Cap.25
Sharon Raydor non era la persona più simpatica del Dipartimento, anzi, la odiavano in parecchi, ma qualcuno la stimava e qualcun altro, le doveva un favore ed ebbe l’occasione di ricambiare.
In fondo alla Cancelleria, c’era uno stanzino per fare le fotocopie, non c’erano telecamere e il capitano Raydor attese l’arrivo del sergente Matlock. Arrivò dopo alcuni minuti, con dei fogli in mano, fece delle fotocopie e le diede al capitano Raydor, le diede anche una cartelletta e si allontanò con fare indifferente. Sharon prese i documenti e ritornò nel suo ufficio, disse al sergente Eliot, che non voleva essere disturbata. Si chiuse dentro e lesse i documenti, scoprendo che tutto portava al distretto di Hyde. Le persone coinvolte quella notte, dopo 12 anni prestavano servizio tutte ad Hyde ed erano sotto il comando del capo Morrison. I documenti nella cartellina invece confermavano quello che aveva già intuito, ma aveva bisogno di conferme e prove.
La lettura si fece interessante quando il nome di Taylor venne fuori, anzi il giovane sergente Russel Taylor, quella sera di 12 anni fa, era in missione con altri colleghi per trovare una grossa partita di droga. Poi, qualcosa era successo e la missione si era conclusa, sempre con successo, avevano sgominato una banda di spacciatori, ma un verbale riportava che qualcuno avesse detto che mancava un certo quantitativo di droga. Il deposito prove non aveva ricevuto tutta la quantità di droga sequestrata, ma nessuno disse nulla o avviò alcuna ulteriore indagine.
Dopo aver letto le carte che aveva trovato e gli appunti di Andy, Sharon aveva capito che qualcosa non quadrava in tutta quella situazione. Sharon pensava che la risposta era scritta nel passato e adesso che si riproponeva la stessa domanda, la risposta era la medesima. Andy aveva ragione, qualcuno lo aveva salvato, in cambio di qualcosa. Si accennava solo in un verbale di una partita di cocaina da 10 kg che non era stata registrata al deposito. Non c’erano prove che fosse mai arrivata o che qualcuno l’avesse presa in carico. La quantità era notevole e poteva far da merce di scambio per la vita di un poliziotto. Sharon aveva scoperto che la notte della morte di Jeff, il capo Morrison, o meglio l’agente Morrison dell’epoca era in servizio. C’erano state parecchie lamentele da parte di alcuni civili per delle liti in strada, qualcuno diceva di aver visto dei poliziotti litigare tra loro, alzare la voce e minacciare con la pistola.
Erano solo segnalazioni, un verbale scrupoloso era passato inosservato e quindi era rimasto al FID. Il comportamento di alcuni poliziotti e ufficiali aveva insospettito il FID, che aveva avviato delle indagini interne, ma erano state bloccate e archiviate dai piani alti.
Qualcosa non quadrava, ma Sharon non riusciva a capire cosa, doveva parlare con Andy e chiarire i suoi dubbi. Sì, perché aveva una teoria, ma voleva parlarne con Andy e capire cosa sapesse. Lesse di nuovo le carte che aveva a disposizione, cercò di stabilire una serie di domande e si chiese come poter parlare con Andy. Il loro ultimo incontro non era andato bene, Andy non voleva più vederla e ne aveva tutte le ragioni, così pensò di parlare con Paul, lo sponsor di Andy, era l’unico che potesse aiutarla. Provenza stranamente le aveva mostrato gli appunti di Andy, non era sicura se avesse capito che tra loro c’era stata una storia, o qualcosa del genere e comunque non voleva rischiare. Preferiva lasciare che fosse un sospetto. L’unico che poteva aiutarla era Paul, scrisse l’indirizzo su un foglietto e decise di fare un tentativo.
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Sharon aspettò davanti al cancelletto della villetta di Paul e attese, dopo una mezzoretta vide in fondo alla strada un uomo, con in fianco un lupo cecoslovacco, che quando la vide le corse incontro. L’annusò e si sedette aspettando l’arrivo del padrone, che dopo qualche minuto arrivò, sorpreso di vedere davanti al cancelletto di casa, il capitano Sharon Raydor.
“Buongiorno Paul.” Disse sorridendo.
“Buongiorno Sharon. Vedo che piaci a Whisky.” Disse guardando il cane, che si era seduto ai piedi della donna. “Ti piace questa bella signora, vero? Sono poche le persone che piacciono a Whisky.”
“E’ un bel cucciolone!” Disse abbassandosi e accarezzando il cane, che le leccò la mano.
“Prego accomodati, possiamo darci del tu, vero?”
“Certo Paul. Ti rubo solo qualche minuto, avrei bisogno di parlarti.”
“Vieni entra pure, ci mettiamo in veranda, che ne dici? Vuoi bere qualcosa?”
“Sono a posto grazie, in veranda va benissimo.” Si sedettero sotto il piccolo portichetto e Whisky si mise seduto ai piedi di Paul.
“Bene, dimmi pure, di cosa volevi parlarmi?” Disse Paul sorridendo. Sharon era in silenzio, si vedeva che era in imbarazzo. Silenzio. “Ok, allora vuoi parlarmi di Andy? Perché da quanto mi ha detto, vi siete lasciati.”
“Ehm … cioè, io … Andy cosa ti ha detto? Sono solo preoccupata …”
“Vi siete lasciati, perché sei preoccupata? So che lavorate insieme qualche volta, ma se non vi vedete, perché sei preoccupata per Andy?” Chiese Paul candidamente.
“Lo sai che Andy ha ripreso a bere?”
Paul scosse la testa: “Sì, mi ha detto anche questo. Stiamo cercando di affrontare insieme la situazione, sono sicuro che riuscirà a riprendere in mano la sua vita. Ci vorrà un po’ di tempo, però credo che ce la farà.” Silenzio. “Non riesco a capire, perché mi chiedi di Andy?” Disse Paul fissandola negli occhi “Sei una donna intelligente e molto bella Sharon. Per questo, mi sorprende trovarti qui, a parlare con me. Sei preoccupata per Andy perché sei innamorata di lui?”
“Sono uno dei suoi diretti superiori, per questo sono preoccupata.”
“Provenza non è venuto a parlare con me ed è il diretto superiore di Andy, quindi la domanda si ripropone, sei preoccupata per Andy perché sei innamorata di lui?” Chiese Paul con calma.
“Ok, ok Paul. Senti … ok.” Silenzio.
“Sharon perché sei venuta qui?” Silenzio.
“Andy non vuole parlare con me e lo capisco. E’ molto arrabbiato e deluso. Vorrei che tu, se potessi … cioè gli potessi dire che vorrei parlare con lui, per la storia di Jeff. Ehm … mi sento in colpa, non doveva riprendere a bere a causa mia. Ecco l’ho detto.”
“Secondo te, Andy ha ripreso a bere perché l’hai lasciato?”
“Sì e mi sento in colpa per questo.”
“Ok. Questo non me lo ha detto Andy, ma suppongo che faccia parte del pacchetto delle sue paure e frustrazioni. Comunque dovresti parlare con lui, non come me. Ascolto Andy, lo sostengo e lo accompagno lungo il cammino. Cerco di farlo ragionare, di aiutarlo a capire i sentimenti, le paure, le ambizioni, le insicurezze. Ma solo Andy può scegliere cosa fare della sua vita, io posso essere al suo fianco e fargli capire che non è solo. Tutto qui.”
“Ok, però puoi dirgli che … “Sharon si alzò dalla sedia “Scusa Paul, scusami tanto.” Uscì dal suo vialetto e scappò via.
Tornando a casa, Sharon si rese conto di quanto era stata stupida e che persino Paul aveva capito i suoi sentimenti, mentre lei era ancora a chiedersi se amasse Andy oppure no. No, non era stupida, era una vigliacca, una fifona avrebbe detto suo padre, non voleva affrontare la situazione, perché sapeva che avrebbe perso la sua libertà, la sua indipendenza, il suo cuore.
Ma infondo la situazione non era cambiata, doveva fare i conti con un’altra persona che le aveva trafitto il cuore. Il capitano Sharon Raydor indagava sugli uomini del Dipartimento e senza paura li affrontava, sbattendogli in faccia le cose più deplorevoli, le più meschine, le più grossolane e stupide che l’essere umano potesse compiere. Non si era mai tirata indietro a qualsiasi compito le fosse affidato, ora invece, si sentiva le gambe tremare, il cuore battere a mille, le mani sudare e un’agitazione scuotere tutto il corpo, perché Andy Flynn l’aveva messo a nudo. Ecco di cosa aveva paura: essere sè stessa.
L’aveva allontanato con mille scuse, l’aveva spinto sul baratro e l’aveva lasciato cadere. Era confusa, perché adesso non sapeva come rimediare al danno che aveva fatto, pensò di andare a parlare con Provenza, ma così lui avrebbe capito che c’era stata una relazione tra lei e Andy, lei, che si era tanto raccomandata di non dire nulla a nessuno.
Maledizione! Maledizione! Picchiò le mani sul volante più volte e non riuscendo a controllare le lacrime, scoppiò a piangere.
Continua …270Please respect copyright.PENANAg20RxBZISJ