Cap.27
Nel tardo pomeriggio, Andy tornò a casa dopo l’incontro AA, era tranquillo ed entrò in casa senza accorgersi che c’erano tre uomini che lo stavano aspettando. Quando si accorse della loro presenza, era ormai troppo tardi, gli erano già addosso e lo avevano immobilizzato. Guardò intorno l’appartamento, era tutto sottosopra, stavano cercando qualcosa, che non avevano trovato.
“Cosa ci fate dentro casa mia?” Disse Flynn, cercando di svincolarsi dalla presa di quegli uomini, non erano semplici ladri, era gente preparata.
“Vogliamo il blocco degli appunti.” Disse l’uomo con il passamontagna che sembrava il capo del gruppo.
“Non so di cosa stai parlando.”
L’uomo colpì Andy con un pugno in pancia, che lo fece rimanere senza fiato.
“Ti ripeto la domanda, tenente Flynn, vogliamo il blocco dei appunti, quello che usavi quando eri sotto copertura con Jeff.”
Flynn riprese fiato, sorrise, alzò la testa e fissò negli occhi l’uomo: “Chi ti manda?”
“Le domande le faccio io! Il blocco per gli appunti!” Un altro pugno mandò in terra Andy. L’uomo picchiava bene, si vedeva che erano dei professionisti. Rimase a terra, dolorante, finchè non lo rialzarono di peso.
“Allora? Vuoi dirmi dove è il blocco per gli appunti?” L’uomo diede un pugno in faccia a Andy, le labbra sanguinarono ancora. “Allora?” Chiese l’uomo prendendolo per il colletto della camicia.
“Ho consegnato tutto, 12 anni fa, siete arrivati in ritardo.” Disse ridendo. L’uomo colpì Andy ancora una volta, in pancia. Si piegò a terra dal dolore, l’uomo gli tirò su la testa per i capelli “Quindi non avremo sorprese, vero tenente?” Silenzio. “Vero tenente, che non avremo sorprese?!” Disse l’uomo e colpì ancora Andy che cadde a terra senza fiato.
“Chiedilo … a quelli del deposito prove … hanno tutto loro ...” Disse Andy con un filo di voce. Lo rialzarono di peso, si reggeva a malapena in piedi, era stordito dai colpi presi.
“Capo, sta arrivando qualcuno, dobbiamo andare …” Disse un secondo uomo che controllava la casa.
“Ti conviene che sia così, altrimenti ci rivedremo e non andrà come questa volta.” Gli assestò un altro pugno in pancia e lo lasciò cadere a terra, senza fiato.
“Ricordati che sei solo un ubriacone, pensa a farti gli affari tuoi, capito tenente? Lascia il passato al passato.”.
Andy rimase a terra, era sulla strada giusta, ma stava già pagando un prezzo alto. Si sedette a terra e guardò come avevano ridotto l’appartamento. Accidenti, dovrò risistemare tutto di nuovo! Disse tra sé.
Sentì dei rumori, qualcosa aveva spaventato quegli uomini, lo avevano lasciato troppo in fretta. Dopo qualche secondo apparve Sharon, era entrata dalla porta rimasta aperta. Appena lo vide a terra gli corse incontro: “Andy! Andy! Come stai? Cosa è successo?!”
“Sharon … cosa ci fai qui?” Chiese sorpreso.
“Hai ragione ad essere arrabbiato con me, lo capisco. Però dopo le indagini che ho svolto, ci tengo a farti sapere quello che ho scoperto.” Disse con tono risoluto.
“Sharon …”
“Chi ti ha picchiato in questo modo, stai perdendo sangue dal naso e dalla bocca. Aspetta, ti aiuto ad alzarti.”
“Sono sulla strada giusta …” Disse Andy sorridendo.
“Reggiti a me, vieni andiamo in bagno, dobbiamo medicare queste ferite.”
“Sharon … sono sulla strada giusta …” Disse soddisfatto.
“Cosa vuoi dire?”
“Degli uomini sono venuti per chiedermi del blocco degli appunti di 12 anni fa … qualcuno si sta spaventando …” Disse sorridendo, poi una smorfia di dolore si dipinse sul volto.
“Andy ti hanno picchiato …”
“Devi averli spaventati … e sono andati via …”
Lentamente si diressero verso il bagno, Sharon gli tamponò il sangue che perdeva dal naso e dalla bocca. “Sei ridotto da buttar via …”
Andy sorrise: “Sono sulla strada giusta … ora voglio farmi una doccia e togliermi di dosso questi abiti.”
“Ti aiuto.” Lo aiutò a togliersi i vestiti, Andy si buttò sotto la doccia. Sono sulla strada giusta! Continuava a ripetersi, si lavò, Sharon intanto aveva portato un cambio di vestiti. Si vestì e si guardò allo specchio, aveva un aspetto tremendo, adesso cominciava a sentire il dolore dei colpi che aveva preso.
“Andy andiamo a casa mia, hai bisogno di riposo.”
“Non credo sia una buona idea … io …”
“Avanti tenente, questo è un ordine! Ho preso qualche cambio di vestiti, dove hai la pistola?”
Aprì un cassetto della cucina e tirò fuori la pistola e il distintivo. Li mise nella borsa che Sharon aveva preparato. “Bene, andiamo, domani vedremo come sistemare la casa.” Disse Sharon, prendendo Andy sotto braccio, entrambi uscirono, andando all’appartamento di Sharon. Lungo la strada nessuno dei due parlò, c’era un silenzio imbarazzante.
Andy si sentiva a disagio, non era convinto di voler stare da Sharon, ma nello stesso tempo non sapeva dove andare. Arrivati davanti alla porta di Sharon Andy disse: “Non è una buona idea …”
“Entra e accomodati, dobbiamo parlare, anzi devi ascoltare la storia che credo sia successa 12 anni fa.”
Andy entrò “Quale storia? Cosa vuoi dire?” Chiese sorpreso.
Sharon prese del ghiaccio dal freezer e lo diede a Andy “Preparo un caffè per entrambi, ne abbiamo bisogno.”
Andy si sedette sul divano, era dolorante. “Non hai risposto alla mia domanda?”
“Quale?”
“Perché sei venuta a casa mia?” Chiese Andy guardandola fissa negli occhi, non aveva dimenticato quanto fossero belli i suoi occhi verde giada.
“Andy, ho indagato su quanto avvenuto 12 anni fa, ho cercato dei riscontri al FID e ho chiesto a Provenza di leggere il quaderno degli appunti sul quale avevi scritto quello che pensavi fosse successo e cosa invece, non è successo.”
“Sei andata da Provenza?” Chiese Andy incredulo, sgranò gli occhi, non credeva alle sue orecchie.
“Sì, mi ha fatto leggere il tuo quaderno, quello che avevi scritto 12 anni fa. Ascolta, secondo me, la storia è andata così: Mentre tu e Jeff eravate con Ronnie Bonton, Taylor e Morrison stavano facendo un’operazione per sequestrare un’ingente quantità di droga. Morrison aveva ricevuto una chiamata, che diceva che i due uomini con Bonton, erano due poliziotti sotto copertura. Lui non aveva creduto a questa informazione, così Bonton aveva ucciso Jeff. Morrison disse a Taylor che probabilmente voleva che si appurasse la notizia, saputo che un poliziotto rischiava la pelle, ha preferito fare uno scambio: la vita di un poliziotto, per un certo quantitativo di droga. Non so se glielo hanno proposto, sta di fatto che Taylor ha accettato e qualcuno ha chiamato Bonton per dirgli che se ti salvavano la vita, potevano recuperare la merce. Ho fatto una serie di controlli e all’epoca la banda di Bonton era in difficoltà per l’ascesa della banda dei Ferguson, che volevano comandare su tutto lo spaccio a L.A. Quindi ti hanno picchiato e ti sei salvato, Taylor ti ha salvato la vita, senza saperlo. Sicuramente all’epoca non lo sapeva, poi è venuto a saperlo e qualcosa sa anche il capo Morrison …”
“Il capo Morrison e parte del distretto di Hyde sono corrotti, Fischer ha detto che sono agitati per quanto accaduto a Sully e che il capo Morrison gli aveva assegnato un compagno dopo il suicidio dell’agente Patrick Waters.” Silenzio. “Ti sei esposta Sharon, non dovevi farlo.” Disse Andy.
“Ho chiesto qualche favore, ma niente di più. Ho recuperato queste carte.” Sharon prese la cartelletta con dentro quanto aveva scoperto e la diede ad Andy “Ho messo insieme un quadro che mi pare abbia un senso, che ne dici?” Silenzio. Lui abbassò lo sguardo. Sfogliò la cartelletta, diede una veloce occhiata ai fogli.
“Perché lo stai facendo? Non mi devi nulla.”
“Invece ti devo la mia onestà.” Silenzio. “La verità è che … ti ho lasciato perché … “Silenzio “Perché dopo qualche tempo che ci frequentavamo, Jack è tornato.”
“Ah.” Andy sollevò lo sguardo e la fissò. Silenzio.
“Ricordi quel giorno che abbiamo litigato per il disegno che avevi fatto sulla lavagna e la discussione che abbiamo avuto in seguito?”
“Sì, sono stato un coglione a fare quel disegno.” Disse abbassando lo sguardo.
“Ero arrabbiata con te. No, ero furiosa. Quella stessa sera Jack è venuto a casa mia, abbiamo parlato, io ero arrabbiata con te e lui …”
“Jack …” Andy era senza parole, scosse la testa, non credeva alle sue orecchie.
Sharon continuò a parlare, o meglio a confessare quello che avrebbe voluto dire ad Andy molto tempo prima “Sì, Jack. Ho lasciato che se ne approfittasse, o forse speravo che fosse tornato per i nostri figli, non lo so, sono stata una stupida. Noi ci eravamo allontanati e Jack era sempre più presente nella mia vita, una sera ha incontrato Ricky ed Emily. Non ricordava quanto fossero diventati grandi.” Disse Sharon sorridendo, ripensando a quella sera con i suoi figli, era stata una serata perfetta, indimenticabile. “… Insomma, poi è successo che … Noi eravamo in un momento difficile e anche al lavoro le cose erano complicate. Questo non mi scusa, sono stata una stupida a credere alle belle parole di Jack e a tutte le false promesse. Dopo essere stato a casa mia, dopo avermi sfruttato per l’ennesima volta … cioè …ecco … sono stata a letto con lui. E poi Jack mi ha scaricata.” Silenzio. Sharon sentì come se si fosse tolta un peso dalla coscienza, come se avesse scontato una pena e ora avesse pagato il suo debito.
“Ah.” Disse Andy sgranando gli occhi e annuendo. Silenzio.
“Se ne è andato lasciandomi un biglietto, mi aveva scritto che era confuso, doveva chiarirsi le idee e aveva bisogno di tempo. Ha preso i soldi che gli avevo prestato ed è sparito. Allora ho capito come dovevi sentirti e quanto sono stata stronza a comportarmi nello stesso modo con te. Ti devo le mie scuse Andy, anche se in ritardo. Ti chiedo scusa e spero che tu le possa accettare.”
“Ah.”
“Ho realizzato come ti eri sentito, eri arrabbiato e ne avevi tutte le ragioni e se non puoi perdonarmi, lo capisco. Vorrei solo poterti aiutare in questa situazione, vorrei che non ti facessi male … perché …perchè io, te ne ho già fatto troppo.” Disse Sharon abbassando lo sguardo, ora che aveva detto tutto quanto ad alta voce davanti ad Andy, si era resa conto di quanto gli aveva fatto male. Silenzio.
“Ok. Adesso cosa facciamo?” Sospirò Andy, era sconcertato da quello che aveva appena ascoltato.
“Adesso è tardi e andiamo a riposare. Tu devi recuperare e domani vedremo come affrontare tutto quanto.”
Andy si alzò dal divano con fatica “Allora io vado …”
“Dove credi di andare?” Disse Sharon alzandosi e aiutandolo a stare in piedi.
“Vado a casa.” Rispose candidamente.
“Non se ne parla, rimani qui, con me. Andiamo a riposare, vieni ti accompagno.”
“Senti Sharon, non credo sia una buona idea.”
“Invece è l’unica cosa intelligente da fare, quindi niente obiezioni. Adesso ti porto a letto … ecco … cioè … hai capito …” Sharon sorrise del suo imbarazzo e accompagnò Andy in camera. Lo aiutò a togliersi i vestiti e lo fece distendere. Vide i lividi che aveva all’addome, quando l’aiutò a mettersi una maglietta per la notte. Appena Andy si sdraiò, si addormentò, era stanchissimo e provato da quanto aveva appena ascoltato. Sharon sorrise, si cambiò e si sdraiò vicino a lui.
Continua …284Please respect copyright.PENANAvNrxpTAVhn