Cap.13 Il dr. Joe
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Gli agenti del distretto di Hyde, si presentarono alla Crimini Maggiori, chiedendo di vedere il tenente Flynn. Quando arrivarono davanti alla sua scrivania, aspettarono che rientrasse, era andato con Provenza a prendere un caffè in sala ristoro. Quando rientrarono Flynn sbiancò, si fermò e rimase immobile. I due agenti si identificarono e quando dissero di essere del distretto di Hyde, Provenza ci impiegò un momento per realizzare che i due uomini erano quelli che avevano arrestato Flynn quella fatidica notte.
“Cosa diavolo volete ancora?!” Gridò Flynn, chiuse le mani a pugno e diventò rosso in volto.
“Calma Flynn …” Disse Provenza, prese Flynn per un braccio, aveva paura di una reazione fuori controllo e infatti pochi momenti dopo Flynn cominciò ad urlare a quegli uomini di andare via, di lasciarlo in pace, perchè non aveva fatto nulla di male e non era un drogato.
“Siete due idioti! Ecco cosa siete!” Gridò Flynn. I due agenti rimasero senza parole, immobili, sapevano che in fondo era la verità. Provenza prese di peso Flynn e lo portò via, mentre continuava ad inveire contro i due. Provenza lo portò in sala ristoro, nel frattempo il capitano Raydor si era affacciato dal suo ufficio, sentendo tutto quel trambusto. Vide i due agenti e chiese loro cosa volessero e quando le spiegarono il motivo della loro presenza, Sharon capì tutto quanto. Li fece entrare nel suo ufficio e si fece raccontare quanto avvenuto la notte in cui avevano preso Andy in custodia. Dopo essersi scusati più volte con il capitano Raydor, i due agenti dissero che avrebbero solo voluto scusarsi con il tenente Flynn e non creare dissidi tra i due distretti. Il capitano Raydor rassicurò entrambi e disse che al momento opportuno avrebbero potuto presentare le loro scuse al tenente Flynn, ma per adesso era meglio rimandare, li avrebbe chiamati successivamente. I due agenti ringraziarono il capitano Raydor e rientrarono ad Hyde e fecero rapporto al loro capitano, che decise di prendere tempo e aspettare per trovare il momento migliore per parlare con il capitano della Crimini Maggiori.
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Andy andò per la terza volta dal dr. Joe per le sedute psicologiche.
Era appena tornato dal FID, dove aveva dovuto raccontare quello che gli era successo. Il sergente Eliot era stato gentile e aveva fatto poche domande, ma Andy aveva cercato di dire il meno possibile, era troppo agitato e nervoso. A stento si era trattenuto dall'insultare Eliot, perché faceva certe domande, sapevano cosa gli avevano fatto, lo sapevano tutti.
In Centrale sapevano che il sig. Dowson aveva confessato quello che gli avevano fatto e nonostante la discrezione, la voce era girata e Andy si sentiva addosso gli sguardi maliziosi di tutti, pensava che ridevano di lui oppure lo commiseravano, facendolo imbestialire. Con il sergente l'intervista era stata poco piacevole, ma aveva terminato anche questa rogna, sapeva di non aver detto tutto quanto, non era ancora pronto.
Le sedute da dr Joe erano obbligatorie e il tenente Flynn si era presentato come da manuale, ma non era riuscito a dire una sola parola per tutti e tre gli incontri. Il dr. Joe sapeva che Andy aveva bisogno di tempo e si chiedeva cosa potesse aiutarlo a sbloccarlo. Andy da parte sua, si sedeva e aspettava. Dopo tre sedute passate in silenzio ad ascoltare il dr. Joe che tentava un approccio e due partite di scacchi finite a pari, il dr. Joe decise che doveva cambiare tecnica, ci voleva qualcosa di più decisivo e persuasivo per sbloccare Andy.
Quando il tenente Flynn arrivò per la sua quarta seduta, il dr. Joe lo fece accomodare e attese in piedi. Andy lo guardò e propose di giocare a scacchi, ma il dr. Joe fece cenno di no con la testa. Andy era spiazzato, imbarazzato e adesso cosa doveva fare? Il dr. Joe era in piedi, davanti a lui, lo fissava e non diceva una parola. Andy cominciò a dire che se doveva parlare lui, allora poteva mettersi comodo, perché era bravo a raccontare tante storie. Sorrise imbarazzato e si passò una mano tra i capelli: era nervoso.
“Cominci a raccontare, tenente.” Disse il dr. Joe. Silenzio.
Andy farfugliò qualcosa, disse qualche frase di circostanza finché il dr. Joe si sedette davanti a lui e gli disse: "Perché non mi racconta come è andata?"
La semplice domanda spiazzò Andy, che sospirò, sapeva che prima o poi avrebbe dovuto raccontare come erano andate le cose. Aveva evitato il FID, aveva evitato Provenza, aveva evitato Sharon...solo con Paul era riuscito a raccontare quello che gli era accaduto. I suoi colleghi avevano saputo tutto quanto dal sig. Dowson, che si era consegnato per chiedere protezione e tutti, anche Sharon, sapevano come era andata.
"Sa benissimo come è andata." Disse Andy sospirando, si sentiva frustato e umiliato per quanto accaduto.
"Vorrei sentire la sua versione, tenente." Chiese con calma il dr. Joe.
Andy scosse la testa, si stava arrabbiando "Vuole i particolari!? Vuole sapere i pettegolezzi che girano in Centrale?! Vuole sapere quanto mi sento di merda?! Vuole sapere se volevo fare sesso con quella donna??!!" Gridò Andy esasperato alzandosi dalla sedia.
Il dr Joe lo guardò e con calma gli disse di sedersi e di continuare a raccontare.
Andy non ci credeva, non era possibile, perché gli stavano facendo tutto questo? Si portò le mani sul volto, non poteva credere che stava succedendo a lui, non ne poteva più di raccontare quella maledetta storia. L’aveva appena fatto con Eliot, adesso anche il dr. Joe voleva sapere. Cosa voleva sapere? Rimase in silenzio per qualche minuto, poi iniziò a parlare dei suoi sentimenti, quello che aveva provato, raccontò di Hyde, di quanto li aveva odiati per averlo considerato un drogato, finché esausto si sedette sfinito sul divano. Silenzio.
Il dr. Joe con calma gli disse che la persona che gli aveva fatto questo era una persona malata che voleva vendetta, voleva solo potere su di lui. Voleva manifestare la propria affermazione personale verso chi non la riconosceva e questo era un comportamento criminale. La violenza psicologica era molto più forte e devastante di quella fisica. Il dr Joe disse ad Andy che non era da solo ad affrontare questa prova, c'erano i suoi amici, i colleghi, Sharon e lui stesso era disponibile in qualsiasi momento.
L’ira e la collera che provava in questo momento erano gli stessi sentimenti che quella donna provava verso di lui ed erano il motivo di tanto disprezzo e odio. Il dr. Joe disse ad Andy che era migliore di quella donna che lo aveva ferito e umiliato, poteva superare questa prova perché non aveva bisogno di dimostrare nulla a nessuno, nemmeno a sé stesso. Silenzio.
Andy raccontò quanto era accaduto con Sharon, del rifiuto del suo corpo, delle sue emozioni contrastanti, abbassò lo sguardo, si vergognava.
Il dr. Joe disse che il suo fisico aveva avuto una reazione normale e il fatto che avesse le occhiaie e che non riuscisse a dormire erano solo le conseguenze post-traumatiche di quanto successo. Adesso era al lavoro, stava reagendo bene e sicuramente avrebbe superato anche questo momento difficile, doveva solo avere pazienza. Il dr. Joe sorrise. Andy sorrise. Il dr. Joe disse che avevano finito la seduta per quel giorno, si sarebbero visti la settimana prossima. Andy si alzò e ringraziò il dr. Joe, forse le cose stavano cominciando a migliorare.
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