Bersaglio mobile
Cap. 12
Il tenente Flynn e il capitano Raydor erano spariti nel nulla. Quando Provenza arrivò e vide la macchina abbandonata, sperò che fossero al sicuro, perché li stava cercando tutta l’FBI. Guardò la macchina, colpita più volte e con l’interno sporco di sangue. Gli avevano detto che l’agente Simon era morto e sperava che il sangue fosse solo il suo. Ordinò a Mike e Julio di stare addosso a quelli dell’FBI e di controllare che i rilievi fossero eseguiti a regola d’arte, c’erano state fin troppe leggerezze.
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Intanto Andy e Sharon erano a casa di Paul, nel seminterrato. Si erano nascosti, sperando di prendere tempo e per riorganizzare le idee.
“C’è un bagno? Vorrei rinfrescarmi e pulirmi.”
“Lì dovrebbe esserci un bagnetto. Forse è meglio se mi do una pulita anch’io, sembriamo due zombie.”
Sharon entrò nel bagno e si sciacquò, pulendosi il sangue che aveva addosso, cercò di sistemarsi al meglio, poi uscì e fece lo stesso anche Flynn. Sharon si sedette sul divano, cercando di prendere fiato e di capire cosa potessero fare. Quando Flynn uscì dal bagno gli chiese cosa aveva in mente. Flynn propose di rimanere da Paul per un po’, poi avrebbero trovato un altro posto dove nascondersi. Secondo lui, qualcuno al Dipartimento di Polizia, era a conoscenza dei loro spostamenti, non era possibile che ogni volta, quei criminali fossero un passo avanti. Sentirono dei rumori, era Paul che tornava in casa, Whisky aveva sentito la loro presenza ed era corso nel seminterrato, seguito da Paul, che fu sorpreso di vedere Andy con una donna.
“Ciao Andy boy, cosa ci fai qui?”
“Ciao Paul!” Flynn corse ad abbracciare Paul “Scusa se sono entrato come un ladro, mi avevi detto che se avessi avuto bisogno…”
“E’ tutto a posto?” Paul era preoccupato, guardandoli meglio aveva capito che c’era qualcosa che non andava. Flynn raccontò brevemente la situazione e chiese a Paul se potevano stare un paio di giorni a casa sua, dovevano raccogliere le idee. Aveva bisogno di un cellulare usa e getta. Paul non volle altre spiegazioni. Avrebbe comprato il cellulare e li avrebbe aiutati, potevano rimanere in casa sua tutto il tempo che volevano. Uscì e li lasciò da soli. Sharon era abbastanza sollevata, avevano un posto dove stare e Paul sembrava una brava persona.
Dopo un poco, Paul rientrò, diede ad Andy il cellullare e dei vestiti per cambiarsi. Sarebbe andato a preparare qualcosa da mangiare. Sorrise a Sharon, disse che nonostante la situazione, era la benvenuta. Sharon ringraziò Paul per la cortesia, era un uomo d’altri tempi, sorrise.
Paul chiamò il cane e risalirono in casa. Intanto Flynn aveva chiamato Provenza con il cellulare usa e getta, gli aveva detto che sarebbero rimasti in un posto sicuro, fino a che non avessero capito, perché e chi li voleva morti era sempre un passo avanti a loro. Provenza raccomandò prudenza e cautela, si diedero un appuntamento telefonico dopo qualche ora.
Terminato di parlare con Provenza, Flynn disse a Sharon che sarebbero rimasti da Paul. Sharon si sedette sul divano e anche Andy si sedette accanto e l’abbracciò. Avevano corso un bel pericolo e solo in quel momento, stavano realizzando che erano ancora vivi. Sharon si accovacciò e si strinse ad Andy, lo ringraziò per averle salvato la vita. Andy si girò e le baciò il capo, cominciava a tenere a quella donna, sempre di più.
Oggi credeva di perderla e averla tra le braccia era consolatorio, dopo una giornata carica di tensione. L’adrenalina abbandonò i loro corpi, erano esausti. Entrambi si addormentarono l’uno tra le braccia dell’altro. Erano stravolti, riuscirono a riposare un poco, il sonno fu tormentato. Flynn si svegliò e rimase a guardare Sharon, poteva perderla, solo ora se ne rendeva conto.
Dopo un paio di ore, Paul scese con due zuppe calde e altri generi di conforto. Tirò fuori da un armadio un paio di coperte. Andy lo ringraziò, Paul rispose che non c’erano problemi, tornò di sopra e li lasciò soli. Andy svegliò Sharon, dovevano mangiare qualcosa, riprendere le forze e la lucidità per affrontare la situazione.
“Mangiamo, poi penseremo a come agire.” Propose Andy e porse la zuppa a Sharon. Mangiarono in silenzio, erano affamati e preoccupati, la sensazione di essere in pericolo, non era andata via.
“Cerca di riposare un poco …” Flynn mise la coperta sopra Sharon. Le baciò il capo e sorrise “Vedrai, ne usciremo da questa situazione.”
Sharon sorrise e annuì. Erano entrambi spaventati, sapevano che potevano morire. Erano salvi per un pelo. Flynn decise che sarebbero rimasti da Paul per un paio di giorni, sperava di far calmare le acque e lasciare che il Dipartimento di Polizia, potesse riprendere in mano la situazione. C’era l’FBI, che voleva a tutti i costi sapere dove fossero, ma sia Provenza che il capo Johnson erano dell’opinione che rimanessero nascosti e che poche persone fossero a conoscenza dell’ubicazione del loro rifugio.
Flynn fu d’accordo con Provenza, in seguito si sarebbero spostati in un altro luogo, si diedero un altro appuntamento telefonico e Provenza raccomandò prudenza. Flynn conosceva un paio di motel fuori mano, un’ottima sistemazione bene per la loro situazione. Dovevano trovare una macchina, oppure chiedere a Paul di accompagnarli e in seguito farsi andare a prendere da Provenza.
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Erano passati un paio di giorni, Flynn e Sharon erano nascosti nel seminterrato di Paul. Si erano un poco tranquillizzati e stava ragionando su come agire.
Flynn aveva parlato a Sharon di Simon, l’agente che aveva fatto loro da autista. Avevano bevuto qualche caffè insieme, scambiato due parole alle macchinette e si erano frequentati per un paio di serate di saluto di alcuni agenti che andavano in pensione. Era una brava persona e non meritava di morire in quel modo. Lo aveva dovuto abbandonare per strada, per poter salvare la vita di entrambi: non era fiero di quello che aveva fatto. Cercava di spiegare a Sharon quanto fosse dispiaciuto, ma non aveva avuto altra possibilità, si sentiva un verme. Sharon capì le intenzioni di Flynn, lo consolò perchè non doveva sentirsi in colpa, per come aveva agito, aveva salvato la vita di tutti e due.
Sharon era riconoscente a Flynn per averle salvato ancora la vita, non si spiegava il perché, ma si fidava sempre di più di lui. Avevano mangiato e dormito insieme nel seminterrato di Paul, sembravano due ladri in fuga. Sentivano la possibilità che potesse finire tutto da un momento all’altro, potevano morire.
La seconda sera trascorsa insieme, avevano cenato velocemente e avevano deciso di fare dei turni di guardia, per maggiore sicurezza. Sharon stava guardando Andy riposare, non sapeva se stesse dormendo. Lo guardò, aveva l’aria distrutta, tesa. La camicia a quadretti che Paul gli aveva prestato gli stava bene, lo trovava sexy. Lei indossava un maglioncino rosso, in stile natalizio. Scosse la testa, almeno si erano cambiati e non sembravano più due zombie, sporchi di sangue.
Sharon si avvicinò ad Andy, lo accarezzò. Aprì gli occhi e sorrise, vedendo il sorriso di Sharon. Erano fortunati ed erano vivi. Sharon ringraziò Andy per averla salvata e cominciò a baciarlo. Si baciarono e si assaporarono, quando i baci divennero bollenti e le mani cominciarono a vagare sui loro corpi, Andy si fermò un momento “Sei sicura?”
“Sicurissima. Torna a baciarmi tenente.”
Non esitò e riprese a baciarla, mentre le mani le toglievano i vestiti. Palpeggiò i seni che diventavano sempre più duri. Sentiva Sharon gemere di piacere, cominciò a baciarla sul collo, fremeva ad ogni bacio. Sharon tolse i vestiti ad Andy senza perdere il contatto visivo, slacciò la camicia e anche i pantaloni, che erano gonfi del suo piacere. Si tolsero gli ultimi indumenti e Andy entrò dentro lei, facendola gemere di piacere. Erano affamati, fremevano e annaspavano come se fossero le ultime ore di vita. Sia amarono quella notte, come se fosse l’ultima. Esplorarono i loro corpi e si gustarono l’un l’altro. Sharon non avrebbe mai pensato di fare l’amore con il tenente Flynn, quella sera nella casa dell’FBI era ubriaca e voleva fare sesso solo per provocarlo. Ma in questo momento aveva bisogno di sentirsi ancora viva, voleva sentire di amare ancora.
Andy era sorpreso dall’iniziativa di Sharon, aveva desiderato quella donna fin dalla prima sera che era rimasta a dormire a casa sua. Aveva fantasticato ogni giorno su di lei e l’aveva desiderata. Ora che questo desiderio era diventato realtà, non credeva ai propri occhi, non credeva di avere quella donna tutta per sé. L’amò come se fosse l’ultima volta e la sentì gemere di piacere. Sorrise soddisfatto, si sentiva vivo, come non lo era stato da parecchio tempo. Quella donna gli aveva trafitto il cuore e l’anima e sentiva che non poteva più vivere senza di lei. Sapeva che da quel momento, tutto sarebbe diventato più complicato, ma non gli importava, voleva solo amare ed essere amato.
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“Mi puoi portare in chiesa? Ho bisogno di confessarmi.”
Flynn rimase spiazzato da quella richiesta, non se la aspettava. Cercò di tergiversare, non voleva uscire, aveva paura che li uccidessero. “Potrebbe essere pericoloso, non credo sia una buona idea.”
“Per favore.” Il tono di Sharon non era una richiesta, era quasi una supplica.
“Sharon senti … se è per quello che è successo tra noi, ecco … io …”
“Ne ho bisogno Andy, come tu hai bisogno dei tuoi incontri AA.” Andy rimase in silenzio e la fissò, sapeva cosa voleva dire. Annuì “Ok, ok. Senti andremo alla mia chiesa dove si svolgono gli incontri, conosco la zona e mi sentirei più sicuro.”
“C’è un prete?”
“Padre Joseph.”
“Bene. Allora tu andrai ad un incontro e io parlerò con padre Joseph.”
Flynn annuì, si poteva fare, avevano bisogno entrambi di scaricare la tensione.
Il giorno precedente era stato tranquillo, erano rimasti nel seminterrato di Paul e avevano ripreso le forze. Stavano ragionando su dove spostarsi e dare appuntamento a Provenza per andare a prenderli. Decisero di andare prima agli incontri di Andy, così che Sharon potesse parlare con padre Joseph e in seguito si sarebbero spostati in un motel.
Continua …
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