Cap. 12 Paul
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“Ciao Andy, Provenza! Prego accomodatevi …” Disse Paul quando vide Provenza insieme ad Andy davanti alla sua porta.
“Ciao Paul.” Disse Andy quasi sottovoce.
“Ciao Paul, guarda chi ti ho portato?” Disse Provenza entrando. “Oh, ma c’è anche il cucciolone, stai a cuccia lì!” Disse Provenza “Bravo!” Accarezzò il cane, che gli fece le feste. Andy era rimasto vicino alla porta, non sapeva se entrare oppure no.
“Dai Andy, entra pure e accomodati. Lo vuoi un decaffeinato?” Chiese Paul accompagnando Andy dentro il soggiorno.
“Grazie Paul.” Disse Andy andando a sedersi come un automa sul divano.
Paul guardò l’aria triste che aveva Andy, sapeva che stava passando un momento molto difficile. Guardò Provenza che gli fece cenno verso Andy, aveva lo sguardo perso.
“Torno più tardi, intanto voi fate due chiacchiere…” Disse Provenza e uscì, senza dar tempo ad Andy di dire qualcosa. Paul diede la tazza Andy e si sedette sul divano, intanto Whisky si era accucciato ai piedi di Paul. Rimasero in silenzio per un poco di tempo, poi Paul disse: “Andy vuoi parlare con me?”
“Non lo so Paul. Sono confuso.”
“Cosa ti ha confuso?”
“Oggi in Centrale è venuto uno degli uomini che mi hanno rapito e voleva chiedere la protezione della polizia. Ha raccontato alcune cose … che non mi ricordo …”
“Allora ha colmato quei buchi di memoria che avevi.”
“Sì.” Disse Andy con il volto cupo. Silenzio.
“Uhm … Non è stato piacevole.” Disse Paul.
“No.”
“Vuoi parlarmene?” Chiese Paul e attese, in silenzio. Andy sorseggiò il caffè, sospirò e guardò verso Whiskey. “Tutti i miei colleghi hanno sentito quello che mi hanno fatto.” Silenzio. “Mi hanno trattato come un oggetto, mi hanno umiliato.” Silenzio. “Li odio per questo. Odio quell’uomo, avrei voluto ucciderlo con le mie mani. Volevo uccidere quel bastardo! Volevo ucciderlo, ma i miei colleghi mi hanno fermato, maledizione!” Disse Andy stringendo i pugni.
“La legge farà il suo corso.”
“Non so cosa mi ha fatto quella donna …”
“Non ti ha aggredito sessualmente, lo sai. Per il resto, sì ti ha usato come un oggetto e ti ha umiliato.”
“Quella donna cercava vendetta. Sentivo l’odio che provava nei miei confronti. Mi ha schiaffeggiato più volte dicendomi che lo meritavo, per come l’avevo trattata.” Andy alzò lo sguardo “Non so neanche chi sia.”
“Può essere solo una persona disturbata.” Silenzio.
“Quella donna mi ha toccato … mi ha palpeggiato … mi ha obbligato a baciarla e mi ha schiaffeggiato … ha tentato di soffocarmi … non volevo, ho detto che non volevo, non volevo che mi drogasse …” Stava cominciando ad agitarsi, ripensando a quanto aveva passato.
“Andy! Guardami!” Disse Paul alzando la voce. Andy si fermò, lo guardò e poi abbassò lo sguardo. “Sei arrabbiato e ne hai tutte le ragioni.” Disse Paul.
“Mi hanno spogliato dei miei vestiti, mi hanno tolto le scarpe che mi aveva regalato Sharon. E poi quegli stronzi di Hyde non hanno creduto a una sola cosa che ho detto loro! Mi hanno trattato come un criminale!”
“Ti hanno umiliato anche loro. Non hanno creduto alle tue parole.”
“Esatto.”
“Ti sei sentito ferito nel tuo orgoglio. Umiliato. Prima nel tuo orgoglio di maschio e poi perché ti hanno scambiato per un criminale.”
“Sì.” Mormorò Andy. Si mise una mano sul viso e cominciò a piangere. Paul lo abbracciò come un padre, che non può evitare che la vita faccia del male al proprio figlio.
“Sfogati Andy, sfogati.” Disse Paul “Lo sai che tu sei più forte di tutto questo. Lo sai, vero. Sì, lo sai.” Disse Paul abbracciò ancora più forte Andy. Aspettò che si calmasse. Andy era travolto dall’onda delle emozioni. Era stanchissimo, sfiancato, non era riuscito a riposare da giorni, Paul lo fece sdraiare sul divano e finalmente si addormentò. Gli mise una coperta sopra e fece cenno a Whiskey di fare silenzio e di uscire in veranda. Quando Provenza tornò da Paul, lo trovò in veranda e Paul gli raccontò quanto Andy gli aveva detto. Aveva preferito lasciarlo riposare, era spossato e provato, le emozioni erano state molto forti e aveva bisogno di riposo. Provenza disse a Paul che era meglio lasciarlo dormire un poco, nelle notti precedenti il capitano gli aveva detto che Andy non era riuscito a riposare. Avrebbe chiamato il capitano per venire a prendere Andy più tardi. Provenza era preoccupato che Andy riprendesse a bere, aveva subito uno shock molto forte. Paul disse che ci sarebbe voluto un po’ di tempo, ma era sicuro che Andy ce l’avrebbe fatta, aveva una forza di volontà che aveva visto in poche persone.
Provenza era preoccupato, e sperava che con l’aiuto di Paul, le cose sarebbero andate nel modo migliore. Chiamò il capitano Raydor e le disse che stava rientrando in Centrale senza Andy, che era meglio lasciarlo riposare da Paul. Sharon disse di avvisare Paul che sarebbe passata più tardi a prendere Andy per portarlo a casa.
Verso sera, quando il capitano Raydor aveva confermato il fermo del sig. Mark Dowson e lasciato a Provenza chiudere gli ultimi verbali, arrivò davanti casa di Paul e trovò in veranda Paul e Andy che parlavano amabilmente. Quando Andy la vide, si alzò, sorrise e le andò incontro.
“Torniamo a casa.” Disse Andy sorridendo.
“Certo Andy, torniamo a casa.” Disse Sharon e sorrise a Paul che li aveva raggiunti davanti al cancelletto. “Grazie Paul.”
“Di cosa Sharon? Andy è un bravo ragazzo.” Disse sorridendo e mettendo una mano sulla spalla di Andy, si vedeva che Paul era affezionato ad Andy. “Abbiamo deciso di rivederci tra qualche giorno e di andare insieme ad un incontro AA.”
“Certo, va benissimo.” Disse Sharon, la presenza di Paul riusciva a rasserenare Andy in modo incredibile.
“Allora andiamo a casa tesoro?” Chiese Andy.
“Certo.”
“Ciao Andy. Ricorda quello di cui abbiamo parlato.” Disse Paul. Andy fece un cenno con il capo.
“Ciao Andy. Ciao Sharon.” Disse Paul sorridendo.
/
Durante il tragitto verso casa Andy era silenzioso, Sharon aveva lanciato un paio di occhiate, sembrava avesse la mente da un’altra parte.
Andy stava ripensando alle parole di Paul, aveva dei sentimenti contrastanti. Era arrabbiato, ma nello stesso tempo era contento di aver detto a qualcuno quello che provava. Paul gli aveva detto di parlarne con Sharon, ma si vergognava e adesso non si sentiva pronto a parlare di quanto accaduto. Era dispiaciuto per la reazione quando stavano per fare l’amore, era contrariato dalla sua stessa reazione e dalle sue emozioni e dal suo fisico. Secondo Paul doveva solo parlare con Sharon, sapeva che avrebbe capito e avrebbe aspettato il tempo giusto per Andy.
Andy non si sentiva forzato a fare qualcosa, ma si sentiva bloccato, come se avesse paura che quella donna potesse ancora mettersi in mezzo tra lui e Sharon. Non voleva che ciò accadesse, eppure le cose erano in questo modo e non riusciva a trovare un via d’uscita. Guardava Sharon guidare, oggi aveva ascoltato quell’uomo dire tutte le cose che gli avevano fatto. Sharon non aveva detto nulla in merito. Andy voleva chiedere come si erano sviluppati gli eventi, ma aveva paura di sapere altro. Arrivati a casa, Andy decise di preparare una zuppa vegetale per entrambi. Sharon accettò di buon grado e decise di farsi una doccia e mettersi con abiti comodi.
Rusty si era già organizzato per la serata, quindi sarebbero rimasti da soli. Cenarono insieme, Andy era silenzioso e Sharon non voleva forzare Andy a parlare di quanto accaduto quando era stato rapito e quanto il sig. Mark Dowson aveva detto quel giorno.
Dopo cena, Andy riordinò tutto quanto e poi si sedette sul divano insieme a Sharon, che stava facendo finta di leggere un libro, ma in realtà stava solo aspettando che Andy le parlasse. Silenzio.
“Sharon andiamo a riposare, sono stanco.”
“Certo Andy, andiamo a riposare, oggi è stata una giornata impegnativa.”
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