Cap.16 Sharon e Andy
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Sharon quella mattina andò in ufficio prima del solito, non riusciva a dormire nel letto da sola, le mancava Andy, la sua presenza, il suo amore. Aveva bevuto un caffè in fretta ed era andata subito in ufficio, voleva preparare i documenti per Andy per farlo tornare operativo. Non era convinta che fosse pronto, però voleva lasciarlo libero di scegliere, non voleva che si sentisse legato dal suo giudizio. Sapeva che come capitano, ma più come fidanzata, aveva insistito nell’attendere ancora un poco di tempo, ma Andy aveva bisogno di incoraggiamento e fiducia. Così la prima cosa che fece arrivata in ufficio, fu preparare i documenti e i nullaosta per l’idoneità al rientro al servizio operativo per il tenente Flynn. Nelle ultime settimane avevano lavorato tutti duramente e anche Andy, seppure alla scrivania, aveva dato il suo contributo alla squadra. Sapeva che ogni volta che la squadra veniva chiamata per una scena del crimine, Andy fremeva per andare insieme agli altri e dare il suo contributo, invece rimaneva alla scrivania, sospirando. Alcune volte lo aveva visto scuotere la testa e rimuginare, mentre sistemava i verbali che Provenza gli lasciava ben volentieri da compilare e archiviare.
Quando il lavoro si spostava in Centrale, Andy riusciva a dare il suo contributo alla squadra, occupandosi degli interrogatori, della sistemazione delle prove, della raccolta di tutti gli indizi e dava il meglio con il suo fiuto da poliziotto di strada, come diceva sorridendo.
Sapeva che tra poco sarebbe arrivato insieme a Provenza, da quando Andy era tornato a vivere a casa da solo, Provenza non lo aveva mollato un momento, era peggio di una guardia del corpo. Alcune volte Andy si era lamentato perché Provenza gli stava con il fiato sul collo e tutte le volte Provenza lo aveva smontato dicendogli che era un idiota. Andy non ribatteva, perché era cosciente di essere davvero un idiota e di aver sbagliato alcune valutazioni, prime fra tutte il fatto di aver chiesto a Sharon una pausa nella loro relazione.
Anche quella mattina, come tutte le mattine, Andy e Provenza arrivarono insieme, Provenza era passato a prendere Andy ed erano andati prima in sala ristoro, dove Andy aveva preparato il caffè per entrambi e poi borbottando erano andati alle scrivanie, sembrava un rituale che tutte le mattine si ripeteva oramai da giorni. Arrivarono alla spicciolata anche gli altri membri della squadra e un nuovo giorno sarebbe cominciato alla Crimini Maggiori.
“Tenente Flynn può venire nel mio ufficio, per favore?”
“Certo capitano!” Disse Flynn e andò nell’ufficio del capitano.
“Chiudi la porta, parliamo.” Disse Sharon alzandosi e Flynn chiuse la porta. “Senti Andy, ho firmato il nullaosta per l’idoneità al rientro al servizio operativo. Puoi fare le prove con il dr. Davis e poi con il dr. Joe.”
“Grazie. Credo che aspetterò ancora qualche giorno. Voglio fare con calma.” Disse Andy abbozzando un sorriso.
“Adesso sei vuoi, puoi tornare operativo.”
“No, non credo di essere pronto. In ogni caso grazie capitano.” Disse Andy lievemente imbarazzato. Silenzio.
“Come stai Andy?” Chiese Sharon con voce preoccupata.
“Non lo so. Sono confuso e spaventato.”
“Se vuoi parlarne … “
“Ehm …sì …” Mormorò Andy, quasi vergognandosi di essere davanti a Sharon. “Torno al mio lavoro …ho un sacco di verbali da sistemare.” Disse avviandosi verso la porta. Tornò alla scrivania e disse a Provenza quello che il capitano gli aveva detto. Provenza diede un’occhiata al capitano e scosse la testa. Guardò Andy, che aveva lo sguardo basso e aveva tra le mani i fogli con l’autorizzazione per il rientro operativo. Scosse nuovamente la testa e tornò a fare le parole crociate.
La mattinata sembrava scorrere pigramente alla Crimini Maggiori, dopo un paio di ore di lavoro di archivio e sistemazione dei verbali, Flynn propose agli altri di spostarsi in sala ristoro per un caffè. Accettarono tutti di buon grado, tranne Provenza che borbottò qualcosa e quando vide la squadra andar via, entrò nell’ufficio del capitano e chiuse la porta.
Senza che Sharon potesse parlare, Provenza le disse che Flynn non era pronto a tornare operativo, avevano già discusso di questo argomento e Flynn sapeva che doveva aspettare ancora.
Sharon disse al tenente Provenza che Andy aveva bisogno di un po’ di incoraggiamento, di non stargli troppo addosso e di lasciarlo scegliere liberamente. Provenza era preoccupato per il suo amico e anche Sharon, ma non poteva vivere la vita al suo posto oppure prendere le decisioni per lui. Sharon ringraziò Provenza, perché era stato vicino ad entrambi nei momenti difficili, ma adesso Andy aveva bisogno di camminare con le sue gambe. Provenza annuì e uscì dall’ufficio del capitano Raydor. Raggiunse i suoi colleghi in sala ristoro e disse a tutti di tornare al lavoro e di muoversi, perché gli omicidi a L.A. non aspettavano i loro comodi. Uscirono tutti alla spicciolata e quando Andy fece per uscire, Provenza lo fermò per un braccio e gli chiese se si sentiva pronto a tornare operativo, perché la squadra aveva bisogno di un tenente in gamba.
Andy sorrise, ringraziò Provenza e gli disse che avrebbe parlato ancora con il dr. Joe e che avrebbe atteso il suo ok per tornare operativo.
Provenza disse che era la cosa più saggia che avesse sentito negli ultimi giorni e poi disse a Flynn che la relazione con il capitano aveva bisogno di incoraggiamento, di non buttare via quanto avevano costruito insieme e di pensare di tornare insieme al capitano. Flynn rimase sorpreso, ma era felice che il suo amico la pensasse in quel modo, lo rassicurò e disse che ci avrebbe pensato.
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“Andy? Cosa ci fai davanti a casa mia?” Chiese Sharon stupita, era l’ultima persona che pensava di trovare ad aspettarla davanti alla sua porta.
“Stavo aspettando che tornassi, vorrei parlarti, se non ti dispiace e se accetti di parlare ancora con me.”
“Se mi avessi avvisato, non sarei andata a fare la spesa, da quanto stai aspettando?”
“Sono qui da poco.” Mormorò.
“Vieni, entriamo.” Disse Sharon aprendo la porta, vide che Andy era visibilmente provato, la sua voce era grave e il volto scuro. Entrò, appoggiò la borsa e il distintivo sul vassoio all’ingresso, appoggiò la borsa della spesa sul tavolo e disse ad Andy di accomodarsi. Andy entrò titubante, chiuse la porta e fece qualche passo verso il soggiorno, si sentiva in colpa per come si era comportato con Sharon, sapeva che non meritava nulla, voleva solo chiederle scusa e sperare di poter tornare con insieme.
Sharon sorrise e gli disse di farsi avanti e di sedersi sul divano, così sarebbero stati più comodi. Si sedette e guardò Andy, che rimase in piedi davanti a lei.
“Ti chiedo perdono Sharon per come mi sono comportato, non ho scuse e se non mi vorrai più con te, lo capisco.”
“Andy cosa stai dicendo?” Chiese stupita.
Andy prese fiato e disse: “Quella donna mi ha palpeggiato. Mi ha baciato e mi ha toccato. Non volevo! Voleva che dicessi che l’amavo e quando ho detto che amavo te, mi ha schiaffeggiato.”
“Quella donna è una pazza. Ha dei problemi, non devi colpevolizzarti.”
“Mi dispiace Sharon …”
“Andy, ti hanno aggredito e ti hanno fatto del male. Ti hanno fatto delle cose che non volevi.”
“Allora perché mi sento così di merda?! Perché mi sento come se fosse colpa mia?”
“Non è colpa tua.”
“Perché ad Hyde non mi hanno voluto credere?! Hanno detto che ero uno strafatto! Hanno detto che ero come quelli del Rave party, che straparlavo … non mi hanno voluto credere ... Nessuno mi voleva credere. Quell’uomo è venuto in Centrale e ha raccontato quelle cose che mi hanno fatto … davanti a te e a tutti i colleghi, mi sono sentito … come messo a nudo, impotente … umiliato. Il dr. Joe dice che questi sono gli effetti del trauma, che il fatto che non riesco a dormire è una cosa normale, in questi casi. Ma non riesco ad essere me stesso neanche con te, questo mi ha mandato in bestia, mi sono sentito inutile, non sono riuscito a fare l’amore con te, l’unica persona che mi ama per quello che sono e che non mi ha chiesto nulla! Ti ho chiesto tempo Sharon, perché so di non meritare l’amore, l’attenzione, la presenza nella mia vita, non ti merito e non meriti di essere trattata male da uno stronzo come me! Quando sono andato via, ho sentito solo il vuoto, il niente. Ho avuto voglia di bere fino a stare male, volevo addormentarmi e non svegliarmi più per non sentirmi così male. Speravo di morire e invece … ho trovato degli amici che continuavano a dirmi che dovevo parlare con te. Ho parlato con Paul, Provenza, il dr. Joe e tutti mi hanno detto la stessa cosa: parla con Sharon, vedrai che capirà. Volevo tanto parlare con te Sharon, ma avevo paura. Avevo paura che non mi volessi più, mi vergognavo perché non riuscivo ad amarti come meriti. Mi vergogno per come il mio corpo ha reagito quando volevamo fare l’amore, ma sappi che ti desidero più di ogni altra cosa al mondo. Se non mi vuoi più lo capisco, so di non meritare il tuo amore.”
“Andy, ti amo e ti aspetterò per tutto il tempo che servirà. Voglio solo che tu sia felice e tranquillo.” Disse Sharon sorridendo.
“Perdonami amore mio, perdonami.” Andy si inginocchiò davanti a Sharon e appoggiò il capo sul suo grembo, Sharon lo accolse e accarezzò i capelli sale e pepe.
“Ssstttt… va tutto bene amore, va tutto bene.” Disse Sharon con tenerezza. “Ti devo anch’io delle scuse. Mi dispiace per quanto abbiamo discusso per il rientro al lavoro operativo, mi dispiace di averti schiaffeggiato e di non averti sostenuto.”
“Avevi ragione Sharon, non ero e non sono pronto.”
“Potevamo parlarne in maniera più rilassata, mi dispiace sia stato motivo di discussione tra noi. Ho insistito troppo.”
“Sapevi che non avrei superato le prove del dr. Davis. Sono stato un presuntuoso.”
“Mi dispiace per come ti ho detto che non eri pronto, non ti dovevo schiaffeggiare, ma a volte … Andrew Flynn mi fai perdere la pazienza …”
“Sono testardo, lo sai.”
“Quelle scarpe italiane … oh Andy, quanto mi hanno fatto piangere …” La voce tremò, bagnata da un paio di lacrime.
“Mi dispiace Sharon, perché ti ho fatto piangere e stare in pensiero per me. Per essermi allontanato e per non essermi fidato di te, … mi vergognavo e avevo paura che tu non mi volessi più …”
“Andy io ti voglio, ti voglio nella mia vita come fidanzata e come capitano. Mi sei mancato tanto al lavoro. Sei mancato a tutti.” Prese il viso di Andy e con le mani a coppa lo baciò delicatamente. Andy rimase un po’ titubante, rispose al bacio con tremore. Sharon lo invitò a sdraiarsi sul suo corpo, per sentirsi l’uno vicino all’altro, i loro corpi si chiamavano, si attraevano. “Rilassati …”
“Ti amo Sharon …”
“Ti amo anch’io Andy … “
“Fermati qui stanotte, rimani con me.” Non aspettò la risposta, lo baciò con passione e Andy rispose con altrettanta passione. Quando si lasciarono per prendere fiato, sorrisero. “Vieni, andiamo in camera, voglio dormire tra le tue braccia stanotte.”
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