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Cap. 16
Il tenente Flynn aveva trascorso le ultime ore a discutere con il capo Johnson, il capo Howard, il tenente Provenza e il procuratore Hobbs. Alla fine era riuscito a convincerli a seguire il suo piano ed erano in attesa di ricevere la telefonata da Temple. Volevano salvare il capitano Raydor ed erano pronti a qualsiasi trattiva.
Temple era in ritardo, la chiamata non arrivava. Flynn sperò di non aver azzardato troppo, era teso.
In tarda serata, dopo un’ora di ritardo, Temple chiamò la Crimini Maggiori con un cellulare usa e getta, in questo modo non era tracciabile. Chiese del capo Flynn e glielo passarono immediatamente. Flynn chiese delle condizioni di Sharon, voleva accertarsi che stesse bene, voleva sentire la sua voce. Malvolentieri Temple gli passò Sharon, disse solo poche parole, la voce era provata, stanca e tradiva la paura. Temple non diede altre possibilità, voleva l’accordo con il procuratore Hobbs, che gli offrì l’immunità in cambio della vita del capitano e l’ammissione per le aggressioni.
Offriva un periodo di detenzione cautelare ai domiciliari, in attesa del termine delle indagini e dell’eventuale processo. Non sarebbe tornato in prigione, però doveva rimanere a disposizione e collaborare per chiarire qualsiasi punto poco chiaro. Temple rimase in silenzio per qualche secondo “Accetto!” Diede l’indirizzo della casa dove si trovavano e attese l’arrivo della polizia. Dopo un’ora furono tutti a casa di Temple. Flynn corse dentro, seguito dagli agenti. Trovò Sharon, era seduta su una sedia, con le mani legate, era sotto shock. Le slegò le mani, vide la camicetta strappata, il viso con dei lividi.
“Sharon …” L’abbracciò e l’accompagnò in ambulanza.
Intanto Provenza aveva preso in custodia Temple e lo stava portando via. Il capo Johnson disse a Flynn di rimanere con il capitano Raydor, si sarebbero sentiti più tardi per riaggiornarsi. La casa fu posta sotto sequestro, era la scena del crimine.
Flynn sospirò, era andato tutto bene, il piano aveva funzionato, adesso sperava che non fosse capitato nulla di brutto a Sharon. Lungo il tragitto verso l’ospedale, Sharon non aveva proferito una parola. Le avevano messo una flebo per idratarla e del ghiaccio sul viso, per i lividi. Si era coperta la camicetta strappata, era accovacciata tra le braccia di Andy, che le sussurrava parole di conforto. Arrivati in ospedale, la portarono in un ambulatorio per visitarla.
Flynn rimase in sala d’attesa e chiamò Provenza per chiedere notizie di Temple. Provenza raccontò che Temple stava collaborando e stava raccontando la sua versione dei fatti. Voleva parlare con il “vice capo Flynn”. Temple avrebbe aspettato, prima voleva accertarsi delle condizioni di Sharon. Quando il dottore uscì dall’ambulatorio, gli comunicò che Sharon stava bene, l’avrebbero tenuta in osservazione una notte, era provata fisicamente e psicologicamente.
Chiese di poterla vederla, era preoccupato e si sentiva responsabile per quanto accaduto. Entrò nella saletta degli ambulatori. La raggiunse e le strinse la mano, lei aprì gli occhi e sorrise. Due lacrime furtive scesero dagli occhi, carichi di dolore. Sul viso i segni dei lividi, Temple non era stato gentile nei suoi confronti. L’esame del kit antistupro aveva dato esito negativo, Flynn era sollevato, aveva temuto in un colpo di testa dell’uomo. Sharon scoppiò a piangere e Andy l’abbracciò, cercando di consolarla. L’onda delle emozioni e degli eventi l’aveva travolta. Quando si calmò, era stravolta e si addormentò. Flynn rimase vicino, vegliando sul sonno tormentato.
Il dottore era entrato per controllare le condizioni di Sharon e Flynn aveva chiesto quanto avrebbe potuto portarla a casa. Il giorno dopo l’avrebbero dimessa, era in osservazione, per prudenza. Flynn decise che l’avrebbe portata a casa sua e avrebbero chiarito la natura della loro relazione.
Guardò quella donna che credeva di odiare e invece, aveva scoperto di amare più della sua vita. Sperava di aver fatto la cosa migliore e sperava che Sharon si riprendesse da tutta quella spiacevole situazione. Adesso non era più in pericolo, ma doveva riprendere la sua vita e ricominciare a vivere.
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Il giorno successivo la squadra della Crimini Maggiori, stava lavorando al caso May/Temple. Il procuratore Hobbs offrì i domiciliari a Temple, adesso stava solo aspettando l’esito di tanti riscontri. Aveva risposto a tutte le domande del procuratore e aveva dato degli spunti da cui partire per analizzare nuovamente il caso. Dall’archivio delle prove, mancavano alcuni scatoloni con le prove relative al caso e questo aveva dato da pensare a Provenza, che fin dall’inizio sentiva che qualcosa non quadrava in quell’indagine.
Alcuni uomini del FID stavano collaborando con la Crimini Maggiori per ricostruire tutto l’impianto probatorio. Anche il capo Johnson aveva notato che qualcosa non quadrava, più andavano avanti con le indagini e i controlli, più si rendevano conto che Temple era stato incastrato. Se Temple aveva ragione, poteva fare causa allo Stato e al Dipartimento di Polizia e chiedere i danni. Dovevano capire cosa non aveva funzionato e come poter rimediare.
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Il capitano Raydor e il tenente Flynn tornarono a casa di Andy. Sharon per ora non voleva rimanere da sola e inoltre voleva chiarire la situazione con Andy. Aveva bisogno di un chiarimento o semplicemente dovevano dirsi che erano l’uno innamorato dell’altro, anche se sembrava impossibile.
Sharon era ancora provata, voleva reagire e aveva chiesto ad Andy se nei giorni successivi poteva accompagnarla alla Centrale per partecipare alla revisione del caso. Ci teneva a dare il suo contributo e inoltre voleva scoprire se era stata manipolata. Questo dubbio le stava rovinando il sonno, voleva, doveva sapere se quello che aveva compiuto, aveva mandato in prigione un uomo innocente. Aveva cercato di ricordare quel caso, ma non riusciva a capire dove potesse aver sbagliato. Si arrovellava, ma non riusciva a trovare la soluzione.
Andy cercò di consolarla, tutti commettono degli errori, essendo esseri umani. Sharon non accettò questa possibilità, aver mandato un uomo innocente in prigione, aver distrutto la carriera di un poliziotto, aver rovinato la sua famiglia: questo non poteva accettarlo. Se fosse stata manipolata e indotta ad agire in un certo modo, allora si sarebbe sentita lo stesso responsabile. Sapeva che a volte doveva ubbidire agli ordini, anche se non era d’accordo, ma sapeva che il suo superiore di allora era uno stimato capitano.
Doveva parlare con lui, doveva chiedergli faccia a faccia se era corrotto e se aveva mandato un innocente in prigione usandola come strumento. Ripensò agli anni sotto il comando del capo Rupnik, era un ufficiale integerrimo e preparato. Lo stimava e tutti gli uomini del FID credevano in lui. Sharon era perplessa. Andy sosteneva che chiunque poteva commettere un errore, anche in buona fede. Aveva letto il fascicolo e parecchie cose non quadravano, anche ad una prima lettura. Però a volte c’erano dei casi che erano per natura nati male e finiti molto peggio.
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Il giorno dopo, il tenente Flynn e il capitano Raydor andarono alla Crimini Maggiori e parteciparono alla revisione di tutto il caso May/Temple. La squadra aveva già sollevato parecchi dubbi su alcune procedure e stava facendo una serie di controlli. Il capo Johnson insieme al procuratore Hobbs, parlarono un paio di ore con il capitano Raydor, per capire come fossero andate le cose in quegli anni su quel caso.
Sharon cercò di ricordare quanto avvenuto, perché il capo Rupnik era andato in pensione due anni prima. Gli altri ufficiali che avevano lavorato al caso, avevano lasciato le loro dichiarazioni. Sharon era perplessa, ricordò che all’epoca, sembrava che fosse un normale caso di routine di corruzione. Tutte le prove portavano a Temple, ma quando il capo Johnson elencò le varie prove, in effetti sembravano troppe, forse messe proprio per portare ad un'unica conclusione.
Questa nuova prospettiva, aveva turbato Sharon, credeva di avere lavorato bene e di non aver commesso errori, eppure non sembrava così. Fecero una pausa e Sharon andò in sala relax a farsi un thè, doveva staccare un momento. Flynn la raggiunse, vedeva che aveva un’aria provata. Cercò di farla sorridere e le disse che sperava di trascorrere la serata insieme. Sharon e Andy avevano deciso che avrebbero parlato della loro relazione e che avrebbero preso una decisione.
Andy aveva già deciso, era sicuro di essere innamorato di quella donna, mentre Sharon era ancora dubbiosa e insicura. Pensava che tutta la situazione le fosse sfuggita di mano, c’era stata troppa pressione e le situazioni erano state gestite in un modo imprevedibile.
Sharon si era accorta che Andy la guardava con occhi diversi e anche il modo di relazionarsi era molto affettuoso. Aveva paura, aveva paura di scoprire che si era innamorata del tenente Flynn. Voleva tornare alla sua vita, voleva tornare a casa sua. Aveva sentito per telefono i suoi figli e questo l’aveva sollevato di morale, l’aveva messa di buon umore. Ora doveva risolvere la questione di Temple. Tornò dal capo Johnson e dal procuratore Hobbs, parlarono ancora per un paio di ore, chiarirono alcuni fatti e decisero che il giorno seguente avrebbero fatto il punto della situazione con tutta la squadra.
Sharon tornò a casa con Andy. Il tenente Flynn aveva trascorso parte della giornata con Provenza e il capo Howard, a chiarire fatti e avvenimenti. Aveva risposto a tutte le domande e aveva posto parecchie domande. Era soddisfatto, il suo piano aveva funzionato e Sharon era al sicuro a casa sua.
Sperava che quella sera, da soli e un poco più tranquilli, avrebbero parlato della loro relazione.
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Continua …
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