Cap. 21 Una lunga notte
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Quando Sharon tornò a casa, Rusty aveva capito che c’era qualcosa che non andava. Aveva chiesto come era andata l’operazione e dove fosse Andy, ma Sharon era rimasta sul vago, non voleva discutere con Rusty, era ancora parecchio contrariata, decise di andare in camera. Flynn rientrò in casa dopo una buona mezz’ora, appoggiò pistola e distintivo all’ingresso e si diresse in camera. Sharon era in bagno, si stava sistemando, sapeva che sarebbe stata una lunga notte, perché era arrabbiata, molto arrabbiata. Andy attese il suo ritorno e quando Sharon lo vide, non disse una parola, scosse la testa, prese il cuscino, una coperta e li portò in soggiorno appoggiandoli sul divano. Andy rimase interdetto, non capiva cosa volesse fare, la seguì cercando una spiegazione.
“Cosa vuol dire? …” Balbettò Andy, ma non fece in tempo a finire la frase, Sharon gli fece cenno di fare silenzio con il dito sulla bocca e poi lo puntò dritto davanti di lui: “Tu dormi sul divano Andrew Flynn, così imparerai la lezione.” Era arrabbiata, non c’era alcun dubbio.
“Ma Sharon io …”
“Tu devi imparare e credimi, lo farai.” Con voce decisa e si diresse in camera, seguita da Andy, che tentava di farfugliare delle scuse. Andy non fece in tempo a finire la frase, che Sharon gli diede il pigiama e lo spinse verso la porta e la chiuse a chiave, lasciandolo fuori.
“Sharon aspetta … parliamone …” Provò ad aprire la porta, ma era chiusa. Non ci credeva, non poteva essere vero, doveva dormire sul divano?! Sapeva di aver esagerato e che aveva fatto fare una figuraccia a Sharon davanti a tutta la squadra, però si era spaventato, non aveva mai sentito Sharon gridare in quel modo. Sospirò e rimase davanti alla porta chiusa. Scosse la testa ancora incredulo “Sharon …” Mormorò non troppo convinto. Aveva combinato un bel casino e le parole di Provenza gli tornarono in mente: chiedi scusa e stai zitto!
“Perdonami Sharon, mi dispiace.” Provò una prima volta. Silenzio. “Sharon mi dispiace, accetti le mie scuse?” Provò una seconda volta. Silenzio. “Sharon … mi dispiace …” Provò una terza volta, senza troppa convinzione, anche i consigli di Provenza non erano serviti a molto. Sospirò davanti alla porta chiusa e sconsolato andò verso il soggiorno, trovò Rusty che lo guardava perplesso.
“E’ arrabbiata con me, speriamo le passi presto.” Sospirò sconsolato.
“Se ti butta fuori dalla camera, l’hai fatta grossa tenente … buona fortuna!” Disse Rusty e tornò in camera.
Andy si sedette sul bracciolo del divano, si guardò in giro e si lasciò scivolare sul divano, sapeva che non sarebbe riuscito a dormire, era troppo arrabbiato con sè stesso e per tutta la situazione. Rimase a guardare il soffitto per parecchio tempo, finchè decise di mettersi il pigiama, almeno sarebbe stato più comodo. Silenzio. Ripensò all’immagine di Sharon sul letto seminuda con in mano una frusta che gridava. Non aveva mai sentito un grido di quel tipo uscire dalla bocca di Sharon, ripensandoci, forse era soddisfatta e quello era un grido di potere, di esaltazione e godimento. Silenzio.
Andy era perplesso, non aveva mai sentito Sharon gridare in quel modo in ufficio, aveva alzato la voce in un modo, che sembrava volesse fargli fare la figura del fesso davanti a tutta la squadra. Ripensandoci, forse era andata proprio in quel modo. Così furiosa non l’aveva mai vista, paonazza e agitata, non era riuscito a dire una parola … Guardò l’ora, era notte fonda. Si alzò e andò davanti alla camera da letto, guardò sotto la porta e vide che la luce era accesa, non era l’unico a non riuscire a dormire ...sarebbe stata una lunga notte.
Sharon era a letto, non riusciva a prendere sonno. Aveva ancora l’adrenalina, che le scorreva in corpo, si sentiva strana. Da quando Madame X era entrata alla Crimini Maggiori per risolvere il caso, era inquieta e si sentiva a disagio con una donna che la guardava e la squadrava, quasi con bramosia. L’aveva vista semi nuda, in quella specie di intimo, che faceva vedere tutte le forme e l’aveva aiutata con il trucco, si sentiva un po’ a disagio. Se non fosse stato un ordine diretto del capo della polizia, non avrebbe mai accettato un caso così strano e complicato e anche un po’ piccante. Tutta la squadra era disattenta, giravano con quelle miss imbarazzanti per loro e per i loro colleghi maschi. Non invidiava Buzz, che più volte non sapeva dove guardare! Poveretto! Gli aveva messo il seno direttamente in faccia, dove poteva guardare?! Anche Provenza si era soffermato sul suo fondoschiena, fino a che non lo aveva redarguito. Quella sera poi, aveva fatto una cosa così strana: prendere a frustate un uomo per piacere! Era sorpresa, del fatto che in fondo in fondo, aveva provato un po’ di piacere con quella frusta, si era sentita potente! E quell’urlo, come le era uscito fuori?! Scosse la testa, era tutto strano. Poi Andy era intervenuto, ricordava ancora la sua espressione di terrore, quando era entrato nella suite. Madame X aveva ragione, Andy era spaventato, come tutto il resto della squadra. Accidenti! Si disse tra sé. Quella donna aveva ragione!
Le tornò in mente la conversazione con Madame X “Sharon, tesoro, dovresti essere felice di avere un fidanzato che si preoccupata per te, noncurante delle conseguenze con i colleghi e con il suo superiore.” Quelle parole le ritornavano alla mente e non volevano andare via. “… avevo tutto sotto controllo …” Aveva risposto per non dare ragione a quella donna.
“Certo, lo so. Ma lui e tutti gli altri non lo sapevano. Hanno avuto una gran paura per te, hai un’ottima squadra, devi esserne orgogliosa.”
Scosse ancora la testa, certo che era orgogliosa della sua squadra, non serviva dirlo, però stasera non avevano dato il meglio, erano troppo distratti, erano coinvolti. Doveva lasciare da parte il suo orgoglio di poliziotto, sapeva che Andy era preoccupato e ne aveva tutte le ragioni, questa sera poteva finire in modo diverso.
Andy aveva ragione fin dall’inizio, non erano preparati per questo tipo di indagine. Le variabili erano troppe e non potevano tenere tutto sotto controllo, bastava un niente e la situazione poteva diventare pericolosa. Sapeva che aveva corso un bel pericolo, ma Michael non le sembrava un assassino. Doveva prestare maggiore attenzione e ne doveva chiedere altrettanta alla squadra. Poteva finire in modo diverso, questa sera era stata fortunata. Guardò verso la porta chiusa, sapeva che Andy era sul divano e non sarebbe riuscito a dormire. Nemmeno lei era riuscita a prendere sonno, non era più abituata ad avere il letto vuoto, voleva Andy accanto a sé. Le aveva fatto fare una brutta figura interrompendo l’operazione, per questo era furiosa, ma infondo aveva dimostrato quanto l’amasse. Sorrise e scosse la testa. Povero Andy, lo aveva trattato male, anche quando aveva tentato di entrare nello spogliatoio, perché era geloso di Buzz. Lo aveva rimproverato per la sua gelosia e per la disattenzione che mostrava al lavoro, intento solo a vedere come la guardavano. Era stata troppo cattiva con il suo tenente. Si alzò e andò ad aprire la porta.
Seduto con in mano il cuscino, Andy era ancora sveglio, sentì lo scatto della serratura e si mise sdraiato sul divano, fingendo di dormire. Dopo qualche secondo, arrivò Sharon, guardò il divano e scosse la testa. “Avanti Andrew Flynn, vieni a letto o domani mattina la schiena ti chiederà il conto …”
“Sto dormendo capitano …”
“Certo, proprio come me.” Lo prese per mano, Andy aprì gli occhi e sorrise. “Dai, andiamo a letto.” Disse Sharon sorridendo.
“Dici davvero?”
“Certo.”
“Allora non sei più arrabbiata?” Mormorò sottovoce.
“Sono ancora arrabbiata, ma andiamo a riposare, parleremo domani.” Disse Sharon andando in camera, Andy la seguì e sorridendo si sdraiarono l’uno abbracciato all’altro.
“Non riesco più a dormire da sola, tenente, devi aver stregato il letto … uhm … tra le tue braccia dormo troppo bene.”
“Buonanotte tesoro.” Andy l’abbracciò stringendola a sé, aveva avuto così tanta paura di perderla, averla vicino, lo rendeva felice.
“Buonanotte ten … buonanotte amore mio.” Disse Sharon sorridendo.
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