Alla ricerca di Andy
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Cap. 34
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Era una mattina soleggiata a L.A., il tenente Provenza e il tenente Flynn avevano l’ordine di consegnare un mandato di comparizione, per un importante processo sul crimine organizzato. Arrivarono alla casa dell’indagato, che era sotto sorveglianza dalla polizia e si presentarono alla porta. Doveva essere una semplice consegna, quando arrivarono, trovarono la porta leggermente aperta, presero armi in pugno ed entrarono. In casa c’era uno strano silenzio, Provenza intanto aveva chiesto supporto agli agenti, che sorvegliavano la casa, perchè qualcosa, evidentemente, era sfuggito. Controllarono la casa a piano terra, sembrava tutto in ordine, così decisero di andare al piano di sopra, quando sentirono una serie di colpi di arma da fuoco.
BOOM! BOOM! BOOM! BOOM!
Cercarono riparo e quando non sentirono più altri spari, salirono al piano di sopra. Un compito semplice, stava prendendo una brutta piega. Andy era davanti, subito dietro c’era Provenza con i due agenti, che nel frattempo erano arrivati come supporto. Avevano chiesto altri rinforzi, la situazione stava peggiorando. Si divisero e controllarono le camere. Andy entrò e si trovò davanti un uomo a terra, ferito da una serie di colpi di arma da fuoco al petto, gridò agli agenti di chiamare i paramedici e soccorse l’uomo, cercando di fermare il sangue che usciva dalle ferite, era grave.
Flynn sapeva che difficilmente si sarebbe salvato, l’uomo prese la cravatta di Andy e tirò verso di lui, avvicinò l’orecchio di Andy alla bocca e disse le sue ultime parole, sapeva che non aveva più molto tempo. Andy ascoltò, quello che sembrava una confessione in punto di morte, intanto Provenza era entrato. Vide la scena, quando sentì altri colpi di arma da fuoco. BOOM! BOOM!
Gridò ad Andy di rimanere con l’uomo e di soccorrerlo. Provenza corse a vedere se erano arrivati i rinforzi, erano in una brutta situazione. Andy strinse la mano di quell’uomo, che lo pregò di dire alla fidanzata, di nome Blackbird, che l’amava e avrebbe voluto sposarla, ma ora, era troppo tardi.
Andy cercò di rassicurarlo e di tranquillizzarlo, sapeva che era ferito in modo grave, l’uomo confidò una serie di informazioni e di notizie su alcuni omicidi, finchè spirò, davanti ai suoi occhi. Andy aveva ancora la mano stretta alla sua, insanguinata, si staccò e rimase per un momento a fissare l’uomo appena spirato e alle parole che aveva detto.
BOOM! BOOM! BOOM!
Sentì degli altri spari, si riprese e tornò alla realtà, capì, che doveva raggiungere Provenza, fece per uscire dalla camera, appena fu sulla soglia, fu colpito da due colpi di pistola, uno alla spalla e uno di striscio alla testa. Cadde a terra e perse i sensi. Silenzio.
“Flynn! Flynn! … ANDY!” Non sentendo alcuna risposta dall’amico, Provenza capì che qualcosa di terribile era accaduto. Corse, seguito da due agenti e sparò all’uomo che aveva colpito Flynn. Non avevano notato, che un altro malvivente, si era nascosto in uno sgabuzzino ed era rientrato per finire l’uomo, che avevano trovato in fin di vita. Provenza corse da Flynn, per accertarsi delle sue condizioni, era a terra, svenuto. Aveva una ferita al lato destro della testa e perdeva sangue, era ferito anche alla spalla.
“Andy! Andy! Rimani con me, rimani con me!” Chiamò subito i soccorsi, sperando che l’amico si riprendesse, però la ferita era brutta. Andy stava diventando pallido e il polso era debole. I paramedici arrivarono immediatamente e lo portarono in ospedale. Provenza salì sull’ambulanza, lasciando la scena del crimine, era preoccupato, avvisò il capitano Raydor di quanto accaduto.
La casa, ora diventata scena del crimine, era stata messa in sicurezza ed era arrivata la Crimini Maggiori per fare i rilievi. Il capitano Raydor rimase impassibile, non riuscì a dire una parola, quando ricevette la notizia di recarsi, al S. Leo: Andy era ferito in modo grave.
Aveva solo in mente le parole di Provenza “Capitano deve recarsi subito al S. Leo. E’ per Andy. Faccia in fretta.” Percorse la strada in apnea, con le sirene spiegate, quando arrivò al Pronto Soccorso, si presentò al banco degli infermieri. Le dissero che il tenente Flynn era in sala operatoria, doveva aspettare, perché non sapevano darle altre notizie. Andò in sala d’aspetto e trovò il tenente Provenza, che le raccontò quanto accaduto.
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In una macchina parcheggiata poco lontano, due loschi personaggi, avevano assistito a tutta la scena.
“Chiama e chiedi cosa dobbiamo fare.” Il secondo uomo telefonò e raccontò quanto accaduto e avvisò che qualcuno era stato portato in ospedale e dovevano accertarsi che tutto filasse liscio. Dall’altro capo del telefono dissero loro di andare via, non dovevano destare attenzione, stavano arrivando troppe macchine della polizia. Per risolvere il problema, se ne sarebbero occupati in seguito.
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Sharon era seduta in sala d’attesa, non poteva credere a quello che era successo.
Quella mattina aveva fatto colazione con Andy, avevano scherzato insieme, si erano ripromessi di trascorrere una bella serata insieme, dopo il lavoro. Arrivati in ufficio aveva dato quel compito ad Andy e a Provenza, non pensando che potesse diventare pericoloso. Si sentiva in colpa, avrebbe dovuto … non lo sapeva neanche lei. Era confusa, angosciata e sperava, che Andy ce la potesse fare, aveva sentito qualcuno dire che era arrivato in gravi condizioni, ma nessuno le diceva nulla. Chiese ancora alle infermiere se ci fossero notizie e le risposero di aspettare il dottor Green, che aveva preso in cura Andy.
Sharon nel frattempo, aveva avvisato Nicole, le aveva raccontato quanto accaduto, senza scendere nei particolari, le promise che appena ci fosse stata qualche novità, l’avrebbe aggiornata. Dopo un paio di ore, Nicole si presentò al Pronto Soccorso, raggiunse Sharon e l’abbracciò, entrambe le donne erano spaventate e si sostenevano a vicenda. Passarono parecchie ore, quando finalmente il dottor Green uscì e chiese dei parenti del tenente Flynn, Sharon e Nicole si fecero avanti.
Il dottor Green disse che il colpo nella spalla non era grave, il proiettile era stato recuperato e consegnato alla polizia, per ulteriori indagini. Le condizioni in generale erano stabili e la ferita alla testa medicata, perché era stato un colpo di striscio, ma c’erano buone possibilità, che Andy avesse perso la memoria a breve termine, a causa del colpo subito.
Sharon rimase senza parole, chiese di vederlo e il dottore rispose che voleva aspettare che Andy si svegliasse, non volevano forzarlo e le prossime ore sarebbero state fondamentali per capire le sue reali condizioni, sul problema della memoria. Il dottore accompagnò Sharon e Nicole davanti ad un vetro, dal quale si poteva vedere Andy.
Era in una stanza da solo, la spalla era fasciata e aveva una benda intorno alla testa. Una serie di cavi per monitorare il cuore e delle flebo. Era sotto sedativi, doveva solo riposare. Sharon rimase davanti al vetro insieme a Nicole e si ritrovò a pregare che Andy potesse superare anche questa prova.
Intanto il tenente Provenza, dopo aver lasciato il capitano, aveva chiamato Tao e Sanchez per avere aggiornamenti sulla scena del crimine e capire cosa non avesse funzionato. Arrivarono anche gli uomini del FID e non erano contenti, perchè Provenza aveva lasciato la scena del crimine. Chiesero la sua pistola e cominciarono a fare parecchie domande. Provenza lasciò l’ospedale e tornò insieme agli uomini del FID al Dipartimento di Polizia.
Gli fecero le domande di rito e verbalizzarono l’intervista. Provenza scalpitava, voleva tornare in ospedale per vedere se Andy si fosse svegliato. Dopo un paio di ore, lo lasciarono andare e corse in ospedale, si sentiva in colpa per l’accaduto, continuava a ripensare a quello che era successo, alle sue dichiarazioni al FID e l’unica cosa che gli veniva in mente, era che Andy era ferito e non aveva ripreso conoscenza.
Il tenente Provenza si avvicinò al vetro, dal quale si vedeva la stanza di Andy. Rimase in silenzio, si sentiva in colpa, anche se la dinamica dell’incidente era ancora confusa, sapeva che non aveva coperto Flynn.
Dopo un poco, Sharon disse a Provenza che sarebbe andata nella cappella a pregare, aveva bisogno di stare un po’ da sola. Era preoccupata e triste, come se si aspettasse qualche brutta notizia, aveva una cupa sensazione addosso, che non le dava pace. Provenza le fece cenno di sì con il capo, si sedette su una sedia, in attesa che Andy si svegliasse.
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Continua …
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