Cap.26 Sharon e Ruby
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Erano trascorse già due settimane e la Crimini Maggiori, non aveva fatto alcun passo in avanti nel loro caso. Non avevano avuto fortuna, così aveva detto Provenza. Secondo il capitano Raydor, la fortuna c’entrava poco, dovevano aspettare che il loro uomo facesse un passo falso, ma per ora, non era successo.
Sharon aveva trascorso parecchio tempo con Ruby e Emy. Non che fossero diventate amiche, però lavorare così a stretto contatto, le aveva avvicinate, avevano imparato a truccarsi a vicenda e ad aiutarsi con i vestiti e a sistemarsi i capelli. Sharon aveva notato che l’armonia tra loro era migliorata e lavoravano bene insieme, avevano trovato una certa sintonia e questo la preoccupava ancora di più. Si era legata alle due donne e temeva che potesse accadere loro qualcosa di pericoloso, era diventata ancora più protettiva nei loro confronti.
La serata di Emy era andata bene, se così si poteva definire, all’ultimo Emy era stata sostituita, ancora, da Cassandra, una delle ragazze di Madame X che aveva concluso la parte più carnale dell’appuntamento. L’imbarazzo della squadra era tangibile, oltre a sembrare di voler incentivare la prostituzione.
Quella sera erano tutti nervosi, speravano di chiudere al più presto tutta l’operazione. C’era stato un appuntamento per Sharon al Marriott Palace, avevano prenotato una suite e si erano messi tutti in movimento. Le suite vicine erano già prenotate, quindi avevano optato per una suite junior sul piano, distante due camere dalla camera prenotata. Per non far saltare la copertura, accettarono la prenotazione, sperando di prendere l’aggressore. Anche Emy era stata scelta, altre camere erano state prenotate, ma si erano spostati all’Hilton. La squadra avrebbe dovuto dividersi, una squadra con Emy al Marriot e un'altra all’Hilton con Ruby e Sharon. Gli orari di Ruby e Sharon erano diversi, così potevano alternarsi. Questa divisione aveva innervosito ancora di più la squadra, Flynn e Provenza erano con Ruby e Sharon e Julio e Mike erano con Emy. Buzz era di supporto per entrambe le squadre e degli altri uomini erano arrivati in rinforzo.
Ruby e Sharon erano nella suite vicino a quella che era stata prenotata. La squadra era rimasta al piano di sotto, perché l’hotel era pieno. Il capitano era nervoso, quella situazione non le piaceva. Sharon aveva detto a Ruby, che doveva prestare la massima attenzione, perché la situazione non era totalmente sotto controllo. Ruby notò che Sharon era nervosa. La squadra avvisò che il cliente era in camera, aveva fatto l’ordinazione dello champagne e aspettava Rosa Blu.
“Aspetta Sharon, vado io.” Ruby prese la maschera di Rosa Blu.
“Perché Ruby, tocca a me!?”
“Sei nervosa stasera …” Indossò la maschera di Rosa Blu “Ho un sesto senso, meglio se vado io. Assecondami, per favore.”
“Ma è un appuntamento per Rosa Blu ...”
“Lo so, lascia che cominci io.” Sorrise ed entrò nella camera. Ruby accolse il cliente, bevvero insieme lo champagne e si accomodarono sul letto. Il cliente aveva appena detto due parole, non si capiva bene che cosa volesse, se voleva fare sesso, parlare oppure altro.
La squadra era tesa, il segnale audio era disturbato, si sentiva poco e a scatti, era come se ci fosse qualcosa che disturbava apposta il segnale. Non avendo Buzz di persona, Andy stava cercando di fare del suo meglio, ma la trasmissione non migliorava. Provenza era nervoso, sentiva che qualcosa sarebbe andato storto. L’audio andava a scatti, Ruby e il cliente stavano parlando, quando quest’ultimo si era arrabbiato per qualcosa, ma non avevano capito il perché, un ronzio aveva lasciato le parole a metà. Il cliente aveva alzato la voce, sembrava fosse arrabbiato per qualcosa, il resto accadde velocemente.
Si sentì un gridare. Subito dopo scattò l’allarme antincendio, la sirena cominciò a suonare in modo assordante, dalle camere uscirono tutti gli ospiti, ai quali si unirono anche camerieri e personale ai piani. La squadra corse immediatamente nella camera, trovarono Ruby ferita all’addome in una pozza di sangue e accanto, la maschera di Rosa Blu.
Sharon entrò per prima nella camera e vide Ruby a terra, riversa in un bagno di sangue. Le andò subito incontro, cercando di fermare l'emorragia mettendo le mani per fermare il sangue. Dal soffitto intanto continuava a scendere acqua dall’impianto antincendio e la sirena continuava a suonare l’allarme, in modo assordante.
“Resisti Ruby, non mollare rimani con me! Rimani con me! Aiuto! Presto chiamate i paramedici abbiamo bisogno di aiuto! Ruby rimani con me! È un ordine! Rimani con me!” Gridò Sharon spaventata. Aveva paura di perdere Ruby, la ferita era brutta e profonda, Ruby aveva lo sguardo perso, negli occhi, il terrore. Dopo qualche secondo arrivarono i rinforzi, cominciarono a gridare di fermare tutti quanti, di fare attenzione, di non toccare nulla nella stanza. C’era una gran confusione: persone che gridavano, altre che entravano e uscivano, l’allarme che continuava a suonare, l’acqua che scendeva dal soffitto. Entrò Andy, corse ad aiutare Sharon, prese la tovaglia dal tavolo e lo mise per fermare il sangue.
“Rimani con me! Rimani con me!” Continuava a gridare Sharon. Dopo qualche minuto arrivarono i paramedici e si presero cura di Ruby. Provenza cercava di dar ordini meglio che potesse, urlò di spegnere l’antincendio, che buttava fuori acqua e stava rovinando la scena del crimine. Sharon rimase seduta per terra con le mani sporche di sangue, continuava a guardarle, era sotto shock.
Provenza disse a Flynn di aiutare il capitano e di accompagnarla in bagno. Flynn la fece alzare e come un automa, Sharon entrò in bagno e iniziò a lavarsi le mani, continuava a sfregarle, ma il sangue faceva fatica a venire via. Qualcuno portò il trench del capitano al tenente. Andy rimase in bagno a guardarla, erano entrambi bagnanti fradici. Sharon non diceva una parola, Andy era preoccupato, vedeva lo sguardo perso, i movimenti erano a scatti, nervosi e contratti. Le porse un asciugamano pulito, ma sembrava fosse lontana anni luce. Finalmente spensero l’allarme e il suono assordante cessò, anche l’acqua dal soffitto smise di scendere, c’era solo Provenza, che gridava ordini agli uomini di supporto.
“Sharon … Come stai Sharon?” Chiese Andy preoccupato.
“Che razza di domanda è? Non so se perderò Ruby, dovevo entrare io in quella stanza! Toccava a me! Ha voluto entrare, non so per quale motivo! Dovevo entrare io, ha insistito e l’ho lasciata andare. Toccava a me! Toccava a me!” Continuava a bagnare le mani, cercando di lavarle dal sangue.
“Aspetta ti aiuto.”
“Non mi toccare.” Sharon si scostò a muso duro, era sotto shock, non voleva l’aiuto di Andy, non voleva l’aiuto di nessuno. Si asciugò le mani, con l’asciugamano si asciugò meglio che potesse, Andy le diede il trench e lo indossò. Uscirono dal bagno. Quando Provenza li vide uscire, disse ad Andy di accompagnare il capitano a casa, li avrebbe aggiornati di seguito sulle condizioni del tenente Paris.
Durante il tragitto per tornare a casa, Sharon non aveva detto una parola, sembrava in trance, aveva la testa da un’altra parte. Guardava fuori dal finestrino e continuava ad avere in mente Ruby, che le diceva che andava al suo posto … non si spiegava il perché, quelle parole sul sesto senso, perché era andata al suo posto? Questa domanda le tornava continuamente in mente, come un’ossessione.
Andy ogni tanto le gettava un’occhiata e sapeva che presto sarebbe crollata, le lacrime premevano sugli occhi e le mani le tremavano. Quando arrivarono, Sharon entrò in casa e andò subito in bagno, chiuse la porta, si accasciò a terra e scoppiò a piangere.
Andy la seguì e da dietro la porta, la sentì piangere, voleva consolarla, abbracciala. Le chiese di aprire la porta. Non ottenne risposta e riprovò ancora. Dopo qualche minuto, sentì il click della serratura, entrò in bagno lentamente e la vide accovacciata al lavandino, sembrava una bambina indifesa. Le corse incontro e l'abbracciò, l’accarezzò e le baciò il capo, cercando di consolarla.
“Vai fuori …” Mormorò tra le lacrime. “Sto bene …”
“Sharon ti prego …”
“Voglio stare da sola, Andy, per favore.”
“Adesso non devi stare sola, non sei sola.”
“Voglio farmi una doccia e togliermi questa roba di dosso.” Si alzò, si tolse il trench e cominciò a svestirsi, con rabbia e dolore. Quando fu completamente nuda, entrò in doccia. Andy rimase addolorato a guardarla, sapeva che stava soffrendo e non sapeva come aiutarla.
“Sono qui. Ti aspetto.” Andy cominciò ad asciugarsi e prese l’asciugamano per avvolgere Sharon, quando fosse uscita dalla doccia. La sentì piangere e battere i pugni contro il muro, lamentarsi e gemere, la vide accasciarsi per terra. Aprì la porta della doccia, chiuse l’acqua e l’avvolse con l’asciugamano, la prese in braccio e la portò in camera. Sharon continuava a piangere, l’onda delle emozioni l’aveva travolta, i sentimenti di rabbia e dolore avevano lasciato il posto a lacrime di disperazione e rammarico. Aveva paura di perdere un agente sul campo e non poteva accettarlo. Doveva esserci lei al posto di Ruby, non riusciva a capire perché era andata al suo posto. Pianse, finchè stravolta si addormentò, ma il suo, fu un sonno tormentato e angoscioso. Andy le rimase accanto, accarezzandole i capelli e cercando di consolarla. Fu una lunga notte.
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Continua …
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