Cap. 40 Profumo di donna
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Il capitano Raydor cercò di tranquillizzare Andy sulla loro attuale situazione. Doveva ingegnarsi e lasciargli un po’ di respiro.
“E’ una nuova procedura.” Sharon doveva guadagnare la sua fiducia “Se vuoi fumare una sigaretta, non ci sono problemi, fa’ pure, va tutto bene.”
“Ehm … Ok … magari dopo ...” Andy annuì, era smarrito. Rimasero in silenzio per un poco, Andy continuava a fissare Sharon, scuotendo la testa e dopo una decina di minuti, Sharon decise di spezzare quell’imbarazzante situazione.
“Avanti Andy, sputa il rospo! Se hai qualcosa da dire, dilla pure, ti ascolto.”
“Ok. Allora vediamo come stanno le cose. Lasci la Crimini Maggiori e mi vieni a cercare, da sola. Mi trovi in un luogo, che pochi conoscono, mi porti in un motel, mi dai cibo e vestiti e guarda caso conosci le mie taglie, persino l’intimo. Sai di me, che sono un ex alcolizzato, mi dici che non fumo e sono vegetariano. Rimaniamo da soli per tutto il tempo e mi dici che questa è una nuova procedura. Qualcosa non torna, capitano.” Sorrise. “Ok, ok, ho dei vuoti di memoria, però mi ricordo bene come si procede, quando si cattura un sospettato e anche quando si mette sotto sorveglianza un possibile sospetto.”
Sharon sorrise e annuì “Bene tenente, vedo che il fiuto da poliziotto non lo hai perso, anzi …” Silenzio “Però ti chiedo di fidarti di me.” Guardò Andy e scoprì di amarlo ancora di più. Cercò di metterlo a suo agio, confortarlo e di fargli capire che era dalla sua parte. Sospirò, sperando di riuscire nel suo intento, quando Andy le chiese il motivo per cui stesse rischiando così tanto, perché era convinto che l'odiasse. Sharon si avvicinò e rispose che non l'odiava, anzi voleva fare di tutto per farlo stare bene e non era solo, doveva credere che voleva aiutarlo.
Andy sospirò, non capiva ancora il perché, ma sentiva che poteva fidarsi di Sharon, era una sensazione, nulla di più, però si fidava delle sue sensazioni. Le disse che aveva paura e che non sapeva di preciso come agire.
“Mi puoi raccontare cosa è successo quella mattina, quando avete portato l’avviso di comparizione. Cosa ti ha detto quell’uomo prima di morire?”
Andy raccontò quanto ricordava, aveva dei vuoti di memoria e quando arrivò il momento in cui gli sparavano, cominciò ad agitarsi, sudava e i ricordi si offuscavano. Sharon gli disse di stare tranquillo, bastava quello che aveva ricordato. Propose di andare a riposare, perché il giorno seguente sarebbero andati via, per cambiare la location.
Andy era perplesso, chiese informazioni sulla salute di Provenza. Sharon confermò che il tenente Provenza stava meglio, aveva ripreso il servizio, ma non scese nei dettagli sulle ricerche dei federali, per non spaventarlo. Chiese conferma ad Andy, se fosse andato di persona in ospedale da Provenza, quando era stato ferito, per controllare le condizioni fisiche e per lasciargli i suoi effetti personali.
Ci fu un momento di silenzio, Andy la guardò negli occhi e cominciò a raccontare, aveva bisogno di parlare con qualcuno e sfogarsi. Raccontò come aveva eluso la sorveglianza dell’ospedale, voleva solo sapere se Provenza stava bene. Dopo era scappato e si era nascosto per un paio di giorni in un affittacamere. Il giorno successivo si era nascosto trascorrendo la giornata in un night club, Sharon fu sorpresa, non voleva conoscere i particolari, voleva che Andy raccontasse la sua versione. Disse che nel night club si sentiva al sicuro, anche se doveva evitare tutte quelle ragazze che volevano la sua compagnia. Sorrise amaramente, cercava un profumo di una donna e non riusciva a trovarla, pur avendo a disposizione tante belle ragazze, questa era l’ironia della vita.
Ammise di aver rubato un’auto e di aver rapinato un diner, sottolineando che tutto questo era stato compiuto in uno stato di necessità. Non era orgoglioso di quanto aveva compiuto, però non aveva avuto altra scelta. Sembrava più una confessione che l’esposizione dei fatti, sospirò e ripensò a quello che era diventato: rapinatore e ladro di macchine. Era dispiaciuto, ma non aveva avuto altra scelta. Non aveva pagato la colazione e in più aveva derubato il diner, quando tutta la storia si sarebbe risolta, avrebbe voluto risarcire il furto commesso.
La cameriera era stata molto gentile e lui ne aveva approfittato per rapinarla e rubarle dell’incasso: si sentiva un verme. Non gli piaceva quello che stava diventando, non voleva peggiorare le cose, non voleva passare la vita a scappare, non era più sè stesso. Sharon guardò preoccupata Andy, era diventato un ladro di macchine, rapinatore, ...
Era sconcertata ad ascoltare quelle parole da Andy e di sapere come si fosse “arrangiato” in quella situazione di emergenza. Aveva compiuto dei reati e le conseguenze potevano essere gravi, ma se ne sarebbero preoccupati in un secondo momento, adesso dovevano eludere le ricerche dell’FBI e della malavita e sperare di rimanere vivi.
Andy guardò Sharon e scoprì che aveva due occhi verde giada bellissimi. Sorrise, era stata impavida e non capiva, perché quella donna continuava a prendersi cura di lui. Poteva portarlo alla prima stazione di polizia e lasciare che se ne occupassero altri poliziotti, per scortarlo dai federali, invece insisteva a difenderlo. Qualcosa non tornava, no, qualcosa non tornava.
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Sharon e Andy cambiarono location, si spostarono in un altro motel, in una zona periferica di L.A. Temevano che la malavita li potesse rintracciare e allora sarebbe stato difficile cavarsela, per difendersi avevano una pistola a testa. Sharon parlò con Andy della possibilità di costituirsi all’FBI, ma al momento non era dell’opinione di farlo, disse che ci avrebbe pensato, non aveva fiducia nei federali.
Sharon annuì, capiva le perplessità di Andy, lo stavano trattando come un criminale, far cambiare la considerazione che avevano di lui, sarebbe stato difficile. Sharon guardò Andy e capì che doveva dargli un po’ di tempo. Gli aveva comprato una camicia, la maglietta l’aveva usata per dormire, diceva che come pigiama era perfetto. La camicia gli donava di più, Sharon sorrise, sapeva che teneva a vestirsi bene e una camicia nuova avrebbe migliorato l’umore di Andy, perché era tutto il giorno che era cupo e taciturno.
Aveva cercato di chiedere se volesse mangiare qualcosa in particolare, sapeva che la notte precedente non aveva dormito molto. Aveva ancora gli incubi, si era svegliato all’improvviso un paio di volte, confuso e agitato. Diceva che aveva dei flashback e continuava a vedere quell’uomo che gli sparava. Sharon gli disse di rilassarsi, mentre cercava di capire come poter agire al meglio. Controllò fuori dal motel, sembrava tutto tranquillo, non c’era in giro molta gente. Ordinò il pranzo e Andy si sorprese per il cibo vegetariano, non si ricordava le abitudini culinarie, però per il momento, accettò di mangiarlo. Chiese a Sharon se la prossima volta poteva ordinare della carne, ne aveva una gran voglia. Sharon sorrise e disse che per cena, se voleva, avrebbero preso degli hamburgers.
Andy stava fissando Sharon, era perplesso e aveva tante, forse troppe domande in testa e tante cose non tornavano, non poteva fare a meno di pensarci. La fissò ancora negli occhi.
“Ok, tenente … cosa mi devi chiedere?”
“Conosci i miei gusti, i luoghi dove vado, cosa mangio e come mi vesto … come fai a sapere tutto questo? Non credo che tu conosca la taglia dell’intimo di Provenza?”
“Su questo hai ragione, non so che intimo usa Provenza e gradirei non saperlo.” Sharon rise, smorzando un poco l’atmosfera. Anche Andy rise, il discorso era al limite del ridicolo.
“Diciamo che una persona mi ha chiesto di prendermi cura di te e così ho fatto.”
Andy si fece pensieroso “Una persona … chi?” Adesso era incuriosito, sapeva che c’era una donna di cui non ricordava molto, voleva saperne di più.
“Una mia amica, una cara amica che tiene a te. Ci tiene molto e ho voluto aiutarla.”
“C’è una donna che frequenta casa mia, ho trovato dei vestiti e dell’intimo nei cassetti del mio armadio. Però non ho trovato alcuna foto e non mi ha chiamato nessuna donna per dirmi che era preoccupata per me. Tu sai qualcosa?”
“Il dottore ha detto che devi ricordare le cose con calma … ti verrà in mente, stai tranquillo.” Sharon lo rassicurò e forse cercava di rassicurare anche sè stessa, sulla memoria di Andy.
“Anche Provenza mi ha detto così, però non mi ricordo di nessuna donna, non ricordo …”
“Andy, sappi che questa persona tiene molto a te e sta facendo di tutto per tenerti al sicuro.”
“Conosci la donna misteriosa?”
“Sì, diciamo che … sono una sua amica. So che vuole che ritorni alla tua vita di sempre.”
Andy si fece curioso, voleva sapere di più di quella donna, di cui ricordava solo il profumo. “La senti per telefono, sa che sono qui?”
“Certo che sa dove sei.”
“Puoi dirle che …” Silenzio “Che mi manca …” Lo disse con dolcezza e abbassò lo sguardo. Silenzio.
“Sono sicura, che le manchi anche tu.” Sharon sorrise, toccò il braccio di Andy, cercando un contatto.
“Grazie.” Silenzio. “Ti ha parlato di me? Da quanto tempo la conosci? Sa che siamo …”
“Calma Andy. Stai tranquillo. La conosco da tempo e pensa a te. Per questo mi ha chiesto di starti vicino.”
“Ho solo il ricordo del suo profumo … non ricordo altro ...”
“Senti, perché non riposi un poco, dormi poco e male e hai spesso quegli incubi. Rilassati e recupera le forze, parleremo dopo.”
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Continua …
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