Cap.35 Non ti ricordi di noi
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Sharon rimase nella cappella a pregare per un poco, pianse calde lacrime, aveva paura, finchè Nicole la raggiuse e le comunicò sorridendo, che suo padre si era svegliato.
Andy stava parlando con Provenza, quando Sharon entrò titubante nella camera, si avvicinò lentamente, lo vide e sorrise. Andy la guardò perplesso, poi si voltò verso Provenza, era scocciato “Capitano Raydor, cosa ci fa qui?” Il tono era sprezzante.
“Andy, come ti senti?” Sharon aveva le lacrime agli occhi, avrebbe voluto abbracciarlo e baciarlo.
“Capitano Raydor, sto bene, perché mi sta guardando in quel modo?” Scosse la testa, non capiva il motivo di quella visita. Si vedeva che non gradiva affatto, la presenza di Sharon.
“Andy … sono Sharon …” Guardò Provenza, con sguardo perso, aveva le lacrime agli occhi, aveva paura e soprattutto aveva realizzato quanto le parole del dottore si fossero avverate: Andy aveva perso la memoria!
“Non capisco perché capitano Raydor, si preoccupa tanto per me? Mi ha fatto sospendere e mi ha dato un’ammonizione, perché sta facendo tutta questa sceneggiata, cosa c’è sotto?” Andy era arrabbiato e irritato dalla presenza della donna.
“Andy, non ti ricordi di noi?” Supplicò Sharon, sperando che Andy ricordasse qualcosa.
“Oh sì, mi ricordo! Mi ha vomitato addosso i regolamenti, le indicazioni, le scelte del Dipartimento e bla bla bla … non ha neppure voluto ascoltare le mie ragioni! Non ha voluto sentire la mia versione! Persino un criminale, ha diritto a dire come sono andate le cose, invece per me, questo non vale. Sono solo il solito stronzo!” Il tono era sprezzante e aveva alzato la voce.
“Andy, adesso smettila.” Lo rimproverò Provenza.
“Proprio tu, mi dici di smetterla?! Tu, che non mi dicevi altro di quanto fosse così …”
“Piantala ho detto! Chiudi quella maledetta boccaccia, va bene!” Provenza alzò la voce e zittì Andy. Silenzio. Rimasero in un imbarazzante silenzio per qualche secondo.
“Cosa ho detto di così scandaloso, diamine non si può più dire nulla.” Scosse la testa e guardò male Sharon. Silenzio. Sharon guardò Provenza smarrita, adesso non sapeva cosa fare.
“Papà, sei sicuro di stare bene?” Chiese Nicole, guardando Sharon, stava realizzando, che suo padre non ricordava nulla della loro relazione.
“Certo che sto bene, piccola. Anzi, io me ne andrei a casa.” Andy sorrise, voleva rassicurare la figlia, sulle sue condizioni. Stava scendendo dal letto, voleva vestirsi e tornare a casa.
“Non puoi rimanere a casa da solo …” Provenza fermò Andy, le cose stavano precipitando, doveva intervenire.
“Il dottore mi ha medicato e ha detto che posso tornare a casa.” Adesso proprio non capiva il suo amico e si era stufato di tutta quella situazione.
“Sì, puoi tornare a casa con qualcuno che ti controlli 24 ore su 24!” Insistette Provenza, fissando l’amico, con sguardo preoccupato.
“Vieni a casa, Andy.” Sharon parlò d’impeto, ma si rese subito conto di essersi espressa in modo avventato. Il viso di Andy tradiva il disprezzo nei suoi confronti e questo la feriva a morte.
“Cosa? Perché?” La guardò sorpreso, non comprendeva cosa volesse dire.
“Perché … “Sharon era senza parole, guardò Provenza e Nicole con il terrore negli occhi, si mise una mano sulla bocca, per fermare le lacrime e uscì. Andy guardò perplesso Provenza, adesso era veramente preoccupato per tutta la situazione, scosse la testa e sospirò.
“Cosa ho fatto adesso? Qual è il problema?” Andy era confuso, non stava capendo più niente.
“Niente Flynn. Rivestiti, ti accompagno a casa tua e rimarrò con te tutto il tempo necessario. Nicole, torna pure a casa, stai tranquilla penserò io a tuo padre.” Provenza le fece un cenno e Nicole capì, doveva lasciarli da soli.
“Papà allora torno a casa, se hai bisogno di qualcosa chiamami pure.” Nicole diede un bacio sulla guancia e uscì.
Andy scese dal letto e cominciò a vestirsi, borbottando tra sé. “Non era necessario spaventare Nicole, sto bene, non lo vedi?” Provenza rimase in silenzio, scosse la testa e lo aiutò a sistemarsi. “Sembri mia madre, ma che ti prende Provenza?”
“Andy … non ti … “Lo guardò e l’espressione confusa e sorpresa di Flynn, lo fece sospirare: “Andiamo a casa, muoviti!” Uscirono entrambi e andarono a casa di Flynn.
Sharon intanto era rimasta in ospedale, aveva vagato per i corridoi dell’ospedale e aveva cercato di calmarsi, per non crollare davanti ad Andy, doveva essere forte, ma non riusciva a credere, che non ricordasse nulla di loro due.
Si asciugò le lacrime, che le erano sfuggite dagli occhi, si ricompose, prese un bel respiro e tornò nella camera di Andy. Quando arrivò si accorse che non c’era più nessuno, erano andati via. Prese il cellulare per chiamare Andy, quando trovò dei messaggi di Provenza. Le comunicava che andavano a casa di Flynn e che sarebbe rimasto con lui per il tempo necessario. Le consigliava per il momento di farsi da parte, Andy aveva bisogno di tempo.
Come farsi da parte?! Come poteva farlo? Pensò tra sé. Era allibita, cominciò a scrivere un messaggio, ma arrivata a metà della frase, si accorse che Provenza aveva ragione, adesso doveva rimanere in disparte, aspettare. Come poteva accettarlo? Le stava chiedendo qualcosa di molto difficile e doloroso. Voleva spiegare a Andy, che non poteva vivere senza di lui. Decise di andare a parlare con il dottor Green e capire quanto sarebbe durata l’amnesia di Andy. Il dottore confermò la sua teoria, li aveva avvisati che sarebbe potuto succedere e purtroppo, aveva ragione, Andy non ricordava più nulla.
Il dottore spiegò che l’amnesia era momentanea, ma nessuno poteva sapere quando e come Andy avrebbe ricordato ogni cosa. Occorreva tanta pazienza e non forzare la mano per obbligarlo a ricordare. Il dottore disse che prima o poi Andy avrebbe riacquistato la memoria, era solo questione di tempo. Leggermente sollevata, Sharon tornò a casa. Mandò un messaggio al tenente Provenza chiedendo se avessero bisogno di qualcosa. Provenza le rispose di non preoccuparsi, erano a casa di Andy e sembrava tutto tranquillo.
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“Spiegami perché sei a casa mia, perché onestamente non l’ho ancora capito?!” Chiese Andy sbuffando “Sembri mia madre!”
“Flynn ci sono tante cose che non hai ancora capito …” Provenza alzò gli occhi al cielo.
“Guarda che sto bene, non ho bisogno della baby-sitter.”
“Sì, certo.” Provenza lo guardò e annuì. Doveva munirsi di tanta pazienza, sarebbero stati dei giorni molto lunghi. Flynn continuò a lamentarsi “Hai visto il capitano Raydor?! Che faccia tosta, presentarsi in ospedale, come se fosse preoccupata per la mia salute?! Roba da matti!” Scosse la testa sconcertato.
“Quella donna ti fa impazzire, vero?”
“Vedi, vedi che sei d’accordo con me! Prima mi tratta come un criminale e poi viene a vedere se sto bene! Sì, quella donna mi farà impazzire!” Provenza lo fissò e scosse la testa. Sì, doveva avere tanta pazienza. “Ok, adesso calmati e guardiamo un poco di sport, ok?!”
“Sì, Provenza, forse è meglio.”
Rimasero insieme a guardare lo sport, ogni tanto Provenza cercava di guardare Flynn per capire se potesse ricordare qualcosa. Sospirò e si mise comodo a guardare lo sport.
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Sharon rientrò a casa e si chiuse in camera. Rusty era preoccupato, le chiese il motivo del suo comportamento e Sharon aprì la porta. Raccontò quanto accaduto, cercò di sforzarsi e di comprendere la situazione, ma adesso voleva solo rimanere da sola. Rusty l’abbracciò e cercò di consolarla. Sharon chiese di lasciarla da sola e Rusty uscì, dicendole che avrebbe preparato la cena. Sharon rimase seduta sul letto, affranta, aveva ancora davanti il volto sprezzante di Andy e le sue parole, che le spaccavano il cuore.
Pianse calde lacrime e si sentì sola, in su un letto grande e vuoto. Rimase così per tutta la sera e quando Rusty bussò per dirle che era pronta la cena, rispose che non se la sentiva di mangiare, preferiva restare a letto a riposare. Rusty l’accontentò, non voleva forzarla, le aveva lasciato la zuppa pronta sul tavolo, per quando l’avesse voluta mangiare.
Sharon sorrise per l’attenzione del ragazzo, era proprio bravo. Lo ringraziò, non doveva preoccuparsi, aveva bisogno di un poco di tempo, per realizzare quanto accaduto quella maledetta giornata.
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Continua …
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