Cap.26
Sharon decise che doveva parlare con Andy, lo chiamò al telefono, ma non ebbe risposta. Provò più volte, lasciò dei messaggi in segreteria. Provò a chiamare la Crimini Maggiori per chiedere dove fosse il tenente Flynn, risposero che il capo Johnson gli aveva detto di stare a casa qualche giorno. Aveva perso ogni speranza, quando sul telefono apparve la chiamata di Andy.
“Sharon …”
“Dove sei Andy?”
“Sharon …” La voce era impastata. Sentì una serie di rumori di sottofondo “Senti, perché non vieni a riprenderti questo ubriacone e lo porti via dal mio locale?” Disse la voce profonda di un uomo, era indispettita.
“Aspetti, mi dia l’indirizzo e arrivo subito!” Disse Sharon con voce spaventata.
“44 Main Street il locale si chiama Wild Goose! Il tuo amico è ubriaco fradicio e ha finito i soldi!”
“Lo trattenga lì, dieci minuti e arrivo.” Sharon corse alla macchina e si diresse in gran fretta all’indirizzo indicato. Quando arrivò, trovò due uomini della sicurezza che stavano tenendo in piedi Andy. Era ubriaco fradicio. Si fece aiutare a metterlo sulla macchina, prese il cellulare e il portafogli, saldò il conto e portò Andy a casa sua. Con difficoltà lo fece entrare in casa, Andy barcollava e si reggeva appena in piedi, ma Sharon era abituata con il suo ex marito, sapeva come doveva fare. Lo buttò sul divano e gli tolse le scarpe, Andy si addormentò subito. Sharon preparò il caffè e andò in bagno a prendere delle pastiglie per il mal di testa.
Si sedette sullo sgabello e sospirò, adesso cominciava la parte difficile. Andy dormì per un paio di ore tranquillo, quando all’improvviso si svegliò, gridando, era turbato, spaventato. Si svegliò, tutto sudato, era disorientato. “Dove sono? … Sto ancora sognando …” Disse con voce impastata.
“Stai tranquillo Andy, sei a casa mia.” Disse Sharon dolcemente e gli toccò la spalla, Andy si girò di scatto, non l’aveva sentita e si spaventò.
“Sharon … cosa ci fai qui?” Il tremore nella voce tradiva la paura.
“Sei a casa mia Andy, stai tranquillo.”
“Come? … a casa tua? … ma ...” Andy si guardò intorno spaesato, si passò la mano tra i capelli, si stropicciò la faccia e si mise seduto. “Dannazione …” Mormorò tra sé.
“Vuoi bere del caffè, ti farà sentire meglio.” Disse Sharon alzandosi e andando a prendere una tazza fumante di caffè. “E’ decaffeinato. Tieni.” Gli porse la tazza. “Qui ci sono le pastiglie per il mal di testa.” C’erano sul tavolo una bottiglietta di acqua e un blister di pastiglie.
“Grazie.” Disse Andy con un filo di voce. Prese una pastiglia e un sorso di acqua. Attese un minuto, poi prese la tazza di caffè e bevve un sorso “Perché sono qui?”
“Ti ho chiamato mille volte e non rispondevi, ti lasciato parecchi messaggi e non ho avuto risposta, poi alla fine mi hai chiamata tu.”
“Io?!” Disse sorpreso, non osava guardarla in faccia, sapeva che aveva combinato un casino.
“Sì Andy, mi hai chiamato. Il barman mi ha dato l’indirizzo e mi ha detto di venirti a prendere e ti ho portato a casa.”
“Quando lo saprà Provenza, mi riempirà di calci nel culo.” Disse sospirando.
“Anche se te li meriteresti, perché non teniamo la cosa per noi?” Disse sorridendo.
La guardò, era smarrito “Perché fai tutto questo?!” Sharon si avvicinò: “Andy noi dobbiamo parlare.” Gli toccò leggermente la spalla, cercando un contatto.
“Non mi toccare …” Disse allontanandosi, sembrava spaventato “Adesso devo andare.”
“Perché vuoi andare via? Puoi rimanere tutto il tempo che vuoi.”
“No, non voglio più vederti, non voglio più soffrire, non voglio che mi fai del male. Mi hai spezzato il cuore, hai lasciato che la mia vita andasse a pezzi e adesso sto cercando di rimettere insieme … Cosa vuoi ancora da me?” Chiese Andy con voce spaventata.
“Voglio parlare di noi due.”
“Perché vuoi parlare di noi due, non esiste un noi due! Non c'è più nulla, finito! Il giocattolo rotto l’hai buttato via! E’ finita Sharon, lo vuoi capire!” Andy si alzò e cominciò a camminare lungo la stanza, era nervoso e agitato.
“Andy ti prego discutiamone, parliamo, ci deve essere qualcosa che posso fare per farmi perdonare! Ti chiedo almeno di ascoltare quello che ho da dire!”
“Mi hai fottuto, mi hai distrutto e adesso sto cercando di sopravvivere, meglio che posso, ma come vedi, sono nella merda. Ho litigato con Provenza, ho mandato a puttane la mia sobrietà, la mia vita.” Si passò una mano tra i capelli, cercando di riprendere il controllo. “Ma stai tranquilla, non sei tu solo il motivo del mio naufragio, stavo già nuotando a vista. Speravo che mi amassi, ma le cose cambiano, le persone cambiano, i sentimenti cambiano. Lo so che amare uno come me non è facile, ma ti ho amato fino a non poterne più. Ti ho amato fino a spaccarmi il cuore, mi sono sentito in trappola e la mia vita non mi apparteneva più. Adesso che sono tornato alla dura realtà, non voglio più rischiare di farmi male. Non me la sento.” Scosse la testa sconsolato “Mi hai tolto la poca dignità che avevo, ora sono un naufrago, che spera di non trovare una tempesta che lo faccia affondare del tutto. Per colpa tua, ho passato notti insonni a vagare per la città, avevo paura di finire nel baratro, ho lottato con tutte le mie forze per stare in piedi. Cosa vuoi da me?! Vattene! Torna alla tua vita, al tuo lavoro, fai come ti pare … io non ci sono più per te.” La voce tremava, tradendo la paura .
“Andy, non vuoi nemmeno sentire le mie ragioni?”
“Mi hai chiuso la porta in faccia, mi hai escluso, non mi hai dato spiegazioni. Ti ho cercato, ti ho aspettato, ti ho scritto messaggi, mandato fiori …” Silenzio.
“Ok, hai perfettamente ragione. Ho sbagliato e ho rovinato tutto. Hai ragione quando dici che non c’è un noi. Ok. Adesso però voglio che ascolti quello che ho scoperto con le mie indagini sulla storia di Jeff e sull’omicidio del tenente Sully!”
“Non voglio più ascoltarti e te lo avevo già detto, stanne fuori da questa storia!” Andy si diresse verso la porta. “E’ meglio se me ne vado, ok. Ti ringrazio per il tuo aiuto, ma ora voglio riprendere in mano la mia vita. Ci vediamo.” Detto questo uscì, lasciando Sharon a guardarlo, mentre andava via dall’ appartamento. Sharon ci aveva provato, ma forse Andy aveva bisogno di tempo, tutto quello che le aveva detto era vero, aveva combinato un bel casino e rimettere insieme i pezzi non sarebbe stato semplice, doveva armarsi di parecchia pazienza e sperare di poter riparlare con Andy in un momento migliore.
/
Andy era tornato a casa, si era fatto una doccia e si era sistemato. Si sentiva in colpa per essersi ubriacato, prese il telefono e chiamò Paul, dicendo che doveva parlargli. Paul gli disse di passare a casa sua, così avrebbero parlato un po’. Andy sospirò e si diresse verso casa di Paul.
Si sentiva una merda per aver ripreso a bere, sapeva di aver deluso parecchie persone. Paul lo stava aspettando in casa, quando entrò Whisky gli corse incontro a fargli le feste. Accarezzò il cane e lo coccolo un po', sapeva che Paul lo stava guardando, era seduto sul divano.
Dopo le coccole a Whisky, Andy andò a sedersi dall'altra parte del divano. Paul sorrise, sapeva che Andy era nervoso, teso.
"Allora Andy boy di cosa volevi parlarmi?" Silenzio. "Ho preparato un decaffeinato, ti va una tazza?"
"Ehm …Sì. Grazie.” Silenzio. “Paul ... io... volevo scusarmi con te. Ti ho deluso. Mi dispiace.”
Paul gli diede la tazza di caffè, prese una sedia e si sedette di fronte a lui. “Sei sicuro di avermi deluso?”
“Ho deluso te, Provenza e tutti quelli che credevano nella mia sobrietà. Sono stato un idiota e lo sono ancora.”
“Uhm …” Disse Paul e sorseggiò il caffè.
“Sono andato a fare una passeggiata e alla fine sono entrato in un bar e mi sono ubriacato. Se lo sa Provenza mi riempie di calci nel culo.”
“Te li meriteresti.” Disse Paul sorridendo.
“Sì, me li meriterei. Me lo ha detto anche Sharon.”
“Davvero?”
“Sì.”
“Sai che la tua bellissima Sharon è venuta a trovarmi?” Disse Paul candidamente.
“Come? Quando?” Andy si scaldò subito, alzando la voce.
“Ehi calma, come ci scaldiamo se parli di Sharon … ahi ahi… qualcosa non torna.” Disse Paul sorridendo.
“No, aspetta Paul. Sharon è venuta da te? Perché? Cosa ti ha detto? Avanti Paul, per favore, dimmi cosa ti ha detto?!” Chiese Andy con trepidazione.
“E’ venuta qui un giorno e mi ha chiesto se potevo convincerti a parlare con lei.” Disse Paul con calma. Silenzio.
“Tutto qui?!”
“Tutto qui.” Silenzio.
“Ah.” Silenzio. “Cosa le hai detto?” Chiese Andy con fare indifferente, ma in realtà voleva sapere tutto quello che Sharon aveva detto.
“Le ho detto di venire da te e di parlarti. Però credo che non ti abbia detto del nostro incontro. Uhm … la faccenda si fa seria.” Disse Paul scuotendo la testa. “E’ molto interessante, Sharon viene da me perché vuole parlare con te e Andy vieni da me e parliamo di Sharon, curioso, non trovi?” Chiese Paul rivolgendosi sorpreso ad Andy.
“Paul non è come pensi!” Disse Andy passandosi una mano tra i capelli, adesso era nervoso.
“Ok. Allora dimmi com’è?!” Silenzio.
“Ecco … Allora … io ero ubriaco … e l’ho chiamata.” Disse Andy.
“Cioè, vuoi dirmi che eri ubriaco e hai chiamato Sharon?!” Chiese Paul incredulo.
“Sharon mi ha detto così, io non lo ricordo. Comunque è venuta a prendermi e mi ha portato a casa sua. Ho smaltito la sbornia, mi ha dato le pastiglie per il mal di testa, un caffè e …” Silenzio.
“E poi?!”
“E poi … ho fatto lo stronzo.” Disse Andy scuotendo la testa “L’ho aggredita verbalmente, perché ero arrabbiato. Ero arrabbiato perché avevo bevuto, ero arrabbiato perché ero a casa sua e perché mi aveva aiutato. Ero arrabbiato perché mi aveva scaricato e voleva scusarsi con me, ma non ho voluto sentire le sue ragioni, ero troppo preso a dire quanto mi aveva fatto male e quanto ero stato male a causa sua.” Silenzio. “Poi sono tornato a casa come un cretino e ti ho chiamato.” Silenzio.
“Ok.” Disse Paul, continuando a bere il suo caffè e annuendo.
“Sono confuso Paul. Perché Sharon mi sta aiutando? Ha detto che non dirà nulla a Provenza, che la mia sbornia rimarrà una cosa tra noi.” Silenzio. “Ha detto che ha fatto delle indagini personali su quanto accaduto a Jeff 12 anni fa.”
“Davvero? Cosa ha scoperto?”
“Le ho detto di starne fuori, di starmi lontano e di stare fuori dalla mia vita. Sono un coglione!” Silenzio.
“Sharon ti ha detto cosa ha scoperto?”
“Non le ho dato modo di parlarne, ero troppo incazzato ...”
“Ok.” Disse Paul sorseggiando il caffè e scuotendo la testa.
“Sì, lo so, sono un coglione.” Disse Andy sospirando.
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