Cap.3- Non sei ancora pronto
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La parte in corsivo si riferisce ad eventi passati.
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La settimana successiva, in tarda mattinata il tenente Flynn aveva finito la seduta di fisioterapia con la dottoressa Jean. Era sempre più perplesso per il comportamento della dottoressa, certo, per rimettere a posto la schiena, aveva fatto miracoli e stava davvero meglio, ma ogni volta la trovava più invadente, fuori luogo e più audace per come lo toccava.
“Casey ...” Aveva detto Andy imbarazzato, il tocco della dottoressa era sempre più vicino al suo piacere.
“Scusa Andy, deve essermi scivolata la mano.” Disse Casey sorridendo candidamente.
Alla fine della seduta riabilitativa, Andy stava andando al parcheggio, aveva appuntamento con Sharon e non voleva arrivare tardi. Ripensò al comportamento della dottoressa, scosse la testa per mandare via quei pensieri, che pensò stupidi, -“Dai non è vero che ci sta provando - si disse, Sharondirebbe che sono vanitoso … - non fece in tempo a terminare questo pensiero, che venne colpito alla testa e crollò a terra. Due uomini lo legarono, lo chiusero nel portabagagli di una macchina e partirono verso una zona poco abitata di L.A.
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Intanto Sharon era in ufficio, stava lavorando con la squadra ad alcuni casi, sapeva che Andy era alla sessione di riabilitazione e che si sarebbero visti per pranzo. Arrivata l’ora di pranzo, Andy non era ancora arrivato in Centrale, Sharon provò a chiamarlo, ma il cellulare risultava spento. Trovò la cosa strana, però aspettò ancora, uscì dall’ufficio e chiese al tenente Provenza se avesse sentito Andy. Provenza rispose che era dal mattino che non lo sentiva e sapeva che sarebbe arrivato più tardi.
Sharon disse a Provenza che aveva appuntamento con Andy per pranzare insieme, ma il cellulare risultava spento, questo allarmò Provenza, chiese a Mike di tracciare il cellulare di Andy. Dopo alcuni minuti, Mike disse che l’ultima posizione del cellulare di Andy era nel parcheggio dello studio della dottoressa Jean.
Sharon chiamò la dottoressa Jean, che confermò che in mattinata Andy era stato in studio per la seduta di riabilitazione e poi era andato via. In quel momento la dottoressa stava facendo un’altra sessione di riabilitazione.
Sharon ringraziò la dottoressa, ma rimase perplessa, non era da Andy allontanarsi senza dire nulla. Il tempo passava e adesso cominciava a preoccuparsi. Provenza provò a dirle di non preoccuparsi, forse il cellulare si era solo scaricato, senza che Andy se ne accorgesse, ma anche lui si stava preoccupando. Cercò di non darlo a vedere al capitano e disse a Mike di insistere e di provare a rintracciare la macchina di Andy e di vedere se ci fossero delle telecamere di sicurezza nella zona per capire se fosse successo qualcosa. Mike si fece aiutare da Buzz e cominciarono a tracciare la macchina.
Sharon intanto si era chiusa in ufficio, era preoccupata e soprattutto stava ripensando alla discussione che aveva avuto con Andy la sera prima, in merito al rientro operativo al lavoro.
Avevano discusso e Andy si era alterato parecchio, perché Sharon sosteneva che non era ancora pronto, mentre lui voleva sostenere le prove di idoneità per rientrare al lavoro. Sharon gli aveva chiesto di prendersi ancora qualche giorno, temeva per la sua salute, non voleva che affrettasse i tempi, preferiva vederlo lavorare alla scrivania.
“Non capisco perché non vuoi che faccia il test psicoattitudinale con il dottor Davis?”
“Perché non lo passeresti.”
“Come fai ad esserne così sicura?”
“Andy smettila! Lo sai anche tu che non sei pronto!”
“Hai paura che metta in difficoltà la squadra? Oppure hai paura che qualcuno si faccia male a causa mia?”
“Andy …” Disse Sharon guardandolo fisso negli occhi e scuotendo la testa.
“Sharon io …” Andy non fece in tempo a finire la frase che Sharon lo colpì con uno schiaffo. Andy rimase immobile, senza parole.
“Non hai neanche visto la mano che ti colpiva! Il tuo occhio vede ancora in ritardo, devi dargli ancora un po’ di tempo.” Disse Sharon in tono secco. Silenzio.
“Mi hai colto di sorpresa, non mi asp…”
Sharon lo colpì di nuovo. “Vuoi che continui?” Silenzio. “Sei rimasto fermo, non hai avuto alcuna reazione. Sai che il dottor Davis ti metterebbe non alla scrivania, ma in panchina!” Silenzio. Andy abbassò lo sguardo. Sharon continuò “Non sono felice di questo e lo sai anche tu, però non sei pronto Andy, non sei ancora pronto!” Silenzio. Andy la guardò fissa negli occhi
“Ok. Vuoi che ti dica che sono lento a reagire? Vuoi che ti dica che faccio fatica, che i miei riflessi sono rallentati?! Cosa vuoi che ti dica?!” Silenzio.
“E’ per il tuo bene.” Sharon era preoccupata, non riusciva a far ragionare Andy, non riusciva a fargli capire che aveva bisogno di tempo e non voleva capirlo, la sua testardaggine la stava irritando.
“Ne sei così sicura?” Disse alzandosi dal divano, quella conversazione sapeva che avrebbe portato ad un unico finale.
“C’è paura nei tuoi occhi tenente … E’ quella paura che non ti fa reagire quando dovresti, che ti fa rimanere immobile ed essere un bersaglio facile, ecco qual è il problema!” Disse Sharon alzando la voce. Silenzio.
Andy si girò e guardò Sharon che era seduta sul divano “Ok. Ho paura. Quindi? Non posso fare più il poliziotto?” Disse arrabbiato, continuavano a fare da giorni sempre lo stesso discorso, solo che questa volta, Sharon aveva reso palese il fatto che non avesse i riflessi pronti.
“Non ho detto questo. Dico solo che ci vorrà un po’ di tempo e te lo prenderai, che tu lo voglia oppure no, perché questo è un ordine!” Disse Sharon in un tono che non ammetteva repliche, si alzò e si allontanò da Andy. Andò in cucina a preparare un thè, anche quella sera avevano discusso, sempre sullo stesso argomento. Silenzio. Avevano bisogno di calmarsi entrambi, Andy negli ultimi tempi era irascibile e sembrava non volesse ascoltarla.
“Agli ordini, capitano.” Disse Andy con voce triste, si lasciò cadere sul divano, sapeva che Sharon aveva ragione, ma non voleva ammetterlo. Sapeva che la schiena faceva un po’ male ogni tanto e il suo occhio reagiva lentamente. Voleva tornare operativo e invece poteva solo sperare di fare lavoro alla scrivania, come un invalido! Quella era l’ennesima discussione che aveva con Sharon e per l’ennesima volta si era conclusa con l’ordine di aspettare e nessuna possibilità di provare alcun test. Era frustrato, stanco e stufo. Ma in fondo, in cuor suo, sapeva che Sharon aveva ragione.
Sharon si riprese dai suoi pensieri, Provenza le aveva portato un thè. Sapeva che aveva saltato il pranzo e non si sarebbe mossa dall’ufficio finchè non avesse avuto notizie di Andy. Sospirò, sapeva che sarebbe stata una serata molto lunga e difficile per tutti. Provenza aveva già parlato con Taylor, aveva chiesto degli uomini in più per iniziare il mattino successivo delle ricerche su larga scala. Provenza aveva aggiornato il capitano sulle ricerche, ma al momento non avevano portato ad alcun risultato. Si era seduto di fronte al capitano e le chiese se ci fosse qualcosa che potesse aiutare le ricerche, se Andy avesse detto qualcosa che poteva metterli su una pista da seguire.
Il capitano Raydor raccontò a Provenza delle discussioni che avevano avuto in merito al rientro al lavoro di Andy. Aveva insistito perché si prendesse più tempo per recuperare, sapeva che l’occhio non reagiva come doveva e anche la schiena, nonostante il miglioramento, gli faceva ancora male. Andy non voleva ammettere questi limiti, diceva di essere pronto e di voler fare i primi test di valutazione che Sharon sapeva non avrebbe superato. La discussione era continuata anche nei giorni a seguire, fino alla sera prima e alla mattina in cui Andy era scomparso. Provenza sapeva che quanto detto dal capitano era vero, Andy non era pronto a rientrare al lavoro operativo, non era pronto fisicamente e psicologicamente, ma conosceva il suo amico, che era maledettamente testardo.
“Non so perché, ma ho un brutto presentimento ...” Disse Sharon ad alta voce e si portò la mano alla bocca, le parole erano rimaste bloccate. Stava per piangere, ma non voleva farlo davanti a Provenza, doveva cercare di riprendersi e di ragionare in modo lucido.
Provenza diede qualche secondo al capitano e disse che questi non erano dei validi motivi per sparire così, senza lasciare alcuna traccia, doveva essere successo qualcosa di diverso e loro dovevano scoprirlo. Provenza lasciò l’ufficio del capitano senza alcun indizio in più, tornò alla sua scrivania e sperò che Mike e Julio avessero qualche buona notizia.
Continua …
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