “Perché sei andata da Paul?”
“Dovevo parlare con te, avevo bisogno che qualcuno mettesse una buona parola.”
“Cosa gli hai detto?”
“Paul cosa ti ha detto?”
“Sharon … rispondi alla mia domanda.”
“Andy, conosci la risposta, sai che ti amo ancora. Parlando con Paul ho realizzato che è questa la verità.”
“Perché sei andata da Provenza?”
“Mi stai interrogando tenente …” Disse preparando un thè caldo. Riempì il bollitore, dando le spalle ad Andy, non aveva il coraggio di guardarlo.
“Sono curioso.” Disse sorseggiando la soda. Sharon si girò, lo fissò negli occhi, inclinò la testa. Silenzio.
“Sono andata dal tenente Provenza perché volevo leggere i tuoi appunti di 12 anni fa e confrontarli con quello che aveva scoperto al FID. Ho immaginato che avresti dato il quaderno dei tuoi appunti al tenente Provenza, perché sarebbero stati al sicuro se ti fosse capitato qualcosa. Ci siamo scambiati delle informazioni, tutto qui.”
“Hai avuto un bel coraggio … credi che Provenza abbia capito.” Silenzio.
“Non lo so. Comunque non sapeva nulla di noi e non credo che abbia abbinato le due cose, ma se anche fosse, non ha più importanza.”
“Come? Eri così preoccupata che qualcuno venisse a conoscenza della nostra relazione?!”
“Adesso non ha più importanza.” Disse Sharon sospirando. Silenzio.
“Certo, perché adesso non siamo più insieme.” Sospirò Andy in tono triste.
“Esatto. Lo hai detto tu: quello che è successo la notte scorsa non cambia lo stato delle cose e delle situazioni.”
“Quando il capo Johnson ha chiesto di noi, potevi dire che non abbiamo una relazione. Noi non siamo più insieme.” Disse Andy.
“Ero confusa, ma hai perfettamente ragione, non siamo più insieme.”
“La ragione è dei fessi … non me ne faccio nulla.” Disse Andy scuotendo la testa.
“Da quando abbiamo trascorso quel tempo insieme nel nostro soggiorno forzato, mi sono accorta di essere viva. Prima vivevo in una sorta di ricordo del passato e del futuro che avrei voluto, poi mi sono ritrovata con te: sei un’esplosione di vita, di sentimenti, di passione. Mi hai travolto e mi hai fatto sentire viva. Mi hai lasciato senza fiato, come quel bacio, davanti alla macchina di Gavin.
“Abbiamo solo litigato, ti ho reso la vita un inferno, ti ho rovinato il sonno con i miei incubi e ti ho ferito con le parole.” Disse Andy sospirando.
“E’ vero, però mi hai stretto forte a te, non mi hai abbandonato, ti sei preso cura di me, ti sei preoccupato. Pensavo di essere da sola e invece mi hai reso consapevole di essere viva. Vuoi sapere una cosa? La verità è che ho paura di amarti, Andrew Flynn, ho paura e sono spaventata quanto te, da tutto quello che mette a dura prova il nostro legame, la nostra relazione. Provenza sa di noi due? Non mi importa. Taylor, Pope o il capo Johnson sanno della nostra relazione? Non mi importa più.” Silenzio.
“Che cosa vuoi che dica?” Disse Andy abbassando lo sguardo.
“Dimmi che cosa provi, che cosa senti?!” Disse Sharon alzando la voce, si era messa a nudo davanti a lui, ma Andy non sembrava propenso a riprendere la loro storia.
“Sono confuso. Non so cosa dirti … non so nemmeno cosa provo per te … sono spaventato.” Mormorò.
“Allora siamo in due ad essere spaventati da quello che può succedere dal tornare insieme.” Silenzio.
“Sharon ti ringrazio per tutto quello che hai fatto, hai rischiato grosso e non …”
“Era il minimo che potessi fare, non si abbandona un compagno, giusto?” Disse Sharon sorridendo.
Andy sorrise. “Sono contento di essere qui con te.” Squillò il cellulare, guardò il numero e divenne subito cupo. Rispose alla chiamata:
“Tenente Flynn? Sono il capo Morrison. Dobbiamo chiudere questa storia, una volta per tutte. Incontriamoci ai vecchi magazzini del porto, al settore C, appena fuori L.A.”
“Capo Morrison, ti stavo aspettando.”
“Bene, allora ci vediamo questa sera alle 22.00. Vieni con la tua amichetta, il capo del FID, so che vi frequentate.”
“E’ una faccenda tra noi.” Riprese Flynn, voleva che Sharon rimanesse fuori da quella storia.
“Porta anche lei, se vuoi sapere la verità sulla morte di Jeff.” Disse il capo Morrison e chiuse la chiamata. Andy rimase a guardare il cellulare che aveva in mano.
“Allora?” Chiese Sharon con curiosità.
“Era il capo Morrison. Vuole che ci incontriamo stasera alle 22.00 ai vecchi magazzini del porto, al settore C, quello abbandonato. Vuole che vieni anche tu.”
“Certo, al FID qualcuno avrà detto che ho fatto qualche domanda e la mia ricerca non è passata inosservata. Bene, chiudiamo questa storia tenente, chiudiamo il caso del tenente Sully e di Jeff.” Disse Sharon con tono deciso.
“Siamo alla resa di conti e sai che può essere molto pericoloso.”
“Per questo ho preso un’altra pistola.” Disse Sharon aprendo un cassetto e caricando un’altra pistola.
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“Capo Johnson, credo che il tenente Flynn abbia ricevuto la chiamata che stavamo aspettando.” Disse Mike affacciandosi nell’ufficio del capo Johnson.
“Chi l’ha chiamato?” Chiese il capo Johnson.
“Era il capo Morrison. Si incontreranno stasera alle 22.00 ai vecchi magazzini del porto, al settore C. Ha chiesto anche la presenza del capitano Raydor.”
“Bene, ha abboccato all’esca! Chiami tutta la squadra, dobbiamo prepararci per questa sera. Se il tenente Flynn non mi avvisa, ci apposteremo e li seguiremo da distanza di sicurezza, avvisi Taylor, abbiamo bisogno di rinforzi. Mi chiami il tenente Provenza, devo parlare con lui.”
“Sì capo.” Disse Mike uscendo e avvisando Provenza.
Il capo Johnson era soddisfatta, le voci che aveva fatto girare stavano dando i giusti risultati, ora si trattava di chiudere il caso del tenente Sully e sperare che nessuno si facesse male.
Continua …
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